Itinerario inconsueto con l’archeologo
Pubblicato il 08/04/2018
IRENE CABIATI
Di Erode, re di Giudea, si ricorda l’efferata violenza narrata da Flavio Giuseppe, uno dei più conosciuti reporter della storia. Ossessionato dal sospetto del complotto, il re condannò a morte oppositori, presunte spie includendo una moglie e alcuni figli. Senza contare la strage dei bambini di cui scrive Matteo nel suo Vangelo, ma di cui gli storici non hanno lasciato molte tracce. La riedizione del romanzo dal finale agghiacciante «Masada», di Maria Grazia Siliato, e il volume «L’architettura di Erode» scritto da Ehud Netzer, permette di costruire un itinerario inconsueto per chi visita Israele dedicato a Erode, il re crudele che amava l’architettura.
Non tutti sanno infatti che Erode, ambizioso al punto di riuscire a farsi nominare re dei Giudei e poi di entrare nelle grazie di Augusto, era un cultore della civiltà greco romana. Fece costruire importanti opere per ingraziarsi, come vassallo, la benevolenza di Roma, ma anche città come Sebaste a favore delle popolazioni locali e soprattutto palazzi e fortezze dove non mancavano mai panorami impressionanti e palazzi dai saloni affrescati, bagni e piscine rivestite di mosaici.
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