08/02/2018 21:16 |
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salve a tutti, vi volevo chiedere un'informazione.
Quando gli apostoli dissero di astenersi dai cibi immolati agli idoli, perché Paolo, nel capitolo 8 dei Corinzi, dice che coloro che hanno la coscienza forte possono mangiarla, ma devono far attenzione a non far inciampare un fratello? |
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08/02/2018 21:23 |
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Perché in sè non c'era nulla di male a mangiare carne precedentemente usata in riti pagani e in seguito venduta al mercato, la carne è carne e non ha un influsso "magico". Se però qualche cristiano con la coscienza debole riteneva inappropriato mangiarla perché "contaminata" dagli idoli allora un cristiano per amore del fratello avrebbe acquistato carne altrove. Nel comando apostolico di Atti invece non si fa riferimento a questa carne ma piuttosto ai riti di "comunione" in cui si mangiava carne con la divinità, questi erano riti praticati dai pagani e dunque una forma di idolatria vera e propria da cui il crisiano doveva astenersi. Sono due aspetti differenti.
Shalom [Modificato da barnabino 08/02/2018 21:26] --------------------------------------------------------------------
Sijmadicandhapajiee, gente per cui le arti stan nei musei - Paolo Conte
FORUM TESTIMONI DI GEOVA |
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08/02/2018 21:40 |
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barnabino, 08/02/2018 21.23:
Perché in sè non c'era nulla di male a mangiare carne precedentemente usata in riti pagani e in seguito venduta al mercato, la carne è carne e non ha un influsso "magico". Se però qualche cristiano con la coscienza debole riteneva inappropriato mangiarla perché "contaminata" dagli idoli allora un cristiano per amore del fratello avrebbe acquistato carne altrove.
Shalom
Per capire il principio in gioco, la carne in sé, anche se era stata offerta in un rito a parte, restava carne, come ha spiegato bene Barnabino. Il problema di coscienza, in questo caso stava nel fratello che sapeva che tale carne era stato offerta anche agli idoli (che appunto non l'hanno "mangiata" essendo idoli di pietra).
Se però chi presentava la carne la presentava specificamente (magari pensando di fare cosa buona) dicendo a chi la doveva mangiare: " questa è la carne che è stata offerta al dio xxxx", mangiarla, in quel caso, seppure restava semplice carne, metteva il cristiano, accettandola e mangiandola, nella posizione di " condividere il sacrificio fatto all'idolo". In tal caso, quel cristiano si sarebbe rifiutato di mangiarla anche se era da solo.
Poiché la coscienza di un fratello, dove sia ragionevole, deve essere rispettata, non era atto di ipocrisia rifiutare tale carne in sua presenza, ma era piuttosto amorevole considerazione della sua diversa maturità cristiana che in tal caso era presa in considerazione in modo da evitare che il fatto lecito (mangiare tale carne) non divenisse per quello specifico fratello una pietra d'inciampo.
ciao.
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Ricercatore indipendente.
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La verità viene da Geova mediante la sua parola scritta.
Per comprenderla, occorre "luce".
La luce, se illumina un solo lato, lascia zone di ombra che restano nascoste. La verità resta la stessa, ma sarà incompleta.
Solo Geova può fare "luce" su "tutti" i suoi lati della Sua Verità.
Ascoltarlo, è vitale. Cercarlo, è saggio. Amarlo, è giusto. |
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08/02/2018 22:29 |
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in che senso carne comprata?
in questo versetto si parla di un cristiano che può essere seduto a "tavola" in un tempio e mangiare la carne.
"7 Ma non in tutti è la conoscenza; anzi, alcuni, abituati finora all'idolo, mangiano di quella carne come se fosse una cosa sacrificata a un idolo; e la loro coscienza, essendo debole, ne è contaminata. 8 Ora non è un cibo che ci farà graditi a Dio; se non mangiamo, non abbiamo nulla di meno; e se mangiamo non abbiamo nulla di più. 9 Ma badate che questo vostro diritto non diventi un inciampo per i deboli. 10 Perché se qualcuno vede te, che hai conoscenza, seduto a tavola in un tempio dedicato agli idoli, la sua coscienza, se egli è debole, non sarà tentata di mangiare carni sacrificate agli idoli?"
non capisco. |
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08/02/2018 23:00 |
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Perché se qualcuno vede te, che hai conoscenza, seduto a tavola in un tempio dedicato agli idoli, la sua coscienza, se egli è debole, non sarà tentata di mangiare carni sacrificate agli idoli?
Un cristiano poteva recarsi nel tempio a mangiare la carne usata nei riti dove era poi venduta, questo avveniva dopo la celebrazione del rito pagano e non durante esso, cosa che ovviamente sarebbe stato un atto di idolatria. D'altronde chi era debole vedendo un cristiano in un tempio poteva essere tentato a mangiare carne ma durante un rito pagano e dunque cadere nell'idolatria. Per questo Paolo dice che sarebbe bene astenersi dal farlo, seppure in sé mangiare quella carne in un contesto non religioso non costituiva alcuna peccato, dato che la carne è solo carne, un alimento. Diverso era mangiarla nel contesto del culto.
Shalom [Modificato da barnabino 08/02/2018 23:06] --------------------------------------------------------------------
Sijmadicandhapajiee, gente per cui le arti stan nei musei - Paolo Conte
FORUM TESTIMONI DI GEOVA |
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09/02/2018 06:02 |
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Agostino, 08/02/2018 22.29:
in che senso carne comprata?
in questo versetto si parla di un cristiano che può essere seduto a "tavola" in un tempio e mangiare la carne.
"7 Ma non in tutti è la conoscenza; anzi, alcuni, abituati finora all'idolo, mangiano di quella carne come se fosse una cosa sacrificata a un idolo; e la loro coscienza, essendo debole, ne è contaminata. 8 Ora non è un cibo che ci farà graditi a Dio; se non mangiamo, non abbiamo nulla di meno; e se mangiamo non abbiamo nulla di più. 9 Ma badate che questo vostro diritto non diventi un inciampo per i deboli. 10 Perché se qualcuno vede te, che hai conoscenza, seduto a tavola in un tempio dedicato agli idoli, la sua coscienza, se egli è debole, non sarà tentata di mangiare carni sacrificate agli idoli?"
non capisco.
Il punto è che anche se un “idolo non è nulla” (1 Corinti 8:4), non era il caso che un cristiano andasse in un tempio idolatrico a mangiare carne ( sebbene non nel corso di una cerimonia religiosa), perché in tal modo poteva dare un’impressione errata a persone spiritualmente deboli.
Costoro potevano concludere che il cristiano stesse adorando l’idolo, e così potevano inciampare......
In sostanza, non viene affatto disatteso il decreto apostolico di Atti 15:29.
Il cristiano non poteva, in una cerimonia religiosa, mangiare carne immolata agli idoli (1 Corinti 10:14-22), dato che sarebbe stato atto di idolatria e partecipazione o comunione alla mensa dei demoni. Paolo è chiarissimo su questo!
Ma l' offerta rituale di carne agli idoli - in se - non alterava la carne stessa, che quindi secondo coscienza e senza fare inciampare altri, poteva essere acquistata al mercato o consumata seppur non, ovviamente, durante una cerimonia religiosa...
[Modificato da Aquila-58 09/02/2018 06:04] |
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09/02/2018 09:47 |
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I-gua ti è stato già detto che per intervenire devi iscriverti al forum anche in questa sezione.[Modificato da viceadmintdg4 09/02/2018 13:21] |
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