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un grido dal lager

Ultimo Aggiornamento: 26/01/2018 10:37
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25/01/2018 17:27
 
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un grido dal lager
per non dimenticare

TROST 15 februar 1938
[Modificato da bruciolis 25/01/2018 17:30]

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Sijmadicandhapajiee, gente per cui le arti stan nei musei - Paolo Conte

FORUM TESTIMONI DI GEOVA
25/01/2018 18:22
 
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Re: un grido dal lager
bruciolis, 25/01/2018 17:27:

per non dimenticare

TROST 15 februar 1938



Impressionante, soprattutto in questo periodo di "memorie".

Simon
25/01/2018 21:20
 
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Trovo agghiacciante il nazi festival nel giorno della memoria e Che lo stato italiano lo permetta sulla base che è una casa privata.

Poi parlano che non bisogna in alcun modo dare meriti passati né al Duce né a Hitler.
Io la penso diversamente.

Bisognerebbe educare le persone a capire il come e il perché succedono cose orribili come l'Olocausto. Come persone una volta normali (??) Possono diventare delle bestie di Satana. Perché quello era Hitler.
La storia è storia. E Va studiata soprattutto fuori dai libri di storia.
E comunque non c'era solo Hitler, nello stesso periodo c'era pure Stanlin che ne ha uccisi circa 60 milioni nei vari lager. Ma questo non viene mai citato.

Bha. Che cosa bruttissima. [SM=g7556]





25/01/2018 22:07
 
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Re: un grido dal lager
bruciolis, 25/01/2018 17.27:

per non dimenticare

TROST 15 februar 1938




Cos'è?
25/01/2018 22:16
 
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Re: Re: un grido dal lager
kierkegaard1, 25/01/2018 22.07:




Cos'è?



è una rivista (CONSOLAZIONE) edita dalla
Watch Tower di Berna dove sin dal 1933/34
si denunciavano i crimini commessi
nei lager nazisti

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Non mi piacciono le classifiche sui crimini dei regimi totalitari ..
Penso alle vittime e ai famigliari...
In Italia ci furono le leggi razziali le deportazioni le fucilazioni della civili ..
Forse per questo che li ricordo più facilmente ..
ogni città ha la sua parte di tragedia da non dimenticare ..

Nella rubrica del “buongiorno” su La Stampa di ieri, il pezzo di Mattia Feltri
Ricordava questo:

“L’Ebreo geniale

Dopodomani sarà il Giorno della Memoria, in cui si ricorderanno le vittime della Shoah. Qualcuno è già al lavoro: a Milano deturpata una pietra d’inciampo, ad Arezzo divelta la stele commemorativa. Qui, a proposito di memoria, ci è venuto in mente Ernö Erbstein, ebreo ungherese nato a Nagyvárad nel 1898. Amava il calcio. Gli dicevano di lasciar perdere perché gli ebrei sono una razza inferiore, anche muscolarmente. Se ne fece un cruccio.

Ebbe una carriera di calciatore che concluse in Italia; intanto studiò la tattica, le applicazioni fisiche e psicologiche. Diventò un allenatore rivoluzionario. Portò in tre anni la Lucchese dalla C al sesto posto in A. A Lucca, città solidamente fascista, fu sorpreso dalle leggi razziali. Alle figlie fu impedito di andare alle scuole pubbliche. Il presidente del Torino, Ferruccio Novo, lo ingaggiò, e le figlie furono iscritte in una scuola privata. Col Toro fece un anno e arrivò secondo.

Nel ’39 capì che l’aria era troppo pesante. Novo lo aiutò. Grazie alle sue conoscenze gli organizzò il viaggio verso l’Ungheria. Lì, nel ’44, i nazisti lo rinchiusero in un campo. Riuscì a fuggire appena prima di essere trasferito ad Auschwitz. La moglie e le figlie si salvarono coi passaporti svedesi del leggendario Raoul Wallenberg, un Giusto fra le nazioni che nel ’45 fu arrestato dai russi e morì forse fucilato dal Kgb.

A fine guerra, Novo riabbracciò il suo allenatore. E Erbstein costruì il capolavoro: la squadra più forte del mondo, il Toro di Valentino Mazzola. Coi suoi ragazzi, morì a
Superga.”

www.lastampa.it/2018/01/25/cultura/opinioni/buongiorno/lebreo-geniale-co8bbAeKjUUIYMz3mS3UOO/pag...
25/01/2018 22:44
 
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Re:
Giandujotta.50, 1/25/2018 10:32 PM:

Non mi piacciono le classifiche sui crimini dei regimi totalitari ..
Penso alle vittime e ai famigliari...
In Italia ci furono le leggi razziali le deportazioni le fucilazioni della civili ..
Forse per questo che li ricordo più facilmente ..
ogni città ha la sua parte di tragedia da non dimenticare ..

Nella rubrica del “buongiorno” su La Stampa di ieri, il pezzo di Mattia Feltri
Ricordava questo:

“L’Ebreo geniale

Dopodomani sarà il Giorno della Memoria, in cui si ricorderanno le vittime della Shoah. Qualcuno è già al lavoro: a Milano deturpata una pietra d’inciampo, ad Arezzo divelta la stele commemorativa. Qui, a proposito di memoria, ci è venuto in mente Ernö Erbstein, ebreo ungherese nato a Nagyvárad nel 1898. Amava il calcio. Gli dicevano di lasciar perdere perché gli ebrei sono una razza inferiore, anche muscolarmente. Se ne fece un cruccio.

Ebbe una carriera di calciatore che concluse in Italia; intanto studiò la tattica, le applicazioni fisiche e psicologiche. Diventò un allenatore rivoluzionario. Portò in tre anni la Lucchese dalla C al sesto posto in A. A Lucca, città solidamente fascista, fu sorpreso dalle leggi razziali. Alle figlie fu impedito di andare alle scuole pubbliche. Il presidente del Torino, Ferruccio Novo, lo ingaggiò, e le figlie furono iscritte in una scuola privata. Col Toro fece un anno e arrivò secondo.

Nel ’39 capì che l’aria era troppo pesante. Novo lo aiutò. Grazie alle sue conoscenze gli organizzò il viaggio verso l’Ungheria. Lì, nel ’44, i nazisti lo rinchiusero in un campo. Riuscì a fuggire appena prima di essere trasferito ad Auschwitz. La moglie e le figlie si salvarono coi passaporti svedesi del leggendario Raoul Wallenberg, un Giusto fra le nazioni che nel ’45 fu arrestato dai russi e morì forse fucilato dal Kgb.

A fine guerra, Novo riabbracciò il suo allenatore. E Erbstein costruì il capolavoro: la squadra più forte del mondo, il Toro di Valentino Mazzola. Coi suoi ragazzi, morì a
Superga.”

www.lastampa.it/2018/01/25/cultura/opinioni/buongiorno/lebreo-geniale-co8bbAeKjUUIYMz3mS3UOO/pag...




Hai ragione.

25/01/2018 23:06
 
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TROST 1 april 1939
questo articolo si trova sulla rivista
TROST del 1 aprile 1939.
l'avevo già pubblicato, siccome non riesco a trovarlo sul forum,
lo rimetto per chi non l'avesse letto



TRADUZIONE

La persecuzione dei cristiani nel Terzo Reich
Le seguenti affermazioni sono apparse con questo titolo nel famoso giornale di Stoccolma «Dagens Nyheter» il 10 gennaio 1939, dunque pochi giorni prima che Hitler spiegasse in Parlamento che in Germania nessuno veniva perseguitato a causa del proprio credo:
«Quando lo stato non riconosce nessuna autorità superiore è come se dicesse: “Non esiste nessun Dio” o diventa Dio esso stesso e costringe i propri cittadini a sottostare, nelle credenze e nella coscienza, al suo diktat. Dovunque lo stato si arroga un’autorità divina, incontra una forte resistenza da parte dei suoi cittadini più nobili, tutti coloro che credono in Gesù Cristo e che si attengono ai suoi Comandamenti a qualsiasi prezzo.»
Queste frasi si trovano nel libro di Franz Zürcher Kreuzzug gegen das Christentum (Crociata contro il cristianesimo), che è stato recentemente pubblicato da un editore svizzero e che ha ottenuto grandissima attenzione nel mondo cristiano. Il libro tratta il tema della setta cristiana “Testimoni di Geova” – prima conosciuti come “Veri studiosi della Bibbia” – e della persecuzione a cui è stata sottoposta durante la dittatura nazista. Bisogna affermare subito che il libro fornisce una testimonianza attendibile e non appartiene alla categoria della «Propaganda dell’orrore».
Il libro contiene nella prima parte una descrizione teologico-teoretica, che offre anche ai laici molti spunti interessanti e stimolanti. [Inoltre il giornale riporta delle citazioni prese da questa sezione del libro riguardo il fatto che «L’uomo deve ubbidire più a Dio che agli uomini» e la questione delle «violenze da parte dell’autorità» e prosegue:]
Questo è il motivo per cui i «testimoni di Geova» hanno mantenuto le distanze dall’impegno politico o non hanno preso posizione di fronte a istanze politiche, perché il mondo politico non è cristiano – secondo le parole dello stesso Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo» (Giovanni 18:36).
Negli stati autoritari, dove la legge sovrasta e modella la vita privata dei cittadini a nome dell’organizzazione collettiva, un simile atteggiamento deve portare a dei conflitti. In base al comandamento di Dio ci si rifiuta di adorare un «Führer» e di usare il saluto «Heil Hitler».
«Il primo comandamento recita: Non devi avere altro Dio all’infuori di me. Non ti farai idolo né immagine alcuna… Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. (2. Mosè 20) E Pietro insegna nel Nuovo Testamento che non ci sarà salvezza se non quella nel nome di Gesù.»
Qui inizia la protesta contro la costrizione morale. Poi (come si legge nel libro ) «questi tiranni rivendicano non solo ciò che è del Kaiser, ma anche ciò che è di Dio». Il governo di Hitler ha sciolto l’organizzazione dei Testimoni di Geova, ha sequestrato tutti i loro beni, ha allestito roghi pubblici della Bibbia, di trattati e scritti della loro libreria principale e ha proibito, su minaccia di ulteriori rappresaglie, tutte le loro riunioni, servizi religiosi e gruppi di studio della Bibbia. Dato che non c’erano dei veri motivi per giustificare questa misura, si sono inventati che i Testimoni di Geova simpatizzavano con i comunisti. Questa scusa,
totalmente campata per aria, viene respinta con forza nella perizia del professor Karl Barth e confutata in ogni singola pagina del libro in questione.
L’accusa di comunismo è la prova di una persecuzione smodata e terribile più semplicemente nei confronti di uomini e donne che (come dice l’autore) “si sono consacrati completamente nella loro lealtà a Dio e si sono impegnati in modo rigoroso per seguire, fedeli e obbedienti, i passi di Cristo secondo la parola di Dio. Non sono quindi seguaci di una setta o fanatici che si fanno guidare da una persona qualsiasi, sono Cristiani”.
Quello che in seguito il libro racconta, in modo attendibile, del crudele maltrattamento del corpo e dell’anima è qualcosa di inconcepibile. Nei campi di concentramento e nei penitenziari del Terzo Reich languiscono 6000 di queste persone dal forte credo che, come i martiri dell’antichità, sacrificano tutto: lavoro, pane, libertà e persino la vita.
[A riguardo, questo giornale svedese riporta 16 citazioni dal materiale documentale del suddetto libro e conclude l’articolo come segue:]
Bisogna segnalare che prima del 1933 non era stata emanata nessuna norma da parte dello stato tedesco contro i “Testimoni di Geova”. Al contrario, il lavoro sociale e umanitario da loro svolto veniva spesso riconosciuto pubblicamente. Dopo l’insediamento della dittatura di Hitler la situazione è cambiata. In molte lettere e relazioni si riscontra la domanda fremente e nel contempo piena di speranza: «Cosa dirà il mondo a riguardo?»
Il mondo tace.
G.W.
“Dagens Nyheter”, Stoccolma
Il famoso scrittore polacco Hulka-Laskowski ha scritto del libro Kreuzung gegen das Christentum (Europa-Verlag, Zürich/New York; gebd. Fr. 5,50, brosch. Fr. 3.80):
«Provo profonda simpatia e ammirazione per queste persone coraggiose, che offrono una così bella testimonianza del loro credo. Se in Germania ci fosse un mezzo milione di simili protestanti e cattolici, allora questo paese infelice avrebbe tutto un altro aspetto.




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Re: TROST 1 april 1939
bruciolis, 1/25/2018 11:06 PM:

questo articolo si trova sulla rivista
TROST del 1 aprile 1939.
l'avevo già pubblicato, siccome non riesco a trovarlo sul forum,
lo rimetto per chi non l'avesse letto



TRADUZIONE

La persecuzione dei cristiani nel Terzo Reich
Le seguenti affermazioni sono apparse con questo titolo nel famoso giornale di Stoccolma «Dagens Nyheter» il 10 gennaio 1939, dunque pochi giorni prima che Hitler spiegasse in Parlamento che in Germania nessuno veniva perseguitato a causa del proprio credo:
«Quando lo stato non riconosce nessuna autorità superiore è come se dicesse: “Non esiste nessun Dio” o diventa Dio esso stesso e costringe i propri cittadini a sottostare, nelle credenze e nella coscienza, al suo diktat. Dovunque lo stato si arroga un’autorità divina, incontra una forte resistenza da parte dei suoi cittadini più nobili, tutti coloro che credono in Gesù Cristo e che si attengono ai suoi Comandamenti a qualsiasi prezzo.»
Queste frasi si trovano nel libro di Franz Zürcher Kreuzzug gegen das Christentum (Crociata contro il cristianesimo), che è stato recentemente pubblicato da un editore svizzero e che ha ottenuto grandissima attenzione nel mondo cristiano. Il libro tratta il tema della setta cristiana “Testimoni di Geova” – prima conosciuti come “Veri studiosi della Bibbia” – e della persecuzione a cui è stata sottoposta durante la dittatura nazista. Bisogna affermare subito che il libro fornisce una testimonianza attendibile e non appartiene alla categoria della «Propaganda dell’orrore».
Il libro contiene nella prima parte una descrizione teologico-teoretica, che offre anche ai laici molti spunti interessanti e stimolanti. [Inoltre il giornale riporta delle citazioni prese da questa sezione del libro riguardo il fatto che «L’uomo deve ubbidire più a Dio che agli uomini» e la questione delle «violenze da parte dell’autorità» e prosegue:]
Questo è il motivo per cui i «testimoni di Geova» hanno mantenuto le distanze dall’impegno politico o non hanno preso posizione di fronte a istanze politiche, perché il mondo politico non è cristiano – secondo le parole dello stesso Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo» (Giovanni 18:36).
Negli stati autoritari, dove la legge sovrasta e modella la vita privata dei cittadini a nome dell’organizzazione collettiva, un simile atteggiamento deve portare a dei conflitti. In base al comandamento di Dio ci si rifiuta di adorare un «Führer» e di usare il saluto «Heil Hitler».
«Il primo comandamento recita: Non devi avere altro Dio all’infuori di me. Non ti farai idolo né immagine alcuna… Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. (2. Mosè 20) E Pietro insegna nel Nuovo Testamento che non ci sarà salvezza se non quella nel nome di Gesù.»
Qui inizia la protesta contro la costrizione morale. Poi (come si legge nel libro ) «questi tiranni rivendicano non solo ciò che è del Kaiser, ma anche ciò che è di Dio». Il governo di Hitler ha sciolto l’organizzazione dei Testimoni di Geova, ha sequestrato tutti i loro beni, ha allestito roghi pubblici della Bibbia, di trattati e scritti della loro libreria principale e ha proibito, su minaccia di ulteriori rappresaglie, tutte le loro riunioni, servizi religiosi e gruppi di studio della Bibbia. Dato che non c’erano dei veri motivi per giustificare questa misura, si sono inventati che i Testimoni di Geova simpatizzavano con i comunisti. Questa scusa,
totalmente campata per aria, viene respinta con forza nella perizia del professor Karl Barth e confutata in ogni singola pagina del libro in questione.
L’accusa di comunismo è la prova di una persecuzione smodata e terribile più semplicemente nei confronti di uomini e donne che (come dice l’autore) “si sono consacrati completamente nella loro lealtà a Dio e si sono impegnati in modo rigoroso per seguire, fedeli e obbedienti, i passi di Cristo secondo la parola di Dio. Non sono quindi seguaci di una setta o fanatici che si fanno guidare da una persona qualsiasi, sono Cristiani”.
Quello che in seguito il libro racconta, in modo attendibile, del crudele maltrattamento del corpo e dell’anima è qualcosa di inconcepibile. Nei campi di concentramento e nei penitenziari del Terzo Reich languiscono 6000 di queste persone dal forte credo che, come i martiri dell’antichità, sacrificano tutto: lavoro, pane, libertà e persino la vita.
[A riguardo, questo giornale svedese riporta 16 citazioni dal materiale documentale del suddetto libro e conclude l’articolo come segue:]
Bisogna segnalare che prima del 1933 non era stata emanata nessuna norma da parte dello stato tedesco contro i “Testimoni di Geova”. Al contrario, il lavoro sociale e umanitario da loro svolto veniva spesso riconosciuto pubblicamente. Dopo l’insediamento della dittatura di Hitler la situazione è cambiata. In molte lettere e relazioni si riscontra la domanda fremente e nel contempo piena di speranza: «Cosa dirà il mondo a riguardo?»
Il mondo tace.
G.W.
“Dagens Nyheter”, Stoccolma
Il famoso scrittore polacco Hulka-Laskowski ha scritto del libro Kreuzung gegen das Christentum (Europa-Verlag, Zürich/New York; gebd. Fr. 5,50, brosch. Fr. 3.80):
«Provo profonda simpatia e ammirazione per queste persone coraggiose, che offrono una così bella testimonianza del loro credo. Se in Germania ci fosse un mezzo milione di simili protestanti e cattolici, allora questo paese infelice avrebbe tutto un altro aspetto.






Interessantissimo questo articolo. Veramente. Infatti rimango dell'idea che se non si studia il fenomeno che ha causato le morti (che sia uno sterminio o un femminicidio o un altro abberante triste avvenimento) rimane fine a se stesso il cordolio.
Possiamo essere tristi quanto vogliomo ma se poi non comprendiamo il perché di certe agemonie e il loro svilupparsi non diamo valore alle vittime.
Anche perché diamo luogo al loro ripresentarsi di nuovo il in peggio.
Io credo questo, senza comunque voler polemizare, purtroppo il mondo va avanti per clicé. Ieri no alle violenze sulle donne, oggi il giorno della memoria e così via.
Io direi di fare un passo avanti e andare oltre dando una speranza e un perché succedono queste cose.

Comunque c'è un tempo per tacere e uno parlare. Spero che quello del parlare venga subito dopo, perché il mondo ha bisogno di speranze no di lacrime.


[Modificato da Karmantica 26/01/2018 10:45]
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