Angelo Serafino53, 20/03/2019 00.03:
C'è molto da dire, comunque dai un occhiata al video di questa sorella
www.youtube.com/watch?v=kfzs7BJXyjA
Grazie , ho seguito il video .
L'ipotesi presentata è che Gesu' abbia pronunciato quella parabola con quegli elementi come controbeffa a presunte provocazioni beffeggianti da parte dei Farisei . Può essere un ipotesi .
In ogni caso è troppo strano che per illustrare un cambiamento di condizione Gesù abbia utilizzato proprio elementi tipici degli schemi concettuali della credenza in un aldilà di inferno e paradiso
Una stranezza che va vista e capita anche alla luce di ciò in cui i farisei stessi credevano circa la prospettiva escatologica dell'uomo . Una stranezza che deve però per forza trovare una ragione che finora non ho ben capito .
Che Gesù abbia pronunciato una metafora è fuor di dubbio ma non si possono ignorare gli elementi che ha scelto per descriverla . L'ipotesi della risposta ironica o della controbeffa ai farisei è plausibile ma non cambia quella che percepisco come una palese evidenza ovvero che nel descrivere un cambiamento di condizione Gesù attinse da quello in cui i loro stessi interlocutori credevano : l'esistenza di un aldilà con inferno e paradiso. Per delle ragioni specifiche daccordo ma Gesù fece una scelta precisa non casuale .
In tal senso non mi trova molto daccordo la spiegazione che ne dà Perspicacia alla voce "Lazzaro" che nello specifico prende in considerazione proprio questo problema .
Dice :
________
"Nell'illustrazione del ricco e di Lazzaro, Gesù attinse da insegnamenti rabbinici circa i morti?
Alcuni studiosi e docenti di religione comparata hanno avanzato l’ipotesi che nel fare questa illustrazione Gesù Cristo abbia attinto dall’antico concetto e insegnamento rabbinico relativo all’aldilà. Giuseppe Flavio fornisce le seguenti informazioni circa l’opinione dei farisei dell’epoca:
“Essi credono che le anime abbiano il potere di sopravvivere alla morte e che sottoterra ci saranno premi o punizioni per quelle che hanno vissuto vita virtuosa o viziosa: prigionia eterna è la sorte delle anime malvage, mentre le anime buone passeranno facilmente a nuova vita”. (Antichità giudaiche, XVIII, 14 [i, 3])
Gesù però respinse categoricamente i falsi insegnamenti, inclusi quelli dei farisei. (Mt 23) Quindi sarebbe stato incoerente da parte sua impostare l’illustrazione del ricco e di Lazzaro secondo gli schemi propri della falsa concezione rabbinica dell’aldilà. Si deve perciò concludere che Gesù aveva in mente l’adempimento dell’illustrazione e ne aveva formulato i particolari e lo svolgimento in armonia con i fatti dell’adempimento piuttosto che con qualche dottrina non scritturale.
______
Sono queste ultime due frasi del Perspicacia che mi lasciano perplesso
1)
" sarebbe stato incoerente da parte sua impostare l’illustrazione del ricco e di Lazzaro secondo gli schemi propri della falsa concezione rabbinica dell’aldilà.
Il fatto È che Gesù
imposto' quella parabola proprio ( e sembra anche intenzionalmente )
secondo quegli schemi
2)
"Si deve perciò concludere che Gesù aveva in mente l’adempimento dell’illustrazione e ne aveva formulato i particolari e lo svolgimento in armonia con i fatti dell’adempimento piuttosto che con qualche dottrina non scritturale."
In realtà anche se Gesù utilizzò quei particolari (cioè l'esistenza cosciente dopo la morte) per illustrare un cambiamento di condizione , i particolari stessi risultano effettivamente trasmettere un armonia di fondo con la dottrina non scritturale dell'inferno e del paradiso celeste tant'è vero che molti cattolici vi fanno oggi ancora riferimento perché evidentemente l'iperbolizzazione dei particolari non è sufficente a distruggere questa armonia di insieme
Si deve perciò capire il perché Gesù abbia consapevolmente narrato una parabola che potesse essere usata anche nei secoli successivi e nelle generazioni future dai cattolici o dai protestanti per trovare una base o un pretesto per credere e dimostrare che esistono un inferno e un paradiso
Quindi la domanda rimane
Perché Gesù l'ha fatto ?