silvios64, 27/09/2010 7.50:
Intanto, prima di tutto, noi crediamo all'inferno, ma non di per sè come luogo, ma come stato.
Allora credi in qualcosa di NON BIBLICO caro Silvio.
LA Bibbia non parla di INFERNO, ma di Ades e Sceol.
INFERNO è una parola NON BIBLICA inventata dai traduttori.
La Bibbia ha avuto in ogni tempo vari oppositori, come anche zelanti sostenitori. Questi ultimi, però, hanno in un certo qual modo recato danno ad essa e ai suoi lettori più dei primi, malgrado la buona fede. Questo vale in particolar modo per i termini "Ades" e "Sceol", che molti hanno reso nelle loro versioni della Bibbia con la parola "Inferno", recando così una certa confusione, nonché terrore.
"Ades", che forse significa "luogo non visto" o "invisibile", ricorre dieci volte nella TNM, e cioè, in Matteo 11:23; 16:18; Luca 10:15; 16:23; Atti 2:27, 31 e Rivelazione 1:18; 6:8; 20:13, 14.
Trattando dell'Ades, un dizionario biblico precisa che "Nel Nuovo te-stamento la parola è spesso tradotta "inferno", ma non si riferisce necessariamente ad un luogo di tormento, quanto piuttosto all'aspetto tetro e triste della morte". (Dizionario Biblico Tascabile (1983) M. C. Tenney) La versione LUZZI usa ogni volta "Ades", come la TNM. Ades ha attinenza con la morte, infatti, si riferisce alla comune tomba di tutto il genere umano, dove i morti e sepolti non si possono vedere.
INFERNO si trova in molte traduzioni antiche e anche in alcune versioni moderne della Bibbia per rendere l'ebraico "Sceol" e il greco "Ades". Nella versione della CEI la parola "Inferno" ricorre 3 volte mentre "inferi" 84 volte; 29 volte "Inferno" nella DI; 15 volte nella TILC e 6 volte nella ND. Queste e altre versioni tuttavia non sono coerenti perché traducono "Sceol" e "Ades" anche con "sepolcro", "sotterra", "luogo sotterra", "tomba", "soggiorno dei morti", ecc.
L'Encyclopedia Americana (1956, vol. XIV, p. 81) riporta: "Molta confusione e incomprensione è dovuta al fatto che i primi traduttori della Bibbia resero persistentemente la parola ebraica "Sceol" e quelle greche "Ades" e "Geenna" con la parola inferno. La semplice traslitterazione di queste parole da parte dei traduttori nelle edizioni rivedute della Bibbia non è stata sufficiente a chiarire apprezzabilmente questa confusione e opinione errata".
A proposito dell'uso di "inferno" per tradurre i termini originali ebraico e greco, un dizionario biblico evidenzia: "HADES…Corrisponde a 'Sceol' nell'A.T…è stato poco felicemente reso 'Inferno'". (Vine's Expository Dic-tionary of Old and New Testament Words, vol. 2, p. 187)
Alla voce "Inferno" nella Collier's Encyclopedia (1986, vol. 12, p. 28) si legge: "In primo luogo corrisponde all'ebraico Sceol dell'Antico Testamento e al greco Ades della Settanta e del Nuovo Testamento. Poiché Sceol ai tempi dell'Antico Testamento si riferiva semplicemente alla dimora dei morti e non comportava alcuna distinzione morale, la parola 'inferno', come la si comprende oggi, non è una traduzione felice".
In una nota ad Atti 2:31, "Il Vangelo e Atti (1953) Pia Società di San Girolamo – Città del Vaticano" precisa: "Il testo latino ha 'inferno' e tengono ordinariamente la stessa parola le versioni italiane. Qui, però, 'inferno' significa solamente 'morte' o 'regno dei morti', come si deduce con certezza dal greco e dall'ebraico. La parola 'inferno' in questo senso è antiquata ed occasione di errore per molti".
Anche se molti continuano a credere nell'inferno, quale luogo di tormenti e di fuoco, c'è da sottolineare che "Le tradizioni cristiane sui tormenti dell'inferno, sulla visita liberatrice di Gesù al limbo dei padri, sul corteo dei padri che lo accompagnano nella risurrezione, non hanno alcun fondamento nel NT.". (Dizionario Biblico (1981) J. L. McKenzie pag. 253)
"Qualcuno ha detto che se un tale luogo esistesse, dovrebbe essere riservato a chi ha inventato il dogma delle pene eterne e lo ha attribuito a Dio". (Quando la Profezia diventa Storia (1998) Adelio Pellegrini. Edizioni ADV; pag. 185)
Tornando al racconto di Luca devo dire che il linguaggio del racconto in cui è incluso questo versetto è quello tipico di una parabola o illustrazione, come anche confermato dalle traduzioni BG, CEI, NVB, TILC e da molte altre ancora nei loro sottotitoli, e quindi, in considerazione dei versetti analizzati precedentemente, non può essere reso in senso letterale.
Che si tratti di una parabola, lo si capisce inequivocabilmente dal fatto che è inserita nel mezzo di alcuni capitoli ricchi di parabole. Per esempio, nella NVB, come anche in altre versioni, dal capitolo 10 al capitolo 20 se ne contano ben 18. Si deve comunque notare che del "ricco" della parabola viene detto che è "sepolto" nell'Ades, a riprova del fatto che è la comune tomba del genere umano e non l'inferno di fuoco. Che esso non sia tale, è dimostrato dal fatto che, come evidenziato nel prossimo passo, ci andò anche Gesù Cristo.
Alla prossima