secondo argomento tabú

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campana
00venerdì 15 giugno 2012 18:16
ostracismo tra familiari?
Dal momento che a qualcuno gli viene da ridere a sentire certi argomenti, lo accontento e gliene propongo un altro anche se ancora non gli interessa personalmente non essendo un battezzato.
Ho fatto caso che il sito non ufficiale di tdg online non ha trattato un caso specifico inerente la disassociazione, ovvero cosa accade al disassociato o dissociato che non abita piú presso la famiglia di origine, da parte dei suoi genitori o fratelli o nonni che ancora sono testimoni di Geova?
Quali sono le ripetute direttive del corpo direttivo in merito a questi casi specifici?
Insomma come si deve comportare un figlio testimone di Geova verso la propria madre dissociata o disassociata?

Vediamo cosa dicono le vostre pubblicazioni ufficiali:

La torre di Guardia del 1/1/1982 pag 30:

"PARENTI DISASSOCIATI CHE NON VIVONO IN CASA


"18 La seconda situazione da considerare è quella di un parente disassociato o dissociato che non appartiene all’immediata cerchia familiare o non vive nella stessa casa. Con tale persona esiste ancora un legame di parentela naturale o acquisita, per cui, anche se in misura limitata, potrebbe esserci il bisogno di sbrigare questioni familiari necessarie. Ciò nonostante non è come se vivesse nella stessa casa, dove i contatti e la conversazione non si potrebbero evitare. Dovremmo tenere bene in mente l’ispirata esortazione biblica: ‘Cessate di mischiarvi in compagnia di alcuno chiamato fratello che è fornicatore o avido . . . non mangiando nemmeno con un tal uomo’. — I Cor. 5:11.

19 Di conseguenza i cristiani imparentati con un disassociato che non vive in casa con loro dovrebbero sforzarsi di evitare l’associazione non necessaria, riducendo al minimo anche i contatti d’affari. La ragionevolezza di questo comportamento è evidente se si considera ciò che è accaduto quando i parenti hanno adottato l’errato punto di vista: ‘Anche se disassociato, siamo parenti, e quindi possiamo trattarlo esattamente come prima’. "



La torre di Guardia del 15/3/1986 pag 18:

"12 Alcuni che hanno uno spirito critico sostengono che l’organizzazione di Geova sia troppo rigida circa il troncare qualsiasi contatto sociale con i disassociati. (II Giovanni 10, 11) Ma perché questi critici la pensano così? Stanno forse mettendo un vincolo familiare o un’errata lealtà a un amico al di sopra della lealtà a Geova, alle sue norme e alle sue esigenze? Tenete presente inoltre che, se si continua ad avere contatti sociali con un disassociato, anche se si tratta di un parente, si può far concludere a colui che ha sbagliato che la sua condotta non sia poi tanto grave, causandogli così altro danno ancora. Non frequentandolo, invece, è possibile si sviluppi in lui il desiderio di riavere ciò che ha perduto. Il modo di fare le cose seguito da Geova è sempre il migliore e serve a proteggerci. — Proverbi 3:5."

La torre di Guardia del 15/04/1988 pag 28:

"11 Dio si rende sicuramente conto che il mettere in pratica le sue giuste leggi relative al troncare i rapporti con i trasgressori coinvolge spesso i parenti e influisce su di loro. Come già menzionato, quando un trasgressore israelita veniva giustiziato, i familiari non potevano più avere contatti con lui. Anzi, se un figlio era ubriacone e ghiottone, i suoi genitori erano tenuti a portarlo davanti ai giudici e, se si mostrava impenitente, i genitori dovevano partecipare alla sua giusta esecuzione, ‘per togliere ciò che è male da Israele’. (Deuteronomio 21:18-21) Come si può comprendere, questa non doveva essere una cosa facile per loro. Immaginate anche come potevano sentirsi i fratelli, le sorelle o i nonni del trasgressore. Nondimeno, il fatto di mettere la lealtà al loro giusto Dio al di sopra degli affetti familiari poteva salvare loro la vita.
...
14 La situazione è diversa se il disassociato o dissociato è un parente che vive fuori di casa o non è dell’immediata cerchia familiare. Potrebbe essere possibile non avere quasi nessun contatto col parente. Anche se eventuali questioni di famiglia richiedessero qualche contatto, è certo che questi contatti dovrebbero essere mantenuti al minimo, in armonia col principio divino di “non mischiarvi con alcuno che, chiamandosi fratello, sia un fornicatore [o colpevole di un altro peccato grave] . . . con un tale non dovete neppur mangiare”. — 1 Corinti 5:11, Versione Riveduta.
15 Si capisce che questo può essere difficile, a causa dei sentimenti e dei vincoli familiari, ad esempio dell’amore che i nonni provano verso i nipoti. Tuttavia questa è una prova di lealtà a Dio, come spiega la sorella citata a pagina 26. Chiunque provi la tristezza e il dolore che il parente disassociato ha in tal modo causato, può trovare conforto ed essere incoraggiato dall’esempio di alcuni parenti di Cora. — Salmo 84:10-12."

La torre di Guardia del 15/10/1988 pag 28:

"La situazione è diversa se il disassociato o dissociato è un parente che vive fuori di casa o non è dell’immediata cerchia familiare. Potrebbe essere possibile non avere quasi nessun contatto col parente. Anche se eventuali questioni di famiglia richiedessero qualche contatto, è certo che questi contatti dovrebbero essere mantenuti al minimo"

La torre di Guardia del 15/4/1991 pag 16:

"10 Dio comanda che, se un malvagio viene espulso, i cristiani devono ‘cessare di mischiarsi in sua compagnia, non mangiando nemmeno con un tal uomo’. In questo modo i leali che rispettano e vogliono seguire la legge di Dio troncano con lui ogni rapporto, compresi i rapporti sociali. Alcuni di questi cristiani leali potrebbero essere parenti che non fanno parte dell’immediata cerchia familiare né vivono con il trasgressore. Per loro potrebbe essere difficile seguire questo comando divino, proprio come non era facile per i genitori ebrei sotto la Legge mosaica essere fra coloro che giustiziavano un figlio malvagio. Ma il comando divino è chiaro; possiamo quindi essere certi che la disassociazione è un provvedimento giusto"


La torre di Guardia del 1/11/1994:

"20 Ci sono occasioni, però, in cui un servitore di Geova non può mostrare compassione. (Confronta Deuteronomio 13:6-9). ‘Cessare di mischiarsi in compagnia’ di un intimo amico o di un parente che è stato disassociato può mettere a dura prova un cristiano. In tal caso è importante non lasciarsi impietosire. (1 Corinti 5:11-13) Questa fermezza può persino incoraggiare il peccatore a pentirsi. "


Il libro "MANTENETEVI NELL'AMORE DI DIO" edito nel 2008 a pagina 208 dice:

"In altri casi il parente disassociato non fa' parte dell'immediata cerchia familiare o vive fuori casa.Anche se in qualche rara occasione dovesse rendersi necessario avere dei contatti per sbrigare questioni familiari, tali contatti dovrebbero essere mantenuti al minimo. I familiari leali non cercano scuse per avere a che fare con un parente disassociato che non vive sotto lo stesso tetto. La lealta' a Geova e alla sua organizzazione li spinge piuttosto ad attenersi alle istruzioni scritturali sulla disassociazione."

Inserto del Ministero del Regno (km -I 8/2002), agosto 2002, pp.3,4:

"Benefici derivanti dalla lealtà a Geova: Cooperare con la disposizione scritturale della disassociazione ed evitare i trasgressori impenitenti reca benefici. Preserva la purezza della congregazione e ci distingue come sostenitori delle elevate norme morali della Bibbia. (1 Piet. 1:14-16) Ci protegge da influenze corruttrici. (Gal. 5:7-9) Inoltre dà al trasgressore la possibilità di trarre pieno beneficio dalla disciplina ricevuta che lo aiuterà a produrre “un pacifico frutto, cioè giustizia”. – Ebr. 12:11.
Dopo un discorso udito a un’assemblea di circoscrizione, un fratello e sua sorella capirono che dovevano cambiare il modo in cui trattavano la madre, che viveva altrove e che era stata disassociata sei anni prima. Subito dopo l’assemblea l’uomo chiamò la madre e, dopo averle assicurato che le volevano bene, le spiegò che non le avrebbero più parlato se non per questioni familiari importanti. Di lì a poco la madre cominciò a frequentare le adunanze e poi fu riassociata. Inoltre il marito incredulo cominciò a studiare e in seguito si battezzò.
Sostenendo lealmente la disposizione scritturale della disassociazione diamo prova del nostro amore per Geova e rispondiamo a colui che lo biasima. (Prov. 27:11) In cambio possiamo contare sulla Sua benedizione. Il re Davide scrisse di Geova: “In quanto ai suoi statuti, non mi allontanerò da essi. Con qualcuno leale agirai con lealtà”. – 2 Sam. 22:23, 26. "

La torre di Guardia del 15/2/2011 pag 31,32:
"15 Condividiamo il punto di vista di Gesù su coloro che si ostinano a seguire una condotta illegale? Dobbiamo riflettere su queste domande: ‘Sceglierei di frequentare regolarmente qualcuno che è stato disassociato o si è dissociato dalla congregazione cristiana? Che dire se fosse un parente stretto che non vive più in casa?’ Una situazione del genere pu `omettere a dura prova il nostro amore per la giustizia e la nostra lealtà a Dio.
16 Consideriamo l’esperienza di una sorella il cui figlio adulto un tempo amava Geova. In seguito, però, il figlio scelse di praticare impenitentemente l’illegalità. Così fu disassociato dalla congregazione. La sorella amava Geova,ma voleva bene anche al figlio e trovava molto difficile ubbidire al comando scritturale di evitare di frequentarlo.
17 Che consiglio avreste dato a questa sorella? Un anziano la aiutò a capire che Geova comprendeva il suo dolore. La incoraggiò a riflettere sul dolore che dovette provare Geova quando alcuni dei suoi figli angelici si ribellarono. Nel corso del ragionamento, le fece notare che, pur sapendo quanto possa essere dolorosa una situazione del genere, Geova richiede che i peccatori impenitenti vengano disassociati. La sorella prestò ascolto ai consigli e sostenne lealmente la disposizione della disassociazione. Tale lealtà rallegra il cuore di Geova.— Prov. 27:11.
18 Se vi trovate in una situazione del genere, ricordate che Geova vi capisce. Troncando i rapporti con il disassociato o il dissociato, dimostrate di odiare gli atteggiamenti e i comportamenti che hanno portato a questa situazione. Ma dimostrate anche che amate abbastanza il trasgressore da agire nei suoi migliori interessi. La vostra lealtà a Geova può aumentare le probabilità che la persona che ha ricevuto la disciplina si penta e torni a Geova.
19 Una persona che fu disassociata e in seguito venne riassociata scrisse: “Sono felice che Geova ami tanto il suo popolo da far sì che la sua organizzazione sia mantenuta pura. Quello che agli estranei può sembrare un atteggiamento rigido, è un provvedimento sia necessario che veramente amorevole”. Pensate che questa persona sarebbe stata aiutata a pervenire a tale conclusione se i componenti della congregazione, inclusi i suoi familiari, avessero mantenuto con lei contatti regolari mentre era disassociata? Sostenendo la disposizione scritturale della disassociazione dimostriamo di amare la giustizia e riconosciamo il diritto di Geova di stabilire norme di condotta."




Dalla Torre di Guardia del 15 luglio 2011 pagine 30-32

"Quando qualcuno che amiamo abbandona Geova:

12 Senza dubbio siamo tutti d’accordo sul fatto che per piacere a Dio dobbiamo essere fisicamente, moralmente e spiritualmente puri. (Leggi Tito 2:14).
A volte però possono sorgere situazioni in cui, sotto questo aspetto, la nostra lealtà al proposito di Dio viene dolorosamente messa alla prova. Supponiamo ad esempio che l’unico figlio di una coppia cristiana esemplare lasci la verità. Avendo preferito “il temporaneo godimento del peccato” a una buona relazione con Geova e con i propri genitori cristiani, il giovane viene disassociato.— Ebr.11:25.
13 I genitori sono affranti. In quanto alla disassociazione, sanno che la Bibbia dice di ‘cessar di mischiarsi in compagnia di qualcuno chiamato fratello che è fornicatore o avido o idolatra o oltraggiatore o ubriacone o rapace, non mangiando nemmeno con un tal uomo’. (1 Cor. 5:11, 13) Comprendono anche che il “qualcuno” menzionato in questa scrittura include i familiari che non vivono sotto lo stesso tetto.

Ma essi amano moltissimo il loro figlio! Sopraffatti dalle emozioni, potrebbero ragionare: ‘Come possiamo aiutare nostro figlio a tornare a Geova se limitiamo drasticamente la nostra associazione con lui? Non sarebbe più utile mantenere contatti regolari?

14 Ci sentiamo vicini a quei genitori. Dopo tutto il loro figlio ha fatto la sua scelta, decidendo di seguire uno stile di vita non cristiano anziché continuare a godere della compagnia dei suoi genitori e degli altri compagni di fede. I genitori, invece, non hanno potuto fare altro che prendere atto della sua decisione. Non sorprende che si sentano impotenti.

15 Cosa faranno adesso questi cari genitori? Ubbidiranno alle chiare istruzioni di Geova?
O si sentiranno giustificati a frequentare regolarmente il loro figlio disassociato sostenendo che si tratta sempre di “necessarie questioni familiari”? Nel prendere la propria decisione, i genitori non devono trascurare di chiedersi cosa pensa Geova di quello che stanno facendo. Lo scopo di Geova è quello di mantenere pura l’organizzazione e, se possibile, di indurre i trasgressori a tornare in sè. In che modo i genitori cristiani possono agire in armonia con questo scopo?
16 Aaronne, fratello di Mosè, si trovò davanti a una situazione difficile in relazione a due suoi figli. Pensate come dev’essersi sentito quando i figli Nadab e Abiu offrirono fuoco illegittimo a Geova e questi li fece morire all’istante. Naturalmente ciò pose fine a qualsiasi associazione i due potessero avere con i loro genitori. Ma non è tutto. Geova comandò ad Aaronne e ai suoi figli fedeli: “Non andate con le teste scompigliate, e non dovete
strappare le vostre vesti [in segno di lutto], affinché non moriate e affinché [Geova]non si indigni contro tutta l’assemblea”. (Lev. 10: 1-6).
Il messaggio è chiaro. Il nostro amore per Geova dev’essere più forte del nostro amore per i familiari che gli divengono sleali.

17 Oggi Geova non mette immediatamente a morte quelli che violano le sue leggi.

Amorevolmente dà loro l’opportunità di pentirsi delle loro opere ingiuste. Ma come si sentirebbe Geova se i genitori di un trasgressore impenitente continuassero a metterLo alla prova frequentando senza necessità il loro figlio disassociato?"

Torre di guardia del 15/4/2012 pag 12:

"LEALTA' A GEOVA
16 Ci sono componenti della congregazione che hanno commesso peccati gravi e che sono stati ripresi “con severità, affinchè
fossero sani nella fede”. (Tito 1:13) Nel caso di alcuni, la loro condotta ha portato alla disassociazione. Per “quelli che ne sono stati addestrati”, la disciplina è stata di aiuto per ristabilirsi
spiritualmente. (Ebr. 12:11) E se il disassociato è un parente o un caro amico?Allora a essere in gioco è la nostra lealtà, non verso quella persona, ma verso Dio. Geova senz’altro nota se ci atteniamo al comando di non avere contatti con qualsiasi disassociato. — Leggi 1 Corinti 5
17 Consideriamo solo un esempio del bene che può derivare quando una famiglia sostiene lealmente il comando di Geova di non stare in compagnia di parenti disassociati. Un ragazzo era disassociato da più di dieci anni, durante i quali i genitori e i quattro fratelli avevano ‘cessato di mischiarsi’ in sua compagnia.
A volte cercava di prendere parte alle attività della famiglia ma, lodevolmente, tutti i familiari erano decisi a non avere alcun contatto con lui. Dopo la sua riassociazione disse che la compagnia della famiglia gli era sempre mancata, specie di sera quando si ritrovava da solo. Ammise comunque che se i familiari avessero trascorso del tempo con lui, anche solo per brevi periodi, questo avrebbe soddisfatto il suo bisogno di stare in loro compagnia. Tuttavia, poichè la famiglia non aveva avuto alcun contatto con lui,
l’ardente desiderio di stare con loro era diventato una delle ragioni che lo avevano indotto a ristabilire la sua relazione con Geova. Teniamone conto se mai fossimo tentati di violare il comando di Dio
di non stare in compagnia di parenti disassociati."


Ma veramente pensate che tornare dopo un ricatto psicologico del genere è da prendere come esempio?
Come possono dei GENITORI e dei fratelli decidere di non aver ALCUN contatto con il proprio figlio o il proprio fratello che ha deciso di non essere piû un testimone di Geova?
Possibile che una persona che si definisce cristiana possa arrivare a tanto?
Immagino che ad alcuni tdg venga in mente la scrittura che dice "chi ha piú affetto per madre o padre che per me non é degno di me, ma Cristo non stava certo dicendo di ostracizzare i propri genitori, se un genitore fosse di un'altra religione e obbligasse il figlio cristiano a seguirlo e a ripudiare la sua religione il passo in questione avrebbe senso, ma il contrario no di certo!
Qui stiamo parlando di un genitore che si professa cristiano che decide di non aver alcun contatto verso il proprio figlio solo perché quest'ultimo non vuole piú essere della stessa religione del genitore!
Ma ci rendiamo conto?
Qualcun altro tdg stará pensando che é l'unico modo per far capire al figlio la gravitá del peccato che ha commesso, ma veramente pensate che in questa maniera il figlio si possa ravvedere?
E che dire degli ex che non praticano piú quel peccato ma che non si sentono piú di rientrare tra i tdg?
Possibile che non vediate un ricatto morale in questo atteggiamento?
Seabiscuit
00venerdì 15 giugno 2012 18:56
Re: ostracismo tra familiari?
campana, 15.06.2012 18:16:


Ho fatto caso che il sito non ufficiale di tdg online non ha trattato un caso specifico inerente la disassociazione, ovvero cosa accade al disassociato o dissociato che non abita piú presso la famiglia di origine, da parte dei suoi genitori o fratelli o nonni che ancora sono testimoni di Geova?
Quali sono le ripetute direttive del corpo direttivo in merito a questi casi specifici?
Insomma come si deve comportare un figlio testimone di Geova verso la propria madre dissociata o disassociata?





io invece ci ho fatto caso meglio di te e al sottotema "Il disassociato e la famiglia" l'articolo sul sito TdG Online tratta in maniera ESAUSTIVA i casi di disassociazione, anche tra famigliari

www.tdgonline.net/indice/articoli/disassociazione.htm

(garoma)
00venerdì 15 giugno 2012 19:10
Re: ostracismo tra familiari?
campana, 15/06/2012 18.16:


Ho fatto caso che il sito non ufficiale di tdg online non ha trattato un caso specifico inerente la disassociazione, ovvero cosa accade al disassociato o dissociato che non abita piú presso la famiglia di origine, da parte dei suoi genitori o fratelli o nonni che ancora sono testimoni di Geova?


Evidentemente le tue ricerche sono a senso unico, hai trovato tutte quelle informazioni e non hai trovato l'argomento sul "sito" non ufficiale di tdg online? (scusa ma non è un forum?)


Quali sono le ripetute direttive del corpo direttivo in merito a questi casi specifici?
Insomma come si deve comportare un figlio testimone di Geova verso la propria madre dissociata o disassociata?


Perchè tutte le pubblicazioni che hai postato non ti hanno fatto capire niente che lo richiedi?

Comunque complimenti per il tuo immenso archivio. [SM=g2037509]

campana
00venerdì 15 giugno 2012 19:11
Re: Re: ostracismo tra familiari?
Seabiscuit, 15/06/2012 18.56:



io invece ci ho fatto caso meglio di te e al sottotema "Il disassociato e la famiglia" l'articolo sul sito TdG Online tratta in maniera ESAUSTIVA i casi di disassociazione, anche tra famigliari

http://www.tdgonline.net/indice/articoli/disassociazione.htm





E no caro sea... il caso specifico non é affatto trattato, io ho letto solo il caso dell'ex che abita in famiglia (chissá come mai...) se poi mi sono sbagliato citami dove ne parlerebbero.
Comunque sono sorpreso di vedere questo post in chiaro, onestamente non me lo aspettavo, di questo ve ne rendo merito, speriamo solo che io non venga attaccato da qualcuno suscettibile che preferisce concentrarsi sulla persona piuttosto che sul tema, ma sono comunque abituato, ho le spalle grosse.
admintdg3
00venerdì 15 giugno 2012 19:12
Ma dove sono questi argomenti tabù, visto che oltre all'articolo su tdgonline ci saranno decine di thread nel forum, sull'argomento?
admintdg3
00venerdì 15 giugno 2012 19:21
Re: Re: Re: ostracismo tra familiari?
campana, 15/06/2012 19.11:




E no caro sea... il caso specifico non é affatto trattato




Parenti stretti disassociati che non vivono sotto lo stesso tetto, più chiaro di così:

testimonidigeova.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?c=153487&f=153487&idd...


E, ancora, lo stesso argomento è stato affrontato (senza censurarlo) qui:

testimonidigeova.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?c=153487&f=153487&idd...

Qui:

testimonidigeova.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?c=153487&f=153487&idd...

Qui:

testimonidigeova.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?c=153487&f=153487&idd...

Qui:

testimonidigeova.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?c=153487&f=153487&idd...

Qui:

testimonidigeova.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?c=153487&f=153487&idd...

E chissà in quanti altri thread...
campana
00venerdì 15 giugno 2012 19:29
Re: Re: Re: Re: ostracismo tra familiari?
admintdg3, 15/06/2012 19.21:




Parenti stretti disassociati che non vivono sotto lo stesso tetto, più chiaro di così:

http://testimonidigeova.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?c=153487&f=153487&idd=9460097


E, ancora, lo stesso argomento è stato affrontato (senza censurarlo) qui:

http://testimonidigeova.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?c=153487&f=153487&idd=9544389

Qui:

http://testimonidigeova.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?c=153487&f=153487&idd=9491551

Qui:

http://testimonidigeova.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?c=153487&f=153487&idd=8628852

Qui:

http://testimonidigeova.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?c=153487&f=153487&idd=9979620

Qui:

http://testimonidigeova.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?c=153487&f=153487&idd=9789042

E chissà in quanti altri thread...




Io parlavo del sito, comunque sia leggendo i vari tread sul forum ho notato tante risposte contrastanti o non proprio in linea con le pubblicazioni ufficiali esposte sopra.
Ora si che il quadro é completo e questo argomento é visibile in tutta la sua interezza.
Seabiscuit
00venerdì 15 giugno 2012 19:29
Re: Re: Re: ostracismo tra familiari?
campana, 15.06.2012 19:11:




E no caro sea... il caso specifico non é affatto trattato, io ho letto solo il caso dell'ex che abita in famiglia (chissá come mai...) se poi mi sono sbagliato citami dove ne parlerebbero.



vero, l'articolo non tratta il caso specifico, cioè come comportarsi con un parente che non vive nella stessa casa. Ma come ti fa notare Admin3, non esiste nessun Tabù al riguardo, tantè che hai postato tu stesso diversi articoli della WTS.

Gli articoli da te citati, vanno letti bene per comprenderne lo spirito. Se lo si fa superficialmente, si potrebbe giungere a conclusioni errate.

Ad esempio dice: "19 Di conseguenza i cristiani imparentati con un disassociato che non vive in casa con loro dovrebbero sforzarsi di evitare l’associazione non necessaria, riducendo al minimo anche i contatti d’affari. La ragionevolezza di questo comportamento è evidente se si considera ciò che è accaduto quando i parenti hanno adottato l’errato punto di vista: ‘Anche se disassociato, siamo parenti, e quindi possiamo trattarlo esattamente come prima’. "

non trovo da dove trai la conclusione: "Come possono dei GENITORI e dei fratelli decidere di non aver ALCUN contatto con il proprio figlio o il proprio fratello che ha deciso di non essere piû un testimone di Geova? "

adesso su cosa vuoi ragionare? Se la disassociazione e ciò che ne comporta è scritturale e come va applicata anche ai parenti?

troviamo una base sulla quale ragionare. Secondo te, la disassociazione è scritturale?
(Gladio)
00venerdì 15 giugno 2012 19:37
Campana carissimo........mi pare che di 3d sull'argomento ce ne siano a iosa...... [SM=g27988]

Argomento tabù n3 please?? [SM=g10765]
campana
00venerdì 15 giugno 2012 19:44
Re: Re: Re: Re: ostracismo tra familiari?
Seabiscuit, 15/06/2012 19.29:



vero, l'articolo non tratta il caso specifico, cioè come comportarsi con un parente che non vive nella stessa casa. Ma come ti fa notare Admin3, non esiste nessun Tabù al riguardo, tantè che hai postato tu stesso diversi articoli della WTS.

Gli articoli da te citati, vanno letti bene per comprenderne lo spirito. Se lo si fa superficialmente, si potrebbe giungere a conclusioni errate.

Ad esempio dice: "19 Di conseguenza i cristiani imparentati con un disassociato che non vive in casa con loro dovrebbero sforzarsi di evitare l’associazione non necessaria, riducendo al minimo anche i contatti d’affari. La ragionevolezza di questo comportamento è evidente se si considera ciò che è accaduto quando i parenti hanno adottato l’errato punto di vista: ‘Anche se disassociato, siamo parenti, e quindi possiamo trattarlo esattamente come prima’. "

non trovo da dove trai la conclusione: "Come possono dei GENITORI e dei fratelli decidere di non aver ALCUN contatto con il proprio figlio o il proprio fratello che ha deciso di non essere piû un testimone di Geova? "

adesso su cosa vuoi ragionare? Se la disassociazione e ciò che ne comporta è scritturale e come va applicata anche ai parenti?
troviamo una base sulla quale ragionare. Secondo te, la disassociazione è scritturale?




quell' "alcun" é preso dall'ultima pubblicazione e tutte le altre vanno in quella direzione, sono permessi solo casi di "necessitá inderogabile".
Per rispondere alla tua domanda si, la disassociazione é scritturale ma non lo é la prassi ostracizzante.
Seabiscuit
00venerdì 15 giugno 2012 19:47
Re:
admintdg3, 15.06.2012 19:12:

Ma dove sono questi argomenti tabù, visto che oltre all'articolo su tdgonline ci saranno decine di thread nel forum, sull'argomento?



ma infatti non esiste alcun tabù al riguardo. Gli articoli sulla Torre di Guardia su tale argomento vengono periodicamente riproposti come studio per i TdG e vengono pure lasciati al pubblico.

si po condividere o meno il fatto che i TdG applicano la disassociazione seguendo quello che le scritture dicono (eccome se lo dicono), ma affermare che questi siano argomenti tabù, mostra in sostanza la malafede di certe persone


Seabiscuit
00venerdì 15 giugno 2012 19:59
Re: Re: Re: Re: Re: ostracismo tra familiari?
campana, 15.06.2012 19:44:



quell' "alcun" é preso dall'ultima pubblicazione e tutte le altre vanno in quella direzione, sono permessi solo casi di "necessitá inderogabile".



quel "alcun" è inserito in un esempio su come una famiglia si è comportata ed il bene "spirituale" che ne è derivato. La persona una volta riassociata ha ammesso che nel suo caso era proprio quello che per lui andava fatto.
Le pubblicazioni non dicono che si deve troncare ogni rapporto, perchè ci possono essere circostanze che lo richiedono. Va comunque osservato lo sprito della disassociazione e quindi di non prenderla alla leggera e continuare ad avere rapporti sociali "esattamente" come prima.



Per rispondere alla tua domanda si, la disassociazione é scritturale ma non lo é la prassi ostracizzante.



fammi capire meglio. È scritturale, quindi si deve disassociare il peccatore impenitente. E poi? Cosa comporterebbe secondo te la disassociazione scritturale?



johnny
00venerdì 15 giugno 2012 20:02
Re: ostracismo tra familiari?


Personalmente nel kilometrico quanto superfluo post del sig. Campana non vedo altro che l'incapacità di accettare in modo maturo il provvedimento della disassociazione, provvedimento che, riuscisse ad incontrare un cuore ricettivo e sufficientemente umile, produrrebbe il sano frutto del pentimento e conversione.

Già, perchè a nessuno verrebbe in mente di criticare il chirurgo che asporta il tessuto tumorale determinando così la guarigione del paziente ma se ciò accade a livello spirituale con un amorevole comitato, diventa difficile poi fare sana autocritica e correggere la propria condotta: è più facile, invece, criticare tale divino provvedimento.

Viene da ridere, certo, non a motivo dell'argomento, che è quanto di più bello si possa immaginare nè del sig. Campana come persona il quale, pur scrivendo sciocchezze, merita comunque il rispetto ma, oggettivamente, per l'ignoranza unita all'orgoglio che sospingono a scrivere post tanto pedissequi ed impregnati di rancorose motivazioni.

(garoma)
00venerdì 15 giugno 2012 20:04
Re: Re: Re: Re: Re: ostracismo tra familiari?
campana, 15/06/2012 19.44:




quell' "alcun" é preso dall'ultima pubblicazione e tutte le altre vanno in quella direzione, sono permessi solo casi di "necessitá inderogabile".
Per rispondere alla tua domanda si, la disassociazione é scritturale ma non lo é la prassi ostracizzante.


Ti riferisci sempre ai familiari?

Se ritieni che la disassociazione è scritturale, quale dovrebbe essere il comportamento da tenere nei riguardi di queste persone?

Che senso avrebbe la disassociazione=disciplina se poi tutto rimarrebbe come prima?


Metabo74
00venerdì 15 giugno 2012 20:06
Re: Re: Re: Re: Re: ostracismo tra familiari?
Buonasera sig. Campana,
è un piacere "rivederla"

mi ha colpito questa sua affermazione:
campana, 15/06/2012 19.44:

Per rispondere alla tua domanda si, la disassociazione é scritturale ma non lo é la prassi ostracizzante.



Quale sarebbe allora, secondo lei, la corretta applicazione della disposizione della disassociazione? (la domanda non è polemica ma sono veramente interessato al suo pensiero al riguardo [SM=g27985])

[SM=g1944981]
Seabiscuit
00venerdì 15 giugno 2012 20:08
Re: Re: Re: Re: Re: ostracismo tra familiari?
campana, 15.06.2012 19:44:




Per rispondere alla tua domanda si, la disassociazione é scritturale



mi fa cmq piacere che riconosci e accetti la disassociazione come direttiva divina, essendo scritturale. Secondo te, qual'è la scrittura che legittima la disassociazione?


(Gladio)
00venerdì 15 giugno 2012 20:19
Re: Re: Re: Re: Re: ostracismo tra familiari?
campana, 15/06/2012 19.44:




Per rispondere alla tua domanda si, la disassociazione é scritturale ma non lo é la prassi ostracizzante.





E tu i passi che dicono come trattare un disassociato come li leggi???

Caro Campana,che una disassociazione sia dolorosa per chi la vive sulla pelle è fuor di dubbio anche se ci sono casi di persone che la considerano una gioia ti risulta??

Ad ogni modo è difficile per chi la subisce e per chi si deve sforzare di sostenerla.

Vedi Campana UN CRISTIANO deve rendersi conto che fa parte di un corpo e per il bene di tutti deve cercare di sostenere i provvedimenti anche drastici che a volte si prendono in circostanze particolari che ricordati, sono l'eccezionalità non la norma.

Uno che ha un parente disassociato è normale che soffra e non ha piacere per quello che è successo ma di certo conoscerà i motivi della disassociazione e se fedele alle scritture dovrebbe aborrire il comportamento che ha portato all'esclusione dall'ekklesia.....
Quando si abborrisce un comportamento di solito si aborrisce anche la persona ma............non confondiamoci,non facciamoci trarre in inganno,per persona intendiamo tutta quella serie di comportamenti ostinati che l'individuo ha manifestato per essere poi espulso.

Un padre sarà sempre un padre di una persona sia essa disassociata e non,come sarà sempre un fratello o una madre.
Ma pensi francamente che se mio fratello disassociato fosse nell'indigenza io non lo sosterrei?
Pensi che se mio padre disassociato finito per 1000 motivi su una sedia a rotelle io verrei meno ai miei doveri di figlio????

Ci sono doveri e ci sono piaceri nello stare con tutta l'umana creazione,doveri anche scritturalmente imposti .

Sta ad ognuno di noi trovare il giusto equilibrio tra ciò che è doveroso e giusto fare e ciò che è superfluo e questa è una linea sottile che non ha una precisa demarcazione,sta alla nostra coscienza cristiana,ricordandoci però che le nostre scelte sono osservate non tanto dai miei conservi cristiani ma da quello spirito super partes che nei legami familiari non riconosce alcuna superiorità rispetto alla legge divina.

è facile farlo?
No non lo è per questo ci vuole sforzo........equilibrio e buon senso.

Stammi bene Campana e ora passa al tabù numero 3 perchè ho un principio di emorroidi a rileggere sempre le stesse cose.

Grazie 1000.
campana
00venerdì 15 giugno 2012 21:15
Re: Re: Re: Re: Re: Re: ostracismo tra familiari?
Metabo74, 15/06/2012 20.06:

Buonasera sig. Campana,
è un piacere "rivederla"

mi ha colpito questa sua affermazione:


Quale sarebbe allora, secondo lei, la corretta applicazione della disposizione della disassociazione? (la domanda non è polemica ma sono veramente interessato al suo pensiero al riguardo [SM=g27985])

[SM=g1944981]




rispondo a te che mi sembri il più educato e rispettoso, spero che a qualcun altro possano passare le emorroidi perché sono fastidiose e che qualcun altro eviti di leggere queste "sciocchezze".
Io credo che qualunque religione o associazione che abbia delle regole da rispettare per poterne fare parte, debba poter disassociare chi tali regole non le mette in pratica, come ognuno deve essere libero di potersi dissociare se non ne vuole far piú parte.
l'ostracismo va oltre entrambe le questioni, non permette infatti di uscirne tranquillamente e liberalmente perché incombe la scure del ricatto psicologico: Come posso essere libero di uscirne se poi mi ritrovo solo cone un cane e ostracizzato non solo dai tdg in generale con i quali magari si é passata una vita intera, ma dagli stessi familiari?)
Cristo disse che il peccatore che non avrebbe ascoltato gli anziani doveva essere trattato come "uno delle nazioni o un esattore di tasse" ovvero come uno che voi considerate oggi "del mondo" e come trattava Cristo gli esattori e i non ebrei? come trattate voi quelli "del mondo"?
Gli evitate il saluto? Cambiate strada quando lo incontrate?
Si lo so che Paolo disse di non mangiare con i peccatori impenitenti, ma non disse per quanto tempo, non disse cosa sarebbe accaduto se lo si avesse frequentato lo stesso, non disse nulla se tale peccatore avesse smesso di praticare il peccato ma non avesse voluto rientrare, e non disse nulla riguardo a colui che si sarebbe dissociato.
Lo so che Giovanni disse di non rivolgere un saluto agli anticristi, agli eretici gnostici che andavano a predicare ai cristiani, ma cosa c'entrano i moderni disassociati? Vengono forse a casa vostra a predicare lo gnosticismo?
creare una prassi ostracizzante verso tutti i disassociati vuol dire assumersi una responsabilitá che non vi ha comandato nessuno, oltre ad andare contro i piú elementari diritti fondamentali dell'uomo, ed alla base di ogni principio cristiano.
Lungosonno
00venerdì 15 giugno 2012 21:19
se sono un uomo malvagio
è GIUSTO che i contatti siano oculati e discreti.......

vi potrei corrompere
potrei farvi deviare dalla retta via

potrei,ma non VOGLIO
Pensoso
00venerdì 15 giugno 2012 22:38
Re: Re: Re: Re: Re: Re: ostracismo tra familiari?
(Gladio), 15/06/2012 20.19:

campana, 15/06/2012 19.44:




Per rispondere alla tua domanda si, la disassociazione é scritturale ma non lo é la prassi ostracizzante.





E tu i passi che dicono come trattare un disassociato come li leggi???




Va dato adito ai TdG che sono praticamente gli unici rimasti nel panorama cristiano ad applicare per davvero la 'scomunica' del trasgressore impenitente. Ciononostànte la posizione attuale sugli espulsi e i parenti sembra essere dovuta più al timore di essere troppo circondati dai congiunti espulsi che numericamente sono sempre di più e che ormai coinvolgono quasi ogni famiglia di Tdg. Una torre di guardia del 1975 ad esempio era più 'permissiva' quando scriveva

*** w75 15/1 pp. 55-56 par. 21 Manteniamo una veduta equilibrata verso i disassociati ***
21 In quanto ai familiari disassociati (non figli o figlie minorenni) che vivono fuori di casa, ciascuna famiglia deve decidere fino a che punto li frequenterà. Questa non è una decisione che gli anziani possono prendere per loro. Gli anziani si interessano che il “lievito” non sia nuovamente introdotto nella congregazione mediante l’associazione spirituale con quelli che si son dovuti rimuovere perché erano un tale “lievito”. Pertanto, se un genitore disassociato va a visitare un figlio o una figlia o va a trovare i nipoti e gli è permesso di entrare nella casa cristiana, questo non interessa gli anziani. Egli ha il diritto naturale di visitare i suoi parenti e la sua progenie. Similmente, quando i figli o le figlie rendono onore a un genitore, benché disassociato, facendogli visita per vedere come sta di salute o di che cosa può avere bisogno, questo atto non è di per se stesso associazione spirituale.

La scrittura che fa da fondamento è 1 Corinti 5:11, la quale comanda l'ostracismo per chi è 'fornicatore, idolatra ecc'. Ma non tutti i disassociati rimangono a lungo nello status di trasgressori. Ad esempio uno può essere stato espulso per fornicazione ma in seguito essersi sposato con la persona con cui ha peccato. Continua ad avere lo status di disassociato ma non quello di trasgressore. A rigor di termini biblici non essendo più un 'fornicatore' non bisognerebbe più applicare il comando, o no? Ci sono disassociati che, oltre a non avere più lo status di trasgressori, fanno anche una propaganda positiva ai Tdg anche se per il momento non se la sentono di rimpegnarsi come prima nella congregazione (e fare il lungo cammino di rientro con frequentazione isolata e senza contatti per parecchi mesi). Forse la loro condizione spirituale ormai è più vicina a quella di un inattivo che di un espulso pericoloso da evitare, anche perché comunque il calice della disciplina l'ha preso, con l'annuncio pubblico e un buon periodo di sacrosanto ostracismo. Il fatto è che le situazioni possono essere così tante e diverse che applicare una norma per tutti diventerebbe semplicemente ingiusto, soprattutto se consideriamo il modo di Gesù di affrontare le situazioni, cioè ad hoc (si dirà 'ma noi non siamo Gesù..magari!'). Io credo che la cosa migliore sia dare delle direttive agli anziani i quali possono/devono applicare il giusto grado di severità e di ostracismo al caso specifico. Ci sarà pure qualche differenza tra un oppositore che gestisce un sito pieno di calunnie e uno espulso 20 anni fa per una fornicazione che neanche lui si ricorda più..e che ora fa la vita morale di uguale a un Tdg fatta eccezione per l'andare in sala e in predicazione.



barnabino
00sabato 16 giugno 2012 00:16

A rigor di termini biblici non essendo più un 'fornicatore' non bisognerebbe più applicare il comando, o no?



Infatti la persona in quei casi verrà riassociata, sempre che lei desideri di nuovo la comunione con la congregazione, non può essere la congregazione a prendere la decisione indipendentemente dalla volontà del peccatore che deve formalmente chiedere di essere riammesso, anche perché la congregazione non può sapere se ha mutato il suo stile di vita.

Shalom
Metabo74
00sabato 16 giugno 2012 02:26
Re: ostracismo tra familiari?
campana, 15/06/2012 21.15:

rispondo a te che mi sembri il più educato e rispettoso


Grazie, mi sforzo di esserlo, ma anche gli altri fanno lo stesso anche se a volte possono sembrare un po bruschi.

Partiamo da un punto che penso sia chiaro a tutti: la disassociazione non implica il non aver nessun rapporto con il disassociato ma implica il non aver rapporti 'non necessari'.

Ora tu (ti ho dato del del tu per riflesso [SM=g27985]) dici:
campana, 15/06/2012 21.15:


Io credo che qualunque religione o associazione che abbia delle regole da rispettare per poterne fare parte, debba poter disassociare chi tali regole non le mette in pratica, come ognuno deve essere libero di potersi dissociare se non ne vuole far piú parte.
l'ostracismo va oltre entrambe le questioni, non permette infatti di uscirne tranquillamente e liberalmente perché incombe la scure del ricatto psicologico: Come posso essere libero di uscirne se poi mi ritrovo solo cone un cane e ostracizzato non solo dai tdg in generale con i quali magari si é passata una vita intera, ma dagli stessi familiari?)


A questo punto credo si inserisca molto bene la riflessione di Gladio (è un po burbero però dice cose interessanti [SM=g27988]), infatti pur usando una forma diversa io penso che ben riassuma lo spirito di tutte le citazioni delle ns. pubblicazioni che hai fatto sopra in relazione alla disassociazione:

(Gladio), 15/06/2012 20.19:

Un padre sarà sempre un padre di una persona sia essa disassociata e non,come sarà sempre un fratello o una madre.
Ma pensi francamente che se mio fratello disassociato fosse nell'indigenza io non lo sosterrei?
Pensi che se mio padre disassociato finito per 1000 motivi su una sedia a rotelle io verrei meno ai miei doveri di figlio????

Ci sono doveri e ci sono piaceri nello stare con tutta l'umana creazione,doveri anche scritturalmente imposti .

Sta ad ognuno di noi trovare il giusto equilibrio tra ciò che è doveroso e giusto fare e ciò che è superfluo e questa è una linea sottile che non ha una precisa demarcazione,sta alla nostra coscienza cristiana,ricordandoci però che le nostre scelte sono osservate non tanto dai miei conservi cristiani ma da quello spirito super partes che nei legami familiari non riconosce alcuna superiorità rispetto alla legge divina.

è facile farlo?
No non lo è per questo ci vuole sforzo........equilibrio e buon senso.



Poi dici:
campana, 15/06/2012 21.15:

Cristo disse che il peccatore che non avrebbe ascoltato gli anziani doveva essere trattato come "uno delle nazioni o un esattore di tasse" ovvero come uno che voi considerate oggi "del mondo" e come trattava Cristo gli esattori e i non ebrei? come trattate voi quelli "del mondo"? Gli evitate il saluto? Cambiate strada quando lo incontrate?


Non sono d'accordo. Se fai una ricerca ti renderai conto che trattare una persona come "uno delle nazioni o un esattore di tasse" per gli ebrei significava evitarne la compagnia e molto di più...

Infine dici:
campana, 15/06/2012 21.15:

creare una prassi ostracizzante verso tutti i disassociati vuol dire assumersi una responsabilitá che non vi ha comandato nessuno, oltre ad andare contro i piú elementari diritti fondamentali dell'uomo, ed alla base di ogni principio cristiano.


Noi crediamo di essere guidati dallo 'schiavo fedele e discreto' che Gesù ha posto sopra i suoi averi spirituali sulla terra, crediamo che questi ns. fratelli si sforzino di capire il corretto modo di applicare i principi biblici, crediamo che siano e facciano le cose in buona fede, crediamo che la luce della verità è progressiva, siamo convinti che tutti (quindi anche loro) renderemo conto a Dio di quello che facciamo e, infine, ci sforziamo di ubbidire. Siamo dei pecoroni? Forse... o forse tentiamo di manifestare una delle qualità più apprezzata dal ns. creatore. (1 Samuele 15:22)

Nella speranza di aver contribuito a farti vedere la disassociazione da un'angolazione diversa...

[SM=g1944981]
campana
00sabato 16 giugno 2012 09:14
Re: Re: ostracismo tra familiari?
Metabo74, 16/06/2012 02.26:


Noi crediamo di essere guidati dallo 'schiavo fedele e discreto' che Gesù ha posto sopra i suoi averi spirituali sulla terra, crediamo che questi ns. fratelli si sforzino di capire il corretto modo di applicare i principi biblici, crediamo che siano e facciano le cose in buona fede, crediamo che la luce della verità è progressiva, siamo convinti che tutti (quindi anche loro) renderemo conto a Dio di quello che facciamo e, infine, ci sforziamo di ubbidire. Siamo dei pecoroni? Forse... o forse tentiamo di manifestare una delle qualità più apprezzata dal ns. creatore. (1 Samuele 15:22)

Nella speranza di aver contribuito a farti vedere la disassociazione da un'angolazione diversa...

[SM=g1944981]



caro meta, conosco le spiegazioni che hai citato ma sono alquanto deboli.
Perché mai all'espressione di Cristo sugli esattori e i gentili dovrei basarmi su quello che pensavano gli ebrei?
Io penso a quello che faceva Cristo ovvero:
Marco 2:14-17 NR06-ITA

"E passando vide Levi, figlio d'Alfeo, seduto al banco delle imposte e gli disse: «Seguimi». Ed egli, alzatosi, lo seguì.
Mentre Gesù era a tavola in casa di lui, molti pubblicani e peccatori erano anch'essi a tavola con lui e con i suoi discepoli; poiché ce n'erano molti che lo seguivano. Gli scribi che erano tra i farisei , vedutolo mangiare con i pubblicani e con i peccatori, dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangia con i pubblicani e i peccatori?» Gesù, udito questo, disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Io non sono venuto a chiamare dei giusti, ma dei peccatori».

Anche Matteo e Luca riportano altre circostanze simili.
I vangeli sinottici sono stati scritti decenni dopo la morte di Cristo e la chiesa era gia formata e il passo che ho citato sugli anziani e l'ekklesia risente dell'apologia dello scrittore (non esisteva ne la chiesa ne tanti meno gli anziani al tempo di Cristo) e sai bene come i cristiani consideravano gli esattori e i pubblicani a differenza dei farisei.
Insomma voi continuate a pensarla esattamente come quei farisei e metti la legge e il legalismo al di sopra dell'amore, sembra quasi che Gesù abbia predicato invano.
Per pensieroso che cita l'unica rivista piú tollerante ovvero quella del 1975 gli ricordo che negli anni 50 e 60 le cose erano ben diverse e molto severe (anche il linguaggio lo era) e dagli anni 80 sono tornate ad esserlo fino ai nostri giorni dove il corpo direttivo sta stringendo sempre di piu la cinghia e come abbiamo letto insiste nell'evitare i rapporti anche tra famigliari stretti che non abitano nella stessa casa (c'é ben poco da interpretare) l'unica consolazione risiede nel fatto che chi disubbidisce non viene (ancora) disassociato, ma tremo per tutti coloro che mettono in pratica tali consigli...
ciao
admintdg3
00sabato 16 giugno 2012 09:53

Io penso a quello che faceva Cristo ovvero:
Marco 2:14-17 NR06-ITA

"E passando vide Levi, figlio d'Alfeo, seduto al banco delle imposte e gli disse: «Seguimi». Ed egli, alzatosi, lo seguì.
Mentre Gesù era a tavola in casa di lui, molti pubblicani e peccatori erano anch'essi a tavola con lui e con i suoi discepoli; poiché ce n'erano molti che lo seguivano. Gli scribi che erano tra i farisei , vedutolo mangiare con i pubblicani e con i peccatori, dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangia con i pubblicani e i peccatori?» Gesù, udito questo, disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Io non sono venuto a chiamare dei giusti, ma dei peccatori».



Infatti questo lo facciamo anche noi, tu volutamente confondi peccatori delle nazioni con apostati/espulsi dal cristianesimo, quando sono due cose completamente diverse.
La prassi della disassociazione è ampiamente documentata sia nelle Scritture che tra i primi cristiani: chi era espulso andava fuori dalla comunità.
Chi rifiuta questo insegnamento sta quindi rigettando il cristianesimo biblico e dei primi cristiani.
Ci sono palate di testimonianze storiche che attestano tale prassi.
Ma, d'altronde, non ci stupisce che tale evidenza venga negata da chi pasteggia in compagnia di gente disposta a negare che la Bibbia condanni la fornicazione, i rapporti omosessuali e disposta a dire che sarebbe lecito anche un matrimonio tra un terzetto gay.
Quando l'orgoglio personale diventa più importante dell'aderenza alle Scritture, questi sono i frutti che si producono: difendere l'indifendibile.
Ciò detto, ricordo che gli ex tdG non possono partecipare al forum: se fanno ciò nascondendosi e negando la loro identità, si dimostrano infantili e bugiardi, nonché privi di rispetto nei confronti del prossimo.


barnabino
00sabato 16 giugno 2012 09:55
Caro Campana,


Perché mai all'espressione di Cristo sugli esattori e i gentili dovrei basarmi su quello che pensavano gli ebrei?



Perché se le parole sono di Gesù furono pronunciate in un certo contesto, che era quello della nazione giudaica. Gesù non era un cane sciolto, era un ebreo osservante: andava nel tempio, osservava le feste, ecc... dunque è ovvio che il senso di quella frase è quello più ovvio per persone a cui si rivolgeva.


io penso a quello che faceva Cristo



Questo non vedo cosa c'entri. Si tratta di due situazioni differenti, in un caso il contesto è quello di Gesù che predica anche a coloro che i farisei consideravano impuri come i pubblicani (non i gentili) il cui peccato era solo stare a contatto con i gentili, nell'altro caso il contesto è invece Gesù che dice come comportarsi verso un fratello che pecca in modo impenitente, allora Gesù dice che quell'uomo andrebbe trattato come gli ebrei di solito trattavano un gentile... altrimenti, scusami, il passo non avrebbe avuto senso.


I vangeli sinottici sono stati scritti decenni dopo la morte di Cristo e la chiesa era gia formata e il passo che ho citato sugli anziani e l'ekklesia risente dell'apologia dello scrittore (non esisteva ne la chiesa ne tanti meno gli anziani al tempo di Cristo) e sai bene come i cristiani consideravano gli esattori e i pubblicani a differenza dei farisei



Se è per quello c'erano già cristiani gentili, ma cosa vuol dire? Il passo di Gesù fa solo un paragone, dice che un fratello che dopo ripetuti avvenimenti pecca va trattato come gli ebrei trattavano i gentili. Mi pare che questa sia anche l'interpretazione corrente data nella chiesa del I secolo e nei secoli successivi, almeno se non mi porti una prova contraria. Paolo scrive verso il 50 e dunque vicinissimo a Gesù e Giovannni che scrive verso il 90, dunque dopo la stesura dei sinottici, ma entrambi sembra che non abbiano dubbi su come trattare i peccatori impenitenti, si direbbe coerentemente con le parole di Cristo in modo molto simile a come gli ebrei consideravano i gentili... d'altronde questa mi pare la condotta attestata dalla storia del cristianesimo a meno che tu non abbia informazioni differenti, con peccatori che nel I secolo avevano tranquillamente comunione con la congregazione cristiana. Le fonti, se è possibile, che ne discutiamo.


Insomma voi continuate a pensarla esattamente come quei farisei e metti la legge e il legalismo al di sopra dell'amore, sembra quasi che Gesù abbia predicato invano



Di quale legalismo parli? La Bibbia spiega che Dio disciplina colui che ama. Se una cristiano commette azioni malvagie che mettono in pericolo la congregazione non vedo come si possa dire di essere "legalisti" se dopo ripetute esortazioni esso continua a peccare in modo grave e sfacciato. Si tratta di una forma di disciplina e di amore.

Ti faccio un esempio: se ci fosse un cristiano che commette atti di pedofilia, o che ruba alle persone anziani sfruttandone la buonafede, secondo te sarebbe "legalismo" espellerlo dalla congregazione finché non interrompa la sua condotta? Oppure sarebbe una forma di protezione per la purezza spirituale e l'incolumità fisica della congregazione?


ma tremo per tutti coloro che mettono in pratica tali consigli...



I consigli hanno sempre un margine di tolleranza e la coscienza di ciascun cristiano è in grado di capire i limiti, non si può generalizzare. Lo schiavo ci invita solo a vedere le cose da un punto di vista spirituale che è quello di Dio: essere tolleranti verso un peccatore non è una forma di amore ma di sentimentalismo, l'amore (quello vero) deve essere forte, basato sui principi. Il sentimentalismo non produce mai buoni risultati, il vero amore si, e la persona che ama veramente sa bene quando è il momento di agire e come farlo, lo schiavo non mette certo barriere al bene ma ci avverte solo di farci un esame di coscienza prima di fare qualunque azione per evitare di agire in modo da fare danni dovuti al nostro cuore.

Ma forse questo è un discorso troppo profondo perché tu possa capirlo: tu infatti pensi che noi agiamo legalisticamente e quindi è ovvio che non riesci a capire la grande libertà di coscienza che abbiamo come cristiani TdG che seguiamo i principi biblici, in particolare quello dell'amore, l'amore per Dio e per il prossimo, e da questo equilibrio che capiamo come agire nelle diverse situazioni, senza alcun legalismo farisaico...

Shalom
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