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La Presenza di DIO

Ultimo Aggiornamento: 20/07/2017 08:42
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18/07/2017 08:22
 
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Caro Gigi, ecco i passi necessari per la riconciliazione per i testimoni di Geova. Dal momento che Dio è la parte offesa la cui legge è stata ed è violata, è l’uomo che deve riconciliarsi con Dio, non Dio con l’uomo. (Sl 51:1-4) L’uomo non può mettersi sullo stesso piano di Dio, né la posizione di Dio in quanto a ciò che è giusto è soggetta a cambiamento, correzione o modifica. (Isa 55:6-11; Mal 3:6; cfr. Gc 1:17). Le condizioni da lui poste per la riconciliazione sono dunque inalterabili e indiscutibili, non soggette a compromesso. (Cfr. Gb 40:1, 2, 6-8; Isa 40:13, 14). Anche se molte traduzioni rendono Isaia 1:18 come segue: “‘Su, venite e discutiamo’, dice il Signore” (CEI; vedi anche Ga; VR), una traduzione più corretta e coerente è: “‘Venite, ora, e mettiamo le cose a posto fra noi [“riconciliamoci”, Lu]’, dice Geova”. La colpa alla base della frattura è tutta dell’uomo, non di Dio. — Cfr. Ez 18:25, 29-32.

Questo non ha impedito a Dio di prendere misericordiosamente l’iniziativa per aprire la via alla riconciliazione. Egli l’ha fatto per mezzo di suo Figlio. L’apostolo scrive: “Poiché, in realtà, Cristo, mentre eravamo ancora deboli, morì per uomini empi al tempo fissato. Poiché difficilmente qualcuno morirà per un uomo giusto; in realtà, per un uomo buono forse qualcuno osa anche morire. Ma Dio ci raccomanda il suo proprio amore [forma di agàpe] in quanto, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo morì per noi. Tanto più, quindi, giacché ora siamo stati dichiarati giusti mediante il suo sangue, saremo salvati dall’ira per mezzo di lui. Poiché se, quando eravamo nemici, fummo riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo, molto di più, ora che siamo stati riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita. E non solo questo, ma esultiamo anche in Dio per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo, per mezzo del quale abbiamo ora ricevuto la riconciliazione”. (Ro 5:6-11) Gesù, che “non conobbe peccato”, fu fatto “essere peccato per noi” e morì come offerta umana per il peccato, al fine di liberare gli esseri umani dall’accusa e dalla pena del peccato. Sollevati dall’accusa del peccato, essi potevano così apparire giusti agli occhi di Dio, e quindi ‘divenire giustizia di Dio mediante Gesù’. — 2Co 5:18, 21.

Dio inoltre manifesta la sua misericordia e il suo amore inviando degli ambasciatori all’umanità peccatrice. Nell’antichità gli ambasciatori venivano inviati principalmente in tempo di ostilità (cfr. Lu 19:14), non di pace, e spesso la loro missione consisteva nel vedere se si poteva evitare la guerra o nello stabilire condizioni di pace quando era in atto una guerra. (Isa 33:7; Lu 14:31, 32; vedi AMBASCIATORE). Dio invia i suoi ambasciatori cristiani per permettere agli uomini di conoscere le condizioni che rendono possibile la riconciliazione e di avvalersene. L’apostolo scrive: “Noi siamo perciò ambasciatori in sostituzione di Cristo, come se Dio supplicasse per mezzo di noi. Quali sostituti di Cristo imploriamo: ‘Siate riconciliati con Dio’”. (2Co 5:20) Questa supplica non implica un indebolimento dell’atteggiamento di Dio né della sua opposizione all’errore; è piuttosto una misericordiosa esortazione rivolta ai trasgressori perché cerchino la pace e si risparmino le inevitabili conseguenze della giusta ira di Dio verso tutti quelli che persistono nell’agire contrariamente alla sua santa volontà: la fine di questi sarà certamente la distruzione. (Cfr. Ez 33:11). Perfino i cristiani devono stare attenti a “non accettare l’immeritata benignità di Dio venendo meno al suo scopo”, mancando di cercare di continuo il favore e la buona volontà di Dio durante il “tempo accettevole” e il “giorno della salvezza” da lui misericordiosamente stabiliti, come mostrano le successive parole di Paolo. — 2Co 6:1, 2.

Se si riconosce la necessità di una riconciliazione e si accetta il provvedimento di Dio che la rende possibile, cioè il sacrificio di suo Figlio, bisogna pentirsi della propria condotta peccaminosa e convertirsi, vale a dire ritrarsi dal seguire la via del peccaminoso mondo del genere umano. Supplicando Dio in base al riscatto di Cristo, si possono ottenere il perdono dei peccati e la riconciliazione, e quindi ‘stagioni di ristoro dalla persona di Geova’ (At 3:18, 19), nonché pace di mente e di cuore. (Flp 4:6, 7) Non essendo più nemici esposti all’ira di Dio, in effetti ‘si passa dalla morte alla vita’ (Gv 3:16; 5:24), dopo di che si deve conservare la buona volontà di Dio ‘invocandolo in verità’, ‘rimanendo nella fede e non essendo smossi dalla speranza della buona notizia’. — Sl 145:18; Flp 4:9; Col 1:22, 23.

Shalom
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Sijmadicandhapajiee, gente per cui le arti stan nei musei - Paolo Conte

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