barnabino, 15/09/2017 16.42:
Però faccio davvero molta fatica a collegare grmaticalmente l'Arcangelo Michele a Gesù Cristo!
Mi pare di capire che il ragionamento dell'autore sia che il pronome dimostrativo ("questo") che introduce il v. 9 faccia riferimento al "nostro unico padrone e signore Gesù Cristo" con cui si chiude il v. 4. Si contrappone
questo, che è il primo degli angeli e non parlò ingiuriosamente del diavolo, con
questi uomini che parlano ingiuriosamente dei gloriosi.
Ovviamente questa identificazione di Michele con Gesù non piace molto ai c
attolici, non tanto per questioni trinitarie, facilmente superabili, ma soprattutto per la secolare devozione a San Michele ceh credo risalga al IV-V secolo.
Shalom
Premesso che la teologia cattolica non c'entra e parlarne ci porterebbe OT, sono proprio le conclusioni dell'autore, che ho ben compreso, a non condividere. L'"o de" del verso 9 non segue, sintatticamente il verso 4; in mezzo vi sono i versi dal 5 al 7, che spezzano la continuità sintattica tra il "nostro unico padrone e signore Gesù Cristo" è il primo Angelo.
L'"o de" pone in contrapposizione Michele del verso 9 agli empi del verso 8. Né più, né meno!
Poi, se si ci vuole lasciare guidare ciascuno dalla propria teologia, liberissimi tutti di farlo, dal cattolico al mormone, passando per tutte le centinaia di altre confessioni che si definiscono cristiane!
Viva la libertà e la tolleranza religiosa!