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Perché gli ebrei si astengono dal mangiare sangue , ma all’occorrenza accettano la trasfusione Mentre i Testimoni di Geova non seguono il loro esempi

Ultimo Aggiornamento: 19/11/2018 07:54
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19/11/2018 00:20
 
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un anonimo ha fatto più o meno questa obiezione ed era ot
ed è stato giustamente consigliato di aprire una discussione a parte

lo faccio io per lui

sperando che intervenga

credo che la sua domanda sia interessante
19/11/2018 00:22
 
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Re:
Angelo Serafino53, 19/11/2018 00.20:


un anonimo ha fatto più o meno questa obiezione ed era ot
ed è stato giustamente consigliato di aprire una discussione a parte

lo faccio io per lui

sperando che intervenga

credo che la sua domanda sia interessante





Kosher ovvero le regole religiose degli ebrei osservanti prevedono che la carne dopo la macellazione sia lavata con acqua e sale , questo per eliminare ogni traccia di sangue visibile

Gli ebrei ortodossi non sono mai stati una guida alle nostre procedure , altrimenti non dovremmo riconoscere Gesù , dovremmo evitare di pronunciare il nome di Dio che loro sostituendo YHWH con Adonai (Signore) ecc.

se gli ebrei scolano “la goccia di sangue” lavando la carne e poi quando capita l'occorrenza invece di ricorrere a soluzioni alternative si fanno una flebo di 450 ml
mi ricorda le parole di Gesù rivolte agli ebrei del 1° secolo
(Matteo 23:24) ...che scolate il moscerino ma inghiottite il cammello...
( non è mia intenzione mancare di rispetto alla religione ebraica)

La proibizione esisteva prima della legge mosaica, ed era rivolta a tutta l’umanità
Genesi 9:6
4 Ma la carne che ha ancora in sé la vita,* il suo sangue,e non dovete mangiarla.

E riconfermata al vero cristianesimo
Atti 15:28-29
Infatti allo spirito santo e a noi è sembrato bene di non aggiungervi nessun altro peso, all’infuori di queste cose necessarie:29 astenersi dalle cose sacrificate agli idoli,dal sangue, da ciò che è strangolatoh e dall’immoralità sessuale.i Se vi asterrete attentamente da queste cose, prospererete. Vi salutiamo!”
[Modificato da Angelo Serafino53 19/11/2018 00:34]
19/11/2018 06:12
 
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Cominciamo dalla Genesi.
Prendo le Scritture dal testo della CEI.

Genesi 9:4-5 CEI:

Soltanto non mangerete la carne con la sua vita, cioè con il suo sangue. Del sangue vostro, ossia della vostra vita, io domanderò conto”!

Non mangiare la carne con il sangue, ma se di solo precetto alimentare si tratta, perchè specificare "Soltanto non mangerete la carne con la sua vita, cioè il suo sangue"?

E' impossibile, a meno che uno non abbia una teologia preconfezionata da difendere, non porsi il quesito.

Non era forse il sangue, cioè la vita ("del vostro sangue, ossia della vostra vita, io domanderò conto", ribadisce Dio a Noè in Genesi 9:5...) qualcosa di sacro, riguardo al sangue di Abele, cioè alla sua vita, che gridava dal suolo? (Genesi 4:10).
Non è il sangue qualcosa di sacro da essere definito "la vita" anche nel comando noachico?

Lo stesso comando viene riproposto nella Torah, ma in quale contesto?

In un contesto, quello di Levitico 17, in cui l' unico argomento è quello relativo alla presentazione dei sacrifici al tabernacolo.

In questo capitolo del Levitico non si parla di astensione o proibizione da cibi, ma di aspetto puramente cultuale.

Guarda caso, è proprio nel capitolo 17 di Levitico, in quel contesto, che viene ripreso il comando noachico, ribadendo che la vita della carne è nel sangue, e che il solo uso consentito è quello relativo ai sacrifici (Levitico 17:10-11), che la vita stessa di ogni essere vivente non è solo nel suo sangue, ma è il suo sangue stesso(Levitico 17:14)!

“Lev. 17: 14: “Perché la vita di ogni essere vivente E’ IL SUO SANGUE, IN QUANTO E’ LA SUA VITA” (CEI)!

La vita di ogni essere vivente è il suo sangue, per cui anche qui viene ribadita la santità del sangue, perchè è la vita stessa!

Ora, lo spirito santo e gli apostoli (CHE ERANO EBREI!) che fanno?

Riprendono pari pari i precetti pre-Legge, poi recepiti dalla Torah: il decreto apostolico è rivolto ai cristiani gentili e quindi a tutti noi, senza limiti di tempo e di epoca, con le pratiche relative ad ogni epoca, poichè certamente il sangue non cessa affatto di essere la vita stessa dell' essere vivente neppure nel nostro tempo, e non cessa di essere la vita dell’ essere vivente neppure se viene immesso nel corpo in altro modo che non sia il mangiarlo, sbaglio?

Gli apostoli specificano di astenersi dalla cose strangolate o soffocate, cioè dalla carne non dissanguata (evidentemente un cibo prelibato per i pagani dell' epoca...), e dal sangue, scindendo in qualche modo ciò che era scritto, ma non per amplificare alcunchè, ma per mettere in assoluto rilievo un fatto incontrovertibile: che il sangue è sacro e che esso è la vita dell' essere vivente, e che non ne va fatto alcun uso all' infuori di quello prescritto per i sacrifici di espiazione, fino al sacrificio definitivo di Cristo (Ebrei 9:11-14 ; 10:3-4, 11-20!), che certo non ci autorizza in alcun modo a farne, da lì in poi, un altro uso, profano.

Insomma, sul sangue non avevamo mai avuto diritto alcuno, nè continuiamo ad averne alcuno, anche dopo il sacrificio di Cristo e il decreto apostolico.

Si può obiettare: se il precetto non è solo alimentare ma cultuale perchè porlo ai cristiani che non hanno nessun sangue da spargere ai loro culti?


Il problema è comprendere cosa si intende per "cultuale" (abbiamo già visto il contesto prettamente cultuale di Levitico 17…).

E’ necessario per spiegare il principio su cui si basava la proibizione, che non era alimentare ma era legato alla santità del sangue, il sangue non doveva essere consumato non perché fosse alimentarmene "impuro" (come le carni di certi animali, precetti che vennero abbandonati dai cristiani) ma perché era sacro, tanto è vero che fin dagli albori dell'umanità era riservato ad un uso sacro.

Per questo se non era usato nel tempio andava "gettato a terra" perché comunque apparteneva a Dio essendo il sangue la vita dell’essere vivente.



Il sacrificio di Cristo, per gli apostoli, non ha cambiato nulla nel significato di questo precetto, il sangue, la vita di ogni essere, continua ad appartenere a Dio ed essere santa ai suoi occhi, anzi, il sangue diviene ancora più santo agli occhi dei cristiani perché Gesù ha versato il suo sangue per il perdono dei nostri peccati e dunque è ancora più urgente che i cristiani ubbidiscano al precetto di "astenersi" attentamente dal sangue, dall'idolatria e dalla fornicazione per mostrare rispetto verso il sacrificio di Cristo.

Il sangue di Cristo fu usato in armonia con la santità del sangue, fu versato a terra (Gesù venne trafitto) come quello dell'agnello che veniva scannato a Pasqua.

Nessuno è ora autorizzato a fare un uso profano del sangue, sacro agli occhi di Dio, proprio per rispetto del sangue versato da Cristo.


E questi sono solo brevissimi cenni qua e là






19/11/2018 07:54
 
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Re: Re:
Angelo Serafino53, 19/11/2018 00:22:



Kosher ovvero le regole religiose degli ebrei osservanti prevedono che la carne dopo la macellazione sia lavata con acqua e sale , questo per eliminare ogni traccia di sangue visibile

Gli ebrei ortodossi non sono mai stati una guida alle nostre procedure , altrimenti non dovremmo riconoscere Gesù , dovremmo evitare di pronunciare il nome di Dio che loro sostituendo YHWH con Adonai (Signore) ecc.

se gli ebrei scolano “la goccia di sangue” lavando la carne e poi quando capita l'occorrenza invece di ricorrere a soluzioni alternative si fanno una flebo di 450 ml
mi ricorda le parole di Gesù rivolte agli ebrei del 1° secolo
(Matteo 23:24) ...che scolate il moscerino ma inghiottite il cammello...
( non è mia intenzione mancare di rispetto alla religione ebraica) ...



Si è cosi', dico, la preparazione. Tutto il cibo dev'essere preparato il venerdi, perchè il sabato non si fanno lavori.
Ci sono numerose ricette, frutto della storia del giudaismo della diaspora, influenzate dalle realtà locali oltre che dalla loro cultura trasmessa nei secoli.

Sulle trasfusioni, la questione non è banalizzabile con due versetti, è una questione di vita o di morte e sappiamo che anche i farisei salvavano la vita altrui, anche di sabato.

Simon
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