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la vita Pi

Ultimo Aggiornamento: 28/02/2014 21:23
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30/12/2013 21:35
 
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carinissimo
31/12/2013 02:02
 
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Si ,ne ho sentito parlare molto bene pure io,probabilmente lo vedrò.
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Nella vita non ci sono problemi ma.....soluzioni.
31/12/2013 08:01
 
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28/02/2014 18:32
 
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Vita di Pi è la vita di tutti, racchiusa il quel numero irrazionale tendente all'infinito troviamo la nostra natura trascendente e comprendiamo che per quanto ci sforziamo non ci sarà mai possibile raggiungere la 'quadratura del cerchio' se non accettiamo la nostra natura spirituale in questo viaggio nell'immanente. Tutto inizia con l'imbarco su una nave, la Tsim-Tsum, un viaggio verso il mistero della vita e del suo scopo e del nostro posto in quest'oceano biologico.

Nella filosofia orientale lo Tsim-Tsum è il respiro dell'universo, l'eterno contrarsi ed espandersi che genera ogni cosa. Fatalmente la nave affonda nella più oscura fossa oceanica, nel più profondo dei misteri, portando con sè parte di domande a cui non sapremmo mai rispondere. In questa tragedia dolorosa siamo abbandonati a noi stessi e in balia di eventi che superano la nostra comprensione. Alla ricerca di uno scopo lo potremo solo ritrovare nella relazione più importante dalla quale prescindono tutte le altre e la cui esistenza è affidata soltanto alla nostra scelta, alla nostra decisione di nutrire fede.

Nonostante educati alla ragione, consapevoli che negli occhi del prossimo nulla possiamo trovare "se non lo specchio delle nostre emozioni," sappiamo che unicamente votati a questa realtà non potremo mai conoscere veramente noi stessi. "La scienza può dirci molto del mondo intorno a noi ma quasi nulla di quello dentro di noi," quasi nulla sulla quadratura del cerchio, su quel numero irrazionale e trascendente che alberga nella nostra anima, nelle alcove segrete del nostro cuore.

Uno scampolo di pace e di ristoro possiamo trovarlo nel Tu.

Quando Pi incontra il suo primo amore è vicino a degli alberi sacri le cui radici sono semiesposte e nel suo naufragio troviamo una strana isola composta da quello stesso tipo di alberi che galleggia su un letto di radici a forma di donna supina. L'isola è generosa ma allo stesso tempo "carnivora" è un simbolo di una relazione parassitaria piuttosto che simbiotica. Se pensassimo che il nostro viaggio e le nostre risposte finissero lì saremmo solo fagocitati senza assurgere al vero scopo, poichè senza scopo noi non esisteremmo.

Tutte le relazioni sono incomplete se manca quella fondamentale poichè il nostro Tutto è più della somma delle sue parti. Alla fine dell'intervista, un Pi che ha compiuto il suo viaggio, chiede al suo interlocutore quale storia preferisce delle due che ha sentito, se quella trascendente in accordo con la natura umana o quella immanente in accordo con la struttura materialista che ammanta un mondo alienato. La risposta è favorevole alla trascendente "perchè è migliore". Pi lo ringrazia e dopo una pausa risponde che "anche per Dio è così".

Non che anche a Dio piaccia di più la storia "con la tigre", ma così come Pi si rallegra, anche Dio lo fa quando l'umano trascende assecondando la sua natura spirituale e assurgendo da quella profonda fossa decide di credere in Lui. Perchè noi tutti siamo naufraghi e orfani e in viaggio nel mare dell'esistenza e non paghi nè sublimati dall'essere, siamo intimamente consci che dobbiamo esistere, non solo essere, tendiamo quindi alla catarsi dalle nostre vite, all'affrancamento e alla redenzione, alla primaria delle relazioni, mentre tutti noi "certo non crediamo alcunchè se prima non abbiamo deciso di volerlo credere".

Un buon viaggio quindi è tale non per la meta nè per le asperità che si incontrano, ma per come ne scegliamo lo scopo.
28/02/2014 19:12
 
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Re:
Methatron, 28/02/2014 18:32:

Vita di Pi è la vita di tutti, racchiusa il quel numero irrazionale tendente all'infinito troviamo la nostra natura trascendente e comprendiamo che per quanto ci sforziamo non ci sarà mai possibile raggiungere la 'quadratura del cerchio' se non accettiamo la nostra natura spirituale in questo viaggio nell'immanente. Tutto inizia con l'imbarco su una nave, la Tsim-Tsum, un viaggio verso il mistero della vita e del suo scopo e del nostro posto in quest'oceano biologico.

Nella filosofia orientale lo Tsim-Tsum è il respiro dell'universo, l'eterno contrarsi ed espandersi che genera ogni cosa. Fatalmente la nave affonda nella più oscura fossa oceanica, nel più profondo dei misteri, portando con sè parte di domande a cui non sapremmo mai rispondere. In questa tragedia dolorosa siamo abbandonati a noi stessi e in balia di eventi che superano la nostra comprensione. Alla ricerca di uno scopo lo potremo solo ritrovare nella relazione più importante dalla quale prescindono tutte le altre e la cui esistenza è affidata soltanto alla nostra scelta, alla nostra decisione di nutrire fede.

Nonostante educati alla ragione, consapevoli che negli occhi del prossimo nulla possiamo trovare "se non lo specchio delle nostre emozioni," sappiamo che unicamente votati a questa realtà non potremo mai conoscere veramente noi stessi. "La scienza può dirci molto del mondo intorno a noi ma quasi nulla di quello dentro di noi," quasi nulla sulla quadratura del cerchio, su quel numero irrazionale e trascendente che alberga nella nostra anima, nelle alcove segrete del nostro cuore.

Uno scampolo di pace e di ristoro possiamo trovarlo nel Tu.

Quando Pi incontra il suo primo amore è vicino a degli alberi sacri le cui radici sono semiesposte e nel suo naufragio troviamo una strana isola composta da quello stesso tipo di alberi che galleggia su un letto di radici a forma di donna supina. L'isola è generosa ma allo stesso tempo "carnivora" è un simbolo di una relazione parassitaria piuttosto che simbiotica. Se pensassimo che il nostro viaggio e le nostre risposte finissero lì saremmo solo fagocitati senza assurgere al vero scopo, poichè senza scopo noi non esisteremmo.

Tutte le relazioni sono incomplete se manca quella fondamentale poichè il nostro Tutto è più della somma delle sue parti. Alla fine dell'intervista, un Pi che ha compiuto il suo viaggio, chiede al suo interlocutore quale storia preferisce delle due che ha sentito, se quella trascendente in accordo con la natura umana o quella immanente in accordo con la struttura materialista che ammanta un mondo alienato. La risposta è favorevole alla trascendente "perchè è migliore". Pi lo ringrazia e dopo una pausa risponde che "anche per Dio è così".

Non che anche a Dio piaccia di più la storia "con la tigre", ma così come Pi si rallegra, anche Dio lo fa quando l'umano trascende assecondando la sua natura spirituale e assurgendo da quella profonda fossa decide di credere in Lui. Perchè noi tutti siamo naufraghi e orfani e in viaggio nel mare dell'esistenza e non paghi nè sublimati dall'essere, siamo intimamente consci che dobbiamo esistere, non solo essere, tendiamo quindi alla catarsi dalle nostre vite, all'affrancamento e alla redenzione, alla primaria delle relazioni, mentre tutti noi "certo non crediamo alcunchè se prima non abbiamo deciso di volerlo credere".

Un buon viaggio quindi è tale non per la meta nè per le asperità che si incontrano, ma per come ne scegliamo lo scopo.




da leggere dopo l'aperitivo
direi non proprio

lo leggo più tardi
è interessante...davvero

ciao Methatron resta forte!
28/02/2014 21:19
 
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Re:
Methatron, 28/02/2014 18:32:

Vita di Pi è la vita di tutti, racchiusa il quel numero irrazionale tendente all'infinito troviamo la nostra natura trascendente e comprendiamo che per quanto ci sforziamo non ci sarà mai possibile raggiungere la 'quadratura del cerchio' se non accettiamo la nostra natura spirituale in questo viaggio nell'immanente. Tutto inizia con l'imbarco su una nave, la Tsim-Tsum, un viaggio verso il mistero della vita e del suo scopo e del nostro posto in quest'oceano biologico.

Nella filosofia orientale lo Tsim-Tsum è il respiro dell'universo, l'eterno contrarsi ed espandersi che genera ogni cosa. Fatalmente la nave affonda nella più oscura fossa oceanica, nel più profondo dei misteri, portando con sè parte di domande a cui non sapremmo mai rispondere. In questa tragedia dolorosa siamo abbandonati a noi stessi e in balia di eventi che superano la nostra comprensione. Alla ricerca di uno scopo lo potremo solo ritrovare nella relazione più importante dalla quale prescindono tutte le altre e la cui esistenza è affidata soltanto alla nostra scelta, alla nostra decisione di nutrire fede.

Nonostante educati alla ragione, consapevoli che negli occhi del prossimo nulla possiamo trovare "se non lo specchio delle nostre emozioni," sappiamo che unicamente votati a questa realtà non potremo mai conoscere veramente noi stessi. "La scienza può dirci molto del mondo intorno a noi ma quasi nulla di quello dentro di noi," quasi nulla sulla quadratura del cerchio, su quel numero irrazionale e trascendente che alberga nella nostra anima, nelle alcove segrete del nostro cuore.

Uno scampolo di pace e di ristoro possiamo trovarlo nel Tu.

Quando Pi incontra il suo primo amore è vicino a degli alberi sacri le cui radici sono semiesposte e nel suo naufragio troviamo una strana isola composta da quello stesso tipo di alberi che galleggia su un letto di radici a forma di donna supina. L'isola è generosa ma allo stesso tempo "carnivora" è un simbolo di una relazione parassitaria piuttosto che simbiotica. Se pensassimo che il nostro viaggio e le nostre risposte finissero lì saremmo solo fagocitati senza assurgere al vero scopo, poichè senza scopo noi non esisteremmo.

Tutte le relazioni sono incomplete se manca quella fondamentale poichè il nostro Tutto è più della somma delle sue parti. Alla fine dell'intervista, un Pi che ha compiuto il suo viaggio, chiede al suo interlocutore quale storia preferisce delle due che ha sentito, se quella trascendente in accordo con la natura umana o quella immanente in accordo con la struttura materialista che ammanta un mondo alienato. La risposta è favorevole alla trascendente "perchè è migliore". Pi lo ringrazia e dopo una pausa risponde che "anche per Dio è così".

Non che anche a Dio piaccia di più la storia "con la tigre", ma così come Pi si rallegra, anche Dio lo fa quando l'umano trascende assecondando la sua natura spirituale e assurgendo da quella profonda fossa decide di credere in Lui. Perchè noi tutti siamo naufraghi e orfani e in viaggio nel mare dell'esistenza e non paghi nè sublimati dall'essere, siamo intimamente consci che dobbiamo esistere, non solo essere, tendiamo quindi alla catarsi dalle nostre vite, all'affrancamento e alla redenzione, alla primaria delle relazioni, mentre tutti noi "certo non crediamo alcunchè se prima non abbiamo deciso di volerlo credere".

Un buon viaggio quindi è tale non per la meta nè per le asperità che si incontrano, ma per come ne scegliamo lo scopo.


Methatron sei un grande, tanta stima!

[SM=g7255]
28/02/2014 21:23
 
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uno scritto umano
Bravo Methatron..... [SM=g28002]



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