domingo7, 23/06/2019 17.18:
2Cor 5,8 e Fili 1,23 parlano di partire dal corpo per essere con Cristo ma non indicano quanto tempo passa fra questi due eventi: il forte desiderio di Paolo di essere subito con Cristo sembra però poco compatibile con la volontà di morire subito e di annientarsi totalmente per decine di secoli (qualsiasi persona ragionevole avrebbe scelto il rimanere nella carne, a meno che l'unione con Cristo non fosse subentrata in tempi brevi). E' pur vero che in 1 Tessalonicesi 4,13-15 Paolo si colloca tra i viventi al ritorno di Cristo ma a me pare solo un'ipotesi molto teorica o una lontana speranza: molti sono infatti gli inviti di Paolo alla prudenza perché il ritorno di Cristo potrebbe non essere affatto immediato (2 Tessalonicesi 2,1-2,4)
Caro Domingo
Riguardo agli scritti di Paolo in relazione allo stato dell'attesa penso sia utile riflettere sul pensiero contenuto in 1 co 15:51,52 :
Ecco, vi dico un sacro segreto: non tutti ci addormenteremo nella morte, ma tutti saremo trasformati in un istante, in un batter d’occhio, durante l’ultima tromba. La tromba suonerà e i morti risorgeranno incorruttibili e noi saremo trasformati
Parlando della resurrezione celeste qui Paolo fece un distinguo interessante tra chi si sarebbe addormentato nella morte e chi invece sarebbe passato istantaneamente dalla morte alla resurrezione . Il distinguo è abbastanza chiarificatore . In primo luogo nel senso che se ci sarebbe dovuto essere uno stato intermedio teoricamente avrebbe dovuto esserci per tutti e non solo per una parte dei candidati alla resurrezione in cielo .
In secondo luogo l'addormentamento nella morte a cui fa riferimento Paolo non sembra assolutamente trasmettere l'idea di oltretomba consapevole o attesa cosciente , bensì il contrario : attesa inconscia.