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Sociologia: che cos'è?

Ultimo Aggiornamento: 16/06/2014 12:43
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12/06/2014 10:18
 
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Apro questo post con l'intento di esaminare in breve che cosa sia la sociologia e di cosa si occupa. Riporterò integralmente un post da me già scritto qualche anno fa su un altro forum

Una scienza sconosciuta
Scrivo questo post con l'intento di chiarire cos'è la sociologia, cosa la caratterizza, perchè può essere definita una scienza, a che serve. cercherò di scrivere con un taglio divulgativo, sperando però di essere scientificamente preciso.

Come studente di sociologia mi sento in dovere di schiarire ciò che, da alcune discussioni, mi pare poco chiaro. Il contributo di tutti è benvenuto, così come commenti e critiche (civili, s'intende..)

I parte: Un po' di storia

Innazittuo, la sociologia non è la scienza che studia la società, bensì la scienza che studia le strutture sociali, ovvero come "sta insieme" la società senza sprofondare nell'anarchia. La domanda nasce nella riflessione di studiosi come Auguste Comte, Herbert Spencer e Karl Marx. Questi, di fronte alle grandi rivoluzioni (scientifica, francese ed industriale) si chiedono quali siano le meccaniche che permettono ad una società moderna, che rompe i ponti col passato, di stare insieme.

Quello che però manca ai primi sociologi è il metodo, ovvero la ricerca sul campo. I primi a rivoluzionare il metodo (ad inventarlo, in qualche modo) sono i due grandi capostipiti: Emile Durkheim e Max Weber (ancora oggi i sociologi più citati, amati e odiati al mondo).

Da questi ultimi, con un po' di approssimazione, si può dire che nascono le due grandi scuole di pensiero sociologico: il funzionalismo da Durkheim (che sarà poi sistematizzato e perfezionato da Talcott Parsons e Robert K. Merton) e la sociologia dell'azione da Weber (che avrà fra i maggiori seguaci Charles Wright Mills, Erving Goffman e Garfinkel).

II Parte: Le principali scuole del pensiero sociologico.

Laddove le scienze matematiche, fisiche e naturali vivono il loro esperire il mondo che studiano potendosi avvalere di un paradigma universalmente accettato (esempio banale: la teoria della gravitazione universale per la fisica), la sociologia, e con essa tutte le scienze sociali tranne, in parte, l'economia politica, vive in un perenne stato di "crisi paradigmatica" per dirlo con parole del filosofo della scienza Thomas Kuhn, convivendo nella ricerca sociale diversi paradigmi. Nella prassi, insomma, la sociologia realizza ciò che Feyerabend auspicava, ovvero l'abbandono del monismo metodologico, come erroneo ed anti-empirista, proponendo invece il pluralismo metodologico di una scienza che sia sempre contesto-dipendente.

Ma quali sono questi paradigmi sociologici?

1) Menzioniamo per primi due paradigmi che hanno profondamente influenzato la nascita del pensiero sociologico: il patto di soggezione con cui gli uomini si sottopongono all'autorità coercitiva dello stato (T. Hobbes); la regolazione degli scambi, il mercato, come elemento connettivo della società (A. Smith);

2) Il paradigma dell'ordine, che discende dalla concezione di E. Durkheim: gli organismi sociali reagiscono ai cambiamenti generando nuove funzioni in modo che sia la differenziazione sociale (la divisione del lavoro) a creare nuovi mezzi di coesione sociale laddove si smarriscono i precedenti presupposti: passaggio da solidarietà meccanica a solidarietà organica;

3) Il paradigma del conflitto, il cui maestro indiscusso fu K. Marx: l'ordine è determinato dalle relazioni tra le classi sociali in contrapposizione. In questo paradigma predomina un concetto strettamente economico della società;

4) Il paradigma della struttura nasce invece da Durkheim ma viene sistematizzato da Talcott Parsons, e viene comunemente chiamato funzionalismo, secondo il quale la struttura viene prima degli individui e i fatti sociali possono essere spiegati solo da altri fatti sociali;

5) Il paradigma dell'azione: è quello che ha influenzato la maggior parte dei sociologi, ed è stato sistematizzato dal genio di M. Weber. Postula che i fenomeni sociali vadano ricondotti a comportamenti e credenze, e che dunque il compito del sociologo sia quello di esplicitare il senso intenzionato delle azioni sociali. Da questo paradigma discendono in linea diretta l'etnometodologia di Garfinkel e l'interazionismo simbolico di Goffman.

Chi ha voglia, commenti su questo, poi in una terza parte parleremo di come lavora sul campo la sociologia, focalizzandoci sulla sociologia delle religioni come caso paradigmatico.





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L'unica gioia al mondo è cominciare. E' bello vivere perché vivere è cominciare, sempre ad ogni istante. - C. Pavese
12/06/2014 15:50
 
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Complimenti per questa sintesi molto interessante per chi come me è digiuno della materia.

Shalom
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FORUM TESTIMONI DI GEOVA
12/06/2014 16:11
 
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Grazie! Più in làaggiungerò dei post, come promesso che toccheranno anche la metodologia delle scienze sociali.


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13/06/2014 12:42
 
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Com'è che abbiamo ospiti che parlano di sociologia di qua e sociologia di la (generalizzando) e poi in questo thread non si leggono?

[SM=x1408427]

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"Perché il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all'azione" - Edmund Burke
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En attandam sociologorum internettianum...


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15/06/2014 12:00
 
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Jacopo Belbo, 6/12/2014 4:11 PM:

Grazie! Più in làaggiungerò dei post, come promesso che toccheranno anche la metodologia delle scienze sociali.



Sono interessatissimo, dal positivismo alla fenomenologia e all'etnografia, con tutte le sue (non poche) critiche.

Simon
16/06/2014 12:43
 
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IL PENSIERO DI DURKHEIM


"La società non è una semplice somma di individui; al contrario, il sistema formato dalla loro associazione rappresenta una realtà specifica dotata di caratteri propri. Indubbiamente nulla di collettivo può prodursi se non sono date le coscienze particolari: ma questa condizione necessaria non è sufficiente. Occorre pure che queste coscienze siano associate e combinate in una certa maniera; da questa combinazione risulta la vita sociale, e di conseguenza è questa che la spiega. Aggregandosi, penetrandosi, fondendosi, le anime individuali danno vita ad un essere (psichico, se vogliamo) che però costituisce un’individualità psichica di nuovo genere". (Le regole del metodo sociologico, V, p. 102)



Emile Durkheim si può a giusto titolo considerare il padre della sociologia come scienza: è infatti il primo a pubblicare uno studio condotto sul campo (Il suicidio) nonchè a teorizzare una metodologia specifica per la ricerca sociologica che smetta di scimmiottare le scienze "dure" (come avrebbe voluto Auguste Comte).

Ne "La divisione del lavoro sociale" (1893), D. si chiede come possa la società stare in piedi laddove i legami di solidarietà meccanica (tipica delle società di ancient règime) sono venuti meno, e trova la risposta in quella che lui definisce solidarietà organica: essa si manifesta attraverso la differenziazione di funzioni specializzate (altrimenti detta divisione del lavoro) che implica la cooperazione cosciente e libera degli agenti sociali, quindi lo sviluppo della contrattualizzazione delle relazioni sociali e la nascita dello Stato moderno democratico, centralizzato, gestionale, e la conseguente concezione dell’individuo come persona. In quest’ambito prevale l’adozione di un diritto di tipo restituivo (o privato).

Dal pensiero di Durkheim si sviluppa il funzionalismo di Talcott Parsons, di cui parleremo più in là.

IL PENSIERO DI MAX WEBER

Parlare di Max Weber come di un sociologo è sminuirne la grande figura intellettuale, quella che avrebbe potuto salvare la Germania dalla barbarie nazista se solo fosse vissuto un po' più a lungo e se fosse stato ascoltato (disse in una delle sue ultime lezioni, nel 1922, ai suoi studenti: "Voi credete di essere in cerca di un leader, invece state cercando un capo, e vi ritroverete con un Fuhrer).

Weber definiva la sociologia come lo studio dell'agire sociale, cioè di quell'agire che si riferisce all'agire di altri individui. L'oggetto della sociologia è quindi l'atteggiamento umano in quanto fornito di senso, vale a dire di un termine di riferimento e di una direzione rispetto ad esso, e in quanto mostra nel suo corso connessioni e regolarità al pari di ogni altro accadere. Si tratta di una disciplina che ha come scopo la ricerca di uniformità di comportamenti, e quindi la formulazione di generalizzazioni, e in questo si avvicina alla scienza naturale. Dalla scienza naturale però si distingue per il procedimento, che richiede il ricorso alla comprensione , dato che le connessione e le regolarità dell'atteggiamento devono essere interpretate: non sono leggi come quella della sociologia positivistica, ma uniformità espresse in forma di tipi ideali e constatabili empiricamente.

Bene, questo è un riassuntino veloce, ma credo renda l'idea. Il resto, alle prossime puntate...


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