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In Matteo 10:28 si legge, secondo la traduzione della CEI:
“
E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l'anima e il corpo “
Qui viene detto che sia l’ anima (la vita) che il corpo possono perire nella Geenna..
Gesù mise la Geenna in relazione con il fuoco eterno in Matteo 18:8-9.
In Matteo 25:41 lo stesso Gesù mise il fuoco eterno in relazione con ciò che è preparato per il diavolo e per i suoi angeli, e questo ci conduce inevitabilmente ad Apoc. 20:10, allo “
stagno di fuoco e zolfo”.
In Matteo, dove la CEI traduce “perire”, in realtà troviamo il verbo greco
apollymi, che significa “
annientare, perdere, svanire, morire, andar perduto”, secondo l’ autorevole Dizionario Esegetico del Nuovo Testamente di Balz e Schneider, vol. I, pag. 359.
Il cerchio si chiude: dobbiamo temere non l’ uomo ma Dio, Colui che può
annientare anima e corpo nella Geenna, cioè nello stagno di fuoco e zolfo.
Pertanto, visto che Matteo 25:41 accenna, per i capri, allo stagno di fuoco e zolfo, il fuoco eterno, la Geenna, ecco che coloro che saranno risuscitati per una risurrezione di condanna, secondo il passo di Giovanni 5:28-29, la stessa consisterà proprio nella seconda morte, perché lo stagno di fuoco e zolfo
è la seconda morte, secondo la Scrittura (Apoc. 21:8), come vedremo in seguito.
Dire di annientare la
psychè, l’ anima e il
soma, il corpo nella Geenna non significa andare in un luogo letterale, ma significa né più né meno che la vita, l’ esistenza di quella persona è troncata per sempre.
Con questo in mente, abbiamo elementi biblici che ci consentono di avere un quadro più chiaro per affrontare
l’ argomento relativo all' inferno...
(segue, a presto.......)
[Modificato da Aquila-58 16/09/2017 19:11]