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nuovo articolo: I TESTIMONI DI GEOVA E GLI ABUSI SUI MINORI

Ultimo Aggiornamento: 15/02/2020 17:21
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25/06/2018 00:18
 
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Le conclusioni della Commissione
. Il 15/12/2017 la Royal Commission pubblicava le proprie conclusioni, le quali, come detto in premessa, non avevano alcun valore di diffida o di obbligo legale, ma costituivano semplicemente raccomandazioni per le procedure interne delle varie organizzazioni prese in esame. Le conclusioni erano state determinate sulla base dell’analisi del modus operandi istituito dal Corpo Direttivo in materia di abusi sui minori (comitati giudiziari, regola del doppio testimone, sanzioni a carico dei trasgressori etc.), della ‘consulenza’ di un avvocato, qualificato come ‘esperto’ di abusi fra i Testimoni di Geova per averci avuto a che fare in una sola causa, risalente al 2001 [100] , e della testimonianza di due vittime in tutto per tutto, indicate nei lavori con le sole iniziali, BCB e BCG. Al tempo dell’insediamento della Commissione BCB era divenuta una inattiva critica, e BCG era una ex-testimone di Geova dissociatasi spontaneamente [101] . Il numero incredibilmente esiguo di queste ultime due testimonianze e la natura specifica dei soggetti coinvolti non può che dare adito a perplessità, ma mai quanto il tempo trascorso dai relativi abusi, che era addirittura di 27 e 33 anni addietro rispetto all’inizio dei lavori della Commissione: un lasso di tempo enorme, nel quale ovviamente (oltre alle inevitabili ripercussioni sulla memoria storica) tante cose erano cambiate, dal punto di vista giuridico, etico e della gestione interna del problema [102] .

Ad ogni modo, per i testimoni di Geova le raccomandazioni si riducevano allo striminzito elenco riportato di seguito [103] :

1) No longer shun child victims of sexual abuse.
2) Abandon its application of the two-witness rule in cases involving complaints of sexual abuse.
3) Revise its policies so women are involved in processes related to the investigation and determination of allegations of child sexual abuse.


Tre punti in tutto (contro i 21 riservati alla Chiesa Cattolica), e cioè nell’ordine: non ostracizzare le giovani vittime di abusi; abbandonare l’applicazione della regola dei due testimoni nei casi di abusi; coinvolgere anche le donne nei procedimenti di investigazione e accertamento delle accuse.

Anzitutto rileviamo - e non è un inciso di poco conto - che ‘grande assente’ fra gli esiti della Commissione è la questione delle denunce alle autorità, della quale si era molto parlato durante i lavori [104] , ma di cui sembra scomparsa ogni traccia al momento di tirare le somme. Si riaffermava quindi (e ne è l’ennesima prova) che non è mai esistito alcuno scoraggiamento, né tanto meno alcuna censura, della decisione di portare in tribunale un altro testimone di Geova per il reato di molestie. Altresì molte delle lacune che si era ritenuto di riscontrare all’apertura immediata, oppure nel corso, dei lavori della Commissione, erano state depennate dalle conclusioni. Esse includevano ad esempio l'informare pubblicamente la congregazione che è stato commesso un atto di pedofilia durante il relativo annuncio di riprensione o di disassociazione, l'istituire un comitato giudiziario anche nell’ipotesi di un unico testimone di abusi, e l'indicazione di stipulare un’assicurazione volta a coprire le eventuali richieste di risarcimento da parte delle vittime (che voleva essere, dunque, una cautela anche per l’Organizzazione).



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NOTE IN CALCE

[100] Royal Commission into Institutional Responses to Child Sexual Abuse - Submissions on behalf of Watchtower Bible and Tract Society of Australia & Others, 9/11/2015, §§ 9.366, 9.367.

[101] Report of Case Study no. 29 - The response of the Jehovah’s Witnesses and Watchtower Bible and Tract Society of Australia Ltd to allegations of child sexual abuse, Commonwealth of Australia 2016, ottobre 2016, pag. 11, 49.

[102] I legali dell’Organizzazione trovarono, nelle testimonianze rese alla Commissione da BCB e BCG e nell’uso che ne aveva fatto la Commissione stessa, una quantità davvero incredibile di contraddizioni ed errori (Royal Commission into Institutional Responses to Child Sexual Abuse - Submissions on behalf of Watchtower Bible and Tract Society of Australia & Others, 9/11/2015, cap.9 parti 3-5).

[103] Recommendations from the Royal Commission, articolo del Daily Mail, versione elettronica, del 15/12/2017.

[104] In dozzine di punti della documentazione prodotta dalla Commissione si ripete che ‘non rientra nella policy dell’Organizzazione’ che gli anziani dei testimoni di Geova denuncino gli abusi su minori di cui sono a conoscenza, a meno che non fossero tenuti per legge a farlo. Osservazione non esente da una nota implicita di biasimo, che appare però incongrua. È fatale che ci si chieda come mai, invece di suggerire (velatamente) agli enti religiosi che si dovrebbe sporgere denuncia anche nell’assenza di un obbligo di legge, la Commissione non indirizzi i suoi sforzi proprio verso le autorità governative perché le leggi siano cambiate.


[Modificato da EverLastingLife 01/07/2018 16:53]
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