Una generazione “assopita e dipendente da smartphone”, accusano i padri. “E voi siete incoerenti” ribattono i figli “iniziate a dare il buon esempio”
Genitori-figli adolescenti: uno scontro infinito, che mescola amore, preoccupazione, ansia di indipendenza, dagli albori dell’umanità. Come si declina al tempo degli smartphone e della società liquida? A rispondere al nostro «Occhio dei lettori», come prevedibile, sono soprattutto i genitori (in una proporzione di 10 a due):
i figli adolescenti difficilmente sprecano tempo a pensare al loro rapporto con madri e padri, a meno che non vogliano ottenere qualcosa...
Genitori che, in gran parte, hanno sofferto l’autoritarismo sulla loro pelle da piccoli e dunque, ora che tocca a loro, vorrebbero essere «autorevoli e non autoritari». Dicono «sì» alle regole ma che siano «poche, su questioni, importanti, spiegate una volta e rispettate sempre». Ma fra questo ideale e la realtà c’è tutta l’esasperazione della vita quotidiana: già, perchè «le discussioni con i figli adolescenti sono snervanti» e così «vorrei essere autorevole ma a volte mi ritrovo a essere autoritaria». Ci sono anche quelli scorati: «Oggi mi rendo conto che l’autorevolezza è appannaggio della rete».
Da parte loro, i figli non fanno sconti: «Il rispetto va conquistato con l’esempio».
I motivi di scontro? Quasi sempre i risultati scolastici. Un terreno di battaglia classico, quello della scuola, che in realtà pare essere solo la miccia che accende una più generale incomprensione generazionale. I genitori degli Anni Dieci quello che proprio non sopportano nei loro figli è «l’indolenza, la pigrizia, l’apatia, la poca passione, la noia immediata per tutto».
«Sono svogliati e perennemente annoiati», (CONFERMO)«Non hanno voglia di muoversi per cambiare il mondo», «Non riescono a capire il valore della sana fatica», «Hanno scarsa determinazione, non solo nell’affrontare gli impegni quotidiani ma persino i loro interessi», «Non colgono le opportunità»: «Non hanno nemmeno voglia di muoversi, uscire con gli amici e piuttosto stanno a casa a chattare con loro...» «Non hanno amicizie reali ma solo virtuali». Il colpevole, il grande nemico, il primo concorrente con cui i genitori devono avere a che fare è la rete,
«la dipendenza da smartphone»; «la necessità viscerale di internet». «Hanno un solo interesse: i videogiochi»,riassume esasperata una madre, ma «la vita non è un videogame che si può ricominciare quando si vuole».
Una generazione «assopita», accusano i genitori. I figli da parte loro ribattono accusando i genitori di «incoerenza». Genitori che si lamentano tanto della dipendenza dalla rete, ma poi ogni due minuti sono da loro a chiedere di aiutarli a far funzionare lo smartphone o la tv. «A volte fanno fatica a capire certi programmi e pretendono che gli risolvi i problemi in quattro e quattr’otto - sbotta uno - e il bello è che anche se gli spiego con calma loro non capiscono, si arrabbiano e dicono “Vabbé è inutile non capisco nulla, è più comodo chiamarti di volta in volta”. Che nervi».
«Vorrei che mio padre fosse più coerente con tra ciò che dice e quello che fa». «Vorrei più sincerità», chiedono tutti. Soprattutto, accusano, «perché non cambiate le cose che non vi rendono felici?»
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