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Autrice di “Come uccidere tuo marito” accusata dell’omicidio dello chef sposato 27 anni fa

Ultimo Aggiornamento: 30/09/2018 21:25
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28/09/2018 08:52
 
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Re: Re: Re:
Aquila-58, 28/09/2018 08.18:




beh, la sottomissione della moglie al marito (Efesini 5:22-23) - benché la sottomissione intesa in senso scritturale sia lontana anni luce dal senso "umano" di sottomissione - va decisamente a cozzare con l' ideologia femminista...




potrebbe sembrare, ma secondo me non cozza assolutamente.

Ricordiamoci che Paolo esorta anche gli schiavi ad essere sottomessi ai loro padroni ed è proprio prendendo alla lettera questo brano e non contestualizzandolo in un determinato momento storico che veniva legittimato il possesso di esseri umani che potevano essere comprati e venduti.
Tornando alla sottomissione tra moglie e marito ti cito le parole di "p. Raniero Cantalamessa in Amare la chiesa. Meditazioni sulla Lettera agli Efesini, Milano, Ancora, 2003, pp. 92-97":

Leggendo con occhi moderni le parole di Paolo, una difficoltà balza subito agli occhi. Paolo raccomanda al marito di “amare” la propria moglie (e questo ci sta bene), ma poi raccomanda alla moglie di essere “sottomessa” al marito e questo, in una società fortemente (e giustamente) consapevole della parità dei sessi, sembra inaccettabile. Infatti è vero. Su questo punto san Paolo è, in parte almeno, condizionato dalla mentalità del suo tempo. Tuttavia la soluzione non sta nell'eliminare dai rapporta tra marito e moglie la parola “sottomissione”, ma semmai nel renderla reciproca, come reciproco deve essere anche l'amore. In altre parole, non solo il marito deve amare la moglie, ma anche la moglie il marito; non solo la moglie deve essere sottomessa al marito, ma anche il marito alla moglie. Amore reciproco e sottomissione reciproca. Ma, a guardare bene, è proprio l'esortazione con cui comincia il nostro testo: “Siate sottomessi gli uni agli altri nel timore di Cristo”. La sottomissione non è allora che un aspetto e un'esigenza dell'amore. Per chi ama, sottomettersi all'oggetto del proprio amore non umilia, ma rende anzi felici. Sottomettersi significa, in questo caso, tener conto della volontà del coniuge, del suo parere e della sua sensibilità; dialogare, non decidere da solo; saper a volte rinunciare al proprio punto di vista. Insomma, ricordarsi che si è diventati “coniugi”, cioè, alla lettera, persone che sono sotto “lo stesso giogo” liberamente accolto.
--

Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore.
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