Il pm, 'è un movente che fa venire i brividi alla schiena'
Svolta nelle indagini sul delitto in riva al Po. "Ho scelto di uccidere questo giovane perché si presentava con aria felice. E io non sopportavo la sua felicità". E' la confessione choc di Said Machaouat, il 27enne reo confesso dell'omicidio di Stefano Leo. A riferire la frase è il procuratore vicario di Torino, Paolo Borgna.
Ha ucciso "per caso", scegliendo chi più gli somigliasse, per togliergli il futuro. Dai riscontri che i carabinieri hanno svolto dopo la confessione di Said Machaouat emerge sempre più chiaramente l'assenza di un movente alla base dell'omicidio di Stefano Leo. E che non ci sia nessun legame tra la vittima e l'italiano di origine marocchine che l'ha ucciso lo dicono gli investigatori. "Parliamo di un senzatetto che non aveva soldi per mangiare, né per comprare giornali, e non aveva un telefonino cellulare" ha spiegato il comandante provinciale dei carabinieri di Torino, colonnello Francesco Rizzo, che esclude anche contatti tra il reo confesso e la vittima prima del delitto.
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