erevnitis, 03/02/2019 21.09:
Caro claudio
Infatti nei riti magici conoscere la pronuncia esatta conferiva un potere sulla persona. Questa spiegazione che dai mi sembra molto persuasiva con la nostra cultura occidentale ma mi chiedo se era cosi per i semiti come avveniva anche per gli egiziani del resto. La concezione del nome mi sembra che era tutt'altra.
Naturalmente probabilmente è così ma questo dipende sempre dalla concezione "umana" della lingua della propria nazione basata un po' sul sentimento orgoglioso di essere gli 'eletti" , i "migliori" e possedere la lingua più "pura" .Anche gli arabi ritengono che la lingua araba sia una lingua "sacra" . Ma tutti questi ragionamenti e le conseguenti elucubrazioni sulla ricostruzione grammaticale e fonetica corretta sono inutili e fuorvianti. La realtà è che Dio non ha mai attribuito più valore ad una lingua umana rispetto ad un altra
Se dunque la cultura di quei tempi era caratterizzata da una concezione che condizionava l'uso del nome divino alla lingua non era certo una prescrizione divina ma una sopravalutazione della propria lingua come se questa fosse migliore delle altre