Nel giro di tre decenni i fedeli italiani della "Chiesa di Gesù e dei Santi degli ultimi giorni" sono passati da 9mila a quasi 30 mila (sono oltre 15 milioni in tutto il mondo) e hanno deciso di far sorgere il più grande tempio d'Europa proprio nella capitale del cattolicesimo. Sarà inaugurato il prossimo anno per festeggiare il cinquantenario dell'inizio dell'attività missionaria nel nostro paese. Sorretta da un fiume di denaro, stimato in 10 miliardi di dollari l'anno
di ALBERTO CUSTODERO e ORAZIO LA ROCCA con un video di FABIO BUTERA
Il ritorno al Nuovo Testamento
di ALBERTO CUSTODERO
ROMA - I mormoni non solo sfidano i "rivali" cattolici sul campo teologico, volendo restaurare la Chiesa cristiana così come era stata organizzata da Gesù ai tempi del Nuovo Testamento. Ma anche a colpi di Templi. I seguaci della "Chiesa di Gesù e dei Santi degli ultimi giorni" stanno infatti edificando a Roma il centro di culto più grande d'Europa. Difficile non notare l'enorme cantiere raggiungendo la Capitale da nord, via Autosole, appena passato il Grande Raccordo Anulare, lungo il tracciato dell'antica Via Francigena che conduceva i pellegrini nella Città Eterna. Deviando in via di Settebagni lo si trova incastonato in un'area di 60mila metri quadri tra l'Agenzia delle Entrate e il centro commerciale Porta di Roma. Per l'esattezza, è a 18,2 chilometri dal simbolo del cattolicesimo nel mondo, la basilica di San Pietro. Sarà inaugurato il prossimo anno, data non casuale il 2015, visto che cadrà nel cinquantenario dell'inizio dell'attività missionaria mormone in Italia. Un'attività che ha portato i fedeli a crescere dagli appena 1.400 del 1970 agli attuali quasi 30 mila. Per l'esattezza, secondo i dati del ministero dell'Interno e dell'Enciclopedia delle religioni in Italia di Massimo Introvigne, la Chiesa mormone è strutturata oggi in 99 congregazioni, 7 "pali" (più o meno l'equivalente delle diocesi) e 5 distretti, per un totale di poco meno di 30.000 membri, duemila dei quali a Roma.
Hanno costumi molto severi, i mormoni. Vietano ai loro seguaci tè, caffè, tabacco, alcol, marijuana e droga. E in alcuni casi persino letture giudicate offensive, come è capitato all'apparentemente innocuo 'Uno Studio in Rosso' di sir Arthur Conan Doyle, romanzo in cui Sherlock Holmes indaga su una serie di omicidi avvenuti all'interno della comunità religiosa. I mormoni predicano l'astinenza pre matrimoniale e la fedeltà "eterna" al coniuge. Abolita invece, da oltre un secolo, la possibilità di poligamia per i membri maschi. Impongono inoltre l'obbligo di vestirsi "con modestia" (niente vestiti attillati, o che mostrino spalle e gambe perché "le mode cambiano, ma le norme del Signore restano"). Temono che "satana alligni nei nuovi mezzi di comunicazione", internet in primis. Proibitissimi pornografia, pettegolezzi, barzellette immorali. I peccati sessuali, masturbazione compresa, sono tra i più gravi. Il decimo comandamento, del resto, recita "non concupire". I loro rituali sono alquanto diversi rispetto a quelli dei "fratelli" cattolici. Nei templi, riservati ai soli adepti, si celebrano "il battesimo dei morti", "il matrimonio eterno". E "si stringono alleanze con il Signore". A proposito di storia e "leggende" che aleggiano sulle origini, secondo lo studioso Introvigne "un recente libro dello scrittore americano Michael W. Homer dimostra in modo definitivo che il rituale mormone, pur avendo un significato religioso proprio e molto diverso dal punto di vista formale, è ampiamente derivato da quello massonico".
Il bilancio. La "Chiesa di Gesù e dei santi degli ultimi giorni" è una delle più opulente organizzazioni religiose nel mondo, capace di tentare anche la scalata alla Casa Bianca con il candidato repubblicano Mitt Romney, poi battuto da Barack Obama. Il suo bilancio non solo non è gravato dalle spese, come avviene per i cattolici, di un clero retribuito (il loro è laico, fatto da volontari). Ma è alimentato a dismisura dai versamenti di un decimo del guadagno di tutti i 14 milioni di fedeli sparsi in oltre 150 nazioni. Insomma, nei bilanci della sede principale della Chiesa, a Salt Lake City, nello Utah (Usa), confluisce un immenso fiume di denaro. Nessuno sa a quanto ammonti con esattezza, si stima in circa 10 miliardi di dollari l'anno. Quel che è certo è che "i soldi - dicono - li usano per costruire il regno di Dio sulla terra".
Sono talmente ricchi, i mormoni, che quelli d'Italia, firmando nel 2007 l'Intesa con lo Stato italiano, si sono potuti permettere il lusso, è il caso di dirlo, di rinunciare all'otto per mille dell'Irpef. "Non ne abbiamo bisogno", si sono giustificati. Il loro immenso patrimonio gli consente di mantenere 135 Templi nel mondo, di finanziare la costruzione di 11, e di progettarne altri 14. Il loro stato di benessere economico gli rende possibile perfino fare quello che definiscono "un eccezionale dono alla comunità romana". Lo annuncia Alessandro Dini Ciacci, presidente del Palo di Roma Ovest. "La cattedrale di Copenaghen - premette - ospita le statue di Cristo e dei dodici apostoli realizzate nell'Ottocento dallo scultore danese Bertel Thorvaldsen". "Ebbene - aggiunge - poiché l'esponente del neoclassicismo le statue le scolpì a Roma con marmo di Carrara, abbiamo deciso di farne una "replica" esatta e di ospitarle in una mostra permanente presso il futuro centro culturale e religioso di Settebagni".
Tra i templi in costruzione, quello di Roma, annunciato il 4 ottobre 2008 dal presidente mondiale Thomas Monson, è il dodicesimo in Europa. E se sono veri, come sostiene Homer, i "paralleli tra la massoneria e il "Libro di Mormon", c'è da chiedersi perché quello della Città Eterna non sia stato il primo tempio mormone in Europa. La risposta sta forse nel significato esoterico che il numero 12 rapprsenta sia per i massoni, che per i mormoni. Dodici è il grado di "gran maestro architetto"; 12 le tribù di Israele che finanziarono il tempio di Salomone; 12 le colonne nella loggia; 12 i segni zodiacali; 12 gli anni che i bambini mormoni devono compiere per celebrare il "battesimo dei morti" e ricevere il "Sacerdozio di Aaronne"; 12 le statue degli apostoli che saranno donate a Roma.
Esoterismo a parte, i lavori del dodicesimo Tempio europeo sono iniziati il 23 ottobre 2010. Finiranno nel 2015. Cinque anni, nulla a che vedere con i centoventi impiegati per edificare San Pietro. Ma così com'è stato tempo fa per la Grande Moschea, anche il Tempio mormone di Roma subisce il fascino di trovarsi accanto al Vaticano. Non può certo competere con il Cupolone, s'intende, ma neppure sfigurare. Se arrivare a Roma, conferma lo studioso Introvigne, "ha un grande significato simbolico per qualunque religione", figuriamoci per i mormoni, che, per questo, non hanno badato a spese: "La qualità dei materiali - spiegano - è l'espressione della loro riverenza verso il padre celeste". "Ogni pietra usata per la Casa del Signore - aggiungono - diminuisce il potere di Satana, e accresce quello di Dio". Il messaggio è chiaro: il tempio di via di Settebagni sarà un'opera all'altezza della Citta Eterna. L'aspetto è quello di un'astronave, la guglia alta 43 metri (contro i 138 di San Pietro) sembra un'antenna puntata sull'universo. La navata è lunga 50 metri e larga 2.
Costruito su tre piani. Il Tempio nel quale i fedeli entreranno "con pensieri puliti, corpo pulito e vestiti puliti" si erge su una superficie di 3mila800 metri quadri (contro i 23mila di San Pietro), ed è articolato su tre piani. La finitura delle facciate, fanno sapere, "sarà in granito e gli inifssi caratterizzati da vetrate artistiche, gli interni rifiniti con la più alta qualità di intonaco alla veneziana, cartongesso con finitura di alta qualità, rivestimenti e pavimentazioni in travertino". L'area ospiterà anche il Centro visitatori (2500 metri quadri su due piani); la Biblioteca genealogica, una delle 49 in Italia gestite della Chiesa, utili per rintracciare gli antenati eventualmente da battezzare post mortem. E la Foresteria, quindici appartamenti e 22 stanze da 4 posti dislocati in un edificio di due piani, con l'acqua riscaldata da energia solare.
Ma sul costo dell'opera, i mormoni mantengono il più stretto riserbo. "Paghiamo tutto di tasca nostra - spiega il portavoce di Roma, Alessandro Dini Ciacci - e quindi non divulghiamo i conti delle nostre operazioni". Il costo è segreto, il fasto assicurato. E il Signore sarà contento.
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