A proposito del punto precedente è necessario un breve approfondimento:
si può affermare che 'il passo fra proclamazione e battesimo sia generalmente breve'? Il periodo è di per sé privo di contenuti, dato che quel 'generalmente' e quel 'breve' andrebbero quantificati con statistiche alla mano. Se però per 'generalmente' si intende, come nel linguaggio comune, l'80-90% dei casi, e per 'breve' si intende un periodo che possiamo indicare, tanto per capirci, in sei mesi - un anno, ebbene,
tale premessa è integralmente fasulla. L'esperienza
reale ci dice che specialmente nei paesi come l'Italia in cui i tdG sono presenti da più tempo, le 'conversioni lampo' (di chi, cioè, conosce i testimoni di Geova e si unisce ai ranghi nel giro di pochi mesi) sono sempre più rare e la
grande maggioranza dei testimoni di Geova perviene al battesimo dopo un periodo da proclamatori non battezzati che mediamente è di due, tre, quattro anni o anche più. Questa costituisce 'la norma' di riferimento anche perché, come è noto, diversi arrivano a battezzarsi dopo vari ripensamenti in un senso o nell'altro. Ma è specialmente verificata nel caso dei figli di tdG.
E qui gli ex- incorrono in una clamorosa contraddizione, perché affermano che la maggioranza dei convertiti sarebbe costituita da figli di tdG e non da persone estranee al movimento (*): di tendenza, i figli di tdG diventano proclamatori molto presto (diciamo intorno ai dieci anni) e non si battezzano che verso i 15 anni, o anche oltre, secondo i casi (è dialetticamente inutile citare i casi di battezzati sotto i dieci anni, vere e proprie mosche bianche). Abbiamo dunque una categoria, che secondo i fuoriusciti costituirebbe di fatto la quasi totalità dei casi, cui corrisponde una forbice di almeno 5 anni fra l'inizio dell'opera di predicazione ed il battesimo.
Venendo al dato generale, paragonare i 260.000 battesimi di un anno (il 2016) con i 119.000 nuovi proclamatori dello stesso periodo è come sommare pere ed elefanti, poiché si tratta di eventi concettualmente e statisticamente non correlati. Di fatto questi 'conti della massaia' presuppongono un'ipotesi di lavoro, ovvero che tutti, o almeno la stragrande maggioranza, dei battezzati sarebbe costituita da gente che ha iniziato a uscire in servizio nello stesso anno di osservazione (il 2015): che è ovviamente puro delirio, essendo alieno all'evidenza dei fatti. Lo iato fra l'inizio del servizio di campo e il battesimo non solo, come indica l'osservazione sul campo, non è 'generalmente breve' ma soprattutto
non è quantificabile, essendo soggetto ad una variabilità enorme; la conseguenza è che il numero di battesimi in un anno risulta dalla sommatoria di eventi che possono essere avvenuti due, tre, quattro, cinque anni prima o anche più.
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(*) Peraltro, se ci fosse qualcosa di vero nell'affermazione per cui la grande maggioranza dei nuovi proseliti sarebbe data da figli di tdG e dunque da persone interne al movimento, ci pare che i fuoriusciti ne dovrebbero ricavare l'ennesima magra figura, alla luce di due considerazioni:
1) i fuoriusciti dissidenti sostengono che le famiglie dei testimoni di Geova sarebbero tendenzialmente poco prolifiche, perché la loro Organizzazione li suggestionerebbe, con la credenza nell'imminente fine del sistema di cose, a fare pochi figli (ad esempio incoraggiandoli ad intraprendere scelte di vita per le quali la genitorialità costituisce un ostacolo naturale: beteliti, missionari, ecc.). Ma allora, se non dall'esterno perché la predicazione avrebbe poco successo, né dall'interno perché i tdG farebbero pochi figli, da dove vengono tutti questi nuovi adepti?
2) i fuoriusciti dissidenti sostengono che la loro opera di "informazione" 'salverebbe le famiglie' inducendo un rilevante numero di figli di testimoni di Geova, la 'nuova generazione', ad abbandonare la religione o a non aderirvi al conseguimento dell'età adulta. E menomale...
[Modificato da EverLastingLife 22/05/2017 13:25]