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Abramo,enoch e gli altri in cielo secondo ebrei 11:16?

Ultimo Aggiornamento: 14/02/2018 16:29
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13/02/2018 19:13
 
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Re: Re:
Caro VTRL

VVRL, 13/02/2018 14.49:


Senza offesa Barnabino, ma sei tu ad avere problemi di comprensione del testo biblico.
Di nuovo ti riporto quello che dice la tua Bibbia
Ma ora aspirano a un luogo migliore, cioè uno che appartiene al cielo
Quindi il luogo migliore coincide con il luogo del cielo (genitivo usato nel testo greco). Qui il DENT ci dice che con epouranios si indica non una cosa che proviene dal cielo, ma una cosa invisibile agli occhi umani.
Continui inoltre a ripetere la tiritera sterile del dire che appartenere al Cielo non significa essere in Cielo che come detto prima il DENT esclude per Ebr. 11:16. Ma anche l'esempio fatto prima, applicato, applicato al termine patris (patria/ luogo di residenza) ti da decisamente torto. Infatti se io dico di avere la residenza in una città appartenente alla Toscana, significa sicuramente che abito in Toscana
. E' proprio l'uso del sostantivo patris in accoppiamento all'aggettivo epouranios che esclude il significato che gli vuoi dare tu e questo il DENT lo fa capire chiaramente.
Piuttosto che stare a ripetere le stesse cose, potete entrare nello specifico di queste mie considerazione facendo vedere dov’è l’errore?






l' errore è facilissimo, ma purtroppo non te ne accorgi!

Intanto, c' è da dire che il sostantivo patris, che secondo il Dizionario Esegetico del Nuovo Testamento di Balz e Schneider (volume II, pagina 856), significa “patria, città paterna, villaggio natio”, è presente in Ebrei 11:14, ma non nel versetto 16, dove alla lettera, dal testo greco, leggiamo:

adesso invece (a) migliore si protendono, cioè celeste

(Ebrei 11:16)


Abraamo non ricevette l’ eredità promessa nella sua vita (Ebrei 11:13), ma aspettava già “la città dalle salde fondamenta” (Ebrei 11:10 CEI), che altro non è che il Regno di Dio retto dal Messia.

Ecco perché nè lui nè gli altri patriarchi pensavano di tornare alla vecchia patria da cui erano usciti, piuttosto soggiornavano, vivendo in tende, come stranieri e pellegrini sulla terra, dichiarando di essere tali, ma quale terra?

Nella terra promessa, che consideravano come una regione straniera, come viene detto in Ebrei 11:9, perché attendevano la vera eredità, il Regno di Dio ("nuovi cieli e nuova terra"), che “vedevano da lontano” (Ebrei 11:13).

Ricordiamo ancora che Abraamo stesso "vide" con gli occhi della fede il giorno di Cristo e se ne compiacque (Giovanni 8:56).

Abraamo e i patriarchi non faranno parte del celeste Regno Messianico e della Nuova Gerusalemme, e lo sai perchè?

Perchè quell' appartenenza spetterà ai coeredi di Cristo, come Paolo, che infatti dice:

"Dio aveva previsto per noi qualcosa di migliore" (Ebrei 11:40).

Qui per "migliore" abbiamo l' aggettivo kreitton, "migliore, superiore", come in Ebrei 7:19, 9:23, 11:35:

"Ma le realtà celesti richiedono sacrifici molto migliori (de ta epourania kreittosin) " (Ebrei 9:23)

Il pronome hemon, “noi” di Ebrei 11:40 si riferisce ai coeredi di Cristo, “partecipi della chiamata celeste” (Ebrei 3:1), per i quali Cristo ‘inaugurò una via nuova e vivente’ per entrare nel luogo santo della celeste presenza di Dio. (Ebrei 10:19- 20)

Quindi Re e Sacerdoti di Dio e di Cristo....

Mi dispiace ma ritengo che tu sia in errore.


Ciao.





[Modificato da Aquila-58 13/02/2018 19:14]
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