Il primo intervento è a cura del conduttore
don Fiorino che obietta:
una delle dottrine dei tdG è quella di pensare che con la morte finisce tutto. Non c’è più nulla. Che le cose non stiano così lo dimostra questo importantissimo brano, quello della trasfigurazione:
1 Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. 2 E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. 3 Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. 4 Pietro prese allora la parola e disse a Gesù: «Signore, è bello per noi restare qui; se vuoi, farò qui tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia». 5 Egli stava ancora parlando quando una nuvola luminosa li avvolse con la sua ombra. Ed ecco una voce che diceva: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo». 6 All'udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. 7 Ma Gesù si avvicinò e, toccatili, disse: «Alzatevi e non temete». 8 Sollevando gli occhi non videro più nessuno, se non Gesù solo (Matteo 17:1-8).
Qui si vedono Elia e Mosè che discorrono con Gesù. Chiediamo quindi ai tdG: se con la morte della persona finisce tutto, come si spiega l’apparizione di Elia e Mosé a nostro Signore Gesù e agli apostoli?
Proprio questo avvenimento, ci fa capire che i morti, in questo caso questi grandi profeti, continuano a vivere nella grloria del Signore; sono viventi in Dio e quindi appaiono a Gesù e parlano con lui.
Parola a chi desidera replicare...