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Confutazione trasmissione radio Maria del GRIS di settembre 2017...

Ultimo Aggiornamento: 19/09/2017 19:54
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15/09/2017 19:55
 
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viceadmintdg1, 12/09/2017 09.35:




Inferno. La Bibbia insegna il condizionalismo?

Ci domandiamo: tutti risorgeranno, oppure ci sarà la distruzione dei malvagi? Noi rispondiamo che ci sarà una risurrezione generale, secondo la parola di Gesù:

«Verrà l'ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e ne usciranno: quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna» (Gv 5,28-29).

Invece i tdG su questo argomento sono condizionalisti, cioè sostengono l'immortalità condizionata, secondo la quale, al momento della morte la persona entra in uno stato di non-esistenza da cui si "risveglia" solo al giudizio finale, dopo il quale l'immortalità è garantita ai soli giusti, mentre i malvagi non avranno una sofferenza eterna (inferno), poiché verranno distrutti.





Qui ci sono diverse inesattezze sul pensiero dei cristiani testimoni di Geova, quindi converrà andare con ordine.

Per i cristiani testimoni di Geova – come per la Bibbia – non esiste un’ anima spirituale immortale che si separa dal corpo al momento della morte, per ricongiungersi poi al corpo glorioso nella risurrezione dell’ ultimo giorno.

Non c’ è uno straccio di Scrittura che lo attesti e questo credo che sia un dato inconfutabile.

Per capire che cos’ è l’ anima biblica, non ho bisogno di andare a laggere la Torre di Guardia, mi basta prendere una Bibbia cattolica, la Bibbia di Gerusalemme.


Ecco cosa afferma nella nota in calce al Salmo 6,5:

La parola ebraica nepes (=vita, cf Gen. 2,7) designa il soffio vitale (e per estensione la gola) che è al principio della vita e si ritira con la morte. Questa parola designa spesso l’ uomo o l’ animale come l’ individuo animato o nelle diverse funzioni della vita corporea o affettiva, sempre collegare tra loro. L’ espressione “la mia nepes” equivale spesso al pronome riflessivo “me stesso”, proprio come “la mia vita” “il mio volto” “ la mia gloria”. Questi diversi sensi del concetto di “anima” saranno presenti anche nel N.T. (psyche)” (confronta Mt. 2,20 ; 10:28 ; 16:25-26 ; 1 Cor. 4:16 ; 15:44)".

Come vede, secondo la cattolicissima Bibbia di Gerusalemme, i termini nepes e psychè non indicano mai un’ entità immortale che si separa dal corpo al momento della morte, per vivere coscientemente, perpetuando altrove la personalità del defunto (per poi ricongiungersi al corpo).

La psychè, l’ anima, cioè la vita, si può salvare o perdere se si ha amore per Gesù e la buona notizia o meno (Marco 8:35-37).

Questo è lo stato intermedio: per Dio sono tutti viventi ma per questo Egli deve aver bisogno che un' "anima spirituale" sopravviva alla morte del soma, del corpo?

I teologi e gli apologeti ne hanno assolutamente bisogno, ma Dio non ha bisogno di nulla!

Dio riporterà in vita la medesima persona che è morta fedele come scritto in Marco 8:35-37, ed è questa fedeltà che garantisce la continuità della persona (o lo stato intermedio, se così vogliamo chiamarlo) tra la morte e la risurrezione...


Ma ha notato il richiamo della nota della Bibbia di Gerusalemme a Matteo 10:28?

Si tratta di un passo di capitale importanza,che ci permetterà di capire bene la questione dell' inferno......




(segue la trattazione di Matteo 10,28, a presto........)





[Modificato da Aquila-58 15/09/2017 20:00]
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