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36) Nelson A. Crites
Svegliatevi! del 22 novembre 1986, pag. 23
Paese: USA
Categoria: ricercatore scientifico e inventore
Ambito di attività scientifica: tecnologia biomedica, meccanica e missilistica
Statunitense di Stoutsville (Ohio), dopo la laurea in scienze prende a lavorare per il noto istituto di ricerca Battelle di Columbus, che rappresenta la piattaforma di tutte le più importanti scoperte della sua carriera di inventore (da lui preferita a quella di docente universitario). Progetta un manometro dello spessore di mezzo millimetro - nella foto del profilo - che risulta fondamentale nelle applicazioni tecnologiche della meccanica del volo dell’elicottero (in particolare per ridurre la turbolenza nel movimento delle pale), e ancor di più in campo medico (cardiologia, neurologia). Con il collega Sam Chambers, anche lui testimone di Geova, realizza un innovativo tipo di pacemaker; scrive una storica serie di articoli, destinati all’insegnamento universitario, sulle sollecitazioni meccaniche delle strutture (pubblicati da McGraw Hill); inventa un nuovo termometro medico; progetta per la NASA un sensore barometrico basato su fluido non combustibile. Complessivamente, nella sua carriera, che arriva fino agli anni ’70, ottiene più di 30 brevetti.
Due dei brevetti rilasciati negli anni '60 da Crites per la Battelle:
un apparato per la misurazione della motilità esofagea
ed un trasduttore di pressione (fonte: google.com). Nei link
si può leggere la descrizione dei progetti (in inglese).
Link ad un testo specialistico originale redatto nel 1970 da Crites insieme ad altri tre studiosi sui reattori nucleari autofertilizzanti a metallo liquido ( Topical Report on LMFBR Instrumentation: Strain Gages) (107 pagine).
www.osti.gov/scitech/servlets/purl/4732738
Lista di alcune scoperte e invenzioni di Nelson Crites:
patent.ipexl.com/inventor/crites_nelson_a_1.html
La prima in elenco, Pacemaker catheter, del marzo 1971, vanta 59 citazioni testuali in altre opere.
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Crites aveva conosciuto la via della Verità nel 1944 e si era battezzato, insieme alla moglie Roberta, insegnante, l’anno successivo. La coppia si era da sempre dedicata con passione alle attività spirituali. È morto in Florida nel 2009, a quasi 98 anni suonati.
Nelson Crites ha raccontato la propria esperienza nella Svegliatevi! del 22/11/1986 pagg. 23-27), che riportiamo di seguito.
Esperienza di Nelson Crites (Svegliatevi! del 22/11/1986 pagg. 23-27) - CLICCA PER VISUALIZZARE
Un inventore fa la sua più grande scoperta
LA FUNZIONE protestante di tipo revivalistico stava per giungere al culmine. Il predicatore venuto da fuori, dotato di una delirante eloquenza, stava descrivendo gli spaventevoli orrori di un inferno ardente dove i malvagi sarebbero stati arrostiti per sempre. La sua sensazionale descrizione teneva paralizzata la maggior parte dell’uditorio. Poi i suoi occhi penetranti scorsero due ragazzini che ridevano: mio cugino ed io! La sua eloquenza si trasformò in rabbia e ci ricoprì di imprecazioni. Non è che fossimo irriverenti. Solo dubitavamo che Dio potesse essere così diabolico come descriveva questo predicatore.
Mi turbava anche il fatto che la nostra chiesa non era perseguitata. “Perché non siamo perseguitati?” chiedevo spesso a mia madre. “Gesù disse: ‘Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi’. Ma non siamo perseguitati per niente!” — Giovanni 15:20.
Nacqui a Stoutsville, nell’Ohio (USA), nel 1911. Ad alcuni la mia infanzia poteva apparire solitaria. Non avevo fratelli o sorelle pressappoco della mia età. Non mi era permesso giocare con i bambini del vicinato. “Dicono parolacce”, affermava mia madre. Aveva ragione, le dicevano. Ma non mi sentivo mai solo. Avevo delle faccende da sbrigare. Amavo inventare cose. Mi facevo i giocattoli da solo. Avevo allestito una piccola cartiera e mi fabbricavo la carta e le buste. Costruii anche un apparecchio radio con cui potevo prendere le trasmissioni da Cuba.
Lavoravo saltuariamente per guadagnare il denaro con cui finanziare i miei progetti. Facevo le consegne per una lavanderia, d’inverno accendevo la caldaia della chiesa, la domenica suonavo il campanone della chiesa: un lavoro da uomo per un ragazzo piccolo di statura. Dovevo fare un salto, afferrare la corda e tirare con forza perché la campana cominciasse a suonare, poi dovevo far salire la corda perché smettesse di suonare.
Amavo anche leggere. C’erano solo pochi libri nella nostra libreria, ma la Bibbia era sempre sul tavolo. Fremevo dal desiderio di capirla. Leggevo e rileggevo particolarmente i Vangeli e Rivelazione. Oh, quanto desideravo sapere quello che Dio ci diceva in Rivelazione! Il mio interesse per la Bibbia aumentò quando l’insegnante della scuola domenicale offrì una Bibbia gratis a chiunque avesse imparato a memoria i 30 versetti che aveva scelti. Li imparai e divenni l’orgoglioso proprietario di una Bibbia.
Di quell’elenco di scritture una mi è rimasta impressa nel corso degli anni, Salmo 34:7: “Gli Angeli del Signore sono accampati intorno a quelli che lo temono, e li liberano”. (Diodati) Il mio primo ricordo di quella scrittura risale a quando avevo nove anni ed ero a letto con la polmonite lobare doppia. Alcuni anni prima la mia sorellina era morta di quella malattia. Poiché a quei tempi non avevamo gli antibiotici, sembrava che io avrei fatto la sua fine. Sentii il medico sussurrare a mia madre che sarei morto presto. “Ad ogni modo”, aggiunse, “se ce la fa per altre due ore, forse vivrà”. Ce la feci per due ore, e per alcune altre centinaia di migliaia.
Alcuni anni dopo il ministro della nostra chiesa venne a trovarci. Ci spiegò come si era procurato una copia dell’American Standard Version della Bibbia del 1911. Poi disse qualcosa che mi fece fremere per l’eccitazione: “Il nome di Dio, Geova, è usato in tutto il Vecchio Testamento”. Dio ha un nome? Si chiama Geova? Fui molto entusiasta di apprendere questo fatto, ma rimasi deluso sentendo mia madre dire: “Preferisco ‘Dio’”. Ero così interessato alla Bibbia che volevo diventare ministro, ma non ero d’accordo sugli insegnamenti della nostra chiesa. Così mi iscrissi alla facoltà di scienze.
La mia carriera universitaria rischiò di finire prima ancora di cominciare. Avevo comprato una motocicletta per disporre di un mezzo di trasporto economico e mentre mi recavo all’università con il mio compagno di stanza mi trovai davanti all’improvviso un autocarro in panne. Sterzai per evitarlo e facemmo un volo di 12 metri giù da un dirupo. Ancor oggi, se chiudo gli occhi, vedo il burrone scosceso venirmi incontro.
S’era radunata una folla e uno sconosciuto alto vestito di nero mi si avvicinò e con tono grave disse qualcosa che mi rimase impresso indelebilmente: “Oggi il tuo Dio ti ha salvato. Scopri chi è e servilo”. Si voltò bruscamente e si allontanò, lasciandomi pieno di curiosità.
Dopo la laurea trovai un impiego. In un’occasione dovevo scegliere un nuovo insegnante fra cento candidati. Fra le domande vidi una foto che mi fece pensare che stavo guardando la compagna della mia vita. Raccomandai la candidata per l’assunzione. Si chiamava Roberta. Nel giro di un anno la sposai. Divenne veramente la compagna della mia vita. Oltre a questo, essa fu lo strumento mediante il quale realizzai il desiderio della mia infanzia, quello di capire la Bibbia.
Ero impegnato a ottenere il dottorato in scienze presso l’Università statale dell’Ohio, ma non avevo dimenticato il mio amore per Dio e per la Bibbia. Leggevo ancora la Bibbia ogni tanto ma capivo poco. Nel 1944 le cose cambiarono. Venne alla porta una signora che lasciò a Roberta un libro intitolato Fanciulli. Quella signora cominciò a studiarlo insieme a mia moglie.
“Smetti quello studio!”, intimai a mia moglie quando scoprii che studiava con i testimoni di Geova. “Non sono brave persone. Non combattono per la patria”.
Roberta però non smise di studiare. Allora decisi di investigare. Con mio stupore appresi che l’inferno non è caldo, che l’anima non è immortale e che la Trinità non è vera. (Salmo 16:10; Ezechiele 18:4; Giona 2:2; Giovanni 14:28) Dio è uno solo e si chiama Geova, il nome che mi aveva fatto fremere per l’eccitazione tanto tempo prima. Più investigavo, più gli occhi mi si aprivano. Avevo trovato l’Iddio che lo sconosciuto vestito di nero mi aveva detto di cercare e servire. Era un Dio a cui potevo dedicare la mia vita, non un demonio che torturava le persone nel fuoco e nello zolfo per l’eternità; non un bugiardo che prometteva che i mansueti avrebbero ereditato la terra, per poi invece bruciarla. — Ecclesiaste 1:4; 9:5, 10; Romani 6:23.
Roberta ed io fummo d’accordo sul fatto di avere trovato la perla di alto valore. (Matteo 13:45, 46) Nel 1945 fummo entrambi battezzati per simboleggiare la nostra dedicazione a fare la volontà di Dio quali testimoni di Geova. Abbandonai gli studi per il dottorato e rinunciai ai progetti di diventare professore universitario. Trovai un impiego in un grande istituto di ricerca e mi accinsi a seguire la carriera di inventore. Erano riaffiorati entrambi gli amori della mia infanzia: inventare oggetti e capire la Bibbia.
Col passare degli anni mi sono occupato di molti lavori interessanti. Uno riguardava gli elicotteri. Se il passo delle loro pale è troppo grande, si determina turbolenza, vanno in stallo e precipitano come un sasso. Ci voleva qualcosa per impedire che questo accadesse. Inventai un minuscolo manometro dello spessore di appena mezzo millimetro. Manometri costruiti in base a questo disegno furono montati sulle superfici delle pale dei rotori. Mentre le pale giravano, i manometri indicavano le varie pressioni a cui erano sottoposte le pale. Queste importanti informazioni permisero ai progettisti di correggere il difetto e impedire lo stallo. Questa invenzione suscitò interesse in tutto il mondo.
Questi piccoli manometri sono stati usati in medicina. A volte vengono somministrate medicine per il cuore quando invece sono gli spasmi all’esofago a causare il problema. Entrambi i disturbi producono un dolore al petto e al braccio sinistro. Facendo scendere nell’esofago un tubo munito di tre di questi piccoli sensori barometrici si può stabilire se il dolore deriva da spasmi all’esofago. Dall’esofago si può controllare anche il battito cardiaco, e misurando la pressione nei polmoni all’atto dell’espirazione, si può scoprire se c’è un’enfisema e perfino in che stadio è. Questa sonda della motilità esofagea, com’è stata chiamata, è stata impiegata negli ospedali e presentata a mostre in tutte le parti del mondo.
Questi manometri sono utilizzati anche per misurare la pressione nel cervello se c’è qualche rigonfiamento. Premuti contro la cornea, misurano il variare della pressione mentre il cuore batte, e queste variazioni sono un indice della pressione nelle arterie carotidee e permettono di individuare un’ostruzione parziale.
Un altro lavoro consisteva nel munire di strumenti il forcipe. Il forcipe munito di strumenti dice al medico quanta pressione sta esercitando sulla testa del feto.
Una volta un medico osservò che gli sarebbe piaciuto vedere quello che succede nei bronchi quando si inala fumo. Questo fu reso possibile per mezzo di fibre ottiche. Il disegno era di un collaboratore, Samuel Chambers (anch’egli testimone di Geova). Lo strumento venne costruito e inserito nei bronchi. Si potevano vedere i sottili peli, le ciglia, oscillare e pulire i bronchi dalle particelle estranee. Ma quando veniva inalato fumo ed esso si posava sulle ciglia, queste smettevano di oscillare! Il fumo paralizzava il meccanismo di cui i bronchi sono naturalmente dotati per ripulirsi.
Chambers ed io abbiamo anche costruito uno speciale tipo di pace-maker. Inserito nel cuore, misurava la pressione interna del cuore e contemporaneamente lo stimolava. Con esso si potevano anche iniettare medicinali nel cuore o prendere campioni di sangue. È stato usato negli ospedali.
Una volta stavo scrivendo una serie di articoli su nuovi metodi per misurare le sollecitazioni meccaniche a cui sono sottoposte le strutture. Gli articoli, scritti per gli editori McGraw-Hill, richiamarono un bel po’ di attenzione e finirono per essere raccolti in un libro che per qualche tempo venne usato come testo universitario.
Verso la stessa epoca parlai a un medico dell’Università statale dell’Ohio riguardo alle trasfusioni di sangue. Denigrava i Testimoni dicendo che erano delle nullità e sosteneva che l’opuscolo Sangue, pubblicato dalla Watch Tower Society, svisava le parole di un medico.
“Non mi parli di svisare le parole altrui, dottore!”, esclamai. “So cosa vuol dire svisare le affermazioni altrui. Scrivo articoli che vengono pubblicati mensilmente. Le parole di quel medico non sono state svisate, e lei lo sa!” Mi ero accalorato un po’ e continuai: “Forse voi medici avete ucciso George Washington togliendogli sangue e ora ammazzate la gente riempiendola di sangue contaminato!” Dopo ciò facemmo una piacevolissima conversazione.
Un caso analogo fu quello di un’anziana testimone di Geova rimasta coinvolta in un incidente stradale che fu ricoverata all’ospedale dell’Università statale dell’Ohio. Il medico cercava di convincerla ad accettare una trasfusione di sangue. Fui pregato di ragionare con lui, ma egli respinse i miei argomenti facendo osservazioni sprezzanti sui Testimoni che, secondo lui, non si intendevano di medicina e cercavano di dire ai medici cosa fare.
“Ha sentito parlare della sonda esofagea?”, chiesi. Gli dissi che l’avevo inventata io e che in un’occasione ne avevo discusso l’uso con alcuni del personale ospedaliero a una loro riunione. Il suo modo di fare cambiò alquanto e la tensione si allentò.
Ho contribuito a risolvere un difficile problema nel programma spaziale. La NASA aveva bisogno di qualcosa per misurare la pressione negli ugelli dei razzi. Su di essi la temperatura può avvicinarsi a quella della superficie del sole. Evidentemente altri sensori barometrici non avevano funzionato bene.
Il mio superiore ed io andammo a Huntsville, nell’Alabama, dove si stavano facendo ricerche sui razzi. Lì conoscemmo un tedesco che era responsabile di questo progetto. Entrò nella stanza e disse all’improvviso, senza preliminari: “Be’, voi come fate?”
Mi fu detto di spiegare in che cosa consisteva la nostra idea. Si trattava di costruire un piccolo sensore barometrico in cui si impiegava un fluido non combustibile che avrebbe mantenuto fresco il sensore.
“Questo funzionerà”, disse il tedesco. Il colloquio era terminato, il più breve a cui avessi mai partecipato. Il dispositivo fu costruito, funzionò e ricevetti un riconoscimento dalla NASA. Durante i 25 anni in cui mi sono occupato di ricerche, ho ottenuto più di 30 brevetti.
Non è stato come inventore, comunque, che ho fatto la mia più grande scoperta. È stato invece quando ho riscoperto l’identità del vero Dio, Geova, e ho capito tutto ciò che quel nome significava. (Salmo 83:18) Parlai di Lui con i miei colleghi di lavoro. Tenni studi biblici a domicilio con alcuni di loro e con le loro famiglie. A uno di questi studi c’erano 17 presenti, a un altro 19.
Dove lavoravo sapevano quasi tutti che ero un testimone di Geova. Nell’intervallo del pranzo cercavo sempre di sedermi accanto a una persona diversa per darle testimonianza. Un giorno chiesi a un uomo: “Le dispiace se mi siedo qui?” Rispose: “Sì, mi dispiace!” Non potei fare a meno di sorridere. Aveva sentito parlare di me e a quanto pare non voleva che gli dessi testimonianza.
Un giorno il governatore dell’Ohio venne a visitare il centro dove lavoravo e scelsero me per parlargli. Mi fu utile. Stavo tenendo uno studio nel carcere di massima sicurezza dell’Ohio, e in un’occasione il cappellano protestante non voleva che battezzassi un detenuto col quale avevo studiato la Bibbia. Gli dissi: “Sa, ho parlato col governatore proprio la settimana scorsa. Credo che lei abbia bisogno di aiuto”. Cambiò istantaneamente: “Un momento!”, disse. “Sistemeremo la faccenda!” La sistemò e io entrai per vedere la persona con cui studiavo la Bibbia.
Quando cominciammo a frequentare la Sala del Regno a Columbus c’erano due congregazioni. Venticinque anni dopo ce n’erano 24. A quell’epoca servivo come sorvegliante di città. Un avvenimento notevole fu la costruzione di una Sala dei Congressi in quella zona. Studiavo con Norman Watson e un giorno gli dissi che avevamo bisogno di un terreno per costruirvi una Sala dei Congressi.
“Andiamo a vedere certi terreni”, disse immediatamente. Mi mostrò vari appezzamenti in diverse località e chiese: “Quale vuoi?” Ci donò un bel pezzo di terra a London (Ohio). In seguito Norman fu battezzato.
Impiegammo 14 mesi per costruire la Sala dei Congressi. Ogni settimana il comitato preposto alla costruzione dell’edificio si riuniva per fare il conto dei soldi. Ne avevamo abbastanza per andare avanti un’altra settimana? Questo si ripeté ogni settimana e ogni settimana Geova provvide abbastanza per continuare i lavori. Dalla sede centrale di Brooklyn vennero i fratelli Knorr e Suiter per partecipare al programma della dedicazione.
Roberta ed io abbiamo trascorso molti anni felici nell’aiutare altri a conoscere Geova. Uno dei primi a cui parlammo della verità — e fu motivo di speciale gioia per me — fu mio cugino Vaughn Crites. Era stato insieme a lui che, tanti anni prima, avevamo suscitato le ire del predicatore quando avevamo riso delle sue calunnie contro il nostro amorevole Dio Geova riguardo all’inferno di fuoco. Anche mia madre, nella sua vecchiaia, imparò ad amare il nome di Dio, Geova. È morta a novant’anni dopo avere espresso il desiderio d’essere una Testimone. Oggi Roberta ed io abbiamo il privilegio di servire Geova presso la congregazione di Sebring, in Florida.
Finalmente non mi affliggo più come accadeva nella mia infanzia per il fatto che facevo parte di una religione che non era perseguitata. I Testimoni sono perseguitati in tutta la terra. E insieme alla persecuzione vedono avverarsi la scrittura che appresi quando ero un ragazzino: “L’angelo di Geova si accampa tutto intorno a quelli che lo temono, e li libera”. — Narrato da Nelson Crites.
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[Modificato da EverLastingLife 25/01/2020 22:46] |