Il Papa celebra la messa conclusiva del Sinodo: «Vorrei dire ai giovani: scusateci se non vi abbiamo dato ascolto; se, anziché aprirvi il cuore, vi abbiamo riempito le orecchie!»
Pubblicato il 28/10/2018
Ultima modifica il 28/10/2018 alle ore 10:55
ANDREA TORNIELLI
Città del Vaticano
«Quante volte, invece di questo liberante messaggio di salvezza, abbiamo portato noi stessi, le nostre “ricette”, le nostre “etichette” nella Chiesa! Quante volte, anziché fare nostre le parole del Signore, abbiamo spacciato per parola sua le nostre idee! Quante volte la gente sente più il peso delle nostre istituzioni che la presenza amica di Gesù! Allora passiamo per una ONG, per una organizzazione parastatale, non per la comunità dei salvati che vivono la gioia del Signore».
Nell'omelia conclusiva del Sinodo dei vescovi dedicato ai giovani, Papa Francesco indica la via autentica e più tradizionale della missione: testimoniare con la vita, l'ascolto, la prossimità, e sporcarsi le mani andando a trovare chi cerca senza attendere che sia lui a bussare alla nostra porta. Perché la fede «è questione di incontro, non di teoria». E nell'indicare nuovamente l'unica via che ha permesso al Vangelo di diffondersi lungo due millenni di storia, ancora una volta Il Pontefice non tace i due rischi che sempre attraversano la vita della Chiesa...
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