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Il sondaggio PEW 2007 sul tasso di laureati fra i testimoni di Geova USA

Ultimo Aggiornamento: 23/05/2015 16:11
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27/04/2015 00:27
 
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Cosa 'non dicono' i numeri

Ho scritto un 'pezzo' sulla statistica del Pew Research Center di cui si è tanto parlato in questi giorni, quello che ha indotto i fuoriusciti internettiani all'errore di interpretazione documentato in questa discussione. Chiarito definitivamente quest'ultimo punto, rimane invece da approfondire una questione più pregnante, ovvero quale sia il reale valore informativo di questa indagine del 2007 circa il grado di istruzione universitaria dei testimoni di Geova.

Diversamente dai miei lavori del passato, ho preferito in questo caso 'centellinare' l'articolo in capitoli che ho intenzione di postare nei prossimi giorni / settimane, anziché pubblicarlo tutto insieme. Ciò darà modo di leggerlo, come spero, e anche di correggerlo, con l'aiuto degli altri foristi, e magari pure di qualche diligente lurkatore.

Sono andato a rispolverare i libri del vecchio Comunicazioni Elettriche, glorioso esame universitario di Ingegneria Elettronica, III anno se non erro, che comprendeva una corposa porzione di statistica e di calcolo della probabilità. I ricordi erano abbastanza sbiaditi (risalgono a oltre 20 anni fa) ma non è stato poi difficile rinfrescarli. Per semplificare la lettura ho cercato di bandire o quasi i tecnicismi, anche se non ho potuto evitare il ricorso a qualche formula nella parte centrale, quella di valutazione delle tolleranze in gioco. Dato che sembra piacciano molto, ci ho anche piazzato qualche grafico colorato fatto con Excel, di quelli che mandano in visibilio i fruitori della statistica 'trendy', più attratti dalle colonnine multicolori che dai numeri e dai concetti della vita reale che questi dovrebbero descrivere.


L'articolo si svilupperà su più capitoli:

- introduzione;
- presentazione del sondaggio PEW 2007 sul grado di istruzione dei testimoni di Geova USA;
- considerazioni statistiche sui dati forniti dal sondaggio;
- il ricorso di Introvigne alla statistica del PEW Research Center;
- conclusioni.




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Diario delle modifiche:

26/04/2015 - inserite prime due parti

27/04/2015 - le parti sono state numerate; inserita nota 1 nella parte 2 su svarione dei fuoriusciti sul tasso di abbandono (suggerimento da mp); inseriti nella parte 2 commento e relativa nota su mutua dipendenza fra iscrizioni universitarie e conversioni di persone dotate di istruzione superiore.

29/04/2015 - inserite parti 3 e 4.

30/04/2015 - inserite parti 5 e 6. Sostituita nella parte 2 tabella con riquadro in rosso alla tabella originale. Nella parte 4 aggiunta nota 3 e relativo grafico con le campane gaussiane. Aggiunta nota 5 nella parte 2 (nella categoria 'laureati' si includono sempre anche i post-graduate).

01/05/2015 - inserite parti 7, 8.

02/05/2015 - aggiunta nota 2 in parte 4 (calcolatore parametri) con tabelle e grafici. Lievi correzioni in parte 7.

03/05/2015 - aggiunte figure di 'alleggerimento' all'inizio di alcune parti.

04/05/2015 - aggiunte conclusioni e bibliografia. Articolo completato.
[Modificato da EverLastingLife 17/10/2019 10:12]
27/04/2015 00:46
 
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parte 1


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Premessa. Quest'articolo non è uno studio rigoroso. I passaggi logici e matematici sono esatti, ma a volte tecnicamente semplificati per alleggerire la lettura, come lo sono i concetti statistici ivi espressi.

Abstract. Come tutti i sondaggi, la ricerca PEW del 2007 utilizzata dai fuoriusciti per comprovare un basso numero di laureati fra i testimoni di Geova soffre di errori ed approssimazioni che obbligano a prenderne i risultati con beneficio d'inventario. Ciò non vale solo per i testimoni di Geova, ma anche per altri gruppi religiosi coinvolti nel sondaggio, quali i cattolici, gli hindu e i 'senza affiliazione religiosa'. Anche se preso per buono, esso comunque non dice che i laureati USA testimoni di Geova sarebbero solo del 9%, ma piuttosto che varierebbero fra l'1 ed il 17%, valori ottenuti sommando alla valutazione media il margine di errore percentuale.
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Il sondaggio PEW 2007 sul tasso di laureati fra i testimoni di Geova USA

Cosa 'non dicono' i numeri



[IMG]http://i62.tinypic.com/14so411.png[/IMG]


Fra tutte le scienze umane, la statistica è notoriamente uno dei bersagli favoriti dell’ironia degli intellettuali. Da Easterbrook, che una volta disse che ‘se torturi i numeri, confesseranno qualsiasi cosa’, a Jean Delacour (“Lo statistico è uno che fa un calcolo giusto partendo da premesse dubbie per arrivare a un risultato sbagliato”), passando per gli innumerevoli paradossi, come quello celeberrimo di Trilussa sui polli - vedi immagine sopra - o quello di Bukowski (se uno tiene la testa nel forno e i piedi nel frigorifero, la sua temperatura media è OK), questa scienza, pur essendo molto meno ‘inesatta’ di altre discipline matematiche, quali la meccanica razionale o il calcolo infinitesimale, è da sempre oggetto di un viscerale scetticismo.

La statistica serve o no? Certamente, e non a caso la letteratura dei testimoni di Geova ne fa un uso massiccio. Come tutti gli strumenti umani, la statistica ‘serve’ però solo nella misura in cui fornisce informazioni utili a chi l’adopera; e ciò può avvenire sotto due fondamentali premesse:

- sia nella ‘costruzione’ che nella ‘lettura’, deve valersi di mezzi tecnicamente consolidati e affidabili. Fra questi devono essere compresi gli strumenti che essa stessa mette a disposizione per quantificare l’incertezza che ogni risultato statistico si porta inevitabilmente dietro;

- sia nella ‘costruzione’ che nella ‘lettura’, non dev’essere viziata da malafede.

Malafede? Già. Una ‘malafede statistica’ si può manifestare appunto nell’atto della costruzione dei dati (come nei questionari a risposta multipla nei quali si lasciano volutamente da parte alternative scomode), o nell’atto della loro interpretazione, traendo conclusioni che i numeri non permettono di tirar fuori perché insufficienti a comprovarle, o che non permettono di tirar fuori affatto.
[Modificato da EverLastingLife 04/05/2015 14:15]
27/04/2015 01:02
 
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parte 2


È questo il caso di un sondaggio dell’autorevole istituto di statistica PEW che i fuoriusciti hanno citato a proposito del tasso di istruzione superiore (universitaria) fra i testimoni di Geova. Lo studio non era diretto specificamente ai Testimoni; si riprometteva piuttosto di delineare un quadro generale su opinioni - per lo più su argomenti sociali e politici - e dati di fatto - quali appunto il livello di formazione scolastica o il reddito medio - degli statunitensi per l’anno 2007, e con riferimento particolare alla diversa affiliazione religiosa.

Fra le varie tabelle risultanti da questa indagine, quella che segue ha di fatto monopolizzato l’attenzione generale:

[IMG]http://i60.tinypic.com/1z1767b.png[/IMG]


Abbiamo riquadrato di rosso la riga relativa ai testimoni di Geova.

La tabella è naturalmente in inglese: premettiamo dunque due parole di spiegazione, utili per chi avesse poca dimestichezza con questa lingua. Le colonne numeriche, espresse in quota percentuale, rappresentano cinque diverse categorie:

- Less than High School = % di persone intervistate che avevano un grado di istruzione inferiore al diploma di scuola superiore.

- High School Grad = % di persone intervistate che avevano un diploma di scuola superiore.

- Some College = % di persone intervistate che avevano frequentato l’università, e che non l’avevano portata a compimento al momento dell’intervista. Si tratta della categoria maggiormente variegata e suscettibile di errori di comprensione. Può trattarsi di persone che avevano iniziato l’università in qualche momento del passato, senza conseguire i gradi accademici, o anche che al momento dell’intervista erano ancora degli studenti universitari. Lo studio non sembra dire nulla sulla diversa composizione dei due casi, e, cosa ancora più importante, non dice nulla sulla storia delle eventuali transizioni da una religione all’altra dei soggetti intervistati: si tratta cioè di un dato ‘senza memoria’. Ad esempio una persona avrebbe potuto iniziare a frequentare l’università mentre era cattolico, per poi interromperla (per un motivo qualsiasi), e in seguito convertirsi al buddismo; oppure interromperla dopo la propria conversione al buddismo; o infine, rimanere iscritto all’università prima e dopo la conversione, e risultare ancora iscritto nel momento in cui gli era stata sottoposta l’intervista: in tutti e tre i casi appena segnalati, il suo contributo va ad ingrossare il 26% dei ‘some college’ buddisti, senza tener conto dell'incidenza che i suoi trascorsi da cattolico potrebbero avere avuto sulle sue scelte di prosecuzione degli studi.

- College Graduate = % di persone intervistate che avevano conseguito una laurea universitaria.

- Post-Graduate = % di persone intervistate che avevano conseguito (o, secondo una diversa interpretazione, che avevano iniziato a maturare) una formazione post-laurea, ad esempio quella che in italiano chiameremmo una ‘laurea magistrale’ (quinquennale), o un master universitario, oppure un dottorato di ricerca, o altro ancora.

L’ultima riga quantifica la numerosità degli intervistati per ciascuna categoria.


Ad esempio: Per l’intera popolazione americana (non si dimentichi che l'anno di analisi è il 2007), come ci informa la prima riga della tabella, si avevano:

- 14% di persone che non avevano il diploma di scuola media superiore;
- 36% di diplomati;
- 23% di diplomati, e che avevano iniziato a fare l’università senza [ancora] completarla;
- 16% di laureati;
- 11% di laureati con ulteriore formazione post-laurea.

Il totale è appunto di 100 (14+36+23+16+11).

Per i testimoni di Geova (riga Jehovah’s Witness, la nona partendo dall’alto), si avevano:

- 19% di men che diplomati;
- 51% di diplomati;
- 22% di ‘some college’;
- 6% di laureati;
- 3% di laureati con qualche ulteriore specializzazione accademica.

Da notare che le colonne esprimono concetti che vanno intesi ‘a compartimenti stagni’: ad esempio un ‘laureato’ è a rigor di termini anche un ‘diplomato’, ma un medesimo soggetto, nella tabella PEW, non può essere presente come campione di entrambe le categorie, come comprovato appunto dal fatto che, per ogni riga, i primi cinque valori assommano esattamente a cento punti percentuali.

Ciò che ha scatenato l’interesse dei detrattori dei TdG nei riguardi di questa statistica è il fatto che palesasse due dati utilizzabili rispettivamente pro e contro gli ex-conservi: (NOTA 1)

1) i tdG avrebbero fra le loro file un tasso di ‘some college’ pari al 22%. Il dato segue molto da vicino quello della media nazionale americana (23%), forse troppo da vicino per passare inosservato, e, comunque lo si interpreti, sembra mandare in frantumi le note imputazioni che gli apostati tirano fuori quando si parla di quest’argomento. Quel 22% infatti comprenderebbe, in quali proporzioni non è dato sapere:

- sia testimoni di Geova attualmente o precedentemente iscritti all’università (ma allora…? E il famoso ‘divieto mascherato da incoraggiamento’ in ordine al proseguimento degli studi, il famigerato "condizionamento mentale", l’ottusità massificata, i ricatti morali, le minacce, la persuasione occulta 'onde cotanto ragionammo insieme', che fine hanno fatto?);

- sia persone che l’avrebbero frequentata, in varia misura, in precedenza alla loro conversione (anche questo è strano: ma i testimoni di Geova non convertono solo ‘caproni’?) (NOTA 2) (NOTA 3).

Si tratta quindi di due alternative indesiderabili per i fuoriusciti, con l'aggravante di essere mutuamente dipendenti: se 'tiro il lenzuolo' da una parte ("i tdG studenti universitari devono essere per forza pochi!") mi si scopre dall'altra ("ma così aumentano i convertiti con istruzione universitaria ..."). (NOTA 4)


2) i tdG avrebbero fra le loro file un tasso di laureati molto modesto, il 6%.


Inutile dirlo, questi dati sono stati gestiti in due modi esattamente contrapposti, secondo il funambolismo ‘apostata-style’ al quale siamo da tempo abituati: il 22% nella polvere, il 6% sull’altare.

Il 22% dei some college è stato martoriato, microscopizzato, sminuzzato, passato al setaccio, ridotto a particelle subatomiche, per provare a demolire la tesi – controproducente per i fuoriusciti – per la quale una percentuale così significativa di testimoni di Geova avrebbero messo piede negli atenei.

D'altra parte, il 6% (o 9%, includendo nel novero anche un 3% di testimoni con formazione post-laurea nota 5) dei laureati è stato in quattro e quattro’otto osannato quale prova, lampante perché suffragata dai numeri, della loro refrattarietà ai medesimi, essendo più basso, come si evincerebbe dalla medesima sede, di ogni altra media di laureati: cattolici, ebrei, ortodossi, hindi, per non parlare dei non credenti.

Ergo => in parole povere, i testimoni di Geova americani sono tendenzialmente più ignoranti di tutti i loro connazionali.

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NOTA 1: il parossismo al quale i fuoriusciti possono giungere, per voler rintracciare ovunque e a tutti i costi elementi di critica, si può evincere da questa discussione, nella quale si ricostruisce un clamoroso svarione: alcuni avevano cercato di correlare i some college e i graduate del sondaggio PEW per postulare che il tasso di abbandono universitario fra i testimoni di Geova sarebbe del 70% (uno sproposito). I due dati di partenza sono ovviamente relativi a insiemi di persone disgiunti, e quindi tale stima percentuale è priva di senso logico.

NOTA 2: per una lista parziale di testimoni di Geova eruditi, si veda questo link.

NOTA 3: che poi non sarebbe un punto di demerito. Da quel poco che si può desumere dal Nuovo Testamento, una istruzione medio-bassa rappresentava piuttosto la norma che l’eccezione fra i primi discepoli di Cristo. San Paolo (che aveva studiato da fariseo) e l’evangelista Luca (medico) erano senza dubbio delle singolarità nel panorama della Chiesa primitva. Lo stesso Paolo constatò che ‘non furono chiamati’ (fra i cristiani) ‘molti saggi secondo la carne’ (1 Corinti 1:26).

NOTA 4: Un bel rebus insomma, ma la prima delle due componenti riveste secondo noi interesse maggiore. Uno dei 'cavalli di battaglia' degli apostati è infatti che il Corpo Direttivo dei testimoni di Geova scoraggerebbe la prosecuzione degli studi per impedire ai giovani di estendere i propri orizzonti mentali, 'crescendo' intellettualmente oltre i dettami della propria organizzazione religiosa. Non è irrilevante, quindi, che un così elevato numero di essi si iscriva comunque all'università.

NOTA 5: Nel seguito dell'articolo, la percentuale dei laureati si intederà (salvo avviso contrario) in questa accezione: laureati con o senza formazione post-laurea, e quindi per i testimoni di Geova 9% (e non 6%). Lo stesso per le altre confessioni coinvolte del sondaggio.
[Modificato da EverLastingLife 30/04/2015 19:38]
27/04/2015 01:36
 
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parte 3


A cosa serve un sondaggio, e come si fa


[IMG]http://i61.tinypic.com/rupcax.jpg[/IMG]


Qualcuno ha affermato che le indagini statistiche si dividono in due categorie: le indagini serie, e i sondaggi. Se tale affermazione sia più esagerata che pertinente, o piuttosto il contrario, lo si potrà decidere dopo aver letto qualche nozione molto elementare sui sondaggi e sull’uso che ne è stato fatto in questo caso.

Si può istituire un sondaggio per le finalità più disparate: dalle ricerche politico/elettorali all'indagine pubblicitaria; lo si può fare per motivazioni sociali, commerciali, ludiche o per mera curiosità; per cercare di prevedere quante possibilità avrebbe un nuovo gusto di yogurt di conquistarsi un'adeguata fetta di mercato, piuttosto che per soppesare il tasso di xenofobia di una cittadinanza. Di solito i sondaggi non verificano stringenti requisiti di accuratezza, e di conseguenza non pretendono di rivelare la verità nuda e cruda: sono appunto solo delle sonde, 'scandagli' che gli agenti statistici inseriscono in un sistema per avere una idea più o meno pallida della fenomenologia che intendono analizzare.

Il modo più semplice per studiare statisticamente una certa realtà è appunto quella dell’intervista ad un campione aleatorio (cioè ad un insieme casuale) di persone. La figura dell’intervistatore porta-a-porta che vediamo conversare con una casalinga nelle vignette umoristiche appartiene decisamente al passato: oggi i sondaggi vengono condotti o telefonicamente, oppure attraverso Internet e le numerose piattaforme che si appoggiano su quest’ultima.

Per capirci, ancoriamoci ad un esempio immaginario: vogliamo determinare quale sia la percentuale di napoletani che amano il sushi, la nota pietanza orientale a base di pesce crudo. L’ultimo censimento ci informa che il capoluogo campano ha una popolazione che è di non molto inferiore al milione di unità: supponiamo per semplicità che sia proprio di un milione. Tra parentesi, ‘popolazione’ è anche il nome che si dà in statistica all’insieme degli elementi oggetto dell’indagine.

È ovvio che l’unica possibilità di avere una percentuale precisa in assoluto sarebbe quella di intervistare nella sua interezza questo milione di napoletani, uno per uno. Ciò, oltre ad essere di fatto impossibile, non è nemmeno necessario e per la verità (se si eccettuano i casi in cui la ‘popolazione’ abbia una numerosità irrisoria) non si fa mai. Per rispondere al quesito non è necessario intervistare un milione di persone, come non è necessario intervistarne mezzo milione, o centomila.

Si sarebbe portati a pensare che raccogliere la risposta al quesito ‘ti piace il sushi?’ per centomila persone risulterebbe molto più accurato che raccoglierlo per sole mille. Altra supposizione ingenua sarebbe che la precisione della stima proceda in modo proporzionale con la cardinalità (= numerosità) del campione, e quindi che, se intervistassimo duemila partenopei, ovvero ne intervistassimo quattromila, nel secondo caso avremmo una percentuale che è ‘due volte’ più attendibile che nel primo caso.

Nulla di più falso. Se si definisce oculatamente il ‘campione’ di intervistati, e il loro numero, è possibile dimostrare in realtà che aggiungere altre interviste al numero fissato, anche molte di più, non porta alcun sensibile contributo di attendibilità, nè di precisione, al risultato.

Nel caso in oggetto, si tratta di decidere quanti abitanti di Napoli ‘basta’ intervistare per avere una stima attendibile del gradimento della totalità dei napoletani sul sushi. Sarebbe sufficiente intervistarne un paio di centinaia presi a caso, sul totale di un milione?

È un po’ l’operazione che si è fatta nel caso del sondaggio PEW. In pratica, se non fosse chiaro, il sondaggio PEW è stato condotto nella seguente maniera: abbiamo telefonato a poco più di 35.000 americani presi a caso. È risultato che, di essi, poco più di duecento erano testimoni di Geova (o si professavano tali (NOTA 1)). Di questi ultimi, una ventina scarsa hanno dichiarato di possedere almeno una laurea universitaria (il 9% di 211 fa 19). Possiamo arguire sulla base di questo calcolo che in tutti gli USA solo 9 testimoni di Geova su 100, per un totale che si aggira sui 90.000, sarebbero laureati?


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NOTA 1: questo inciso non è pleonastico, e merita almeno una riflessione. Secondo i dati diffusi dai testimoni di Geova, nel 2007 vi era un testimone di Geova su 275 americani. Da questo sondaggio risulta invece che, degli intervistati, all’incirca uno su 175 si dichiarava testimone di Geova, che corrisponde ad una incidenza di molto superiore alla precedente. È possibile che un gran numero di intervistati (es. membri non praticanti di una famiglia di testimoni di Geova, studenti, simpatizzanti), si sia qualificato come tale senza esserlo?
[Modificato da EverLastingLife 05/05/2015 10:47]
28/04/2015 20:34
 
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parte 4


La risposta, ovviamente, è: ‘dipende da quanto si vuole che sia accurata tale stima’. Ogni calcolo statistico reca sempre con se un ‘errore’, dove l’errore non è inteso nell’accezione comune (= sbaglio), ma è una tolleranza entro la quale si deve ‘leggere’ il risultato. L'errore di cui parliamo è di solito espresso in quota percentuale (errore percentuale), come le altre grandezze in gioco.

Nel nostro esempio, se si riuscisse effettivamente a porre a tutti i napoletani (circa un milione) la domanda dell’indagine, e nell’ipotesi (anch’essa non realistica, cosa di cui faremo cenno in seguito) che le risposte siano tutte veritiere, si avrebbe un margine di errore percentuale dello 0%: il risultato è esatto e attendibile al di là di ogni dubbio. Se all’opposto ponessimo la domanda ad un solo abitante di Napoli, indipendentemente dalla risposta, avremmo un margine di errore del 100%: è ovvio che il suo parere non sarebbe statisticamente rappresentativo di quello di tutti i suoi compaesani, e, di fatto, il risultato è inutilizzabile.

Che accade in tutti i casi intermedi? Che margine di errore si ottiene nell’intervistare cento, duecento, mille, diecimila, cinquecentomila napoletani e nell’assimilare il risultato alla reale percentuale cittadina di apprezzamento del sushi?

Esistono diverse formule che permettono di calcolare questo margine di errore. Una delle più comuni è la seguente:

[IMG]http://i62.tinypic.com/2i8eyci.png[/IMG]


La matematica è notoriamente poco amata, anche da parte di persone coltissime, e soprattutto lo è quella che fa uso più di simboli che di numeri; ma qualche parola di spiegazione è indispensabile (ovviamente semplificheremo il più possibile le questioni in gioco).

Questa formula, come si diceva di largo utilizzo, stima un margine di errore al 95%. Questa percentuale è detta anche intervallo di confidenza: il risultato infatti è ‘fidato’ perché possiamo essere ragionevolmente sicuri (al 95%, appunto) che esso rispecchi la realtà anche per quella parte di popolazione che non abbiamo intervistato. (Come vedremo, per ‘risultato’ non intendiamo però un singolo numero, quanto piuttosto un intervallo di valori). (NOTA 1)


Le due variabili che compaiono a destra sono:

1) PR, che rappresenta la percentuale che risulta dal sondaggio.

2) N, che è la numerosità del campione.


Ad esempio, se si applicasse questa formula al caso del sondaggio PEW, otterremmo:

- N = 211 (intervistati testimoni di Geova)
- PR = 9% (percentuale di testimoni di Geova laureati rilevata dal PEW. Si tenga presente che nella formula le percentuali sono espresse in frazione unitaria: 9% = 0,09)

Ne risulta un margine di errore di circa 4% (0,038). NOTA 2.


Questo ci dice che, se si prende per buono questo margine e il modo in cui è stato valutato, la percentuale dei laureati USA non è esattamente del 9%, ma è in un intervallo compreso fra il 5% ed il 13% (9 ± 4%) NOTA 3.

Da notare che tutti i valori compresi in questo intervallo hanno analoga verosimiglianza: l’elemento centrale dell’intervallo (9%), come vedremo meglio nella successiva sezione, ha sì una probabilità maggiore degli altri, ma non li domina in una misura statisticamente rilevante. Ergo, i laureati TdG americani potrebbero essere del 5%, come del 9%, come del 13%, praticamente con la stessa probabilità. Per capire questo punto, si supponga di estrarre a caso da un sacchetto di fagioli contenente 100 fagioli bianchi, 99 fagioli neri e 99 fagioli rossi: esiste una probabilità di poco maggiore che il fagiolo estratto sia bianco, ma le tre possibilità sono di fatto quasi equivalenti. NOTA 4


Vediamo ora che cosa dichiara lo stesso PEW a proposito dell’errore con il quale dev’essere considerata la "famigerata" statistica del 9%.



_____________________________________________________________

NOTA 1: Il concetto di intervallo di confidenza è molto importante, dato che in teoria, intervistare anche un campione numericamente elevato di persone potrebbe portare a risultati errati. Ad esempio, supponiamo che a Napoli solo cinquemila persone amino il sushi (è nota la devozione che i partenopei hanno per la propria, storica tradizione culinaria!) e che l’intervistatore, per un caso incredibilmente sfortunato, ‘peschi a caso’ proprio in questo sottoinsieme: gli risulterebbe una percentuale di gradimento "napoletano" del sushi del 100%.

Chiaramente ciò è irrealistico; meno lo sarebbe invece supporre che l’insieme di intervistati non sia rappresentativo della realtà, e per qualche “errore di campionamento” (es.: condurre il questionario solo fra gli strati più elevati della società, che sono di norma meno refrattari alla cucina etnica) una percentuale di essi molto elevata, anche se non del 100%, risponderà di sì. Questa stima risulta contraria all’esperienza diretta, la quale porterebbe a ritenere che la percentuale cercata, per le ragioni esposte, sia relativamente bassa (si tratta cioè di un sondaggio a tesi).



NOTA 2: sul sito surveysystem.com è presente un semplice automa con il quale ci si può 'divertire' (in mancanza di svaghi migliori!) a calcolare in automatico il sample size needed (dimensionamento del campione) in funzione del confidence interval (margine di errore desiderato) e di una data popolazione. Il livello di confidenza può essere fissato al 95%, come nel caso dei calcoli PEW, o al 99%.

Ecco ad esempio la maschera del calcolatore con i dati di input 7 (margine di errore desiderato) e 1.000.000 (popolazione, una buona approssimazione sia del nostro esempio napoletano che del numero di testimoni di Geova americani). Ne viene fuori 196: in queste ipotesi è sufficiente un campione di meno di 200 interviste. Il margine di errore può essere inserito sia in forma di frazione unitaria (0,07) che nel più comune formato percentuale (7), dato che l'automa non distingue fra i due casi.

[IMG]http://i59.tinypic.com/5c0q9y.png[/IMG]

Nella pagina non sono specificate le formule usate dall'automa, e i valori dei parametri in gioco risultano differenti da quelli da noi ricavati nell'articolo; ma il calcolatore va benissimo per un'analisi di massima del fenomeno.

Nell'immagine che segue abbiamo riportato una tabella con la variabilità del campione richiesto per un margine di errore variante tra l'1 ed il 10%, ed il relativo andamento grafico interpolato. Ad esempio, se si desidera un margine di errore dell'1%, occorre intervistare oltre 9500 persone. Al ridursi delle pretese sulla precisione della stima (asse orizzontale: aumenta il margine di errore), diminuisce sensibilmente la dimensione dell'insieme delle interviste che è necessario condurre.

[IMG]http://i60.tinypic.com/2qlako9.png[/IMG]

Una ulteriore maschera della stessa pagina permette di valutare, dopo aver fissato la stima percentuale (nel nostro caso: ratio laureati USA testimoni di Geova secondo il PEW = 9%), la decrescita dell'errore percentuale all'aumentare del campione. La tabella ed il grafico che seguono sono ottenuti da questa seconda maschera. Per avere un margine di errore come quello ottenuto per i cattolici (1,5%), occorrerebbe secondo questo calcolatore un campione di 1400 persone (penultima riga della tabella, in grassetto), superiore di quasi 1200 unità a quello, esiguo, sul quale il PEW ha ottenuto le sue più diverse conclusioni.

[IMG]http://i61.tinypic.com/34pct3k.jpg[/IMG]



NOTA 3: peraltro nulla vieta di applicare l’errore individualmente alle due componenti (6% graduate, 3% post graduate), ottenendo margini di errore rispettivamente del 3% e del 2%, e di comporre i due risultati in uno solo. Ciò porta ad un valore massimo di laureati superiore di un punto percentuale a quello valutato: 14% invece di 13%. In questa economia, considerando gli estremi superiori degli intervalli di variabilità che sono quasi equiprobabili al valore centrale, il 6% di graduate può aumentare fino 9% (6% + margine di errore del 3%) ed il 3% dei post-graduate può aumentare fino al 5%. Sommando le due componenti, abbiamo un valore massimo plausibile per numero di laureati americani tdG del 14% (9+5). L’operazione anzidetta è lecita, perché le due componenti graduate e post-graduate appartengono ad insiemi ad intersezione vuota. Nel seguito tuttavia rinunceremo a questa vantaggiosa alternativa, facendo sempre l'assunto di applicare il margine alla somma delle due componenti.


NOTA 4: per i lettori non a digiuno di teoria della probabilità, nel caso in esame la concentrazione può essere raffigurata ricorrendo a grafici non dissimili dalle ben note campane di Gauss utilizzate per le concentrazioni normali. Nel grafico che segue (che è puramente qualitativo),

- il diagramma rosso corrisponde ad una distribuzione nella quale lo scostamento intorno al valore percentuale centrale, che qui è la media dei laureati secondo il PEW (ad esempio il 16% nel caso dei cattolici), è basso e la fluttuazione intorno alla media risulta contenuta, rendendo molto probabili - come si evince dal valore in ordinata, del 90% - ed equiprobabili fra loro, i valori di questo intervallo (14,5% - 17,5%) e poco probabili tutti i valori esterni allo stesso.

- il diagramma azzurro descrive il fenomeno per cui, come avviene per le stime PEW sui testimoni di Geova, il margine di errore è elevato. Ciò crea una zona di incertezza molto estesa (colorata in GIALLINO) nella quale un'ampia gamma di valori risultano equiprobabili (dall'1 al 17% nel caso dei testimoni di Geova), oltre che poco probabili in assoluto (valori in ordinata intorno al 20%).


[IMG]http://i61.tinypic.com/2ldhy11.png[/IMG]

[Modificato da EverLastingLife 02/05/2015 19:01]
28/04/2015 20:39
 
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parte 5


Gli "errori" del sondaggio PEW


[IMG]http://i58.tinypic.com/nzozlc.jpg[/IMG]


Lo studio del PEW Research Center è corredato di un lungo opuscolo esplicativo in formato pdf che si può scaricare a questo link:

religions.pewforum.org/pdf/report-religious-landscape-study-...

Nell’appendice 4 del medesimo troviamo descritti i capisaldi della metodologia adoperata per condurre il sondaggio. Particolare interesse riveste la tabella 2 dell’appendice 4, che riporta l’errore percentuale associato alle stime per ciascun gruppo religioso. La indichiamo di seguito.


[IMG]http://i59.tinypic.com/og9vlf.png[/IMG]


Una reazione da ‘salto sulla sedia’ sarebbe, a questo punto della fiera, del tutto naturale. Come si nota dal riquadro rosso, il PEW assegna alle stime dedicate ai testimoni di Geova (incluse quelle che riguardano il grado di istruzione) un margine di errore del 7,5%, notevolmente superiore al valore da noi calcolato nel paragrafo precedente. I motivi di tale differenza non ci sono noti; è possibile che sia stata adoperata una diversa formula, che può aver tenuto conto di fattori che ci sfuggono.

Quello che ci preme è constatare l’impatto, più che rilevante, che questo margine riveste sulle risultanze. Di fatto, il PEW non afferma che la percentuale di laureati fra i testimoni di Geova negli USA sia del 9%, ma che essa ‘fluttui’ in un range che varia fra l’1% ed il 17% (per semplicità abbiamo arrotondato il mezzo punto principale ad una unità). Valori estranei a questo intervallo sono improbabili, e lo sono quanto più ci si allontana dai suoi estremi. Ad esempio è improbabile che i laureati testimoni di Geova siano il 20%, ed è praticamente impossibile che siano nella quota del 50%.

Come già detto in precedenza, è da sottolineare che, in fatto di probabilità di occorrenza, tutti i valori di questo intervallo sono praticamente equivalenti: non si può ragionevolmente ‘preferire’ un valore all’altro, e le motivazioni di questa incertezza risiedono proprio nella povertà numerica del campione. I risultati che ne vengono fuori sono “accettabili”? Lo sono nella misura in cui lo è la seguente affermazione: ‘negli USA, su 100 testimoni di Geova potrebbe esserci un solo laureato, come potrebbero essercene 17’.


Abbiamo riportato i dati PEW sul margine di errore nella tabella Excel che segue, traducendone in italiano i termini inglesi. Ciò ci permetterà di fare una interessante considerazione.

[IMG]http://i60.tinypic.com/dbtc89.jpg[/IMG]

L’ordine delle righe in questa tabella rispecchia quello del PEW. Ora facciamo una banale operazione: utilizzando gli strumenti automatici di Excel, ordiniamo la colonna ‘Numero intervistati’ in senso crescente.

[IMG]http://i60.tinypic.com/2vkdd10.png[/IMG]

Il fenomeno è evidente: come indicato dalla frecce rosse, ordinando la colonna del ‘numero intervistati’ in senso crescente, la colonna sul margine di errore viene ordinata automaticamente in senso decrescente, ed è esattamente quanto ci aspettiamo: più persone intervistiamo, meno grossolana risulta la stima che ne viene fuori. Il dato dei cattolici ad esempio, in virtù della consistenza del campione, presenta un errore del tutto tollerabile (±1,5%). Questo è come dire che il numero di laureati (graduate) cattolici americani, nel momento del sondaggio, piuttosto che essere esattamente del 16%, variava fra il 14,5 ed il 17,5% (16 ± 1,5%), un intervallo meno ampio (e quindi più utile a fini speculativi) di quello che le stime PEW autorizzano ad associare ai testimoni di Geova.
[Modificato da EverLastingLife 03/05/2015 11:24]
30/04/2015 00:35
 
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parte 6


Gli istogrammi che seguono permettono il raffronto grafico fra i due diversi aspetti del fenomeno. Nei due grafici la barra che riguarda i testimoni di Geova (colorata in rosso) è quasi indistinguibile, per esiguità del campione, nel primo caso, e risulta invece una delle più alte, nel secondo.

[IMG]http://i59.tinypic.com/2dmfvyd.png[/IMG]

[IMG]http://i61.tinypic.com/30j2mp5.png[/IMG]


Da notare che l’inadeguato dimensionamento di alcuni campioni solleva legittimi dubbi sulle stime associate ad altri gruppi religiosi, oltre che su quelle dei testimoni di Geova. Prendiamo ciò che scaturisce dal sondaggio sul conto degli hindu residenti negli USA: sembra che il 74% di essi (qualcosa come tre su quattro) siano in possesso di una laurea, e quasi il 50% (uno su due) avrebbe conseguito, oltre ad una laurea, una ulteriore specializzazione universitaria. Francamente, è impossibile non trovare quanto meno singolari queste conclusioni.


Sempre l’appendice dello studio PEW dedicata alla metodologia di indagine ci fornisce ulteriori spunti di riflessione: “It is important to remember that sampling fluctuations are only one possible source of error in a survey estimate. Other sources, such as respondent selection bias, questionnaire wording and reporting inaccuracy, may contribute additional error of greater or lesser magnitude.
I sondaggisti del PEW in pratica ammettono che il dimensionamento del campione (che si riverbera, nel caso dei tdG, in un errore percentuale del 7,5%) non è l’unico possibile iniettore di errori in una statistica del genere: ve ne sono altri che possono incidervi in misura significativa, ad esempio una formulazione non chiara e/o una errata comprensione della domanda. Come è noto, anche l’incidenza di questi errori decresce considerevolmente solo all’aumentare del campione - dato che tali errori, con l’aumentare delle interviste, finiscono con l’annullare vicendevolmente i propri effetti - e come detto più volte, non è sicuramente il caso dei testimoni di Geova.

C’è da considerare anche che le alternative di questa specifica domanda ‘soffrono’ di una caratterizzazione incrementale, e quindi di una relazione di dipendenza diretta (nella teoria della probabilità si parlerebbe di dati non scorrelati). Si rifletta ad esempio su quanto segue: nel caso specifico la domanda era What is the last grade or class that you completed in school? , ovvero all’incirca: “qual è l’ultimo titolo di studio che hai conseguito o corso scolastico che hai completato?” Il quesito cela fra l'altro un’evidente insidia di malinteso a proposito della categoria some college. Chi ha frequentato l’università solo per un anno o due, senza arrivare a laurearsi, di fatto non ha ‘completato’ alcunché e quindi la risposta tecnicamente esatta alla domanda sarebbe che si è solo ‘diplomato’. È quindi possibile che almeno qualcuno abbia equivocato una simile domanda, rispondendo ‘High School Grad’ (= sono diplomato) quando avrebbe dovuto dire ‘Some college’ (= ho fatto un po’ di università), laddove, per il modo in cui è formulata la domanda, è improbabile che qualcuno abbia commesso l’errore contrario.
[Modificato da EverLastingLife 30/04/2015 01:24]
30/04/2015 00:40
 
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parte 7


Rappresentiamo ulteriormente i dati forniti dal PEW utilizzando un grafico a dispersione (in pratica, nient'altro che rappresentazioni puntiformi in coordinate cartesiane. Per rendere più chiari i diagrammi, i punti sono stati sostituiti a dei rettangoli di ampiezza 1 centrati intorno al valor medio).


[IMG]http://i60.tinypic.com/33p566c.png[/IMG]

Il grafico è facile da leggere: ad esempio per il Protestantesimo Evangelico (ultima riga) risulta una media di laureati del 20%.

Fa una certa impressione vedere il puntolino (rosso) relativo alla media graduate dei testimoni di Geova in un grafico del genere, che sembra trovarsi in afflitta solitudine appena sotto il livello del 10%. Sostituiamo però, più correttamente, alle medie calcolate dal PEW delle barre che tengano conto dell'errore percentuale. Ci aspettiamo di trovare delle barre più lunghe per quelle confessioni cui il PEW associa un margine di errore più elevato, come appunto nel caso dei Testimoni.


[IMG]http://i61.tinypic.com/2rpsgno.png[/IMG]

Anche la lettura di questo grafico è agevole: ad esempio, la barra (rossa) dei testimoni di Geova corrisponde, questa volta, all'intervallo di laureati 1% - 17% ottenuto applicando il margine di errore percentuale (arrotondato all'unità più vicina: 7,5% -> 8%; lo stesso è stato fatto per tutte le altre religioni) alla media del 9%. Ripetiamo ancora, a scanso di equivoci, che tutti i valori di questo intervallo hanno pari occorrenza (hanno pressoché tutti la stessa probabilità).

Ciò autorizza ad esempio, prendendo solo alcuni dei gruppi religiosi del grafico, a considerare la seguente sestina di possibili valori (rappresentata, nell'ultimo diagramma, da una sottile linea rossa che percorre le sei barre):

- musulmani: laureati 14%
- protestanti black church: laureati 15%
- testimoni di Geova: laureati 17%
- evangelici: laureati 18%
- mormoni: laureati 23%
- cattolici: laureati 24%

Si tratta di una combinazione di valori che il sondaggio PEW, per le approssimazioni con le quali è stato condotto, permette di considerare come del tutto possibile. Essa non è né meno veritiera, né meno onesta, di qualunque altra, ad esempio quella che si otterrebbe considerando per ciascuna barra il valore medio, oppure quello massimo. Da tale combinazione risulterebbe per i testimoni di Geova un tasso di laureati superiore a quello di islamici e protestanti del ramo black church, inferiore di un solo punto percentuale rispetto a quello degli evangelici, e di pochi punti percentuali rispetto a mormoni e cattolici.


Il secondo diagramma comunque dovrebbe rendere evidente, anche nei riguardi dei lettori più prevenuti, che il sondaggio PEW trae conclusioni tali da lasciare scontento più d'uno; e questo indipendentemente dall'impatto del margine di errore. A parte il già citato caso degli hindu, che a sentire quelli del PEW costituirebbero praticamente un empireo di portenti umani, è impossibile non notare il tasso di lauree fra i cattolici piuttosto esiguo rispetto alle previsioni (di fatto uno dei più bassi - e si noti che in questo caso non si può invocare il 'peccato originale' di un margine di errore fuori misura); e questi sono a loro volta di poco distaccati dai 'senza affiliazione', il che, se dobbiamo prendere per oro colato gli esiti del sondaggio, manda in fumo il ben noto teorema per cui lo scetticismo in fatto di fede sarebbe un alleato naturale dell'erudizione.



Un'ultima e doverosa considerazione. L'inadeguatezza statistica del campione dei testimoni di Geova rende inapplicabili molte delle ipotesi qualitative del sondaggio, quali la congettura per cui la scelta di intervistare sempre il componente di sesso maschile più giovane di ciascuna famiglia assicurerebbe una certa uniformità nella distribuzione dell'età dei partecipanti. Per l'intero insieme degli intervistati (oltre 35000), tale distribuzione può essere rappresentata attraverso il seguente diagramma a torta:

[IMG]http://i62.tinypic.com/2vm7sz6.png[/IMG]

dal quale si evince che gli under/over 34 stanno nel rapporto 30%-70%. Immaginare che queste proporzioni, valide per i grandi numeri in gioco, sarebbero rispettate con adeguata approssimazione anche per il minuscolo campione dei testimoni di Geova, costituisce ovviamente un arbitrio illusorio.


[Modificato da EverLastingLife 05/05/2015 10:58]
01/05/2015 23:55
 
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parte 8


Introvigne ed il ricorso al sondaggio PEW

[IMG]http://i57.tinypic.com/34dok1s.jpg[/IMG]


Uno degli argomenti enunciati dai fuoriusciti a sostegno dell'uso strumentale di questo sondaggio risiede nella circostanza per cui l'avrebbe utilizzato anche il sociologo Massimo Introvigne, riconosciuto esperto di fama continentale di movimenti religiosi, in alcuni suoi libri.

Naturalmente, se anche qui Introvigne avesse sbagliato, ciò non direbbe nulla del valore complessivo della sua opera; ma logica ed equilibrio riescono completamente inutili quando, dibattendo coi fuoriusciti, si tira fuori questo studioso: tanto vale saperlo. Da oltre vent'anni Introvigne rappresenta infatti un "problema" per gli ex-testimoni di Geova dissidenti, essendo note le sue prese di posizione contro il valore delle testimonianze apostate come fonte d'informazione (si vedano i numerosi esempi documentati qui). Parimenti noto è l'approccio equivoco (a dir poco) da parte degli stessi fuoriusciti nei riguardi della 'fonte' Introvigne, qualificato alternativamente come 'maggior esperto internazionale di religioni ' e 'apologeta delle sette'; etichettato con titoli lusinghieri quando serve, quali 'rispettabilissimo', 'serio', 'corretto' e 'in gamba' ma anche con lo squallido 'amico dei tdG internettiani' (si vedano alcuni esempi in questa discussione).

Ad ogni modo, nel suo recente libro "I Testimoni di Geova. Chi sono, come cambiano" (ed. Cantagall, 2015) il dott. Introvigne scriveva le seguenti considerazioni, mutuate a quanto pare dal sondaggio che è oggetto del presente articolo: "Secondo la citata ricerca del 2008 sulle religioni americane, il 23% degli statunitensi aveva frequentato - senza necessariamente laurearsi - un'università. Per i Testimoni di Geova questa percentuale era il 22%, molto vicina alla media nazionale e superiore a quella dei cattolici (21%). Rimaneva però inferiore alla media nazionale - per quanto salita dal 5% al 6% - la percentuale dei Testimoni di Geova laureati, mentre quella dei cattolici corrispondeva esattamente alla media nazionale del 16%" (grassetto mio). E' da notare che in questo caso Introvigne, più che esprimere 'certezze' altalenanti secondo la convenienza del momento, come d'uso nella letteratura apostata, si limita a dire che quei dati sono il risultato di un sondaggio.

Introvigne usa poi questi dati a riprova dell'affermazione per cui l'atteggiamento dei dirigenti dei testimoni di Geova sull'istruzione universitaria sarebbe cambiato dopo il 1995. Ciò, pur non essendo esatto, non è nemmeno "lunare". Si noti questa serie di osservazioni, pubblicate dai testimoni di Geova da quell'anno in poi:



"Quando un sorvegliante viaggiante suggerì ai genitori di cercare di aiutare almeno un figlio a iniziare il ministero a tempo pieno, loro pensarono a Josué. Essendo un ottimo studente, Josué ricevette una borsa di studio statale per studiare ingegneria. Dopo un anno e mezzo di università accettò l’invito a partecipare alla costruzione della sede nazionale dei testimoni di Geova della Repubblica Dominicana." - Torre di Guardia del 15/02/1995, pag 25.

“[i testimoni di Geova] sono persone appartenenti a tutti gli strati sociali, che esercitano le professioni più diverse: i loro figli frequentano la scuola pubblica e l’università”. - I testimoni di Geova: Cosa dovete sapere, 1996.

"Ogni genitore pone dinanzi ai figli gli indirizzi che ritiene migliori, a prescindere dal valore che ad essi possono dare gli altri… fra i Testimoni, come entro altre aggregazioni, ci sono persone che sono impegnate nelle attività produttive più varie (professionisti, operai, artigiani, ecc.), diplomate o laureate, avendo conseguito il titolo di studio sia prima che dopo aver abbracciato la fede dei Testimoni… L’istruzione universitaria rimane una libera scelta di cui sono arbitri unicamente i giovani e i loro genitori… I Testimoni, guidati da principi come 2 Pietro 2:11 o Romani 12:16, non ambiscono alla fama, è vero, ma questo non significa affatto che chi vuole proseguire gli studi non possa fare le sue libere scelte". - I testimoni di Geova in Italia, 1998.

"Alcuni cristiani hanno riscontrato che proseguire gli studi, andando all’università o seguendo corsi professionali, li ha aiutati a provvedere ai bisogni materiali della propria famiglia… Chi sente il bisogno di andare oltre l’istruzione fondamentale per raggiungere questo obiettivo dovrebbe valutare i pro e i contro. Uno dei possibili vantaggi e’ quello di trovare un lavoro che permetta di sostenere se stessi e la propria famiglia in modo adeguato pur svolgendo con zelo il ministero cristiano". Svegliatevi! del 08/03/1998, pag. 20.

"Mi iscrissi all’Università di Toronto e nel 1940 decisi di frequentare la facoltà di giurisprudenza… Il 10 febbraio 1941 simboleggiai la mia dedicazione a Geova Dio con il battesimo in acqua. Volevo iniziare subito l’opera di pioniere. Tuttavia Jack Nathan, che allora aveva un ruolo di spicco nell’opera di predicazione in Canada, mi incoraggiò a completare gli studi. Così feci e nel maggio 1943 mi laureai, dopo di che cominciai il servizio di pioniere". Svegliatevi! del 22/04/2000, pag 18, 19.

"Nel frattempo, nel 1974, mi ero laureato in medicina. Avevo deciso di fare il medico generico, ma in seguito, dopo avere riflettuto ulteriormente sulla cosa, decisi di diventare chirurgo perché in questo modo sarei stato di maggiore aiuto ai miei fratelli cristiani. (Atti 15:28, 29) Così nei successivi tre anni mi specializzai in chirurgia". Svegliatevi! del 22/08/2000, pag 13.

"Se tu e i tuoi genitori ritenete che dopo le superiori faresti meglio a proseguire gli studi, assicurati che il motivo non sia fare un sacco di soldi ma sostenerti nel ministero e magari svolgere il servizio a tempo pieno". Giovani – Come impiegherete la vostra vita?, pag. 4, 2014.




Nelle pubblicazioni della Watch Tower Society non si trovano quindi, a proposito dell'istruzione universitaria, solo indicazioni ed esperienze 'a senso unico', come è stato chiaramente dimostrato.
[Modificato da EverLastingLife 03/05/2015 15:16]
01/05/2015 23:56
 
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parte 9

Conclusioni


Da tutto questo 'spiegone' rimane tagliata fuori una domanda: perché mai i fuoriusciti si affannino tanto a cercare prove a sostegno dell'idea per cui vi sarebbero pochi laureati fra i propri ex-correligionari. Si tratta chiaramente di un enunciato poco meno che razzista, ennesima puntata della 'serie' che ben conosciamo; i testimoni di Geova sono malati di mente, hanno una modesta estrazione sociale, un basso reddito, hanno fatto poche scuole e altre 'signorili' annotazioni.

Si è visto comunque che è vano cercare di dimostrare l'asserto avvalendosi di un sondaggio come questo, il quale, oltre a riguardare i soli testimoni di Geova statunitensi e ad essere nel momento in cui scriviamo (2015) già datato, soffre di handicap evidentissimi. Anche per la norma dei sondaggi, i quali, pur quando ben costruiti, forniscono non di rado risultati mendaci. Questo è evidente ad esempio in campo politico, ove i sondaggi (intenzioni di voto, proiezioni, exit polls ecc) sono famosi proprio per il loro brutto vizio di fornire previsioni poi smentite dalla realtà. Peraltro proprio i fuoriusciti dovrebbero ben conoscere questo status quo, in considerazione delle 'manifestazioni' organizzate sulla scia di sondaggi dagli esiti entusiastici, e che poi risultano in riuscite ben magre.

Tanto varrebbe procedere per esperienza diretta: prendere quattro congregazioni americane a caso, magari dislocate alle quattro estremità cardinali per dare alla 'ricerca' una parvenza di ampio respiro, che assommino complessivamente a 211 proclamatori, contare il numero di laureati, valutare la quota percentuale e prendere il risultato come valido per l'intera patria dello zio Sam. Se questo può essere definito un 'metodo della nonna', cercare di contrapporvi un sondaggio come quello del PEW significa invocare... un 'metodo della zia'. Naturalmente si è liberissimi di aggiungerlo al proprio 'carnet', purché si sappia che ciò equivale ad inserire nel novero un assegno falso, o, per dir meglio, una banconota finta di quelle del Monopoly.
[Modificato da EverLastingLife 05/05/2015 10:55]
03/05/2015 22:32
 
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Bibliografia


Statistica per le decisioni, D.Piccolo, Il Mulino, Bologna 2010

Lezioni di Teoria dei Segnali, E.Conte, Liguori, Napoli 1996

I testimoni di Geova: già e non ancora, M.Intovigne, Elledici, Torino 2002

I Testimoni di Geova. Chi sono, come cambiano, M.Introvigne, Cantagalli, Siena 2015

U.S.Religious Landscape Survey - Religious Affiliation: Diverse and Dynamic, PEW Research Center, USA 2008


Il sito del PEW Research Center:

www.pewresearch.org/


Proponiamo anche una raccolta di siti internet, di carattere divulgativo, utili per l'apprendimento dei pochi elementi di statistica impiegati in questo articolo:

it.surveymonkey.com

it.surveymonkey.com/mp/sample-size/

www.surveysystem.com

www.quadernodiepidemiologia.it/epi/freq/ip_ic.htm

www.epicentro.iss.it/stumenti/SampleSize.asp


03/05/2015 23:28
 
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Grazie ELL... io non sono uno statistico e la tua considerazione è davvero rigorosa. Però lasciami dire che già ad un primo sguardo i commenti dei nostri detrattori, pieni di pregiudizio e livore personale, erano palesemente scentrati!

Shalom [SM=g27985]
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Sijmadicandhapajiee, gente per cui le arti stan nei musei - Paolo Conte

FORUM TESTIMONI DI GEOVA
04/05/2015 00:19
 
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Forse non farà testo ma nella mia congregazione ci sono 4 laureati, altri 2 si stanno laureando ed un altro, terminato il liceo, continuerà gli studi, iscrivendosi all'Università.
Nell'altra congregazione la situazione è simile con 3 laureati e due che lo saranno tra 2/3 anni. Senza addentrarmi in calcoli statistici, escludendo i pensionati, i bambini e le coppie sposate, sono portato a concludere che nelle 2 congregazioni del mio paese, il numero dei laureati presenti e futuri è di tutto rispetto.

Conversando con alcune famiglie mi risulta che il trend sia in crescita a conferma che le critiche dei nostri detrattori sono prive di pregio.



04/05/2015 08:33
 
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TdG
Questi sarebbero i nostri detrattori? Persone ridicole che si improvvisano scienziati, matematici, ingegneri spaziali, fisici quantistici e chi più ne ha più ne metta. I loro "sondaggi" fanno semplicemente ridere. Peraltro essere laureati o meno non ha nessuna importanza nella nostra sfera cristiana. I Testimoni di Geova sono stati in grado di fare cose, ad esempio sotto l'aspetto edilizio e tecnologico, straordinarie, spesso senza avere in mano la tanto decantata laurea. Una chiara evidenza dello spirito di Dio. Ma questo è qualcosa che i nemici della verità non potranno mai capire.
04/05/2015 09:01
 
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Admin
Ecco la differenza tra chi si accontenta di vivere nell'odio e chi invece vuole fare informazione seriamente.
Ottimo lavoro, fratello!
Spero serva a qualcuno per aprire gli occhi!
O almeno imparare qualcosa che eviti a questi poveretti le solite figuracce


04/05/2015 10:13
 
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Moderatore
hai fatto davvero un ottimo lavoro ELL

ancora una volta, con dati certi e verificabili, hai dimostrato l'inconsistenza delle critica campata per aria dei nostri detrattori che, non godono di alcuna credibilità non solo perché lo dimostriamo con lavori come questo, ma è confermato pure dal lavoro di rinomati sociologi

[SM=g2037512]

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www.TdGonline.it
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"Perché il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all'azione" - Edmund Burke
04/05/2015 10:47
 
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TdG
ELL, fratello mio...tu hai bisogno di un hobby!
Ma come ti è venuto in mente di fare una lavoro così certosino e complesso!?
[SM=x1408430]


Nel merito credo che statistiche di questo tipo non sono assolutamente affidabili in quanto non tengono conto delle SINGOLE realtà intervistate.
Mi spiego.

Faccio un sondaggio ed in Abruzzo scopro che solo 10 TdG su 100 sono laureati.
Il problema è che magari il campione rilevato abita molto lontano dalla più vicina università ed è ovvio che la vicinanza di un ateneo facilità la scelta.
Poi magari molti TdG si ritrovano in una zona abitata da classe operaia o comunque povera ed è evidente che per loro è più difficile sostenere i costi universitari.
10 figli di imprenditori sono facilitati in determinati percorsi o scelte risetto a 10 figli di operai, etc.

Ciò significa che questi sondaggi vanno presi solo come dati statistici accademici ma non si può tentare di trarci delle interpretazioni applicabili alla realtà, perchè essa è troppo varia e specifica.

Se prendi a campione una congregazione di una zona artigianale sarà più facile che molti giovani siano artigiani piuttosto che avvocati..
Negli USA ad esempio ci sono interi stati Amish, Mormoni, etc ed è più facile che sondaggi in quelle zone risentano proprio della specificità ambientale. Idem per altri sondaggi, etc.

Inoltre è anche vero, ed è questa l'unica differenza tra chi è TdG e chi non lo è, la scelta universitaria sarà impercettibilmente maggiore a favore dei non TdG solo nel caso che essa venga scelta come chiave per il successo, come strada per appagare le proprie ambizioni economiche e sociali.
Un TdG difficilmente sceglierà l'università per diventare ricco o per avere uno status simbol in quanto l'insegnamento cristiano dice altro. Sceglierà l'università per passione, desiderio di conoscenza, per opportunità di lavoro, per rendersi utile nell'organizzazione di Geova, etc. ma non per puro appagamento edonistico e/o egoistico.

E poi diciamola tutta. Il TdG essendo cristiano ha per missione ha una concezione della vita diversa da chi non ha altre mete o speranze nella vita se non quella di arricchirsi e diventare famoso.
Perciò difficilmente un TdG sceglierà di prendersi una laurea solo per poter scrivere Dott. Prof. etc oppure per arricchire.

Questi sondaggi come al solito vengono presi dai "pataccari" solo perchè fà brodo al loro desiderio di infangare i TdG ma si guardano bene dal leggerli con obiettività.
Perciò ben venga il lavoro di ELL che ha spiegato fin troppo dettagliatamente la relazione TdG-Università e la corretta "lettura" dei dati del sondaggio.

A scanso di equivoci, la scelta universitaria è esclusivamente personale ed il Cd si limita esclusivamente ad invitarci a valutare preventivamente i pro ed i contro!

P.S. Anche se fosse che tra i TdG ci siano pochissimi laureati, prego i pataccari di ricordare che tra i 12 apostoli, solo 1 max 2 erano "laureati": qual'era la loro percentuale?! Ci vorrebbe uno statistico bravo....
Applicheranno anche agli apostoli i loro commenti al PEW? [SM=g1871115]
[Modificato da TeoTerrone 04/05/2015 10:53]




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2 Sam. 22:26-27
Con qualcuno leale agirai con lealtà;
Col potente senza difetto ti comporterai senza difetto; con chi si mantiene puro ti mostrerai puro e con chi è perverso agirai come da sciocco.....
04/05/2015 10:54
 
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Re:
EverLastingLife, 27/04/2015 00:46:


parte 1



- sia nella ‘costruzione’ che nella ‘lettura’, non dev’essere viziata da malafede.

Malafede? Certo. Una ‘malafede statistica’ si può manifestare appunto nell’atto della costruzione dei dati (come nei questionari a risposta multipla nei quali si lasciano volutamente da parte alternative scomode), o nell’atto della loro interpretazione, traendo conclusioni che i numeri non permettono di tirar fuori perché insufficienti a comprovarle, o che non permettono di tirar fuori affatto.




ecco qual' è il punto specifico ELL: "non deve essere viziata dalla malafede". E quindi non può essere il caso di certi nostri detrattori "intellettuali" (o apologeti internettiani), che vivono solo di malafede, coadiuvati dalla solita claque di yes men, per cui tutto va bene, anche post lunghi dieci kilometri che nessuno legge e di cui nessun ci ha capito un piffero......ma basta che si parli male dei testimoni di Geova e tutto fa brodo...
[Modificato da Aquila-58 04/05/2015 10:55]
04/05/2015 13:05
 
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Re:
EverLastingLife, 5/1/2015 11:56 PM:



Conclusioni

Da tutto questo 'spiegone' rimane tagliata fuori una domanda: perché mai i fuoriusciti si affannino tanto a cercare prove a sostegno dell'idea per cui vi sarebbero pochi laureati fra i propri ex-correligionari. Si tratta chiaramente di un enunciato poco meno che razzista, ennesima puntata della 'serie' che ben conosciamo; i testimoni di Geova sono malati di mente, hanno una modesta estrazione sociale, un basso reddito, hanno fatto poche scuole e altre 'signorili' annotazioni. ...



Io metterei il presente: si affannano.

E con qualche anno di esperienza alle spalle, direi che da una parte non hanno (presente) altro di meglio da fare, dall'altra se non avessero (congiuntivo) questo argomento ne troverebbero (condizionale) sicuramente un altro con cui "menare il torrone" (citazione).

Simon
04/05/2015 14:18
 
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Analisi estremamente corretta e ottimo lavoro come sempre, ELL.

Solo un appunto: dubito che certi cialtroni dei siti anti-tdG ne capiscano qualcosa, visto che oltre il contare quanti anelli ha sulle mani Loesch, e ad inorridire per stupidaggini, come provincialotti pettegoli, non riescono ad andare.
[Modificato da admintdg3 04/05/2015 15:57]



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