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Kirill: La pace tra Oriente e Occidente ha bisogno dei cristiani

Ultimo Aggiornamento: 18/04/2017 16:02
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18/04/2017 16:02
 
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Per il Patriarca ortodosso di Mosca, la riconciliazione dell’Europa e del mondo passa attraverso il “fattore religioso”. Per risolvere il conflitto siriano, occorre collaborare con l’ayatollah Alì Khamenei (Iran). Indispensabile operare per “il battesimo della Cina e della Nordcorea”. I problemi con i Testimoni di Geova.

Secondo il patriarca ortodosso di Mosca Kirill (Gundjaev), “la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa russa possono e devono intraprendere ogni iniziativa per rendere il mondo più sicuro, affinché si abbassi il livello di contrapposizione tra Oriente e Occidente, e tutti noi possiamo sentirci appartenenti a un comune ambito culturale, quello che noi chiamiamo Europa”. È una delle affermazioni da lui fatte quando nei giorni precedenti alla Pasqua egli ha incontrato il presidente italiano Sergio Mattarella. Per l’occasione il patriarca ha voluto lanciare un messaggio di comunione tra i cristiani per la riconciliazione tra le parti in conflitto a livello mondiale.

Il capo della Chiesa Russa ha ricordato il suo “incontro storico” all’Avana con il papa di Roma Francesco, in cui uno dei temi principali era proprio l’azione in favore della pace. Il Patriarca ha ricordato come in passato proprio il fattore religioso ha costituito uno dei fattori di divisione degli europei, mentre oggi “il fattore religioso deve contribuire alla riconciliazione degli abitanti del continente europeo, e all’unione spirituale dei popoli”. Egli ha anche ricordato “gli stretti rapporti tra la Russia e l’Italia nel corso dei secoli” come ai tempi della “Santa Russia” dello zar Ivan III, quando furono chiamati architetti italiani a costruire il Cremlino e la cattedrale della “Terza Roma”. Kirill ha anche rilevato che attualmente in Italia vive una grande quantità di persone giunte dalla Russia, che si riuniscono a pregare nelle oltre 60 parrocchie del Patriarcato di Mosca aperte nelle principali città italiane.

L’escatologia della pace e della missione

Durante la Settimana Santa, il Patriarcato di Mosca ha voluto riunire un grande convegno di “esperti” sul tema della “Escatologia, metafisica e futurologia degli ultimi avvenimenti in Siria”. Ciò è avvenuto proprio nei giorni delle grandi tensioni tra Russia e America sugli interventi bellici nell’area del conflitto siriano.

Rappresentanti delle maggiori associazioni e movimenti russi di area nazionalista-ortodossa hanno sottolineato come nella guerra siriana stiano emergendo i “veri nemici dell’Ortodossia”. Allo stesso tempo, gli “esperti” del Patriarcato hanno insistito sulla necessità di non esprimere un escatologismo “da disertori”, chiamandosi fuori dalle responsabilità dei conflitti, ma al contrario ha rivolto un appello a una “mobilitazione missionaria” delle religioni. Secondo i rappresentanti di questi movimenti, l’Ortodossia russa deve farsi promotrice di ulteriori incontri tra i leader religiosi, in particolare coinvolgendo la guida suprema dell’Iran Ali Khamenei. La guida spirituale degli sciiti potrebbe incontrarsi con il Patriarca Kirill, per lanciare una guerra spirituale al “grande Satana” e all’Anticristo all’opera in Medio Oriente. Sempre secondo gli esperti patriarcali, è indispensabile operare per il “battesimo della Cina e della Corea del Nord”, ricordando la recente apertura di una chiesa russa a Pechino, benedetta dallo stesso Patriarca Kirill.

La liquidazione delle sette

Sul fronte interno, la Russia affronta sempre più seriamente la questione della libertà di espressione dei “nuovi movimenti religiosi”, considerata una questione cruciale della coesione dei cittadini sui valori fondanti della società. In aprile il Tribunale Supremo della Russia ha iniziato il processo contro i Testimoni di Geova, allo scopo di “liquidare” le sue strutture in Russia. L’accusa è sostenuta da Ministero della Giustizia, secondo cui l’organizzazione porterebbe avanti attività di carattere estremistico, e richiede la sua cessazione. A essere sotto accusa sono circa 400 comunità dei Testimoni di Geova, che radunano oltre 170 mila persone.

Il giudizio sui Testimoni di Geova interessa anche molti altri gruppi religiosi, che potrebbero essere messi a loro volta sotto accusa, come gli Avventisti del Settimo Giorno, il movimento di Scientology, i protestanti battisti, gli Hare Krishna, la setta russa dei “Molokany” e altri, i cui rappresentanti hanno comunque affermato di non sentirsi minacciati dal corso degli eventi giudiziari. La “guerra alle sette distruttive” è uno dei cavalli di battaglia del patriarca Kirill ancora dagli anni Novanta, quando era metropolita per i rapporti esterni della Chiesa Ortodossa- A suo parere, il contributo della religione può favorire la pace soltanto liberandosi dagli estremismi settari.

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