ABSTRACT
Il dibattito fra creazione ed evoluzione non sembra destinato ad esaurirsi nonostante il continuo progresso, da un lato, delle Scienze biologiche e, dall’altro, di quelle bibliche e teologiche. Da ambo le parti, tale dibattito appare spesso governato con logiche aprioristiche basate più su reciproche incomprensioni che su dati oggettivi e verificabili. In questo articolo verrà preso in esame il termine biblico tradotto dall’ebraico con il sostantivo “specie”. Si valuteranno quelle che paiono le intenzioni dell’autore biblico nell’uso di tale termine e le relative implicazioni nel paradigma evoluzionista, creazionista e concordista.
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