Mormoni alla riscossa

"I am a mormon". Mormoni alla riscossa



Negli Usa i mormoni lanciano una campagna pubblicitaria per difendere la propria immagine. Un'operazione da sei milioni di dollari con lo scopo di abbattere i pregiudizi ed i luoghi comuni che gli americani hanno sui proseliti della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni.




Marco Tosatti


Negli Usa i mormoni lanciano una campagna pubblicitaria per difendere la propria immagine. Un'operazione da sei milioni di dollari con lo scopo di abbattere i pregiudizi ed i luoghi comuni che gli americani hanno sui proseliti della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni. Con lo slogan 'I am a Mormon', i mormoni vogliono convincere gli americani che loro sono brave persone e a scrollarsi di dosso aggettivi come 'sessisti', 'prepotenti', 'anti-gay', 'misteriosi', 'dispotici'.

Un battage pubblicitario che interessera' internet, cartelloni, televisioni e quotidiani e che si servirà delle storie personali di individui che hanno sfidato tali stereotipi. Tra di loro un campione hawaiano di surf, uno stilista di New York, una donna afro-americana sindaco di una cittadina dello Utah.

I capi ecclesiastici hanno anche fatto sapere che la campagna non ha risvolti politici e non ha nulla a che vedere con le campagne presidenziali di Mitt Romney e Jon Huntsman, i due candidati mormoni. Tuttavia sono in molti a sostenere che indirettamente la campagna potrebbe dare una svolta alla corsa alla Casa Bianca. Attualmente i mormoni sono solo il 2% della popolazione americana, ma la comunità è molto influente dal punto di vista finanziario.

Sono e sono stati tra i principali finanziatori dei movimenti anti-gay negli Stati Uniti ed erano in prima linea per sostenere la cosiddetta 'Proposition 8', il referendum che ha bloccato, forse in maniera definitiva, i matrimoni tra coppie omosessuali in California.

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