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nuovo articolo: I TESTIMONI DI GEOVA E GLI ABUSI SUI MINORI

Ultimo Aggiornamento: 15/02/2020 17:21
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25/06/2018 00:17
 
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Inutile dire che l’ammontare di 116 TdG australiani con incarichi di responsabilità che si suppongono implicati in abusi è di una pochezza ai limiti dell’inverosimile. Se restringiamo il campo di osservazione agli ultimi 10 anni dei complessivi 65, viene fuori addirittura che appena due anziani (sì, avete letto bene: due) avrebbero molestato dei minori. Come indicato da Rodney Spinks, portavoce della filiale australiana dei testimoni di Geova, in Australia, nello stesso periodo, hanno servito come anziani di congregazione 8.507 individui [96] . Abbiamo dunque un anziano accusato di abusi su oltre 4.000; in proporzione:

percentuale di anziani di congregazione coinvolti in molestie sessuali nel decennio 2005-2015:

0,024%


E cioè “una iota” insignificante. Per fare un confronto fra ruoli pastorali assimilabili si consideri che, come riferito dal periodico cattolico L’Avvenire, la Commissione Australiana ha rilevato che il 7% degli esponenti della Chiesa si sarebbe macchiato di tale reato, e per la precisione oltre il 2% (il 30% di 7) era costituito da sacerdoti [97] . Abbiamo dunque, in fatto di abusi perpetrati da ministri con analogo ruolo di responsabilità, una sproporzione colossale: il numero di sacerdoti accusati di atti di pedofilia è 100 volte superiore a quello degli anziani [98] . Risultati che ci piacerebbe definire ‘brillanti’ se non fosse per l’urticante tema cui fanno riferimento, ma che si devono sia allo scrupolo con il quale i corpi degli anziani e i sorveglianti viaggianti riguardano la questione quando si tratta di attribuire una nuova nomina, sia alla severità delle sanzioni.




In una squallida classifica della perversione fra ecclesiastici, i testimoni di Geova sarebbero certamente agli ultimissimi posti. La commissione trovò che in otto casi di associazioni religiose (tutte di derivazione cattolica) il tasso di molestatori fra i religiosi era superiore al 3%, in quattro dei quali superiore al 20%, e in uno (l’Ordine ospedaliero di San Giovanni di Dio, i famosi Fatebenefratelli) addirittura al 40% [99] .

Altra scoperta da ‘salto sulla sedia’ è come la “famigerata” regola dei due testimoni abbia un’incidenza molto modesta sull’iter giudiziario a carico dei predatori sessuali. La colonna “Did 2-Witness Rule prevent any case from progression to judicial committee?” (= la regola dei due testimoni ha impedito che si procedesse ad un comitato giudiziario?) della tabella totalizza, oltre ad un centinaio di casi in cui la risposta non è disponibile, solo 125 ‘sì’ e 791 ‘no’. Come dire che in poco meno dell’80% dei casi di osservazione, e nell’86% di quelli in cui esiste una risposta alla domanda, la tanto contestata norma non ha precluso la formazione di un comitato giudiziario.




Si dirà che ciò potrebbe dipendere, banalmente, dal fatto che testimoni degli abusi (e quindi i minori abusati) fossero più di uno, o che l’accusato avesse ammesso gli abusi, ma neppure questo è vero: abbiamo infatti, sui 791 casi di cui sopra, ben 423 di abusi su singoli bambini (oltre la metà) e 162 di mancata confessione da parte del trasgressore.


E veniamo ora alle statistiche sulle sanzioni disciplinari, un aspetto fondamentale della questione. Abbiamo già detto che 116 testimoni di Geova fra i presunti abusatori avevano incarichi di responsabilità. Che ne è stato di tali incarichi? Escludendo 7 casi in cui il dato non è disponibile, questo totale si porta a 109. Di questi, 82 si sono conclusi con una rimozione, nella maggioranza dei casi seguita da disassociazione, 3 con una disassociazione diretta, e in altri 9 non si è potuto procedere per la mancanza di due testimoni dei presunti abusi. Abbiamo dunque:




Nell’intervallo di osservazione di 65 anni, appena 15 testimoni di Geova australiani con mansioni di responsabilità avrebbero conservato il proprio ruolo malgrado le accuse di molestie su minori. Anche questa è, statisticamente parlando, una nullità: uno ogni quattro anni. Entrando nel merito dei singoli casi si trovano poi facilmente altri distinguo: solo 7 degli accusati erano anziani (il “massimo grado gerarchico” in una congregazione); inoltre, se si esclude un singolo caso avvenuto nel 2002, i fatti contestati erano molto datati rispetto ai lavori della commissione (mediamente addirittura di trent’anni).

Facciamo notare per finire che, degli 85 tdG responsabili espulsi e/o rimossi dai propri incarichi, appena 6 sono stati successivamente reintegrati nel proprio ruolo di anziano o servitore di ministero.

E dunque, riepilogando:
• una mescolanza di ‘abusi su minori’ che possono riguardare tanto bambini in età d’asilo, quanto ragazze cui mancano pochi giorni per fare 18 anni;
• 200 abusi commessi prima della conversione ai testimoni di Geova;
• un quarto degli eventi verificatisi almeno quarant’anni fa;
• tre quarti dei comitati giudiziari risolti con una sentenza di disassociazione;
• solo un centinaio dei colpevoli erano investiti di mansioni di responsabilità;
• di questi solo 7 erano anziani, e appena 2 nel decennio 2005-2015, il che risulta in una proporzione sacerdoti cattolici - anziani abusatori di 100 a 1;
• solo in 15 casi non vi sarebbe stata una rimozione;
• solo 6 degli ex-nominati hanno ricevuto un nuovo incarico dopo la rimozione;
• in meno del 10% dei casi la regola dei due testimoni ha precluso la gestione giudiziaria del presunto abuso.

E in ultimo, non si dimentichi che stiamo parlando di un periodo di osservazione lunghissimo (65 anni).

Ma il meglio, come nei migliori pranzi, arriva alla fine. Incontriamo l’ultima colonna ‘convicted for CSA’, che quantifica il numero di abusatori che hanno effettivamente ricevuto una condanna penale. Non dimentichiamo che si parla di oltre 1000 casi, e ci aspettiamo ovviamente che tutti o quasi siano stati condannati. E invece usando i filtri di Excel scopriamo che i condannati sono appena 161: 161 condanne su 1000 accuse di abusi, e non è nemmeno specificato se si tratti di condanne appellabili o definitive. Naturalmente i motivi di questa incredibile sproporzione possono essere diverse, e non tutti favorevoli al nostro ragionamento. Si tratta di reati caduti in prescrizione? Di processi ancora in corso? Di fatti di cui si è dimostrata l’insussistenza nelle aule di tribunale? Di fatti che non costituiscono reato? Di reati che non è stato possibile provare neppure in sede penale, e per questo motivo, o per altri, terminati con una formula assolutoria? Di pene non comminabili, ad esempio perché anche l’abusatore era minorenne? Si possono fare le più varie speculazioni, ma anche così, ci sembra che di tutta la baraonda che si è cercato di produrre rimanga davvero troppo poco.



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NOTE IN CALCE


[96] The Australian Royal Commission’s Facts In Evidence—Jehovah’s Witnesses, seconda parte, pag. 15653 sgg.

[97] Australia. «Migliaia di abusi in istituti cattolici». L'arcivescovo: straziante. L’Avvenire, articolo del 6/2/2017. Secondo un avvocato della Commissione, “Le denunce erano sistematicamente ignorate e i bambini venivano puniti. Le accuse non sono state indagate. I preti e i frati sono stati trasferiti. Le parrocchie e le comunità dove sono stati mandati non sapevano nulla del loro passato. I documenti non erano conservati o venivano addirittura distrutti. Ha prevalso il silenzio e la volontà di coprire i fatti”. La Chiesa Cattolica è, senza possibile paragone, l’organizzazione che risulta dare la peggiore immagine di sé in esito ai lavori della Commissione Australiana. Con riferimento ad esempio alla diocesi di Ballarat, si è parlato di uso di “linguaggio eufemistico ed ellittico” per mascherare la realtà, di distruzione di documenti compromettenti, di decine di suicidi e di “fallimento catastrofico” rispetto ad una gestione efficaci del problema degli abusi, che “ha provocato sofferenze e danni spesso irreparabili ai bambini, alle loro famiglie e in generale alla comunità. Questi problemi avrebbero potuto essere evitati se la Chiesa avesse agito nell'interesse dei bambini piuttosto che nel proprio”. (Report into Catholic Church authorities in Ballarat released, dal citato sito ufficiale della Royal Commission; en.wikipedia.org/wiki/Royal_Commission_into_Institutional_Responses_to_Child_Sexual_Abuse#Catholic_Church_authorities_in_... ).

[98] Anche se gli intervalli temporali di osservazione sono diversi (il punto di partenza è il 1950 per i cattolici, il 2005 per i testimoni di Geova), il rapporto è corretto: si ricordi che stiamo confrontando percentuali, che non cambiano sul lungo periodo, e non valori cumulativi.

[99] Child abuse: 7% of Australian Catholic priests alleged to be involved, articolo on-line del sito della BBC News (6/2/2017).
[Modificato da EverLastingLife 01/07/2018 16:49]
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