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Confutazione trasmissione Radio Maria del GRIS di marzo 2015 su...

Ultimo Aggiornamento: 01/04/2015 21:57
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20/03/2015 23:48
 
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22/03/2015 10:50
 
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La trasmissione del mesi di marzo 2015 si apre come di consuete con il preambolo di don Fiorino. Subito dopo la parola ad Alessandro Spoto, che si sofferma su quello che è stato in passato e su quello che è l' attuale intendimento del Corpo Direttivo in merito alle Autorità Superiori, cioè i governi mondani.

Spoto inizia affermando che, secondo Russell, il primo presidente della Torre di Guardia, nella sua opera "Il Divin piano delle età", vol. I, pagina 251 del 1886, riguardo ai governi umani, si legge che "la loro imperfezione e il loro dominio imperfetto facevano parte del quadro generale dell' eccessiva peccaminosità del peccato e dimostrarono l' incapacità dell' uomo di auto-governarsi, anche a proprio vantaggio. Dio li permette principalmente affinchè adempiano, per quanto è loro possibile, i loro propositi, interferendo nelle loro attività soltanto quando essi intralciano i suoi piani".

Quindi, per Russell, "per quanto questi governi dei gentili siano stati malvagi, essi erano stati consentiti e ordinati da Dio per un saggio proposito", e si citò il passo di Rom. 13:1, e ancora "obbedire alle leggi non significa prendere parte insieme al mondo alle funzioni di governo, quindi l' osservanza delle leggi vigenti non deve mostrare comunque un eccessivo entusiasmo nei loro confronti"

Questo intendimento dottrinale restò immutato fino al 1929, allorquando avvenne il mutamento dottrinale da parte del secondo presidente Rutherford nell' opera "Verità presente", lavoro che troverà il suo culmine nella Torre di Guardia del 1 e del 15/6/1929, dove lo stesso Rutherford disse che "le autorità superiori in realtà non sono nè Geova nè Gesù Cristo ma solo il presidente della Società Torre di Guardia, usato da Geova come strumento per guidare le sue faccende terrene".

L' insegnamento di Russell fu quindi completamente capovolto.
Nel 1949 il testo presidente, Knorr, fece pubblicare il libro "La verità vi farà liberi".

In questo libro si affermò che "la dottrina creduta precedentemente [quella di Russell...] era una perversione della Scrittura, cioè una religiosa ed erronea applicazione, secondo cui Rom. 13:1 è stata applicata per molto tempo dai religiosi alle autorità mondane di questa terra".

Nel 1962 si ritornò all' insegnamento di Russell che per trent' anni era stato considerato "una perversione della Scrittura".

"Questa è "rivelazione" progressiva, chiedo ai numerosi testimoni di Geova che ci ascoltano?", si domanda Spoto?
"Direi proprio di no", continua, "perchè ritornare all' insegnamento di Russell non può che significare che non si tratta di una "rivelazione" progressiva"!

Infatti, nella Torre di Guardia dell' 1/7/1963, pagina 399, paragrafo 7, il Corpo Direttivo scrisse che "le leggi umane differiscono da paese a paese e di tempo in tempo possono contraddirsi, ma non tutte sono contrarie alla coscienza del popolo di Dio", riprendendo quindi l' insegnamento di Russell.

"Vorrei che i testimoni di Geova, che ci seguono numerosi, riflettessero con la loro ragione e con spirito critico", conclude Spoto.

Lascio la parola a chi desidera replicare...
[Modificato da viceadmintdg1 22/03/2015 10:54]
24/03/2015 17:58
 
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Spoto inizia affermando che, secondo Russell, il primo presidente della Torre di Guardia, nella sua opera "Il Divin piano delle età", vol. I, pagina 251 del 1886, riguardo ai governi umani, si legge che "la loro imperfezione e il loro dominio imperfetto facevano parte del quadro generale dell' eccessiva peccaminosità del peccato e dimostrarono l' incapacità dell' uomo di auto-governarsi, anche a proprio vantaggio. Dio li permette principalmente affinchè adempiano, per quanto è loro possibile, i loro propositi, interferendo nelle loro attività soltanto quando essi intralciano i suoi piani".
Quindi, per Russell, "per quanto questi governi dei gentili siano stati malvagi, essi erano stati consentiti e ordinati da Dio per un saggio proposito", e si citò il passo di Rom. 13:1, e ancora "obbedire alle leggi non significa prendere parte insieme al mondo alle funzioni di governo, quindi l' osservanza delle leggi vigenti non deve mostrare comunque un eccessivo entusiasmo nei loro confronti"

Questo intendimento dottrinale restò immutato fino al 1929, allorquando avvenne il mutamento dottrinale da parte del secondo presidente Rutherford nell' opera "Verità presente", lavoro che troverà il suo culmine nella Torre di Guardia del 1 e del 15/6/1929, dove lo stesso Rutherford disse che "le autorità superiori in realtà non sono nè Geova nè Gesù Cristo ma solo il presidente della Società Torre di Guardia, usato da Geova come strumento per guidare le sue faccende terrene".

L' insegnamento di Russell fu quindi completamente capovolto.
Nel 1949 il testo presidente, Knorr, fece pubblicare il libro "La verità vi farà liberi".
In questo libro si affermò che "la dottrina creduta precedentemente [quella di Russell...] era una perversione della Scrittura, cioè una religiosa ed erronea applicazione, secondo cui Rom. 13:1 è stata applicata per molto tempo dai religiosi alle autorità mondane di questa terra".

Nel 1962 si ritornò all' insegnamento di Russell che per trent' anni era stato considerato "una perversione della Scrittura".

"Questa è "rivelazione" progressiva, chiedo ai numerosi (???) testimoni di Geova che ci ascoltano?", si domanda Spoto?
"Direi proprio di no", continua, "perchè ritornare all' insegnamento di Russell non può che significare che non si tratta di una "rivelazione" progressiva"!

Infatti, nella Torre di Guardia dell' 1/7/1963, pagina 399, paragrafo 7, il Corpo Direttivo scrisse che "le leggi umane differiscono da paese a paese e di tempo in tempo possono contraddirsi, ma non tutte sono contrarie alla coscienza del popolo di Dio", riprendendo quindi l' insegnamento di Russell.



Caro Spoto, vorrei rivelarle una verità che forse la sconvolgerà e destabilizzerà: noi TdG non siamo letteralisti ma crediamo che il testo sacro vada interpretato! Essendo poi il testo sacro, ma non il nostro Corpo Direttivo, ispirato da Geova va da sé che l'interpretazione porti ad una comprensione, o intendimento, sempre in divenire. - Proverbi 4:18; Dan. 12:4, 9, 10; Matteo 24:45; Atti 15:7-9

"Come sarebbe a dire 'intendimento'?!" penserà lei. Ebbene sì! Noi TdG non abbiamo alcun organo che promulghi dogma o rivelazioni, puntualmente non rispettati dalla maggioranza dei credenti, ma un ristretto numero di persone che cerca di capire e di dare interpretazione del testo sacro, questa sì, invece, rispettata dai destinatari. Cosa c'entra lo spirito santo? Basti vedere i frutti che porta l'intendimento... - Atti 15:28

Vede, noi siamo convinti che la "verità" non sia l'immutabile monoblocco di rivelazioni successive alla scrittura che vanno sotto il nome di Traditio, ma che sia composta dalla rivelazione contenuta nella scrittura e da un'ortoprassi che consiste nel comprendere la scrittura e nel metterla in pratica. (Proverbi 2:2-5; 3:21,22; 1 Timoteo 4:16) In questo processo Dio valuta l'onestà di cuore e l'amore per lui, cioè le nostre intenzioni ed il nostro modo di agire; certamente non valuta la coerenza filosofica delle nostre conclusioni! - 1 Samuele 15:7; Matteo 23:4

Quindi, il risultato non è una verità assoluta, ma pace, unità ed amore. Lei, caro Spoto, riesce a negare che queste non siano le caratteristiche del nostro gruppo? Riesce forse a dimostrare che ovunque i nostri aderenti generalmente non brillino per amore altruistico, sia tra di loro che verso gli altri? Riesce a dimostrare che tra di noi non esista un'unità tale che l'insegnamento sia lo stesso in ogni parte del mondo? Riesce a dimostrare che non abbiamo cancellato barriere razziali, etniche e nazionali? No! Lei non può farlo! E la vostra apparente coerenza filosofica non ha prodotto nemmeno l'ombra dei frutti positivi della nostra fratellanza! - Salmo 133:1; Michea 2:12; Giovanni 13:35; Colossesi 3:12-14; 1 Giovanni 1:7,8; Isaia 54:13; Romani 12:2


"Vorrei che i testimoni di Geova, che ci seguono numerosi (???), riflettessero con la loro ragione e con spirito critico", conclude Spoto.



Alla luce dei quanto considerato, caro Spoto, mi piacerebbe che cattolici sinceri riflettessero con ragione, cuore e vero spirito critico e non con pregiudizio. Mi piacerebbe che si riconoscesse che il mondo migliore ce lo può dare solo il nostro creatore, e non i nostri sforzi e la nostra ragione. - Romani 12:1,2
26/03/2015 17:37
 
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Re:
viceadmintdg1, 22/03/2015 10:50:



Questo intendimento dottrinale restò immutato fino al 1929, allorquando avvenne il mutamento dottrinale

"Questa è "rivelazione" progressiva, chiedo ai numerosi testimoni di Geova che ci ascoltano?", si domanda Spoto?
"Direi proprio di no", continua, "perchè ritornare all' insegnamento di Russell non può che significare che non si tratta di una "rivelazione" progressiva"!


"Vorrei che i testimoni di Geova, che ci seguono numerosi, riflettessero con la loro ragione e con spirito critico", conclude Spoto.

Lascio la parola a chi desidera replicare...




caro Spoto, come immagino Lei sappia, in questo forum noi siamo cristiani testimoni di Geova e come tutti, siamo dotati del dono dell' intelletto, vero?
Proprio il dono dell' intelletto che il Creatore ha fornito a noi come agli altri, ci fa comprendere quanta confusione Lei stia facendo tra "rivelazione" e "intendimento" progressivo ("cibo a suo tempo", Mt. 24:45).

Le rammento che non è - biblicamente parlando - assolutamente il caso di confondere le due cose.

L' Apostolo Paolo parlò di "rivelazione" per esempio in 1 Cor. 14:6, in Gal. 1:12 ; 2:2 ; 2 Cor. 12:1.
Ma egli era ispirato da Dio! (2 Pt. 3:16).

Pertanto non si può maldestramente confondere la "rivelazione" che biblicamente è ispirata da Dio con il "cibo a suo tempo" di Mt. 24:45, perchè così si getta solo fumo negli occhi agli ignari ascoltatori di Radio Maria e null' altro!

Lo schiavo fedele e discreto (Mt. 24:45-47) non ha "rivelazioni", non è questo il compito a cui è stato chiamato.
Il suo compito è dare "cibo a suo tempo".

Non solo: lo schiavo fedele e discreto ambisce ad essere costituto su tutti gli averi di Cristo, in primis la predicazione del Regno prima che sopraggiunga la fine (Mt. 24:14), oltre che obbedire al comando scritturale di Mt. 28:19-20.

Ma come si fa ad insegnare, a predicare il Regno di Dio e a proclamare un messaggio di giudizio imminente (Apoc. 14:6-7) se non si sa che cos' è il Regno di Dio e se non si coglie il segno della parousìa e dell' imminente ritorno di Cristo sulle nubi del cielo e quant' altro riguardo ai vari aspetti della Rivelazione Divina, il Testo Sacro?

Ovvio che non si possa!

Per cui il Corpo Direttivo ha il dovere di "scorrere il libro", affinchè la vera conoscenza in questo tempo della fine diventi abbondante (Dan. 12:4).

La progressività contempla anche la possibilità non solo di rivedere un certo intendimento - non "rivelazione", come Lei confonde - ma anche di riprenderne uno in precedenza esposto

www.treccani.it/vocabolario/progressivo/

il "cibo a suo tempo" non implica che si debba per forza restare in quel precedente intendimento, che può anche radicalmente cambiare in un tempo successivo..
L' obiettivo non è avere certezze dogmatiche, ma raffinamento progressivo...
Progressivo significa che lo stesso può procedere in una diversa direzione nel corso del tempo o persino tornare ad uno precedente, questo indica la progressività come visto.

Caro Spoto e concludo, lo "schiavo" non è dichiarato "fedele e discreto" perché ha un'intendimento infallibile ma perché nel complesso ha eseguito efficacemente e fedelmente il compito affidatogli dal suo Signore.

Va da se che se il Corpo Direttivo dei cristiani testimoni di Geova sarà trovato a fare quello per cui è stato preposto (Mt. 24:45), sarà costituito sui medesimi averi di Cristo....

Se invece si sarà trastullato in altre faccende (ad esempio immischiarsi nella politica, come fa la sua chiesa...) e magari dirà che il Signore ritarda, non consentendo quindi al suo gregge di essere costantemente vigilante, verrà considerato lo schiavo malvagio (Mt. 24:48-51), tutto qui.

La ringrazio.


[Modificato da Aquila-58 26/03/2015 17:48]
27/03/2015 19:25
 
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L'intervento successivo e' di Rocco Politi. Circa l'attendilita' delle critiche dei fuoriusciti rimandiamo al seguente articolo del nostro sito:

www.tdgonline.it/
28/03/2015 13:07
 
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viceadmintdg1, 27/03/2015 19:25:

L'intervento successivo e' di Rocco Politi. Circa l'attendilita' delle critiche dei fuoriusciti rimandiamo al seguente articolo del nostro sito:

www.tdgonline.it/




se mi si consente, due parole - non di più - su questo Rocco Politi.
Ormai ospite fisso di Radio Maria, lo abbiamo ritrovato anche in diverse trasmissioni televisive.

Costui ha deciso di dedicare la propria vita a "combattere", con tutti i mezzi, i suoi ex fratelli.

Una scelta rispettabile, ma rispettabile ovviamente non significa condivisibile...

Per capire il perchè non si debba perdere tempo con costui, non c' è alcun bisogno di leggere la Torre di Guardia, basta aprire la cattolicissima Bibbia CEI (Conferenza Episcopale Italiana).

Apro il testo CEI in 2 Tim. 4:14-15 e comprendo come, scritturalmente, dobbiamo comportarci con i fuoriusciti:

14 Alessandro, il fabbro, mi ha procurato molti danni: il Signore gli renderà secondo le sue opere. 15 Anche tu guàrdati da lui, perché si è accanito contro la nostra predicazione." (2 Tim. 4:14-15 CEI).

La nota in calce della CEI afferma:


"Alessandro il fabbro: è colui che forse ha deposto contro Paolo in tribunale ed è la stessa persona di cui si parla in 1 Tim. 1:20"

Vediamo quindi 1 Tim. 1:20, sempre dal testo CEI:

"20 tra questi Imeneo e Alessandro, che ho consegnato a Satana, perché imparino a non bestemmiare. " (1 Tim. 1:20 CEI)

La nota in calce:

"Imeneo e Alessandro: due falsi maestri che, con l' autorità dell' apostolo, sono stati estromessi dalla comunità (1 Cor. 5:5 ; 2 Tim. 2:17)"

Può bastare?
[Modificato da Aquila-58 28/03/2015 13:09]
31/03/2015 23:18
 
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L'ultimo intervento è a cura di don Battista Cadei che affronta il tema dell'Antica Alleanza dicendo:


La Bibbia, più che una dottrina, è la storia dei rapporti tra Dio e l'umanità, storia nella quale è sempre Dio che prende l'iniziativa: è lui che crea tutte le cose; è lui che stabilisce un rapporto di amicizia con l'uomo; è lui che dopo ogni peccato o infedeltà rilancia la proposta di un rapporto amichevole. Già dopo il peccato di Adamo ed Eva, Dio ridona speranza, dicendo al serpente, cioè al diavolo: «Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno» (Gen 3,15).

Questo rapporto amichevole tra ‪Dio e l’uomo viene espresso dall'ebraico BERÌT (greco DIATHÈKE), tradotto in italiano PATTO, ALLEANZA o TESTAMENTO. Patto e alleanza indicano reciproci legami di solidarietà e fedeltà; testamento sottolinea che non c'è parità di livello tra Dio e l'uomo: Dio dona (come fa il testatore quando fa testamento), mentre l'uomo riceve la donazione, a determinate condizioni. Vediamo le tappe principali di questa alleanza. Cominciamo dall’AT.

1) Subito dopo il diluvio, Dio pone in cielo l'arcobaleno, e dice a Noè: «Questo è il segno dell’ alleanza, che io pongo tra me e voi e ogni essere vivente che è con voi, per tutte le generazioni future. (Gen 9,12).

2) Anche con Abramo l'iniziativa è di Dio, che lo chiama a uscire dalla sua terra (Gen 12,1-3), e gli dice: ecco, la mia alleanza è con te: diventerai padre di una moltitudine di nazioni. (Gen 17,4). Abramo, mostrandosi disposto a sacrificre il suo unico figlio Isacco: dà una prova di fede così grande, da diventare il modello di ogni credente: Gen 22,1-18.

3) Tappa fondamentale per la formazione del popolo d'Israele, è la liberazione dalla schiavitù dell'Egitto: il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe chiama Mosè e gli dice: «Io stesso ho udito il lamento degli Israeliti, che gli Egiziani resero loro schiavi, e mi sono ricordato della mia alleanza. (Es 6,5). Ai piedi del monte Sinai è suggellato un patto col sacrificio di animali: Mosè prese il sangue e ne asperse il popolo, dicendo: «Ecco il sangue dell’alleanza che il Signore ha concluso con voi sulla base di tutte queste parole!». (Es 24,8; cf. Lc 22,20: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che è versato per voi»).

4) Il passo successivo è rappresentato dalla monarchia, con la promessa di una discendenza eterna per la casa del re Davide. Ricordiamo che Gesù nel Vangelo è chiamato figlio di Davide.

5) Segue il periodo dell'esilio, che purifica le idee troppo materialistiche e terrene di regno, e preannuncia un'alleanza nuova.

Il "credo" o professione di fede del popolo ebreo consiste nel riconoscere l'iniziativa di Dio, che ha stabilito questa alleanza col suo popolo, e lo guida nella storia:

«Tu pronuncerai queste parole davanti al Signore, tuo Dio: “Mio padre era un Arameo errante; scese in Egitto, vi stette come un forestiero con poca gente e vi diventò una nazione grande, forte e numerosa. Gli Egiziani ci maltrattarono, ci umiliarono e ci imposero una dura schiavitù. Allora gridammo al Signore, al Dio dei nostri padri, e il Signore ascoltò la nostra voce, vide la nostra umiliazione, la nostra miseria e la nostra oppressione; il Signore ci fece uscire dall’Egitto con mano potente e con braccio teso, spargendo terrore e operando segni e prodigi. Ci condusse in questo luogo e ci diede questa terra, dove scorrono latte e miele. Dt 26,5-9).

Dio è fedele nonostante le infedeltà del suo popolo –– La storia di questo patto è storia di un Dio fedele nonostante tutto; e di un popolo spesso infedele, e che perciò va incontro a vari guai: pestilenze, carestie, sconfitte, deportazioni. Ma ogni volta Dio gli ridà la possibilità di riannodare l’amicizia, perché: Se noi manchiamo di fede, egli però rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso (2 Tm 2,13). I profeti parlano di Israele come di una sposa che non solo fa qualche scappatella (adulterio), ma addirittura si prostituisce (Os 2,4; Ger 2,20). Ma Dio è come uno sposo fedele e magnanimo, o un padre tenerissimo:

─ Non darò sfogo all'ardore della mia ira, non tornerò a distruggere Efraim, perché sono Dio e non uomo... (Os 11,9); ─ Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto, nella benevolenza e nell'amore, ti fidanzerò con me nella fedeltà, e tu conoscerai il Signore (Os 2,21-22).

─ Ero per loro come chi solleva un bimbo alla sua guancia; mi chinavo su di lui per dargli da mangiare (Os 11,4).



In questo caso Cadei non fa obiezioni specifiche da confutare. Se tuttavia qualcuno lo desidera può fare qualche commento...
01/04/2015 21:57
 
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Grazie Admin,


viceadmintdg1, 31/03/2015 23:18:

L'ultimo intervento è a cura di don Battista Cadei che affronta il tema dell'Antica Alleanza dicendo:


La Bibbia, più che una dottrina, è la storia dei rapporti tra Dio e l'umanità, storia nella quale è sempre Dio che prende l'iniziativa: è lui che crea tutte le cose; è lui che stabilisce un rapporto di amicizia con l'uomo; è lui che dopo ogni peccato o infedeltà rilancia la proposta di un rapporto amichevole. Già dopo il peccato di Adamo ed Eva, Dio ridona speranza, dicendo al serpente, cioè al diavolo: «Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno» (Gen 3,15).

Questo rapporto amichevole tra ‪Dio e l’uomo viene espresso dall'ebraico BERÌT (greco DIATHÈKE), tradotto in italiano PATTO, ALLEANZA o TESTAMENTO. Patto e alleanza indicano reciproci legami di solidarietà e fedeltà; testamento sottolinea che non c'è parità di livello tra Dio e l'uomo: Dio dona (come fa il testatore quando fa testamento), mentre l'uomo riceve la donazione, a determinate condizioni. Vediamo le tappe principali di questa alleanza. Cominciamo dall’AT.

1) Subito dopo il diluvio, Dio pone in cielo l'arcobaleno, e dice a Noè: «Questo è il segno dell’ alleanza, che io pongo tra me e voi e ogni essere vivente che è con voi, per tutte le generazioni future. (Gen 9,12).

2) Anche con Abramo l'iniziativa è di Dio, che lo chiama a uscire dalla sua terra (Gen 12,1-3), e gli dice: ecco, la mia alleanza è con te: diventerai padre di una moltitudine di nazioni. (Gen 17,4). Abramo, mostrandosi disposto a sacrificre il suo unico figlio Isacco: dà una prova di fede così grande, da diventare il modello di ogni credente: Gen 22,1-18.

3) Tappa fondamentale per la formazione del popolo d'Israele, è la liberazione dalla schiavitù dell'Egitto: il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe chiama Mosè e gli dice: «Io stesso ho udito il lamento degli Israeliti, che gli Egiziani resero loro schiavi, e mi sono ricordato della mia alleanza. (Es 6,5). Ai piedi del monte Sinai è suggellato un patto col sacrificio di animali: Mosè prese il sangue e ne asperse il popolo, dicendo: «Ecco il sangue dell’alleanza che il Signore ha concluso con voi sulla base di tutte queste parole!». (Es 24,8; cf. Lc 22,20: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che è versato per voi»).

4) Il passo successivo è rappresentato dalla monarchia, con la promessa di una discendenza eterna per la casa del re Davide. Ricordiamo che Gesù nel Vangelo è chiamato figlio di Davide.

5) Segue il periodo dell'esilio, che purifica le idee troppo materialistiche e terrene di regno, e preannuncia un'alleanza nuova.

Il "credo" o professione di fede del popolo ebreo consiste nel riconoscere l'iniziativa di Dio, che ha stabilito questa alleanza col suo popolo, e lo guida nella storia:

«Tu pronuncerai queste parole davanti al Signore, tuo Dio: “Mio padre era un Arameo errante; scese in Egitto, vi stette come un forestiero con poca gente e vi diventò una nazione grande, forte e numerosa. Gli Egiziani ci maltrattarono, ci umiliarono e ci imposero una dura schiavitù. Allora gridammo al Signore, al Dio dei nostri padri, e il Signore ascoltò la nostra voce, vide la nostra umiliazione, la nostra miseria e la nostra oppressione; il Signore ci fece uscire dall’Egitto con mano potente e con braccio teso, spargendo terrore e operando segni e prodigi. Ci condusse in questo luogo e ci diede questa terra, dove scorrono latte e miele. Dt 26,5-9).

Dio è fedele nonostante le infedeltà del suo popolo –– La storia di questo patto è storia di un Dio fedele nonostante tutto; e di un popolo spesso infedele, e che perciò va incontro a vari guai: pestilenze, carestie, sconfitte, deportazioni. Ma ogni volta Dio gli ridà la possibilità di riannodare l’amicizia, perché: Se noi manchiamo di fede, egli però rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso (2 Tm 2,13). I profeti parlano di Israele come di una sposa che non solo fa qualche scappatella (adulterio), ma addirittura si prostituisce (Os 2,4; Ger 2,20). Ma Dio è come uno sposo fedele e magnanimo, o un padre tenerissimo:

─ Non darò sfogo all'ardore della mia ira, non tornerò a distruggere Efraim, perché sono Dio e non uomo... (Os 11,9); ─ Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto, nella benevolenza e nell'amore, ti fidanzerò con me nella fedeltà, e tu conoscerai il Signore (Os 2,21-22).

─ Ero per loro come chi solleva un bimbo alla sua guancia; mi chinavo su di lui per dargli da mangiare (Os 11,4).



In questo caso Cadei non fa obiezioni specifiche da confutare. Se tuttavia qualcuno lo desidera può fare qualche commento...




Si, in effetti don Cadei non fa obiezioni specifiche e le cose che afferma sono, in larga parte, condivisibili (anche se ci sarebbero subito alcune specificazioni da fare....)

Tuttavia, immagino che il ragionamento di don Cadei non sia concluso, infatti egli si ferma per il momento all' A.T....

Presumo pertanto che don Cadei voglia concludere il suo ragionamento analizzando nello specifico anche il nuovo patto, probabilmente alla prossima trasmissione di Radio Maria....

Per cui, converrà aspettare per consentire a don Cadei di terminare la sua esposizione relativamente ai patti, per poi avere un quadro generale e poter di seguito esporre la nostra visione complessiva al riguardo.....
[Modificato da Aquila-58 01/04/2015 22:03]
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