Ho cercato di ripulire il suo post da giudizi più o meno ideologici e privi di interessa per tenere quelli che possono aver un valore storico e filologico. Rispondo volentieri...
Il parere degli agiografi conta poco, hanno spesso lavorato per conto di qualcuno che desiderava un certo risultato
Il ché è del tutto
privo di pertinenza per un giudizio storico e filologico. Non stiamo discutendo l'ispirazione di un testo, giudizio che attiene alla fede, ma il significato di un parola per come è utilizzata in quel testo. Mi pare che sia incontrovertibile che come attesta qualunque dizionario nell'AT 'Elohim ha i significati che le ho sinteticamente elencato, non si tratta del "parere" degli agiografi ma di come è "usato" dagli agiografi.
Anche il passo "Genesi 35,1 Dio dice a Giacobbe di costruire un altare non a un 'elohim in generale, ma a 'El" fa ridere: bastava che dicesse "costruisci un altare a ME"!
Quindi testo bocciato!
Non capisco perché le faccia ridere, evidentemente non ha presente lo stile del linguaggio biblico, né mi pare abbia presente l'uso di ha'El (con l'articolo determinativo) nell'AT come detto riservato ad indicare l'unico vero Dio, quando 'Elohim era più generico, indicando altri dei, esseri umani potentati, ecc...
Tutti gli scritti del Nuovo Testamento che si basano sul Vecchio Testamento non hanno alcun valore a confermare le testi dei TdG, proprio perché partono da un testo che con Dio ha nulla a che fare
Veramente qui non discutiamo delle tesi dei testimoni di Geova ma quelle del suo amico Biglino, non si capisce dunque che cosa c'entri quest'affermazione né come lei la possa giustificare partendo da un'analisi filologica del testo.
Quindi quando uno non crede al Vecchio Testamento e legge cosa ha detto Matteo o Giovanni o Paolo, non tiene conto di ciò che sente, se non filtrando questi versetti in rapporto alla cultura del tempo che era influenzata dal Mondo Pagano, dal Mondo Ebraico, dal Mondo Greco e da quello Romano. In questa chiave di lettura le cose dette da loro acquisiscono un significato più chiaro, in certi casi (pochi) gnostico, volti ad una ricerca di un Dio interiore
Anche se ci furono influenze ellenistiche il paradigma giudaico rimase sempre ben distinto da quello pagano, attenzione a non fare letture anacronistiche del testo, dunque. Il Dio dell'AT e del NT è molto distante da quello dei greci, dei romani o degli gnostici, così come l'antropologia e la cosmologia. Le sue mi paiono affermazioni generali di moda qualche decennio fa che non sono comprovate da una seria analisi del testo.
Cosa dire di un Paolo
E che c'entra, non mi pare che io nella mia riposta le abbia citato Paolo. Si attenga al tema che stiamo trattando, per il momento tranne la risposta a Genesi 35,1 continua a fare considerazione di carattere generale senza mai portare un solo testo a riprova... che facciamo? Filologia sulla fantasia?
Cosa dire dei 4 evangelisti che scrissero dai 100 ai 200 anni dopo la venuta del Cristo
Francamente, oggi che i quattro vangeli siano stati scritti 100-200 anni dopo la morte di Cristo mi pare una tesi abbandonata, se lo dice Biglino, beh, non posso che confermare l'impressione negativa rispetto alla credibilità delle sue tesi.
Shalom
[Modificato da barnabino 03/03/2016 15:35]
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Sijmadicandhapajiee, gente per cui le arti stan nei musei - Paolo Conte
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