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....: Scrittura del Giorno :....

Ultimo Aggiornamento: 31/12/2018 08:04
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29/04/2018 06:11
 
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Domenica 29 aprile
Non sarai tu a edificarmi la casa (1 Cron. 17:4)
Davide era dispiaciuto che non ci fosse una “casa” dedicata a Geova, cioè un tempio, e voleva costruirla. Geova, però, aveva altri piani, come indica la scrittura di oggi. Rassicurò amorevolmente Davide dicendogli che avrebbe continuato a benedirlo, ma stabilì che fosse suo figlio Salomone a costruire il tempio. Come reagì Davide? (1 Cron. 17:1-4, 8, 11, 12; 29:1). Davide non si rifiutò di dare il suo sostegno al progetto, rimuginando sul fatto che il merito della costruzione del tempio non sarebbe stato attribuito a lui. In effetti, quell’edificio divenne noto come il tempio di Salomone, non di Davide. Anche se forse era deluso di non poter fare ciò che desiderava tanto, Davide sostenne pienamente il progetto. Si occupò con entusiasmo di organizzare gruppi di lavoratori e di raccogliere ferro, rame, argento, oro e legname di cedro. Poi incoraggiò Salomone con queste parole: “Ora, figlio mio, Geova mostri d’essere con te, e tu devi aver successo ed edificare la casa di Geova” (1 Cron. 22:11, 14-16). w17.01 5:6, 7
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30/04/2018 07:09
 
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Lunedì 30 aprile
Liberaci e copri i nostri peccati a motivo del tuo nome (Sal. 79:9)

Anche quando siamo perseguitati, facciamo tutto il possibile per non infrangere i giusti princìpi e comandi di Dio. Compiendo opere giuste, facciamo ‘risplendere la nostra luce’ e diamo gloria al nome di Geova (Matt. 5:14-16). Come popolo santo, con il nostro modo di vivere dimostriamo che le leggi di Geova sono buone e che le accuse di Satana sono false. Tutti sbagliamo, ma quando questo accade mostriamo sincero pentimento e smettiamo di fare ciò che disonora Geova. Sulla base del sacrificio di Cristo, Geova perdona i peccati di chi esercita fede. Accetta come suoi adoratori coloro che gli dedicano la propria vita. Dichiara giusti come suoi figli i cristiani unti e giusti come suoi amici i componenti delle “altre pecore” (Giov. 10:16; Rom. 5:1, 2; Giac. 2:21-25). Già da ora, quindi, il riscatto ci permette di avere una condizione giusta di fronte al nostro Padre celeste e di contribuire alla santificazione del suo nome. w17.02 2:5, 6
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01/05/2018 07:47
 
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Martedì 1° maggio
I figli di Ammon furono sottomessi (Giud. 11:33)
Iefte era consapevole che per liberare Israele dagli ammoniti avrebbe avuto bisogno dell’aiuto di Dio. Promise a Geova che, se gli avesse concesso la vittoria, avrebbe offerto come “olocausto” la prima persona che sarebbe uscita dalla sua casa una volta tornato dalla battaglia (Giud. 11:30, 31). Ma cosa significava quell’offerta? Geova detesta i sacrifici umani ed è evidente che Iefte non aveva intenzione di compiere un sacrificio del genere (Deut. 18:9, 10). Sotto la Legge mosaica un olocausto era un sacrificio completamente bruciato offerto per intero a Geova; è chiaro quindi che Iefte intendeva dedicare una persona all’esclusivo servizio a Dio. Quella persona avrebbe prestato servizio permanente presso il tabernacolo. Geova accettò le condizioni proposte da Iefte e lo benedisse con una schiacciante vittoria (Giud. 11:32). Quando Iefte ritornò dalla battaglia, la persona che gli andò incontro fu la sua amata figlia, l’unica che aveva! Cosa avrebbe fatto Iefte davanti a questa prova? Avrebbe mantenuto la parola? w16.04 1:11-13
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02/05/2018 00:05
 
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Mercoledì 2 maggio
Continuarono a dare intendimento nella lettura (Nee. 8:8)
Pochi anni fa nella maggioranza delle congregazioni si è considerato il libro Accostiamoci a Geova durante lo studio biblico di congregazione. Approfondire le qualità di Dio e ascoltare i sentiti commenti dei fratelli e delle sorelle ha di certo rafforzato l’amore che abbiamo per il nostro Padre celeste. Inoltre, accresciamo la nostra conoscenza della Parola di Dio prestando attenzione ai discorsi, alle dimostrazioni e alla lettura di brani biblici. Le adunanze ci insegnano a mettere in pratica i princìpi biblici in ogni aspetto della vita (1 Tess. 4:9, 10). Ad esempio, lo studio Torre di Guardia è concepito in modo specifico per rispondere ai bisogni dei servitori di Dio. Ricordate uno studio Torre di Guardia grazie al quale avete pensato di riconsiderare le vostre mete, di perdonare un compagno di fede o di migliorare la qualità delle vostre preghiere? L’adunanza infrasettimanale ci prepara per il ministero. Ci spiega come predicare la buona notizia e come insegnare i princìpi scritturali in modo efficace (Matt. 28:19, 20). w16.04 3:4, 5
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03/05/2018 07:56
 
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Giovedì 3 maggio
Tutte le cose che furono scritte anteriormente furono scritte per nostra istruzione (Rom. 15:4)
Vi siete mai soffermati sugli episodi biblici che descrivono contrasti e divergenze? Scorriamo solo i primi capitoli di Genesi. Caino uccide Abele (Gen. 4:3-8); Lamec uccide un giovane uomo che lo aveva colpito (Gen. 4:23); i pastori di Abraamo e Lot litigano (Gen. 13:5-7); Agar disprezza Sara, la quale si arrabbia con Abraamo (Gen. 16:3-6); Ismaele è contro tutti e ‘la mano di tutti è contro di lui’ (Gen. 16:12). Perché la Bibbia parla di questi conflitti? Una delle ragioni è che questi avvenimenti insegnano a noi uomini imperfetti perché dovremmo mantenere la pace. Mostrano anche come ci possiamo riuscire. È molto utile leggere episodi biblici di persone reali alle prese con problemi altrettanto reali. Osservando i risultati dei loro sforzi traiamo lezioni che possono aiutarci in alcune circostanze della vita. Senza dubbio tutto questo ci aiuta a valutare cosa fare, o cosa non fare, quando sorgono contrasti. w16.05 1:1, 2
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04/05/2018 00:06
 
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Venerdì 4 maggio
In tutte le nazioni si deve prima predicare la buona notizia (Mar. 13:10)
Quando predicavano la buona notizia, quali metodi impiegavano Gesù e i suoi discepoli? Andavano ovunque si potessero trovare delle persone, sia nei luoghi pubblici che nelle loro case. L’opera che svolgevano includeva ricercare i meritevoli di casa in casa (Matt. 10:11; Luca 8:1; Atti 5:42; 20:20). Predicare in modo così sistematico dimostrava imparzialità. Ma che dire dei Testimoni di Geova? Solo loro predicano che dal 1914 Gesù è Re del Regno di Dio. In armonia con il comando di Gesù, danno grande importanza all’opera di predicazione. Un libro sulle religioni in America dice: “I Testimoni di Geova [...] non dimenticano mai che il loro compito è principalmente portare un messaggio spirituale sull’imminente fine del mondo e sulla necessità di ottenere la salvezza” (N. T. Ammerman, Pillars of Faith: American Congregations and Their Partners). I Testimoni di Geova continuano a portare questo messaggio usando gli stessi metodi impiegati da Gesù e dai suoi discepoli. w16.05 2:10, 12
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05/05/2018 07:51
 
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Sabato 5 maggio
Troverai la medesima conoscenza di Dio (Prov. 2:5)
Basando le nostre decisioni sul modo di pensare di Geova, ci avvicineremo di più a lui (Giac. 4:8). Inoltre Geova ci approverà e ci benedirà. A sua volta questo rafforzerà la fede che abbiamo nel nostro Padre celeste. Lasciamoci quindi guidare dai princìpi e dalle leggi della Bibbia, perché rivelano il modo di pensare di Dio. Naturalmente non finiremo mai di imparare riguardo a Geova (Giob. 26:14). Se ci impegniamo con diligenza, però, potremo già adesso avere la sapienza, la conoscenza e il discernimento necessari per prendere decisioni sagge (Prov. 2:1-5). Le idee e i progetti degli esseri umani imperfetti cambiano continuamente ma non dimentichiamo ciò che disse il salmista: “Il medesimo consiglio di Geova sussisterà a tempo indefinito; i pensieri del suo cuore sono di generazione in generazione” (Sal. 33:11). Se mettiamo i nostri pensieri e le nostre azioni in armonia con il modo di pensare del nostro onnisapiente Dio, Geova, prenderemo senza dubbio le decisioni migliori. w16.05 3:17
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06/05/2018 07:29
 
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Domenica 6 maggio
In quanto a Geova, egli vede il cuore (1 Sam. 16:7)
Dato che abbiamo fiducia nella capacità di Geova di leggere il cuore e di attirare a sé le persone che lui sceglie, dovremmo evitare di giudicare gli altri, che si tratti delle persone che incontriamo nel ministero o dei fratelli della congregazione (Giov. 6:44). Se accettiamo Geova quale nostro Vasaio, questo si rifletterà sul modo in cui consideriamo i compagni di fede (Isa. 64:8). Riusciamo a vederli come li vede Dio, e cioè non come un “prodotto finito” ma come un pezzo che viene modellato gradualmente? Lui vede sia quello che siamo interiormente sia quello che possiamo diventare grazie all’abile lavoro delle sue mani. Geova vede ciò che c’è di buono nelle persone e non si sofferma sui loro difetti, sapendo che sono solo temporanei (Sal. 130:3). Possiamo imitare il nostro Vasaio concentrandoci sui lati positivi dei nostri fratelli, e possiamo collaborare con lui sostenendoli mentre si sforzano di crescere spiritualmente (1 Tess. 5:14, 15). In quanto “doni negli uomini”, gli anziani devono dare l’esempio a questo riguardo (Efes. 4:8, 11-13). w16.06 1:4-6
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07/05/2018 00:07
 
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Lunedì 7 maggio
Chi pensa di stare in piedi badi di non cadere (1 Cor. 10:12)
Portare la buona notizia ad altri può aiutarci a coltivare l’umiltà e vari aspetti del frutto dello spirito di Dio (Gal. 5:22, 23). Inoltre, manifestando una personalità cristiana, possiamo rendere ancora più attraente il messaggio e di conseguenza influire in modo positivo su alcune delle persone a cui predichiamo. Consideriamo cosa accadde a un fratello e a una sorella in Australia. Nel ministero una donna li trattò in modo molto scortese, ma loro la ascoltarono comunque con rispetto. Successivamente la donna, dispiaciuta per il suo comportamento, decise di scrivere alla filiale. Tra le altre cose scrisse: “Desidero porgere le mie sentite scuse a quelle due persone pazienti e umili per essere stata così arrogante. Mi sento proprio una stupida se penso che ho cercato di cacciare in quel modo delle persone che parlavano della Parola di Dio”. La reazione sarebbe stata la stessa se i due proclamatori avessero dato anche solo l’impressione di essere irritati? Difficilmente. È chiaro che il ministero ha effetti positivi sia su di noi che sulle persone a cui predichiamo. w16.06 2:12, 13
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08/05/2018 07:24
 
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Martedì 8 maggio
Devi amare il tuo prossimo come te stesso (Matt. 22:39)
Siamo tutti imperfetti (Rom. 5:12, 19). Perciò a volte nella congregazione può succedere che qualcuno ci ferisca con le parole o con le azioni. Questo può mettere alla prova il nostro amore per Geova e per il suo popolo. In casi del genere, come reagiamo? Consideriamo un esempio. I due figli del sommo sacerdote Eli non ubbidivano alle leggi di Geova. La Bibbia dice: “I figli di Eli erano uomini buoni a nulla; non riconoscevano Geova” (1 Sam. 2:12). Il padre aveva un ruolo di primo piano nel promuovere la vera adorazione, eppure loro commettevano peccati molto gravi. Eli ne era a conoscenza e avrebbe dovuto correggerli, ma si dimostrò permissivo e alla fine la sua casa fu condannata da Dio (1 Sam. 3:10-14). In seguito, ai suoi discendenti non fu più permesso di ricoprire l’incarico di sommo sacerdote. Se fossimo vissuti in quel tempo, cosa avremmo fatto vedendo che Eli tollerava i peccati dei figli? Avremmo inciampato, forse arrivando al punto di smettere di servire Dio? w16.06 4:5, 6
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09/05/2018 06:48
 
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Mercoledì 9 maggio
Tutte queste altre cose vi saranno aggiunte (Matt. 6:33)
Perché Gesù fece la suddetta affermazione? Appena prima aveva spiegato: “Il vostro Padre celeste sa che avete bisogno di tutte queste cose”, cioè delle cose necessarie. Geova sa quali sono i nostri bisogni riguardo a cibo, vestiario e alloggio ancor prima che noi ce ne rendiamo conto (Filip. 4:19). Sa quale sarà il prossimo indumento che dovremo sostituire, sa di cosa abbiamo bisogno in fatto di alimentazione e sa quale alloggio sarebbe adatto alla nostra famiglia. Geova farà in modo che le nostre reali necessità siano soddisfatte. Dobbiamo avere fiducia che, se seguiamo l’esortazione di Geova a mettere gli interessi spirituali al primo posto, egli si dimostrerà molto generoso con noi. La “santa devozione” ci dovrebbe spingere ad accontentarci delle cose necessarie, cioè del “nutrimento e di che coprirci” (1 Tim. 6:6-8). w16.07 1:17, 18
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10/05/2018 07:18
 
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Giovedì 10 maggio
Quando eravamo nemici, fummo riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo (Rom. 5:10)
Questa riconciliazione ci permette di essere in pace con Geova. Paolo mise in relazione questo privilegio con l’immeritata benignità di Geova quando disse ai suoi compagni unti: “Ora che siamo stati dichiarati giusti come risultato della fede, godiamo la pace con Dio per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo, per mezzo del quale abbiamo anche ottenuto il nostro accesso per fede in questa immeritata benignità nella quale ora stiamo” (Rom. 5:1, 2). Questa è davvero una grande benedizione! Per natura nessuno di noi è giusto. Tuttavia il profeta Daniele predisse che durante il tempo della fine “quelli che hanno perspicacia”, i cristiani unti rimasti sulla terra, avrebbero “[condotto] molti alla giustizia” (Dan. 12:3). Grazie alla loro opera di predicazione e insegnamento gli unti hanno aiutato milioni di “altre pecore” a ottenere una condizione giusta dinanzi a Dio (Giov. 10:16). Ma questo è stato possibile soltanto per mezzo dell’immeritata benignità di Geova (Rom. 3:23, 24). w16.07 3:10, 11
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Venerdì 11 maggio
Si prendevano delle mogli, cioè tutte quelle che scelsero (Gen. 6:2)
Da questa unione contro natura tra angeli materializzati e donne nacquero i nefilim, esseri ibridi molto violenti. Di conseguenza, “la cattiveria dell’uomo era abbondante sulla terra” (Gen. 6:1-5). Ai giorni di Noè Geova portò il Diluvio per distruggere i malvagi. Allora le persone erano così assorbite dalle normali attività della vita, tra cui il matrimonio, che non presero seriamente l’avvertimento di Noè, “predicatore di giustizia”, riguardo all’imminente distruzione (2 Piet. 2:5). In seguito Gesù fece un paragone tra le condizioni di quel tempo e quelle che avremmo visto ai nostri giorni (Matt. 24:37-39). Oggi la maggioranza delle persone non ascolta la buona notizia del Regno di Dio che viene predicata nell’intera terra in testimonianza a tutte le nazioni prima della fine di questo malvagio sistema di cose. Qual è la lezione per noi? Nemmeno le questioni familiari come il matrimonio o l’educazione dei figli dovrebbero assorbirci al punto da farci perdere il senso di urgenza in relazione al giorno di Geova. w16.08 1:8, 9
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12/05/2018 07:15
 
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Sabato 12 maggio
Il tempo rimasto è ridotto. Da ora in poi quelli che hanno moglie siano come se non l’avessero, e quelli che fanno uso del mondo come quelli che non ne usano appieno (1 Cor. 7:29-31)
Dato che siamo inoltrati “negli ultimi giorni”, stiamo attraversando “tempi difficili” (2 Tim. 3:1-5). Comunque, mantenerci spiritualmente forti può aiutarci moltissimo a combattere l’influenza negativa del mondo. Con le parole della scrittura di oggi, Paolo non stava suggerendo ai coniugi di trascurare le loro responsabilità familiari. Tuttavia poiché il tempo rimasto era ridotto dovevano dare la priorità alle cose spirituali (Matt. 6:33). Anche se viviamo in tempi davvero difficili in cui sempre più rapporti coniugali falliscono, è possibile avere un matrimonio felice. I cristiani che si tengono stretti al popolo di Geova, seguono i consigli della Bibbia e accettano la guida dello spirito santo possono mantenere unito “quello che Dio ha aggiogato insieme” (Mar. 10:9). w16.08 2:17, 18
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Domenica 13 maggio
Pascete il gregge di Dio (1 Piet. 5:2)
Nella congregazione cristiana c’è un grande bisogno di pastori, e i fratelli che svolgeranno questo compito nel futuro devono ricevere un addestramento continuo. Paolo disse a Timoteo: “Le cose che hai udito da me col sostegno di molti testimoni, queste cose affidale a uomini fedeli, che, a loro volta, siano adeguatamente qualificati per insegnare ad altri” (2 Tim. 2:1, 2). Timoteo imparò molto servendo insieme a Paolo, un apostolo e un anziano cristiano. Poi adottò i metodi di Paolo nel proprio ministero e in altri aspetti del sacro servizio (2 Tim. 3:10-12). Paolo non lasciò le cose al caso quando si trattò di addestrare Timoteo. Infatti decise di portarlo con sé (Atti 16:1-5). Gli anziani dovrebbero imitare l’esempio di Paolo: quando è appropriato, possono andare a fare visite pastorali con servitori di ministero qualificati. Così questi fratelli avranno l’opportunità di vedere all’opera alcune qualità richieste ai sorveglianti cristiani, come la capacità di insegnare, la fede, la pazienza e l’amore. Agire in questo modo contribuisce ad addestrare futuri pastori del “gregge di Dio”. w16.08 4:16, 17
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14/05/2018 07:32
 
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Lunedì 14 maggio
Non ti caschino le mani (Sof. 3:16)
Dire che a qualcuno “cascano le mani” può significare che questa persona è scoraggiata, demoralizzata o senza speranza (2 Cron. 15:7; Ebr. 12:12). In simili circostanze sarebbe facile darsi per vinti. Purtroppo il malvagio mondo di Satana ci sottopone a enormi pressioni, che possono creare ansia e opprimerci. Potremmo sentirci come una barca trattenuta da una pesante ancora che le impedisce di andare avanti (Prov. 12:25). Potremmo provare questi sentimenti per esempio in caso di opposizione, perdita di una persona cara, gravi malattie oppure difficoltà a provvedere alla nostra famiglia in un periodo di crisi economica. Nel corso del tempo lo stress emotivo che ne deriva può assorbire tutte le nostre energie e addirittura privarci della gioia. Possiamo essere certi, però, che Dio è pronto ad aiutarci (Isa. 41:10, 13). w16.09 1:2, 4
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15/05/2018 07:20
 
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Martedì 15 maggio
Correrò per la medesima via dei tuoi comandamenti (Sal. 119:32)
Alcuni combattono per vincere una debolezza della carne. Altri devono fare uno sforzo cosciente per mantenere un atteggiamento positivo nei confronti del ministero. Altri ancora perseverano nonostante una salute malferma o la solitudine. E non si deve dimenticare quanto lottano alcuni per riuscire a perdonare chi li ha offesi o ha peccato contro di loro. Tutti noi, anche se siamo nella verità da molti anni, dobbiamo combattere contro problemi che potrebbero ostacolare il servizio che rendiamo a Geova, un Dio che ricompensa chi gli rimane fedele. Se ci troviamo in una situazione del genere, non esitiamo a pregare per ricevere spirito santo. La preghiera e lo spirito santo possono darci la forza di fare ciò che è giusto, in modo da ottenere la benedizione di Geova. Dobbiamo agire in armonia con le nostre preghiere, cercare di leggere la Bibbia ogni giorno e riservare regolarmente del tempo per lo studio personale e per l’adorazione in famiglia (Sal. 119:32). w16.09 2:10, 11
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Mercoledì 16 maggio
La fede è l’evidente dimostrazione di realtà benché non vedute (Ebr. 11:1)
Molti dicono di credere nell’evoluzione perché si fonda sulla scienza, mentre pensano che credere in Dio sia un atto di fede. Ma non dimentichiamo un aspetto importante: sia per credere in Dio che per credere nell’evoluzione bisogna avere un qualche tipo di fede. Nessuno di noi ha mai visto Dio o ha mai assistito a un atto creativo (Giov. 1:18). E nessuno, nemmeno gli scienziati, ha mai visto una specie evolversi in un’altra, per esempio un rettile diventare un mammifero (Giob. 38:1, 4). È chiaro quindi che ognuno di noi deve usare la propria capacità di ragionare per esaminare le prove e per giungere a conclusioni logiche. A proposito del Creatore, l’apostolo Paolo scrisse: “Le sue invisibili qualità, perfino la sua sempiterna potenza e Divinità, si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo, perché si comprendono dalle cose fatte, così che sono inescusabili” (Rom. 1:20). w16.09 4:4
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17/05/2018 07:25
 
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Giovedì 17 maggio
Non dimenticate la benignità verso gli estranei (Ebr. 13:2, nt.)

Geova prese amorevoli provvedimenti per il bene degli stranieri che vivevano in Israele, come quello relativo alla spigolatura (Lev. 19:9, 10). Invece di limitarsi a ordinare agli israeliti di rispettare gli stranieri, Geova fece appello alla loro empatia. Per esperienza diretta, “[conoscevano] le condizioni di vita del residente forestiero” (Eso. 23:9; nt.). È probabile che gli egiziani, spinti da orgoglio razziale e pregiudizi religiosi, avessero iniziato a evitare gli ebrei ancor prima di ridurli in schiavitù (Gen. 43:32; 46:34; Eso. 1:11-14). Gli israeliti avevano provato sulla loro pelle quanto fosse difficile essere residenti forestieri; Geova voleva che se lo ricordassero e che trattassero gli stranieri come “uno dei [loro] nativi” (Lev. 19:33, 34). Non c’è dubbio che Geova mostra lo stesso interesse nei confronti di persone provenienti da altri paesi che frequentano le nostre adunanze (Deut. 10:17-19; Mal. 3:5, 6). Riflettere sulle difficoltà che affrontano, come quelle dovute alla nuova lingua o alla discriminazione, ci spingerà a fare il possibile per mostrare loro benignità ed empatia (1 Piet. 3:8). w16.10 1:3-5
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Venerdì 18 maggio
Come il corpo senza spirito è morto, così anche la fede senza opere è morta (Giac. 2:26)
La lettera di Giacomo spiega che avere fede non significa soltanto credere, ma anche compiere delle azioni. Infatti scrisse: “Mostrami la tua fede senza le opere, e io ti mostrerò la mia fede mediante le mie opere” (Giac. 2:18). Poi parlò della netta differenza che c’è tra credere ed esercitare fede. I demoni credono nell’esistenza di Dio, ma non hanno vera fede. Infatti cercano di ostacolare l’adempimento del suo proposito (Giac. 2:19, 20). Giacomo fece poi riferimento a un uomo del passato che invece aveva vera fede, dicendo: “Non fu il nostro padre Abraamo dichiarato giusto per le opere dopo che ebbe offerto suo figlio Isacco sull’altare? Vedi che la sua fede operava insieme alle sue opere e che mediante le sue opere la sua fede fu perfezionata” (Giac. 2:21-23). Per chiarire ancora meglio che la fede si dimostra con le azioni, aggiunse le parole della scrittura di oggi. w16.10 4:8
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