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Secondo Scifra Svironi tradurre esodo 3:14 è facilissimo

Ultimo Aggiornamento: 24/03/2015 06:39
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11/03/2015 17:53
 
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Salve. Codesta israeliana d.o.c. dice che in ebraico non esiste il presente che va reso solo al participio, ovvero "io volente, io scrivente etc". Se non c'è la coniugazione al participio, il tempo si chiama futuro o passato, inequivocabilmente. Per quanto riguarda il verbo essere invece, non esiste neanche il participio ed è sempre sott'inteso al presente. Per esempio "io sono" si dice "ani". Ehyeh significa inequivocabilmente "sarò".

Comunque al di là di tutto, la seconda affermazione non può essere tradotta come "io sono" perché non darebbe l'idea della prima risposta che dice "io sarò ciò che sarò" (che è l'unica frase sensata e che ha i verbi se non erro, correggetemi, tutti alla prima persona singolare). La prima risposta significa che manterrà i patti che sta facendo con Mosé, che ci sarà, in pratica.
11/03/2015 18:11
 
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Ciao Snob, è buona norma linkare le fonti delle notizie.

Detto questo non capisco il senso di questo post, ma è certamente un mio limite.


11/03/2015 21:54
 
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Digita Shifra Svironi e trovi tutte le fonti. Credevo che si potesse trovare velocemente scrivendo il nome anche con sc, ecco perché non ho riportato la fonte.
Se ti interessa sapere dove l'ho letto io, sull'Assimil "L'Ebraico" dice che il verbo essere è al presente solo nelle frasi nominali. Puoi anche chiedere le pagine se vuoi ti riporto le frasi.

Volevo chiedere perché ho letto tante discussioni (almeno una anche in questo forum) riguardo questo verso quando invece sarebbe così semplice. Non è un obbligo capire il senso almeno dal mio punto di vista, tanto mi rivolgo in primis a tutti quelli che hanno partecipato attivamente alle non brevi discussioni.
[Modificato da snob. 11/03/2015 21:56]
11/03/2015 22:13
 
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Re:
snob., 11/03/2015 17:53:

Ehyeh significa inequivocabilmente "sarò".




infatti, è significativo il fatto che la maggioranza delle traduzioni renda 'ehyeh di Esodo 3:12 con il futuro, cioè a dire "io sarò", come fa per esempio la stessa CEI.

"Rispose: «Io sarò con te. Questo sarà per te il segno che io ti ho mandato: quando tu avrai fatto uscire il popolo dall'Egitto, servirete Dio su questo monte». " (Esodo 3:12 CEI)


.....però due versetti più avanti la medesima traduzione cambia...
12/03/2015 07:56
 
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Re: Re:
Infatti, strano. (Comunque giusto per la precisione, ho trovato le coniugazioni nell'appendice grammaticale, mi sono accorto che è traslitterato Eheyeh in prima persona).

L'ispirazione di acquistare un libro di Ebraico mi è venuta da un video (sui nomi in ebraico), dopo aver sentito quello che ha detto un rabbino che parla italiano, sul nome di Dio. Ha detto che Dio disse a Mosé che Lui non ha un nome che identifica qualcosa di preciso, ma che cambia a seconda delle circostanze, sarà con l'uno o un altro volto. Ecco perché Dio diede quella risposta: era una spiegazione del fatto che il nome "Egli fa divenire" risultava nuovo agli israeliti in quanto non identificava un solo volto.
[Modificato da snob. 12/03/2015 08:07]
12/03/2015 08:05
 
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Re: Re: Re:
snob., 12/03/2015 07:56:

Infatti, strano. (Comunque giusto per la precisione, ho trovato le coniugazioni nell'appendice grammaticale, mi sono accorto che è traslitterato Eheyeh in prima persona).

L'ispirazione di acquistare un libro di Ebraico mi è venuta da un video, dopo aver sentito quello che ha detto un rabbino che parla italiano, riguardo il discorso dei nomi in ebraico. Ha detto che Dio disse a Mosé che Lui non ha un nome che identifica qualcosa di preciso, ma che cambia a seconda delle circostanze, sarà con l'uno o un altro volto. Ecco perché Dio diede quella risposta: era una spiegazione del fatto che il nome "Egli fa divenire" risultava nuovo agli israeliti in quanto non identificava un solo volto.


...che è proprio quello che hanno sempre sostenuto le nostre pubblicazioni:

Qual è il significato del nome Geova? In ebraico il nome Geova deriva da un verbo che significa “divenire”; secondo vari studiosi riflette la forma causativa di quel verbo ebraico. Per tale motivo l’intendimento del Comitato di Traduzione della Bibbia del Nuovo Mondo è che il nome di Dio significhi “Egli fa divenire”. Gli studiosi hanno opinioni diverse, per cui non possiamo essere dogmatici su tale significato. Questa definizione però si accorda bene con il ruolo di Geova quale Creatore di tutte le cose e Realizzatore del suo proposito. Egli non solo ha portato all’esistenza l’universo fisico e gli esseri intelligenti ma, con l’evolversi degli eventi, continua a fare in modo che la sua volontà e il suo proposito si realizzino.

Pertanto il significato del nome Geova non è limitato al verbo affine che si trova in Esodo 3:14, dove si legge: “Io mostrerò d’essere ciò che mostrerò d’essere”, o “Io diverrò ciò che scelgo di divenire”. A rigore, queste parole non definiscono pienamente il nome di Dio. Rivelano invece un aspetto della sua personalità, indicando che egli diventa ciò che è necessario a seconda della circostanza per adempiere il suo proposito. Quindi, anche se può includere questa idea, il nome Geova non è limitato a quello che lui stesso sceglie di diventare. Include anche ciò che egli fa accadere in relazione alla sua creazione e all’adempimento del suo proposito.


wol.jw.org/it/wol/d/r6/lp-i/1013531?q=causativa+del+verbo+esse...



24/03/2015 06:39
 
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Correzione ed avvertimento
snob., 11/03/2015 17:53:

Salve. Codesta israeliana d.o.c. dice che in ebraico non esiste il presente che va reso solo al participio, ovvero "io volente, io scrivente etc". Se non c'è la coniugazione al participio, il tempo si chiama futuro o passato, inequivocabilmente. Per quanto riguarda il verbo essere invece, non esiste neanche il participio ed è sempre sott'inteso al presente. Per esempio "io sono" si dice "ani". Ehyeh significa inequivocabilmente "sarò".



Devo correggermi: in ebraico non esiste proprio il presente ("indicativo") perciò non è neanche sott'inteso. Tecnicamente "ani = Io l'ente...etc". Non esistendo l'indicativo, l'unico modo per tradurlo al presente letteralmente in ebraico sarebbe di dire il "presente", passato e futuro insieme, per esempio "Io corro = io correvo, corrente e correrò", e così via. Quindi "io sono" si direbbe "ani asher hayìti ve'sceheyeh (io l'ente che ero e che sarò)".

Poi un'altra cosa, attenti a delle fonti che girano nel web perché fanno disinformazione sull'ebraico dicendo che esistono due tempi perfetto ed imperfetto, e che quest'ultimo non chiarisce se si tratti di futuro o di presente. Ebbene questo è un falso.
[Modificato da snob. 24/03/2015 07:01]
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