dom@, 06.05.2014 14:55:
Ciao Giovanni puoi postare l'articolo "G 8/5/1983 24" ? Se non sei capace, domandiamo a Amalia?!!!
Sono stato a Ravenna una settimana, nel 1977,sono stato ospite del fratello Gatti, lui ha la mia età una 80tina, se mi puoi dare qualche notizia di lui?! Per me, fosse come un miracolo rintracciare Gatti !
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Ecco l'articolo della G 8/5/83 pag.24
Operazioni chirurgiche: con o senza sangue?
Mercoledì 15 dicembre 1982, alle ore 22,40, nel corso della rubrica “TG 3 Set”, la terza rete della R.A.I.-Radiotelevisione Italiana ha trasmesso un interessante programma sulle tecniche chirurgiche che consentono di fare a meno delle trasfusioni di sangue. Al programma hanno partecipato alcuni chirurghi ed esponenti del mondo sanitario.
Riportiamo qui di seguito alcuni brani dell’intervista, i più attinenti al tema.
Giornalista: “Dr. Lapin, lei opera in California senza far ricorso a trasfusioni di sangue: Perché ha scelto di operare senza sangue?”
Dr. Ron Lapin (Direttore dell’Istituto di Fisiologia Chirurgica dell’Ospedale di Santa Ana in California): “Ho iniziato a operare i testimoni di Geova in quanto a causa delle loro convinzioni religiose rifiutano le trasfusioni di sangue. Negli ultimi dieci anni abbiamo scoperto, la mia équipe ed io, nei casi da noi trattati, che operare senza sangue è assai più sicuro. Certamente nessuno dei nostri pazienti ha contratto l’epatite o altre malattie del fegato o è morto in seguito a trasfusioni di sangue non compatibile. Ogni mille trasfusioni si può verificare un caso di morte, ogni cento un caso di epatite. In un caso su dieci intervengono modificazioni a carico del fegato e degli enzimi, per cui riteniamo che trasfondere a un paziente una unità di sangue quando non è necessario vada considerato alla stregua del trapianto di un tessuto liquido. Quindi pensiamo che si debba agire con la medesima cautela. Non bisogna ricorrere alla trasfusione di sangue solo perché c’è del sangue disponibile, ma esclusivamente e solo quando è assolutamente necessario. Questo particolare paziente che abbiamo operato [in precedenza era stato fatto vedere il filmato dell’intervento] aveva il livello dell’emoglobina pari a meno della metà di quello normale: 6,2 o 6,5. Ma il volume era adeguato. Abbiamo eseguito su di lui un intervento molto delicato, l’asportazione dell’intero colon. Il paziente ha perso circa 100 cc di sangue, ma ha reagito benissimo e da un punto di vista chirurgico non penso che andrà incontro ad alcun problema”.
Giornalista: “Senza sangue può fare solo particolari interventi o operare in ogni campo della chirurgia?”
Dr. Lapin: “In California noi operiamo i testimoni di Geova in tutti i casi. Effettuiamo interventi al cuore, al cervello, interventi di ortopedia. In ortopedia la perdita di sangue è maggiore in quanto non è possibile applicare punti o pinze alle ossa. In ogni caso eseguiamo tutte le operazioni senza sangue”.
Prof. Guido Chidichimo (Primario cardiochirurgo, che ha cessato l’attività dopo aver effettuato oltre 30.000 interventi): “Rivedere questo filmato di un intervento sul colon mi fa tornare indietro di anni, quando appunto la trasfusione di sangue non esisteva; ed io sono d’accordo con i colleghi che si possono effettuare tutti gli interventi di chirurgia generale senza trasfusione di sangue a meno che non ci siano degli incidenti emorragici intraoperatori. L’abitudine attuale di somministrare uno o due flaconi di sangue a tutti i malati indistintamente è un errore grossolano che mette in crisi la ‘Croce Rossa’”.
Dr. Pasquale Angeloni (Direttore del Centro Nazionale Trasfusione di Sangue): “Che il sangue manchi è vero. Una delle cause è che quello che si consuma è eccessivo rispetto a quello che si raccoglie.
C’è uno spreco. Ora tutta la campagna che viene fatta, di pubblicità, di promozione, è in direzione del donatore, cioè darne di più. In realtà noi abbiamo visto che molto spesso non si riesce a dire chiaramente a questi benedetti medici: ‘Usatene di meno’. Il costo-benefici è veramente sconveniente. Noi abbiamo l’80% di trasfusioni singole. Se è vero che levando una unità di sangue al donatore non gli si creano problemi, non si reca vantaggio neanche a chi ne riceve una soltanto. Ora, una campagna per convincere in qualche modo i medici non è semplice: entrare nell’ospedale, spiegargli che non debbono fare questa cosa ma un’altra.”
Giornalista: “Quindi lei dice che c’è uno spreco di sangue e che la trasfusione in qualche modo fa anche male”.
Dr. Angeloni: “Certamente è un trapianto, è un innesto. Io mi immagino i posteri, qualche volta, cosa diranno di noi! Noi prendiamo virus, cellule cancerose da uno e le passiamo all’altro . . .”
Dr. Cesare Buresta (Primario chirurgo dell’Ospedale Civile di Ripatransone): “Un buon 60-70% dei nostri pazienti — e ne ho la documentazione — ci perviene da ospedali decisamente superiori alla nostra dimensione. Per esempio noi abbiamo pazienti che non sono stati operati in ospedali di Brescia, Milano, Roma. La realtà è che molti oggi non operano [senza trasfusione di sangue] neanche i casi più semplici. Mi riferisco a casi documentati: addirittura interventi di appendicectomia che non vengono praticati nel posto di residenza perché il testimone di Geova si è rifiutato di accettare la trasfusione di sangue”.
Dr. Lapin: “Noi abbiamo usato il Fluosol-DA con l’autorizzazione della FDA (Food and Drug Administration) negli Stati Uniti. Però una cosa dev’essere chiara: non è sangue artificiale. Questo è un modo errato di chiamarlo. Esso trasporta solo ossigeno e non fa nient’altro. Però fa qualcosa di splendido: è un farmaco capace di fornire ossigeno dove non possono farlo i globuli rossi. E questo è un prodotto che i testimoni di Geova ci hanno spinto a sperimentare ulteriormente e che ora viene utilizzato nella cardiochirurgia, negli stati di shock. Viene usato sia dai giapponesi che da ricercatori americani secondo un determinato protocollo. Ma in futuro questo farmaco potrà essere impiegato per trattare varie malattie che sinora non abbiamo potuto curare bene”.
Fonte:G 8/5/83