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Secondo alcuni sociologi improvvisati che scrivono in un forum di fuoriusciti, non sarebbe vero che gli studiosi sono schierati al gran completo dalla parte della tesi dell'inattendibilità delle dichiarazioni dei fuoriusciti e vi sarebbe in seno al mondo accademico una 'spaccatura' fra due gruppi di consistenza numerica paragonabile.
Interessante che, per sostenere questa tesi, sono generalmente
in grado di esibire unicamente contributi di apostati. E ovviamente, questo avviene proprio per la cronica mancanza di testimonianze esperte che siano realmente 'neutrali'. Per esempio, in risposta all'articolo sui fuorisciti (il link è nella mia firma in calce), un ex-testimone di Geova ha citato James Penton, un docente universitario canadese, che ha dichiarato in un suo libro quanto segue:
«Si dovrebbe anche notare che gli apostati - gli individui che sono usciti da una grande varietà di religioni - provengono da condizioni etniche e sociali molto diverse, hanno differenti livelli culturali, e appartengono a entrambi i sessi. Perciò il volerli raggruppare tutti insieme e asserire che tutti mancano di obiettività, onestà, e che ciò che essi dicono è sempre soggetto al dubbio rivela credulità e mancanza di buon senso» ("I TdG e il Terzo Reich", p. 352).
Proprio la quadratura del cerchio!!! ... peccato che chi ha riferito questa citazione si è ... 'dimenticato' di aggiungere che
Penton è anche lui un ex-testimone di Geova. Un contributo autoreferenziale, cioè, privo di alcun valore.
E' anche utile esaminare più da vicino questo 'esperto'. In precedenza, Penton aveva difeso a spada tratta i suoi ex-confratelli, scrivendo a favore della loro libertà di evangelizzazione in Canada; successivamente alla propria defaillance ha scritto il trattato
Jehovah's Witnesses and the Third Reich, appena menzionato.
Ma a proposito di questo trattato, lo storico Detlef Garbe, direttore del
Neuengamme Memorial di Amburgo, ha dichiarato che le speculazioni di Penton sono il risultato di 'un'avversione fortemente radicata' e ne ha denunciato la 'mancanza di obiettività scientifica' (
Between Resistance and Martyrdom, University of Wisconsin Press, 2008, pagg. xix, xx).
Andiamo oltre. E' tecnicamente vero che non esiste una totale uniformità di vedute sull'argomento, e del resto è naturale. E' utopico pensare che nelle discipline prive di conforto matematico si possa avere un
consensus unanime. Si verifica tuttora, ad esempio, il caso di studiosi convinti che l'omosessualità non sia una tendenza innata, ma acquisita (vedi
questa nota all'articolo sull'omofobia), e fra di essi sono inclusi due italiani eccellenti: gli psicologi Alessandro Meluzzi e Willy Pasini. Inutile dire che si tratta di una posizione comunque minoritaria e che un sempre maggior numero di esperti tende ad abbandonare.
Qual è la situazione sull'argomento 'attendibilità dei fuoriusciti'? Lasciamo che siano i fatti a parlare.
Uno dei rari studiosi che tiene le testimonianze degli ex- in conto di fonte d'informazione di qualche utilità è Stephen Kent, docente canadese. Nella sua opera
The History of Credibility Attacks against former Cult Members, Kent, tuttavia, sottolinea l'esistenza di diverse categorie di fuoriusciti che rischiano di minare alla base l’efficacia dei suoi studi: ad esempio i rimpatriati, ovvero coloro che, una volta abbandonata una ‘setta’ (anche in polemica), decidono dopo un tempo più o meno lungo di tornare a farvi parte; oppure i ‘truffatori’, che s’inventano vissuti raccapriccianti per fare cassa.
Kent menziona, ancora, i fuoriusciti che successivamente alla defezione sono divenuti professionisti (per lo più psicologi e affini), presentandosi così nella doppia veste di ex-membri critici e di consulenti specializzati. Di questi ultimi Kent rileva che ‘
L’istruzione superiore non è una garanzia che il laureato scriverà in maniera critica ed anche obiettiva’ e aggiunge che
'La coerenza in una storia di coinvolgimento in un culto e una personalità convincente non sono motivi sufficienti per giudicare se i racconti di fuoriusciti sono veri e accurati' [ibid, pagg. 4-9]
Da notare anche che Kent ricorda quello che definisce lo 'stimato' prof. Wilson, vero 'mostro sacro' della moderna sociologia, il quale, come è noto, era un deciso avversario dei fuoriusciti e al quale è stato riconosciuto dopo la morte "
un enorme debito di gratitudine per l’arricchimento che ha recato alla nostra comprensione delle moderne società" (
Secularization Rationalism and Sectarianism - Essays in Honour of Bryan R. Wilson, di E.Barker, J.A.Beckford e K.Dobbelaere, ed. Clarendon Press, Oxford 1993).
I docenti universitari Hexham e Poewe, parlando degli studi di Kent hanno dichiarato (grassetto mio): "L’unica eccezione al tono generalmente neutrale della maggior parte dei docenti universitari canadesi e al loro
rifiuto della retorica anti-sette è Stephen Kent […]
Anche se le opinioni di Kent sono ampiamente conosciute, pochi studiosi canadesi sono d’accordo con le sue conclusioni, e la maggioranza vi dissentono fortemente a motivo della sua tendenza ad usare la testimonianza di ex-membri" (
New Religions and the Anticult Movement in Canada, in New Religious Movements in the 21st Century, ed. Lucas e Robbins, Londra 2004, pag. 247).
Kent stesso ha poi commentato queste dichiarazioni, ammettendo candidamente che “
gli altri all’interno della comunità accademica hanno condiviso questa critica" (cit., pag.8). Se lo dice lui...
Dobbiamo quindi armarci di lanternino per trovare i
POCHISSIMI studiosi che appoggiano il desueto modello dell'attendibilità dei fuoriusciti, solo per scoprire che essi stessi sottolineano i limiti della propria impostazione, e che riconoscono di essere in schiacciante minoranza.
Ecco d'altra parte una lista (assolutamente parziale) di docenti universitari e altri studiosi di tutto il mondo che contraddicono la teoria del valore oggettivo delle testimonianze degli ex-:
Jonas Alwall
Nancy Ammerman
Dick Anthony
Philip Arnold
Eileen Barker
David Bromley
George Chryssides
Giovanni Cantoni
Rainer Flasche
Frank Flinn
Joseph Grieboki
Jeffrey Hadden
Thomas Hase
Irving Hexham
Massimo Introvigne
Günther Kehrer
Dean Kelley
Lonnie Kliever
James R. Lewis
Jean-Francois Mayer
John Gordon Melton
Vittorio Messori
Rebecca Moore
Susan Palmer
Karla Poewe
Steffen Rink
John Saliba
Thomas Schweer
Hubert Seivert
Marat Shterin
Anson Shupe
Margaret Singer
Lowell Streiker
James Tabor
Damian Thompson
Keith Tolbert
Catherine Wessinger
Bryan Wilson
Stuart Wright
Gli scritti e i credits di questi studiosi sono facilmente reperibili in Rete. E'
pura utopia produrre un elenco di dimensioni rilevanti di studiosi che appoggerebbero le tesi di fuoriusciti dei movimenti religiosi. QUASI TUTTI gli studiosi, i sociologi, gli psicologi, gli studiosi di NMR (Nuovi Movimenti Religiosi) e gli altri osservatori informati sono CONVINTAMENTE SCHIERATI sul fronte opposto.
Si possono provare a colorire i fatti quanto si vuole, ma la triste (= per gli apostati) realtà rimane questa.
[Modificato da EverLastingLife 15/08/2014 15:12]