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...: Scrittura del Giorno :...

Ultimo Aggiornamento: 31/12/2016 07:48
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27/02/2016 07:29
 
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Sabato 27 febbraio
Devi positivamente conoscere l’aspetto del tuo gregge (Prov. 27:23)
La vita dei pastori nell’antico Israele era piuttosto difficile. Non solo dovevano sopportare il caldo e il freddo, ma anche proteggere il gregge dai predatori, sia animali che umani. Controllavano regolarmente le pecore e curavano quelle che erano malate o ferite. Prestavano particolare attenzione agli agnellini in quanto più delicati e non dotati della forza di una pecora adulta (Gen. 33:13). Sotto certi aspetti, i genitori cristiani sono come i pastori. Devono mostrare qualità molto utili ai pastori letterali. Un bravo pastore esamina attentamente ogni pecora per accertarsi che sia in buona salute. Figurativamente parlando potete fare la stessa cosa con i vostri figli. A tal fine dovete prestare attenzione a quello che i vostri figli fanno, pensano e provano. Come potete riuscirci? Uno dei modi migliori è quello di parlare spesso con loro. w14 15/9 3:1-3
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28/02/2016 08:41
 
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Domenica 28 febbraio
Mosè fu istruito in tutta la sapienza degli egiziani (Atti 7:22)
Un uomo che tenne la mente rivolta alle cose di sopra fu Mosè. Non aveva ricevuto un’istruzione qualunque. Oltre al fatto che all’epoca l’Egitto era la potenza dominante, Mosè viveva in casa del faraone. Non sorprende che, grazie a quella straordinaria istruzione, fosse diventato “potente in parole e in opere”. Riusciamo a immaginare le opportunità che gli si sarebbero potute presentare? Ma la mente di Mosè era rivolta a qualcosa di più nobile: fare la volontà di Dio. Quando era piccolo, sua madre Iochebed sicuramente gli parlò del Dio degli ebrei. Per Mosè conoscere Geova era più importante di qualsiasi ricchezza. Rinunciò quindi ai privilegi e alle opportunità che la sua posizione probabilmente gli avrebbe riservato (Ebr. 11:24-27). Senza dubbio l’istruzione spirituale che aveva ricevuto e la sua fede in Geova lo portarono a rivolgere la mente alle cose di sopra (Col. 3:2). w14 15/10 4:10, 11
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29/02/2016 07:52
 
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Lunedì 29 febbraio
Se ubbidirete strettamente alla mia voce e osserverete il mio patto, allora certamente diverrete di fra tutti gli altri popoli la mia speciale proprietà, una nazione santa (Eso. 19:5, 6)
Presso il monte Sinai Geova concluse un patto con gli israeliti e fece loro questa storica promessa. Quando erano in Egitto, prima che fossero resi schiavi, gli ebrei erano organizzati in tribù guidate da capifamiglia, o patriarchi. Questi capifamiglia, come i servitori di Geova che erano vissuti prima di loro, agivano da governanti, giudici e sacerdoti per la propria casa (Gen. 8:20; 18:19; Giob. 1:4, 5). Per mezzo di Mosè, comunque, Geova diede agli israeliti un codice di leggi che li avrebbe distinti da tutte le altre nazioni (Deut. 4:5-8; Sal. 147:19, 20). La Legge stabiliva un sacerdozio separato, e la giustizia era amministrata dagli “anziani”, che erano rispettati per la loro conoscenza e la loro saggezza (Deut. 25:7, 8). La Legge regolava le attività religiose e sociali della nazione appena formata. w14 15/11 4:8, 9
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01/03/2016 07:49
 
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Martedì 1° marzo
Sono grato a Cristo Gesù nostro Signore, che mi impartì potenza, perché mi considerò fedele assegnandomi a un ministero, sebbene prima fossi bestemmiatore (1 Tim. 1:12, 13)
Come possiamo imitare l’eccellente esempio di Paolo nel coltivare e nell’esprimere gratitudine? Così come ha fatto lui, dobbiamo meditare su ciò che Geova ha fatto per noi a livello personale (Sal. 116:12). Come risponderemmo se ci venisse chiesto: “Per quali cose belle ringrazieresti Geova?” Per la preziosa relazione che abbiamo con Lui? Per il perdono ricevuto grazie alla fede nel sacrificio di riscatto di Cristo? O magari per i fratelli e le sorelle che ci sono stati accanto quando abbiamo affrontato prove difficili? Non includeremmo forse anche il nostro amato coniuge e i nostri cari figli? Se ci prendiamo il tempo di meditare su queste meravigliose benedizioni che il nostro amorevole Padre Geova ci ha dato, il nostro cuore sarà colmo di riconoscenza e ci spingerà a essere grati ogni giorno (Sal. 92:1, 2). w15 15/1 1:5, 6
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02/03/2016 07:13
 
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Mercoledì 2 marzo
Quando l’arcangelo Michele ebbe una controversia col Diavolo e disputava intorno al corpo di Mosè, non osò portare un giudizio contro di lui in termini ingiuriosi (Giuda 9)
L’arcangelo Michele, Gesù, “ebbe una controversia col Diavolo e disputava” con quel malvagio. La questione implicava il “corpo di Mosè”. Ricorderemo senz’altro che dopo la morte di Mosè, Geova seppellì il suo corpo in un luogo sconosciuto (Deut. 34:5, 6). Qualunque fosse lo scopo malvagio che il Diavolo avesse in mente per le spoglie di Mosè, Michele prese coraggiosamente posizione. Un’opera di consultazione fa notare che i termini greci resi “ebbe una controversia” e “disputava” sono “usati anche in relazione a cause legali” e possono indicare “che Michele ‘contestava il diritto del Diavolo’ di prendere il corpo di Mosè”. Nonostante fosse il capo degli angeli, però, Gesù riconobbe che non spettava a lui emettere un giudizio. Piuttosto rimise la causa a Geova, il Giudice Supremo. Michele, quindi, non andava oltre la sua autorità. Che umiltà! w15 15/2 1:6
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Giovedì 3 marzo
Erano uomini illetterati e comuni (Atti 4:13)
Negli ultimi anni l’istruzione spirituale provveduta dall’organizzazione di Geova ha rispecchiato l’enfasi sempre maggiore che si sta dando alla semplicità e alla chiarezza. Consideriamo tre esempi. Innanzitutto si può menzionare l’edizione di facile lettura della Torre di Guardia. Questa edizione si è rivelata un dono amorevole per coloro che hanno difficoltà con la lingua o che trovano difficile leggere. I capifamiglia riscontrano che i loro figli sono ora più coinvolti nello studio di questo periodico, che è il canale principale tramite il quale veniamo spiritualmente nutriti. In secondo luogo si può menzionare l’edizione riveduta in inglese della Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture. Molti versetti sono ora espressi in modo più conciso, ma non a discapito del significato, che anzi ci ha guadagnato. In terzo luogo si possono menzionare i recenti raffinamenti nell’intendimento, come ad esempio una comprensione più chiara dell’identità dello “schiavo fedele e discreto” (Matt. 24:45-47). Che gioia imparare queste verità e insegnarle ai nuovi! w15 15/3 1:1, 4-6
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Venerdì 4 marzo
Per fede Mosè, quando fu cresciuto, rifiutò di esser chiamato figlio della figlia di Faraone (Ebr. 11:24)
La fede determinò ciò che Mosè decise di fare della sua vita. Mosè non pensò che poteva servire Dio come membro della corte reale e usare ricchezze e privilegi per aiutare i suoi fratelli israeliti. Al contrario, era deciso ad amare Geova con tutto il cuore, l’anima e la forza (Deut. 6:5). La sua decisione gli risparmiò enormi dispiaceri. Non passò molto, infatti, che buona parte dei tesori d’Egitto a cui aveva rinunciato finì proprio nelle mani degli israeliti (Eso. 12:35, 36). Il faraone fu umiliato e perse la vita (Sal. 136:15). Mosè, invece, sopravvisse e fu usato da Dio per portare in salvo un’intera nazione. La sua vita ebbe un senso autentico. Se sei un giovane servitore di Geova, scegli una carriera che ti permetterà di amare Geova e di servirlo “con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima”. Puoi star certo che questa scelta si rivelerà “per il tuo bene” (Deut. 10:12, 13). w14 15/4 1:6-8
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05/03/2016 07:42
 
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Sabato 5 marzo
Ragionò con loro attingendo dalle Scritture (Atti 17:2)
Nel nostro ministero potremmo incontrare qualcuno che crede che Gesù sia uguale a Dio. Quali versetti si possono usare per ragionare su questo argomento? Potremmo invitare la persona a leggere Giovanni 6:38, in cui Gesù dice: “Sono sceso dal cielo per fare non la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato”. Quindi potremmo chiedere: “Se Gesù è Dio, chi lo mandò sulla terra? Non doveva essere una Persona superiore a lui? Dopotutto, chi manda è superiore a chi viene mandato”. Sulla stessa falsariga potremmo leggere Filippesi 2:9, che afferma: “Dio lo ha esaltato a una posizione superiore”. Quindi potremmo dire: “Ammettiamo che prima di morire Gesù fosse uguale a Dio. Ciò vorrebbe dire che, quando questi lo esaltò a una posizione superiore, Gesù si trovò al di sopra di Dio. Ma secondo lei, è mai possibile che qualcuno sia superiore a Dio?” Se la persona rispetta la Bibbia ed è sincera, queste argomentazioni potrebbero motivarla ad approfondire l’argomento (Atti 17:11). w14 15/5 1:7-9
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06/03/2016 07:54
 
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Domenica 6 marzo
Il solido fondamento di Dio rimane in piedi (2 Tim. 2:19)
Cosa c’è di significativo nelle parole usate da Paolo in questo versetto? Si tratta dell’unico caso in cui nelle Scritture si menziona “il solido fondamento di Dio”. La Bibbia usa la parola “fondamento” come metafora per riferirsi a diverse cose, tra cui la Gerusalemme letterale in quanto capitale dell’antico Israele (Sal. 87:1, 2). Anche il ruolo di Gesù nel proposito di Geova è paragonato a un fondamento (1 Cor. 3:11; 1 Piet. 2:6). Ma cosa aveva in mente Paolo quando parlò del “solido fondamento di Dio”? Paolo lo menzionò nello stesso passo in cui citò le parole di Mosè su Cora e i suoi sostenitori riportate in Numeri 16:5. Evidentemente si riferiva agli avvenimenti che si verificarono ai giorni di Mosè nell’intento di incoraggiare Timoteo e ricordargli che Geova è in grado di vedere gli atti ribelli e di vanificarli. Gli apostati presenti all’interno della congregazione, quindi, non sarebbero riusciti a frustrare il proposito di Geova, proprio come non c’era riuscito Cora secoli prima (Num. 16:35). w14 15/7 1:2, 4-6
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Lunedì 7 marzo
Devi amare Geova tuo Dio con tutto il tuo cuore (Matt. 22:37)
L’amore che proviamo per Geova deve sgorgare dal cuore. Gesù sottolineò questo aspetto quando un fariseo gli chiese: “Maestro, qual è il più grande comandamento della Legge?” (Matt. 22:35, 36). Cosa intendeva Gesù quando rispose che dobbiamo amare Dio ‘con tutto il cuore’? Gesù si riferiva al nostro cuore simbolico, che influisce su desideri, emozioni e sentimenti. Dobbiamo inoltre amare Geova ‘con tutta l’anima’, ovvero tutto il nostro essere, nonché ‘con tutta la mente’, cioè nella pienezza delle nostre facoltà intellettuali. In pratica, dovremmo amare Geova totalmente, senza riserve. Se amiamo Dio con tutto il cuore, l’anima e la mente, studieremo in modo diligente la sua Parola, faremo la sua volontà senza riserve e parteciperemo con zelo all’opera di predicare la buona notizia del Regno (Matt. 24:14; Rom. 12:1, 2). Così ci avvicineremo sempre più a lui (Giac. 4:8). w14 15/6 1:6-8
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08/03/2016 08:04
 
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Martedì 8 marzo
L’uomo ha dominato l’uomo a suo danno (Eccl. 8:9)
Alcune delle peggiori atrocità mai commesse sono state perpetrate contro le donne. A livello mondiale circa una donna su tre riferisce di aver subìto aggressioni da parte del marito o del compagno. In alcune società i figli maschi sono preferiti alle femmine perché si pensa che una volta adulti perpetueranno il nome della famiglia e si prenderanno cura dei genitori anziani e dei nonni. In certi paesi la nascita di una bambina è un evento indesiderato, e tramite l’aborto vengono eliminate molte più femmine che maschi. È fuor di dubbio che Dio non approva i maltrattamenti nei confronti delle donne. Egli le tratta in modo giusto e le rispetta. Il suo riguardo per loro risulta chiaro dal fatto che Eva fu creata perfetta, con delle qualità che non la rendevano una schiava, bensì ne facevano uno splendido complemento di Adamo. Questa è una ragione per cui, alla fine del sesto giorno creativo, “Dio vide [...] tutto ciò che aveva fatto, ed ecco, era molto buono” (Gen. 1:31). Proprio così: “tutto” quello che aveva fatto era “molto buono”; aveva messo sia uomini che donne nelle condizioni migliori per condurre la propria esistenza. w14 15/8 1:6, 7
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09/03/2016 08:26
 
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Mercoledì 9 marzo
Mi sarete testimoni fino alla più distante parte della terra (Atti 1:8)
Sin dall’inizio del suo ministero, Gesù sottolineò l’importanza di proclamare la buona notizia del Regno di Dio. Scelse dodici discepoli affinché avessero una parte nel dare inizio a un ministero globale; in seguito, ne addestrò altri 70 (Luca 6:13; 10:1). Questi furono preparati per portare la buona notizia ad altri, prima di tutto agli ebrei. Poi accadde qualcosa di inaspettato: i seguaci di Gesù l’avrebbero portata anche a persone incirconcise delle nazioni. Che cambiamento dev’essere stato per quegli zelanti discepoli di estrazione ebraica! L’apostolo Pietro fu mandato a casa di Cornelio, un gentile incirconciso. Fu allora che comprese che Dio è imparziale. Cornelio e la sua famiglia furono battezzati. Il cristianesimo si stava espandendo, arrivando a includere un nuovo, vasto territorio, tanto che in tutte le nazioni le persone potevano udire la verità e accettarla (Atti 10:9-48). Il campo comprendeva ora il mondo intero. w14 15/9 1:5, 6
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10/03/2016 04:58
 
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Giovedì 10 marzo
Egli ti schiaccerà la testa (Gen. 3:15)
La promessa edenica non solo sottolineò il fatto che sarebbero stati eliminati sia l’istigatore della ribellione nel giardino di Eden che tutti gli effetti nefasti della sua azione, ma indicò anche il mezzo mediante il quale ciò sarebbe avvenuto. Chi avrebbe mostrato di essere il seme della donna? Poiché doveva schiacciare la testa del serpente, cioè ‘ridurre a nulla’ la creatura spirituale chiamata Satana il Diavolo, il seme avrebbe dovuto essere una persona spirituale (Ebr. 2:14). Pertanto, anche la donna che doveva dare vita al seme sarebbe stata di natura spirituale. La progenie del serpente divenne numerosa, ma l’identità della donna e del seme di lei rimase un mistero per quasi 4.000 anni. Nel frattempo, Geova fece vari patti che hanno reso possibile identificare il seme. Tramite questi patti, egli ha anche assicurato ai suoi servitori che avrebbe usato il seme per annullare gli effetti della disastrosa azione di Satana nei confronti della famiglia umana. w14 15/10 1:6-8
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11/03/2016 06:27
 
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Venerdì 11 marzo

Cristo fu messo a morte nella carne ma reso vivente nello spirito (1 Piet. 3:18)


Gli apostoli sapevano che la risurrezione di Gesù era diversa da quelle che l’avevano preceduta. Le persone risuscitate fino ad allora erano tornate in vita con il loro corpo fisico e in seguito erano morte di nuovo. Gesù invece era stato risuscitato con un corpo spirituale incorruttibile (Atti 13:34). Pietro scrisse che Gesù “è alla destra di Dio, poiché andò in cielo; e angeli e autorità e potenze gli furono sottoposti” (1 Piet. 3:18-22). Le risurrezioni precedenti erano state dei miracoli meravigliosi, ma quella di Gesù fu assolutamente impareggiabile. La risurrezione di Gesù ebbe un profondo effetto sui suoi discepoli. Non era più morto; era invece una potente persona spirituale per la quale nessun essere umano rappresentava più una minaccia. La sua risurrezione dimostrava che era il Figlio di Dio, e sapere questo trasformò l’immenso dolore in cui erano piombati i suoi discepoli in gioia incontenibile. Il loro timore, inoltre, lasciò il posto al coraggio. w14 15/11 1:5, 6
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“Non aver timore, poiché io sono con te. Non guardare in giro,
poiché io sono il tuo Dio. Di sicuro ti fortificherò.
Sì, realmente ti aiuterò. Sì, davvero ti sorreggerò fermamente
con la mia destra di giustizia”.
(Isaia 41:10)

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12/03/2016 06:30
 
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Sabato 12 marzo
Quando è cresciuto, il granello di senape è il più grande degli ortaggi e diviene un albero (Matt. 13:32)

Nella parabola di Gesù, il granello di senape rappresenta sia il messaggio del Regno sia il risultato della predicazione di tale messaggio: la congregazione cristiana. Proprio come il granello di senape è “il più piccolo di tutti i semi”, nel 33 la congregazione cristiana ebbe piccoli inizi. Nel giro di pochi decenni, però, crebbe rapidamente (Col. 1:23). Tale crescita fu utile perché Gesù dice che “gli uccelli del cielo” furono in grado di trovare “dimora fra i suoi rami”. Questi uccelli simbolici rappresentano persone giuste che, in senso spirituale, trovano cibo, ombra e riparo all’interno della congregazione cristiana. (Confronta Ezechiele 17:23.) Gesù si servì della crescita stupefacente del granello di senape per illustrare la capacità del Regno di Dio di espandersi, fornire protezione e superare ogni ostacolo. Dal 1914 la crescita della parte visibile dell’organizzazione di Dio è stata fenomenale! (Isa. 60:22). w14 15/12 1:7, 8
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“Non aver timore, poiché io sono con te. Non guardare in giro,
poiché io sono il tuo Dio. Di sicuro ti fortificherò.
Sì, realmente ti aiuterò. Sì, davvero ti sorreggerò fermamente
con la mia destra di giustizia”.
(Isaia 41:10)

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13/03/2016 08:19
 
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Domenica 13 marzo
Lo spirito stesso rende testimonianza col nostro spirito che siamo figli di Dio (Rom. 8:16)
Se sei un cristiano unto, senz’altro menzioni spesso la speranza celeste nelle tue preghiere personali. Quando la Bibbia parla di essere “promessi in matrimonio” allo Sposo celeste, Gesù Cristo, applichi queste parole a te e non vedi l’ora di divenire parte della “sposa” di Cristo (2 Cor. 11:2; Giov. 3:27-29; Riv. 21:2, 9-14). Quando nella sua Parola Dio esprime amore per i suoi figli spirituali, percepisci quelle parole come rivolte a te. E quando la Parola di Dio dà istruzioni ai suoi figli spirituali, lo spirito santo ti spinge a ubbidire e a dire in cuor tuo: “Questo si applica a me”. Perciò, lo spirito di Dio e il tuo spirito si uniscono nel rendere testimonianza che hai la speranza di vivere in cielo. D’altro canto, se fai parte della “grande folla” di “altre pecore”, Dio ti ha dato la speranza di vivere sulla terra (Riv. 7:9; Giov. 10:16). Il tuo desiderio è quello di vivere per sempre nel Paradiso, e provi gioia meditando su quanto la Bibbia dice in merito alla vita futura sulla terra. w15 15/1 2:16-18
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Lunedì 14 marzo
La vostra espressione sia sempre con grazia, condita con sale (Col. 4:6)
Le conversazioni con i nostri compagni di fede dovrebbero edificare, non abbattere (Efes. 4:29). E quando parliamo ad altri del Regno di Dio usiamo espressioni ‘condite con sale’. Cerchiamo di comprendere i bisogni e gli interessi del padrone di casa e poi ci esprimiamo di conseguenza. Spesso le parole gentili e amichevoli ci permettono di intavolare belle conversazioni e di toccare il cuore degli ascoltatori. Inoltre, ci sforziamo di far sì che sia la Bibbia a spiegare le cose in cui crediamo. Per questo motivo la citiamo quale autorità e, ogni volta che è possibile, leggiamo direttamente dalle sue pagine. Riconosciamo che quello che dice la Bibbia è di gran lunga più efficace di qualsiasi cosa possiamo dire noi (Ebr. 4:12). Il discernimento ci permette di controllare il nostro spirito e di essere ‘lenti all’ira’ (Giac. 1:19). Se qualcuno ci offende ci sforziamo di capire cosa c’è dietro le sue parole o azioni. Una simile perspicacia può farci calmare e ci aiuta a “passare sopra alla trasgressione” (Prov. 19:11). w15 15/2 2:15, 16
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Martedì 15 marzo
È come quando un uomo, in procinto di fare un viaggio all’estero, chiamò i suoi schiavi e affidò loro i suoi averi (Matt. 25:14)
L’uomo, o signore, di questa parabola è Gesù. Egli fece un viaggio all’estero quando ascese al cielo nel 33. In una parabola precedente, Gesù aveva rivelato che lo scopo del suo viaggio all’estero era di “assicurarsi il potere reale” (Luca 19:12). Gesù però non si assicurò immediatamente il pieno potere del Regno quando tornò in cielo. Invece “si mise a sedere alla destra di Dio, aspettando quindi fino a che i suoi nemici fossero posti a sgabello dei suoi piedi” (Ebr. 10:12, 13). L’uomo menzionato nella parabola possedeva otto talenti: una vera e propria fortuna a quei tempi. Ai giorni di Gesù, un talento corrispondeva a circa 6.000 denari. Tenendo conto che il salario giornaliero era di un denaro, l’operaio medio avrebbe dovuto lavorare più o meno 20 anni per guadagnare un solo talento. Prima di andare all’estero, l’uomo distribuì i talenti ai suoi schiavi aspettandosi che li facessero fruttare durante la sua assenza. w15 15/3 3:4, 5
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Mercoledì 16 marzo
Andrò su quelli che dimorano al sicuro (Ezec. 38:11)
Presto la nostra vita sembrerà in pericolo. Quando la grande tribolazione raggiungerà il suo culmine, i governi di questo mondo avranno già devastato e distrutto una volta per tutte organizzazioni religiose ben più grandi della nostra (Riv. 17:16). Geova descrisse profeticamente la nostra condizione di vulnerabilità come un ‘paese di aperta campagna, senza mura, e nemmeno sbarra e porte’ (Ezec. 38:10-12, 14-16). Ai nostri occhi sembrerà non esserci alcuna possibilità di sopravvivenza. Cosa faremo in quel momento? Non dovremo farci spaventare da ciò che accadrà, perché questo attacco è stato predetto da Geova, che ne ha anche indicato l’esito: “‘E deve accadere in quel giorno, nel giorno in cui Gog verrà sul suolo d’Israele’, è l’espressione del Sovrano Signore Geova, ‘che il mio furore mi salirà al naso. E nel mio ardore, nel fuoco del mio furore, dovrò parlare’” (Ezec. 38:18-23). Dio allora eliminerà tutti coloro che vogliono fare del male al suo popolo. w14 15/4 2:17, 18
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Giovedì 17 marzo
Con modestia di mente considerate gli altri superiori a voi (Filip. 2:3)
Di sicuro apprezziamo che chi ci contatta dica, con le dovute maniere ma chiaramente, cosa vuole. Come possiamo avere lo stesso riguardo per quelli a cui ci rivolgiamo nel ministero? In molti territori è necessario che spieghiamo espressamente al padrone di casa il motivo della nostra visita. È vero che abbiamo delle preziose informazioni che lui non conosce, ma pensiamo a cosa succederebbe se invece di presentarci ci introducessimo bruscamente con una domanda del tipo: “Se potesse risolvere uno dei problemi che affliggono l’umanità, quale sceglierebbe?” Per quanto noi sappiamo che lo scopo della domanda è capire cosa pensa per poi portare la conversazione sulla Bibbia, il nostro interlocutore potrebbe chiedersi: “E questo chi è? Perché mi sta facendo questa domanda? Cosa vuole da me?” Perciò è importante che lo mettiamo a suo agio. Ma come si fa? Dobbiamo adeguare il nostro approccio alle abitudini di chi vive nel territorio. w14 15/5 2:14-16
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