04/11/2015 06:22 |
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Mercoledì 4 novembre Se non ha mezzi sufficienti per una pecora, allora deve portare due tortore (Lev. 5:7) Nell’antico Israele era indispensabile offrire sacrifici per ottenere il perdono dei peccati e godere del favore di Geova. Alcuni sacrifici erano obbligatori, mentre altri erano volontari (Lev. 23:37, 38). Gli olocausti potevano essere presentati come offerte volontarie, o doni, a Geova. Comprendendo che non tutti potevano permettersi di fare le stesse offerte, amorevolmente Geova richiedeva da ognuno solo ciò che era in grado di dare. La sua legge stabiliva che il sangue dell’animale doveva essere versato, il che era “un’ombra delle buone cose avvenire” che avrebbero avuto luogo tramite suo Figlio, Gesù (Ebr. 10:1-4). Tuttavia Geova non era inflessibile in relazione all’animale da sacrificare. Per esempio, accettava l’offerta di tortore se la persona non poteva permettersi di offrire un animale dal gregge o dalla mandria. In questo modo anche i poveri potevano provare la gioia di fargli sacrifici (Lev. 1:3, 10, 14). w13 15/12 2:4, 5 |
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05/11/2015 06:20 |
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Giovedì 5 novembre Siate generosi, pronti a condividere (1 Tim. 6:18) Come possiamo farlo? Usando il nostro tempo e le nostre energie per aiutare e incoraggiare altri (Gal. 6:10). ‘Praticare il dare’ ci avvicinerà di più a Geova e ai nostri cari (Luca 6:38; Prov. 19:17). Abbiamo anche la possibilità di essere generosi donando a Geova. Le Scritture esortano: “Onora Geova con le tue cose di valore” (Prov. 3:9). Tali “cose di valore” includono appunto il tempo, le energie e le risorse che abbiamo, cose che possiamo usare per servirlo. Anche i più piccoli possono imparare a essere generosi verso Geova. “Quando la nostra famiglia vuole fare una contribuzione nella Sala del Regno, lasciamo che siano i bambini a mettere i soldi nella cassetta”, racconta un padre di nome Jason. “E loro sono felici, perché con quel gesto stanno dando qualcosa a Geova”. I bambini che imparano da piccoli la gioia di donare a Geova continueranno probabilmente a farlo anche da adulti (Prov. 22:6). w13 15/6 2:9-11 |
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06/11/2015 06:20 |
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Venerdì 6 novembre Ci raccomandiamo come ministri di Dio in notti insonni, in tempi senza cibo (2 Cor. 6:4, 5) Come dimostrano le esperienze vissute dall’apostolo Paolo, il ministero può comportare “notti insonni” e “tempi senza cibo”. Queste espressioni ci danno una chiara idea di cosa significhi lo spirito di sacrificio, e forse richiamano alla nostra mente i pionieri, che mettono il ministero al primo posto pur sostenendosi dal punto di vista economico. Pensiamo anche ai nostri devoti missionari, che si ‘versano come libazione’ prestando servizio in paesi stranieri (Filip. 2:17). Per non parlare dei nostri instancabili anziani, disposti a saltare i pasti e a perdere il sonno per occuparsi delle pecore di Geova. Meritano poi una menzione i cristiani avanti negli anni e quelli con problemi di salute che comunque fanno del loro meglio per assistere alle adunanze e per partecipare al servizio di campo. Il nostro cuore si riempie di apprezzamento quando pensiamo a tutti questi altruisti servitori di Dio, i cui sforzi non passano inosservati neanche alle persone di fuori. w13 15/5 2:7 |
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07/11/2015 06:28 |
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Sabato 7 novembre Consideriamoci a vicenda incoraggiandoci l’un l’altro (Ebr. 10:24, 25) Anticamente la nazione di Israele doveva radunarsi per ‘ascoltare e imparare’ (Deut. 31:10-12). Gli ebrei del I secolo avevano l’abitudine di recarsi nelle sinagoghe, dove si leggevano le Scritture (Luca 4:16; Atti 15:21). Con la nascita della congregazione cristiana si continuò a porre l’accento sull’importanza di riunirsi, e le adunanze sono tuttora un aspetto fondamentale dell’adorazione che rendiamo. Per incoraggiarci gli uni gli altri è importante che prendiamo parte attiva alle adunanze. Possiamo esprimere pubblicamente la nostra fede rispondendo alle domande che accompagnano i paragrafi, spiegando come si può applicare una scrittura, narrando una breve esperienza che illustra la saggezza di seguire i princìpi biblici o in altri modi ancora (Sal. 22:22; 40:9). Siamo tutti d’accordo che, non importa da quanti anni frequentiamo le adunanze, ascoltare i commenti sinceri dei nostri fratelli, giovani e meno giovani, è sempre incoraggiante. w13 15/4 4:4, 5 |
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08/11/2015 07:53 |
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Domenica 8 novembre Continuate a provare se siete nella fede (2 Cor. 13:5) Qui per “fede” si intende l’insieme degli insegnamenti cristiani rivelati nella Bibbia. Se le nostre parole e le nostre azioni sono in sintonia con essi, superiamo per così dire l’esame e dimostriamo di “[essere] nella fede”. Ovviamente dobbiamo valutare la nostra vita alla luce di tutti gli insegnamenti cristiani; non possiamo semplicemente scegliere quelli da seguire e scartare gli altri (Giac. 2:10, 11). Forse esiti a sottoporti a questo esame, specie se temi di non superarlo. Ma il modo in cui Geova ci vede è più importante di come ci vediamo noi, e i suoi “pensieri” sono molto “più alti” dei nostri (Isa. 55:8, 9). Geova non esamina i suoi adoratori per condannarli, ma per individuare le loro buone qualità e per aiutarli. Usare la sua Parola per “provare se [sei] nella fede” ti renderà più facile vedere te stesso come ti vede lui. Così potrai sostituire l’idea di non valere nulla per Geova con il confortante concetto esposto nelle Scritture: ai suoi occhi sei prezioso. w14 15/3 2:5, 6 |
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09/11/2015 06:30 |
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Lunedì 9 novembre Tu sei il mio aiuto e Colui che mi provvede scampo (Sal. 40:17) Un padre amorevole non si limita a provvedere ai figli; cerca anche di proteggerli, e se si trovassero in pericolo farebbe di tutto per salvarli. Un fratello ricorda un incidente che gli capitò da bambino. Stava tornando dal servizio con suo padre, quando a un certo punto dovettero attraversare un torrente che quella mattina si era ingrossato per via di un violento temporale. L’unico modo era quello di saltare da una pietra all’altra. Lui, che era andato avanti, scivolò su una pietra, cadde in acqua e per due volte si trovò completamente sommerso. Fu davvero grato che suo padre, senza perdere tempo, lo afferrasse per una spalla impedendogli di annegare! Il nostro Padre celeste ci salva da quelle che potremmo definire le acque impetuose di questo mondo malvagio e dal suo governante, Satana. Nessuno potrebbe proteggerci meglio di lui (Matt. 6:13; 1 Giov. 5:19). w14 15/2 3:14, 15 |
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10/11/2015 06:35 |
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Martedì 10 novembre Anche ad altre città devo dichiarare la buona notizia del regno di Dio, perché per questo sono stato mandato (Luca 4:43) All’inizio del suo ministero sulla terra Gesù affermò quanto sopra. Per tre anni e mezzo fece di quest’opera il fulcro della sua vita. Istruì i suoi discepoli, comandando loro: “Mentre andate, predicate, dicendo: ‘Il regno dei cieli si è avvicinato’” (Matt. 10:7). Dopo essere stato risuscitato predisse che i suoi seguaci avrebbero portato tale messaggio “fino alla più distante parte della terra” (Atti 1:8). Promise loro che avrebbe personalmente sostenuto quest’opera importantissima fino ai nostri giorni (Matt. 28:19, 20). Nel 1919 la “buona notizia del regno” si era arricchita di nuovi sviluppi (Matt. 24:14). Il Re governava in cielo, e aveva riunito e purificato un piccolo gruppo di sudditi sulla terra. Questi accolsero con entusiasmo il suo chiaro comando di predicare in tutta la terra la buona notizia che il Regno di Dio era stato istituito (Atti 10:42). w14 15/1 2:7, 8 |
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11/11/2015 07:40 |
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Mercoledì 11 novembre Molte nazioni certamente andranno e diranno: “Venite, e saliamo al monte di Geova” (Mic. 4:2) Michea morì molto tempo prima dell’adempimento di questa profezia. In ogni caso, fu sempre deciso a rimanere leale a Geova, fino alla morte se necessario, a prescindere da quello che facevano gli altri. A tal riguardo scrisse: “Tutti i popoli, da parte loro, cammineranno ciascuno nel nome del suo dio; ma noi, da parte nostra, cammineremo nel nome di Geova nostro Dio a tempo indefinito, sì, per sempre” (Mic. 4:5). Michea riuscì ad attendere con pazienza durante quei tempi difficili perché era assolutamente sicuro che Geova avrebbe mantenuto tutte le sue promesse. Non c’è dubbio, il profeta aveva fiducia in Geova! Nutriamo anche noi la stessa fiducia in Geova? Ne abbiamo senz’altro motivo. Vediamo avverarsi la profezia di cui Michea attendeva l’adempimento: “nella parte finale dei giorni” milioni di persone da ogni nazione, tribù e lingua sono affluite “al monte della casa di Geova” (Mic. 4:1). w13 15/11 2:6, 7 |
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12/11/2015 06:27 |
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Giovedì 12 novembre Ho preso i tuoi rammemoratori come un possedimento a tempo indefinito (Sal. 119:111) I veri cristiani apprezzano i consigli utili, specialmente quando sono basati sulla Parola di Dio. I rammemoratori di Geova ci danno perspicacia, ci istruiscono e ci aiutano a evitare trappole come materialismo, immoralità sessuale, droga e abuso di alcol (Prov. 20:1; 2 Cor. 7:1; 1 Tess. 4:3-5; 1 Tim. 6:6-11). Oltre a ciò, ubbidire ai suoi comandi ci consente di avere una “buona condizione del cuore” (Isa. 65:14). Per proteggere la preziosa relazione che abbiamo con il nostro Padre celeste, dobbiamo continuare a seguire le sue sagge istruzioni. Il nostro atteggiamento dovrebbe essere lo stesso del salmista che scrisse le parole della scrittura di oggi. Siamo altrettanto felici di ubbidire ai comandamenti di Geova, o ci capita di considerarli un peso? A volte può esserci difficile accettare i suoi consigli, ma non per questo dobbiamo perderci d’animo: anche noi possiamo imparare a nutrire una fiducia incrollabile nell’eccelsa sapienza di Dio. w13 15/9 2:2, 3 |
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13/11/2015 06:28 |
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Venerdì 13 novembre
Cessate di mischiarvi in compagnia di qualcuno chiamato fratello che è fornicatore o avido o idolatra o oltraggiatore o ubriacone o rapace (1 Cor. 5:11)
Una forma di disciplina che Geova impartisce è la disassociazione, che protegge la congregazione da cattive influenze e può aiutare il peccatore a ristabilirsi (1 Cor. 5:6, 7). Robert è rimasto disassociato per quasi 16 anni, durante i quali i suoi genitori e i suoi fratelli hanno seguito con fermezza e lealtà il comando della Parola di Dio di evitare la compagnia di chi pratica il peccato e di non rivolgergli nemmeno un saluto. Ora sono alcuni anni che Robert è stato riassociato, e sta facendo un buon progresso spirituale. Quando gli è stato chiesto cosa lo ha spinto a tornare a Geova e al Suo popolo dopo tanto tempo, ha risposto che è stato anche grazie alla presa di posizione della sua famiglia. “Se la mia famiglia avesse cercato la mia compagnia anche solo per poco tempo, ad esempio per sapere come stavo, quei brevi momenti insieme sarebbero stati sufficienti per me, e probabilmente il desiderio di stare con loro non sarebbe stato una forza motivante per tornare a Dio”. w13 15/6 4:17 |
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14/11/2015 05:36 |
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Sabato 14 novembre Tutto il suo spirito è ciò che lo stupido lascia uscire, ma chi è saggio lo tiene calmo sino alla fine (Prov. 29:11) Genitori e figli, non vi scoraggiate se nella vostra famiglia comunicare non è facile come vorreste. Continuate a lavorarci su e a seguire i consigli della Parola di Dio (3 Giov. 4). Solo nel nuovo mondo, essendo perfetti, saremo in grado di interagire in modo perfetto, senza fraintenderci e polemizzare; al presente, invece, tutti facciamo cose di cui poi ci pentiamo. Perciò non esitiamo a chiedere scusa e a perdonare. Restiamo “armoniosamente uniti nell’amore” (Col. 2:2). L’amore è una potente forza: ‘È longanime e benigno. Non si irrita. Non tiene conto del male. Copre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa’ (1 Cor. 13:4-7). Continuate perciò ad amarvi sempre più, e il dialogo migliorerà di pari passo, portando gioia nella vostra famiglia e recando lode a Geova. w13 15/5 4:17, 18 |
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15/11/2015 06:33 |
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Domenica 15 novembre Io sono il pastore eccellente (Giov. 10:11) In veste di “pastore eccellente” Gesù ha gli stessi interessi, propositi e qualità del Padre. È arrivato a “[cedere] la sua anima per le pecore” (Giov. 10:15). Il suo sacrificio di riscatto è un meraviglioso dono fatto a tutto il genere umano (Matt. 20:28; Giov. 3:16). Come si comportano le pecore con il Pastore eccellente? “Le mie pecore ascoltano la mia voce”, disse Gesù Cristo, “e io le conosco, ed esse mi seguono” (Giov. 10:27). Ascoltare la voce del Pastore eccellente significa seguire sempre la sua guida. Richiede tra l’altro che si collabori con i sottopastori spirituali che ha costituito. Gesù indicò che l’opera da lui iniziata sarebbe stata proseguita dagli apostoli e dai discepoli, i quali avrebbero dovuto ‘insegnare’ alle sue pecorelle e ‘pascerle’ (Matt. 28:20; Giov. 21:15-17). Con il diffondersi della buona notizia e l’aumentare del numero dei discepoli, Gesù dispose che cristiani maturi pascessero le congregazioni (Efes. 4:11, 12). w13 15/11 4:4, 5 |
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16/11/2015 06:30 |
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Lunedì 16 novembre I capelli grigi sono una corona di bellezza quando si trovano nella via della giustizia (Prov. 16:31) Non dovremmo trascurare di aiutare i cristiani che sono anziani o malati. Alcuni di loro vorrebbero tanto essere con noi alle adunanze e alle assemblee, ma di rado ci riescono. Diverse congregazioni aiutano amorevolmente questi proclamatori facendo in modo che seguano le adunanze per telefono, ma in alcune zone questo non è possibile. Nonostante ciò, i fratelli e le sorelle impossibilitati ad andare alle adunanze possono dare il proprio contributo alla pura adorazione, per esempio pregando per la crescita della congregazione cristiana (Sal. 92:13, 14). I cristiani avanti negli anni non sempre si rendono conto di quanto riescono a essere incoraggianti. Anna andò fedelmente al tempio per molti anni, ma difficilmente immaginava che a distanza di secoli il suo esempio e il suo amore per Geova sarebbero serviti di sprone per altri. Anche oggi l’amore che questi fratelli d’età avanzata hanno per Geova parla al cuore di tanti compagni di fede. w14 15/1 4:17, 18 |
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17/11/2015 06:24 |
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Martedì 17 novembre Siate di mente sana (1 Piet. 4:7) Tutti nasciamo nel peccato e siamo ben lontani dall’avere un corpo e una mente perfetti (Sal. 51:5; Rom. 3:23). Per giunta, molti di noi erano tra coloro a cui Satana ha “accecato” la mente; non conoscevamo Geova e le sue giuste norme (2 Cor. 4:4; Tito 3:3). Quindi se ci basassimo esclusivamente su ciò che ci sembra giusto e ragionevole, per quanto ci sforziamo di ponderare la nostra decisione rischieremmo di sbagliare (Prov. 14:12). A differenza di noi esseri umani, il nostro Padre celeste è perfetto sotto ogni punto di vista (Deut. 32:4). Geova ci ha dato la possibilità di rinnovare il nostro modo di pensare e di coltivare “sanità di mente” (2 Tim. 1:7). Se come cristiani vogliamo ragionare e agire con assennatezza, dobbiamo controllare pensieri e sentimenti e imitare il modo di pensare, di sentire e di agire di Geova. w13 15/9 4:4-6 |
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18/11/2015 06:28 |
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Mercoledì 18 novembre Chi è realmente lo schiavo fedele e discreto? (Matt. 24:45) Nel I secolo non c’era motivo di fare una domanda del genere. Gli apostoli potevano compiere miracoli e perfino trasmettere doni miracolosi a dimostrazione del fatto che avevano il sostegno divino (Atti 5:12). Non c’era dunque bisogno di chiedersi chi fosse stato davvero incaricato da Cristo di guidare la congregazione. Nel 1914, invece, la situazione era molto diversa. Quell’anno cominciò il tempo della mietitura; era finalmente arrivato il momento di separare il grano dalle zizzanie (Matt. 13:36-43). Sorse così una domanda importantissima: come riconoscere il grano, cioè i cristiani unti, in mezzo a tanti finti cristiani che sostenevano di essere i veri seguaci di Gesù? La parabola dello schiavo fedele rispondeva a questo interrogativo. Gli unti seguaci di Cristo sarebbero stati quelli spiritualmente ben nutriti. w13 15/7 4:7 |
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19/11/2015 06:23 |
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Giovedì 19 novembre Il desiderio, quando è divenuto fertile, partorisce il peccato (Giac. 1:15) Nel tentativo di distruggere la nostra relazione con Dio, Satana prende di mira la sede dei desideri, il cuore. In che modo Satana cerca di colpire il cuore? Le sue armi includono “le cose del mondo” (1 Giov. 2:15, 16). Nel corso dei millenni il Diavolo ha abilmente plasmato l’ambiente che ci circonda, e siccome viviamo in questo mondo, dobbiamo badare a non cadere vittima delle sue subdole tattiche (Giov. 17:15). Satana si serve di metodi espressamente concepiti per far nascere nel nostro cuore desideri sbagliati. L’apostolo Giovanni identifica tre degli allettamenti utilizzati a tale scopo: (1) “il desiderio della carne”, (2) “il desiderio degli occhi” e (3) “la vistosa ostentazione dei propri mezzi di sostentamento”. Satana li impiegò anche quando tentò Gesù nel deserto. Con secoli di pratica alle spalle, Satana oggi è un maestro nell’usare questi allettamenti, adattandoli di volta in volta alle inclinazioni del singolo individuo. w13 15/8 4:4-6 |
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20/11/2015 06:24 |
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Venerdì 20 novembre Ogni acrimoniosa amarezza e collera e ira e clamore e parola ingiuriosa sia tolta via da voi (Efes. 4:31) Pensate a Gesù: provate a immaginare l’enorme pressione cui era sottoposto durante l’ultima cena con i suoi apostoli. Sapeva che nel giro di poche ore avrebbe subìto una morte lenta e dolorosa. La santificazione del nome di suo Padre e la salvezza della famiglia umana dipendevano dalla sua fedeltà. Eppure, proprio durante quella cena, “sorse fra [gli apostoli] un’accesa disputa su chi di loro sembrava essere il più grande”. Gesù però non inveì contro di loro né parlò loro con acredine, ma con calma li aiutò a ragionare. Ricordò loro che gli erano rimasti accanto in momenti difficili. Anche se Satana intendeva ‘vagliarli come il grano’, Gesù si disse certo che sarebbero rimasti fedeli. Addirittura concluse un patto con loro (Luca 22:24-32). w13 15/5 4:15, 16 |
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21/11/2015 06:23 |
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Sabato 21 novembre
O Geova, tu sei nostro Padre. Noi siamo l’argilla, e tu sei il nostro Vasaio; e noi tutti siamo opera della tua mano (Isa. 64:8)
Un vasaio ha autorità assoluta sull’argilla per modellarla nel modo in cui ritiene opportuno. L’argilla non ha voce in capitolo. Lo stesso vale nel rapporto tra l’uomo e Dio. L’uomo non ha il diritto di mettersi a discutere con Dio, proprio come l’argilla non può farlo con il vasaio (Ger. 18:1-6). Nel caso dell’antico Israele, Geova dimostrò la sua capacità di modellare proprio come un vasaio modella l’argilla. Ma c’è una notevole differenza tra i due. Un vasaio può produrre da una massa d’argilla qualsiasi sorta di vaso voglia realizzare. E Geova? Modella le persone o le nazioni arbitrariamente, rendendo alcuni buoni e altri cattivi? La Bibbia risponde di no. Geova ha dotato gli esseri umani di un dono meraviglioso: il libero arbitrio. Non esercita la sua autorità in modo da neutralizzare questo dono. Sta agli uomini scegliere se lasciarsi modellare dal loro Creatore, Geova, oppure no (Ger. 18:7-10). w13 15/6 4:3, 4 |
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22/11/2015 07:28 |
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Domenica 22 novembre Vedo nelle mie membra un’altra legge che combatte contro la legge della mia mente e mi conduce prigioniero alla legge del peccato (Rom. 7:23) Quali erano le debolezze che Paolo cercava di vincere? Non lo disse in modo esplicito; tuttavia scrisse a Timoteo di essere stato un “insolente” (1 Tim. 1:13). Prima della conversione Paolo era stato un nemico dichiarato dei cristiani. Parlando dei sentimenti che aveva nutrito verso i seguaci di Cristo, ammise: “Ero estremamente infuriato contro di loro” (Atti 26:11). Paolo imparò a controllare la sua indole, ma a volte non dovette essergli facile tenere a freno i sentimenti e le parole (Atti 15:36-39). Cosa gli fu di aiuto? Metaforicamente parlando, sferrava alla sua natura imperfetta colpi ben assestati (1 Cor. 9:26, 27). Con tutta probabilità cercava consigli appropriati nelle Scritture, supplicava Geova di aiutarlo a metterli in pratica e si impegnava a fondo per migliorare. Dato che anche noi dobbiamo combattere contro le nostre inclinazioni imperfette, il suo esempio può esserci utile. w13 15/4 2:8-10 |
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23/11/2015 08:02 |
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Lunedì 23 novembre Cercate fra voi sette uomini che abbiano buona testimonianza, affinché li costituiamo su questa faccenda necessaria (Atti 6:3) La decisione presa dagli apostoli quando fu loro riferito che alcune vedove “erano trascurate nella distribuzione [di cibo] di ogni giorno” ci insegna che la congregazione può fare la sua parte per i fratelli e le sorelle che hanno bisogno di assistenza (Atti 6:1-5). Paolo diede a Timoteo istruzioni sui requisiti che le vedove cristiane dovevano soddisfare per ricevere l’assistenza della congregazione in senso materiale (1 Tim. 5:3-16). Anche Giacomo, sotto ispirazione, mise in evidenza che i cristiani hanno l’obbligo di prendersi cura “degli orfani e delle vedove” e di altri che sono in difficoltà (Giac. 1:27; 2:15-17). Sulla stessa falsariga l’apostolo Giovanni scrisse: “Chiunque ha i mezzi di sostentamento di questo mondo e vede il proprio fratello nel bisogno e gli chiude la porta delle sue tenere compassioni, in che modo l’amore di Dio rimane in lui?” (1 Giov. 3:17). Se individualmente abbiamo questa responsabilità verso coloro che sono nel bisogno, non è logico concludere che ce l’abbia anche la congregazione nel suo insieme? w14 15/3 3:13, 14 |
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