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Trasfusione infetta in ospedale Teramano risarcito di 80mila euro

Ultimo Aggiornamento: 04/06/2012 21:21
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04/06/2012 04:54
 
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di Diana Pompetti
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Igiudici della Suprema Corte che si sono epressi su un caso di contagio con delle trasfusioni

Igiudici della Suprema Corte che si sono epressi su un caso di contagio con delle trasfusioni
TERAMO. Ha contratto l'epatice C dopo una trasfusione di sangue, ma ha dovuto aspettare dieci anni e il pronunciamento della Cassazione per ottenere giustizia e risarcimento. Il tutto da una sedia a rotelle. M.C., 54 anni, di Silvi, non cammina più da quando, nel 1983, ad Aosta gli spararono per un regolamento di conti tra bande: non era lui l'obiettivo, ma ci fu uno sbaglio di persona e quei proiettili lo colpirono provocandogli una lesione al midollo. Comincia da qui un caso giudiziario che tiene banco per anni tra processi e appelli, fino a quando un mese fa i giudici della Suprema Corte accolgono il ricorso dell'uomo (assistito dall'avvocato Ernesto Picciuto) contro il ministero della Salute.

LE TRASFUSIONI. Nel 1983 l'uomo finisce all'ospedale di Novara per la lesione al midollo. Qui gli fanno tre trasfusioni di sangue. L'anno dopo viene ricoverato all'ospedale di Velletri e anche qui subisce altre trasfusioni. Nel 2000, quindi 17 anni dopo, M.C. viene ricoverato all'ospedale di Atri e qui scopre di avere l'epatice C. L'anno dopo, tramite il suo legale, avvia l'iter per ottenere l'indennità. Nel corso della raccolta dati il legale chiede ai vari ospedali di avere la documentazione riguardante la tracciabilità delle sacche di sangue usate per fare le trasfusioni. I documenti arrivano da Velletri, ma non da Novara. A questo punto l'uomo e il legale richiedono la cartella clinica all'ospedale piemontese e da questa intuiscono che l'epatice C è stata contratta proprio qui. La conferma arriva dal valore delle transaminasi: nella norma all'ingresso e altissime al mom
ento delle dimissioni.

I RICORSI. L'avvocato Picciuto inizia subito la causa contro l'ospedale di Novara e il ministero della Salute, ma nel 2006 il giudice del tribunale civile piemontese stabilisce che la controparte è solo il ministero della Salute. La sede del procedimento diventa Torino, visto che per il ministero della salute risponde l'Avvocatura dello Stato. Nel 2007 il giudice di Torino nomina un consulente tecnico d'ufficio, un ctu. Il consulente stabilisce che nel 1983, anche se non ci onosceva ancora il rischio di contrarre l'epatice C dalle trasfusioni, era già stato isolato un virus simile per la cui presenza il ministero della Salute aveva l'obbligo di vigilare. Nel 2008 arriva la sentenza: il giudice condanna il ministero a risarcire all'uomo 80mila euro. Ma non è finita. Il ministero della Salute fa ricorso in Appello e i giudici di secondo grado nel 2009 ribaltano la sentenza. Stop al risarcimento perchè non c'è la certezza matematica che l'uomo sia stato infettato all'ospedale di Novara. Secondo i magistrati i fatti emersi nel corso dell'istruttoria non hanno evidenziato nemmeno il 50% delle probabilità che l'uomo possa aver contratto l'epatice C a seguito delle trasfusioni. Nel frattempo l'uomo viene arrestato a Pescara per estorsione e usura: per un mese resta in cella. Viene assolto dopo un rito abbreviato. Il suo legale chiede i danni per ingiusta detenzione e lo Stato lo risarcisce con 15mila euro.

LA CASSAZIONE. Intanto l'avvocato Picciuto ricorre in Cassazione contro la sentenza d'Appello. Il legale scova un pronunciamento del 2008 della Suprema Corte (a sezioni unite) in cui i giudici, esprimendosi sullo stesso argomento per un altro caso, non hanno mai parlato di percentuali statistiche sostenenedo che sul ministero della Salute giova un obbligo di controllo e di vigilanza in materia di sangue umano per uso terapeutico. Comunque e sempre. Così il 18 aprile di quest'anno la Cassazione accoglie il ricorso dell'uomo di Silvi e rimanda gli atti alla corte d'Appello di Torino affinchè riformuli la sentenza sulla base di quel pronunciamento del 2008.

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04/06/2012 21:21
 
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Un altro caso, un altra vittima. E' brutto dire "l'avevo detto". [SM=g27995]

Simon
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