domingo7, 24/06/2019 09.37:
Noi riteniamo la parabola del ricco e Lazzaro un apologo che vuole dare un preciso insegnamento, che nulla c' entra con la reale condizione post mortem dei due personaggi, ma che l' andare in cielo o scendere nell' 'Ades significhino abbassamento e innalzamento (Luca 10:15) e che, comunque, l' unico termine che appare nella parabola è quello di risurrezione (Luca 16:31......ti assicuro Domingo che ne abbiamo parlato un' infinità di volte e questi sono ovviamente solo brevissimi cenni…
E qui sta la differenza insanabile: per voi la parabola del ricco e Lazzaro è più di un "
apologo": è una vera e propria "
prosopopea", cioè una figura retorica con cui si introducono a parlare persone assenti o morte, o cose astratte e inanimate, come se fossero vive e presenti. Questa interpretazione potrebbe andare bene per le ombre che si svegliano nel soggiorno dei morti a salutare il Faraone o il re di Babilonia o per le anime che gridano sotto l'altare (dove le anime potrebero rappresentare il sangue dei martiri).
Ma una
"parabola" è una cosa diversa: è una "similitudine" o una "comparazione" che è sempre profondamente radicata nella realtà
vero, ma probabilmente ti sfugge che la parabola è chiaramente radicata nella realtà.
Infatti nota il contesto in cui è inserita, da Luca 16:9 a Luca 16:15.
E che dire di quello che amo definire "il cappello" della parabola, Luca 16:16-18?
E' in questo contesto - realissimo - che si inserisce la parabola che poi diventa non dissimile dalla cantico al re di Babilonia di Isaia 14 (si confronti il semitismo di Isaia 14:14-15 con Luca 10:15), quando si finisce di parlare di chi vive nei tormenti, di chi dall' ades comunica con Lazzaro in cielo, chiedendogli di intingere la punta del dito nell' acqua per rinfrescare la lingua del ricco….
E comunque anche in altre parabole Gesù usa figure retoriche o simboliche, si pensi alle 10 vergini…
domingo7, 24/06/2019 09.37:
beh, diciamo che questa è una spiegazione, mi consenti, un po'...tirata.Va bene che l' argumentum ex silentio valga poco o nulla, però addirittura che Geova non mandi in quei quattro giorni l' "anima" di Lazzaro nella beatitudine celeste o altrove perché sapeva che sarebbe stato risuscitato di lì a poco, beh, francamente mi sembra che un' "anima" che funzioni "a intermittenza" sia assai poco credibile.
Quattro giorni di nanna però sono niente rispetto alla tesi di millenni inconsci
ma sono pur sempre dei giorni e non credo che l' "anima" funzioni quattro giorni no e un millennio si…..
[Modificato da Aquila-58 24/06/2019 12:16]