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Confutazione trasmissione radio Maria del GRIS di febbraio 2019...

Ultimo Aggiornamento: 10/03/2019 22:49
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03/03/2019 22:23
 
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...sul culto delle immagini nella chiesa cattolica romana
03/03/2019 22:33
 
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Dopo il preambolo di don Fiorino, moderatore e conduttore, prendono la parola Mauro Bertarelli prima e Rocco Politi poi. Circa l'attendibilita' delle critiche dei fuoriusciti rimandiamo, come di consueto, al seguente articolo del nostro sito TdGOnline:

I FUORIUSCITI DEI TESTIMONI DI GEOVA: TRA FENOMENOLOGIA E STATISTICA – Cosa dicono gli esperti
[Modificato da viceadmintdg1 03/03/2019 22:38]
03/03/2019 22:51
 
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Il successivo e ultimo intervento è a cura di don Battista Cadei che affronta il tema Il culto della immagini secondo la Chiesa Cattolica dicendo:


Da quando il Dio invisibile si è fatto visibile in Gesù Cristo, i cristiani hanno rappresentato delle immagini, come risulta già da antichissime raffigurazione nelle catacombe.
I cristiani non solo usano immagini, ma anche rendono loro culto: un culto ovviamente relativo.
Ma nella Chiesa orientale, nel 725 l’imperatore Leone III Isaurico, cristiano, vietò le immagini sacre. Ne nacquero le persecuzioni iconoclaste, con distruzione di immagini.
Nel 787, il Concilio di Nicea II, fece chiarezza sul vero senso del culto delle immagini raffiguranti il Signore Gesù, santi e angeli dicendo:
«Perché, più si guardano a lungo, attraverso l’immagine che li raffigura, e più coloro che li contemplano si sentono eccitati al ricordo e al desiderio dei prototipi raffigurati: a render loro omaggio e rispettosa venerazione, non certo la latria o adorazione vera e propria che proviene dalla fede e che spetta solo a Dio, ma l’onore… Poiché l’onore testimoniato all’immagine passa al prototipo, e colui che venera l’immagine venera la persona che l’immagine rappresenta».
Come la mettiamo col divieto biblico delle immagini? Ci aiuta il contesto di Dt 5,7-9, il cui significato è concentrato nelle parole: «Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, tuo Dio, sono un Dio geloso». Non si tratta del divieto delle immagini in se stesse, ma delle immagini idolatriche, cioè trattate come divinità
Con parole nostre: è come la foto di una persona cara, che può aiutare a ricordarla, anche se la distinguo dalla persona stessa.
Nel Medioevo, quando la maggior parte della gente era analfabeta, le immagini bibliche sulle pareti delle cattedrali permettevano anche alle persone semplici di conoscere e meditare la storia della salvezza. Le immagini hanno contribuito ad avvicinarsi, non ad allontanarsi da Dio. Pur con gli opportuni richiami a non trasformarle in oggetti magici o superstiziosi, la Chiesa ne ha sempre difeso l'uso corretto. Per chi non sapeva leggere tali immagini erano chiamate "la Bibbia dei poveri"

Ricordo un'esperienza di molti anni fa, ove trovandomi a operare in una parrocchia alla periferia romana, visitavo una signora anziana, semplice e analfabeta, visitata regolarmente dai Testimoni di Geova. Cercai di spiegarle che i loro insegnamenti sono diversi dai nostri, ma lei mi disse che sono brava gente e parlano del Signore. Io ripetevo che sono brava gente ma insegnano degli errori. Visto il suo livello culturale, era difficile argomentare, per cui le dissi: «Non sapete che dicono che il papa è il diavolo?». Rispose: «Embè? anche il papa può essere tentato!». E continuava ad assorbire la loro dottrina. Un giorno busso alla sua porta e trovo due giovani signore che le stanno facendo quello che chiamano studio biblico. Alla signora Maria non parve vero di poter vedere un confronto, per fare chiarezza. Cominciammo a discutere, ma dopo le prime parole cortesi il discorso si tramutò in una disputa urlata (tutto il condominio ci avrà sentito!). Io, stupidamente, non volevo farmi vedere a cedere. Le mie contradditrici non erano da meno. Altro che chiarezza. Alla fine la signora commentò amaramente: «Adesso sono più confusa di prima». Ancora oggi mi vergogno di quella discussione. Non tanto per non aver potuto zittire le due testimoni di Geova, ma perché il metodo stesso è sbagliato. Ci riflettei e conclusi che devo testimoniare Gesù coi fatti e le parole, ma che Lui non ha bisogno di essere difeso con la violenza né fisica, né psicologica, né verbale. Certo mi dispiaceva constatare che una persona così semplice e ben intenzionata assorbisse quell’altra mentalità. Pensaci tu, Signore! Un giorno le domandai: «Vengono ancora quelle signore?». «No, e non devono più venire». Sorpreso domandai il perché, e mi spiegò l’accaduto. Quando le due proclamatrici compresero che lei aveva ben assorbito la loro dottrina, fecero la mossa sbagliata. Sappiate che tutte le pareti del suo appartamentino erano tappezzate da immagini sacre: in primo luogo il Crocifisso e la Madonna, poi san Michele Arcangelo, i santi Cosma e Damiano e tanti altri. Quando le due istruttrici le dissero: «Adesso è ora di far sparire tutti questi idoli», ottennero ciò che io non avevo ottenuto con la mia abilità teologica, biblica, catechetica, didattica. Rispose decisa: «Fuori da questa casa e non fatevi più vedere!». Le immagini di Gesù e della Beata Vergine salvarono la sua fede. Da allora mi arrabbiai sempre di meno; dev’essere una grazia del cielo, visto il carattere che mi ritrovo!.



Lascio la parola a chi desidera replicare..


10/03/2019 20:54
 
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Re:
Cadei:

Da quando il Dio invisibile si è fatto visibile in Gesù Cristo, i cristiani hanno rappresentato delle immagini, come risulta già da antichissime raffigurazione nelle catacombe.



Ringraziamo il bravo Cadei per questa sua apertura cabarettistica.
Solo lui infatti è convinto che le “antichissime raffigurazioni nelle catacombe” (espressione tanto vaga quanto imprecisa) siano automaticamente cristiane e automaticamente “antichissime”. Non dimentichiamo poi che si tratta di tombe sotterranee con immagini affrescate da artisti a pagamento quindi parlare di “culto delle immagini” non è automaticamente lecito.

Cadei:

I cristiani non solo usano immagini, ma anche rendono loro culto: un culto ovviamente relativo.
Ma nella Chiesa orientale, nel 725 l’imperatore Leone III Isaurico, cristiano, vietò le immagini sacre. Ne nacquero le persecuzioni iconoclaste, con distruzione di immagini.
Nel 787, il Concilio di Nicea II, fece chiarezza sul vero senso del culto delle immagini raffiguranti il Signore Gesù, santi e angeli dicendo:
«Perché, più si guardano a lungo, attraverso l’immagine che li raffigura, e più coloro che li contemplano si sentono eccitati al ricordo e al desiderio dei prototipi raffigurati: a render loro omaggio e rispettosa venerazione, non certo la latria o adorazione vera e propria che proviene dalla fede e che spetta solo a Dio, ma l’onore… Poiché l’onore testimoniato all’immagine passa al prototipo, e colui che venera l’immagine venera la persona che l’immagine rappresenta».



Caro Cadei, purtroppo conosciamo molto bene la realtà cattolica dei nostri tempi, unica rilevante a dispetto delle dichiarazioni del Nicea II. Propongo alcune immagini alquanto eloquenti, tanto da non necessitare di ulteriore commento.

Cadei:

Come la mettiamo col divieto biblico delle immagini? Ci aiuta il contesto di Dt 5,7-9, il cui significato è concentrato nelle parole: «Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, tuo Dio, sono un Dio geloso». Non si tratta del divieto delle immagini in se stesse, ma delle immagini idolatriche, cioè trattate come divinità
Con parole nostre: è come la foto di una persona cara, che può aiutare a ricordarla, anche se la distinguo dalla persona stessa.



Caro Cadei, se scrive lei queste dichiarazioni presto avrà problemi a stare abbastanza vicino alla tastiera, tanto le sarà cresciuto il naso alla maniera di Pinocchio.
Dt 5,7-9 non afferma solo il pezzettino che lei cita pro domo sua, ma nella sua completezza dice:

“7 Non avere altri dèi oltre a me.
8 Non farti scultura, immagine alcuna delle cose che sono lassù nel cielo o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra.
9 Non ti prostrare davanti a loro e non li servire, perché io, il SIGNORE, il tuo Dio, sono un Dio geloso; punisco l’iniquità dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta generazione di quelli che mi odiano, 10 e uso bontà fino alla millesima generazione, verso quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti.”

Cadei ha una posizione singolare, vorrebbe “osservare i suoi comandamenti” ma prima vorrebbe cambiarli, toglierne qualche pezzo, che non piace alla sua chiesa!

Che figuraccia!

Simon
10/03/2019 22:49
 
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Re:
viceadmintdg1, 03/03/2019 22.51:



I cristiani non solo usano immagini, ma anche rendono loro culto: un culto ovviamente relativo.





i cristiani non rendono alcun culto "relativo" ma solo il culto a Dio:

"9 Mi è testimone Dio, al quale rendo culto nel mio spirito annunciando il vangelo del Figlio suo, come io continuamente faccia memoria di voi, " (Romani 1:9 CEI).


Non risulta, da parte degli apostoli, alcuna dulìa dei santi o iperdulìa di Maria, Lei può smentirmi?





viceadmintdg1, 03/03/2019 22.51:




ma delle immagini idolatriche, cioè trattate come divinità




Lei sa molto bene che in ambito cattolico le immagini hanno ben altra funzione che la mera funzione "decorativa" o "catechetica": alle immagini viene tributato un vero e proprio culto nel caso di Gesù (per voi Dio Onnipotente) o venerazione (iperdulìa di Maria e dulìa dei santi…., come detto sopra).


Le statue ad esempio vengono vestite e ricoperte d'oro, vengono portate in processione, si brucia incenso e/o si accendono candele votive ai piedi delle statue dei cosiddetti "santi": questi sono veri e propri atti di culto più che venerazione...in una parola idolatria.



viceadmintdg1, 03/03/2019 22.51:



Nel Medioevo, quando la maggior parte della gente era analfabeta, le immagini bibliche sulle pareti delle cattedrali permettevano anche alle persone semplici di conoscere e meditare la storia della salvezza. Per chi non sapeva leggere tali immagini erano chiamate "la Bibbia dei poveri"





23 Ma viene l'ora - ed è questa - in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. 24 Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità". “ (Giovanni 4:23-24 CEI)

Quindi dobbiamo adorare il Padre, cioè Dio in spirito e verità, non con l’ ausilio di immagini o statue o quant’ altro.


Che dire di chi non sapeva leggere?

"Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!" (Luca 11,28 CEI)


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