Don Alessandro Menzio è stata una figura spesso discussa per alcune sue prese di posizione.
Don Alessandro Menzio è stata una figura spesso discussa per alcune sue prese di posizione. Trai fedeli c’è che dice: «Avrà tanti difetti, ma non è un ladro»
Pubblicato il 22/12/2018
Ultima modifica il 23/12/2018 alle ore 11:08
irene famà
torino
Che alcuni imprenditori, uomini d’affari, top model e personaggi dello spettacolo depositino soldi in Svizzera non è una novità. Ma che a rivolgersi alle banche elvetiche sia un prete, ancora non si era sentito. Eppure, su un conto corrente oltre confine, don Alessandro Menzio, ex parroco della monumentale Gran Madre di Dio, ha messo 2,4 milioni di euro accumulati grazie alle donazioni dei fedeli in trent’anni di servizio. Un modo per tutelare la generosità dei parrocchiani: tra i banchi della chiesa nessuno ha dubbi. Ma la Procura di Torino l’ha pensata diversamente e così il sacerdote, insieme al fratello cointestatario del conto, è stato indagato per appropriazione indebita. Il sostituto procuratore Giuseppe Riccaboni, che ha coordinato l’inchiesta della Guardia di finanza, gli ha inviato l’avviso di conclusione indagini e nei prossimi giorni deciderà se chiedere l’archiviazione o il rinvio a giudizio. Gli accertamenti sono scattati nel 2016, alla pensione del parroco oggi 75enne.
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