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viceadmintdg1, 20/08/2014 01:24:
Bisogna precisare che quando si parla di persona non va inteso un mero soggetto con attributi fisici, ma un soggetto, anche spirituale, dotata di intelligenza, individualità e volontà
Gesù parlando dello spirito santo non parla di una semplice energia infatti lo chiama: Paracleto che significa: soccorritore, consigliere, patrocinatore, consolatore
Infatti leggiamo in Gv 14,15-17:
15 Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; 16e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, 17 lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché EGLI rimane presso di voi e sarà in voi.
EGLI?
Lo vede a cosa conduce il pregiudizio teologico?
Gv. 14:17 si traduce, alla lettera dal testo greco, come segue:
“
lo spirito della verità che il mondo non può ricevere perchè non lo vede ne (lo) conosce. Voi lo conoscete perchè presso di voi dimora e in voi sarà”.
In greco normalmente per il pronome di terza persona viene impiegato il pronome personale
autos.
In armonia quindi con la grammatica greca, Giovanni usa il corrispondente pronome singolare neutro “
auto” in quanto l' antecedente è il sostantivo neutro “
pneuma” (
to pneuma tes aletheias, letteralmente “
lo spirito della verità”).
Cosa fa la Bibbia CEI?
Aggiunge il pronome “EGLI” in Gv. 14:17 (che nel testo greco, ovviamente, è assente), al solo scopo teologico di conferire “
personalità” allo spirito santo.
Chiunque conosca il greco, sa che questo è un errore, perchè il soggetto in discussione è “
to pneuma tes aletheias”, "
lo spirito (neutro)
della verità”, e il sostantivo neutro richiede solo un pronome neutro, senza che si possa in alcun modo aggiungere, davvero indebitamente, un maschile......
(segue……)