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....: Scrittura del Giorno :....

Ultimo Aggiornamento: 31/12/2020 00:11
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20/03/2020 00:06
 
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Venerdì 20 marzo
Abbiate intenso amore gli uni per gli altri (1 Piet. 4:8)
Il modo in cui trattiamo i fratelli e le sorelle dimostra che siamo grati dell’amicizia che abbiamo con Geova. Anche loro, come noi, appartengono a Geova. Ricordare questo ci aiuterà a trattarli sempre con gentilezza e amore (1 Tess. 5:15). Gesù disse ai suoi discepoli: “Grazie a questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avrete amore fra voi” (Giov. 13:35). Malachia disse che “Geova prestava attenzione e ascoltava” mentre i suoi servitori interagivano tra loro (Mal. 3:16). Possiamo essere sicuri che “Geova conosce quelli che gli appartengono” (2 Tim. 2:19). Non gli sfugge nulla di quello che facciamo o diciamo (Ebr. 4:13). Quando trattiamo male i nostri fratelli, ‘Geova presta attenzione e ascolta’. D’altro canto, Geova nota anche se siamo ospitali, generosi, pronti a perdonare e gentili nei confronti degli altri (Ebr. 13:16). w18.07 25 par. 15; 26 par. 17
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21/03/2020 00:05
 
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Sabato 21 marzo
A Geova devi tenerti stretto (Deut. 10:20)
È saggio tenersi stretti a Geova. Nessuno ha più forza, sapienza e amore di lui! Chi non vorrebbe essere dalla sua parte? (Sal. 96:4-6). Eppure in certe situazioni alcuni suoi servitori esitarono a schierarsi dalla sua parte. Soffermiamoci sull’esempio di Caino. Non adorava falsi dèi, eppure Geova non accettò la sua adorazione. Nel cuore di Caino infatti si stava sviluppando una forte tendenza alla malvagità (1 Giov. 3:12). Per questo Geova cercò di aiutarlo, dicendogli: “Se cambi atteggiamento e agisci bene, non otterrai di nuovo la mia approvazione? Ma se non cambi atteggiamento, il peccato è in agguato davanti alla porta, ansioso di prendere il sopravvento su di te. E tu, riuscirai a dominarlo?” (Gen. 4:6, 7). Era come se Geova gli stesse dicendo: “Se ti penti e scegli di restare dalla mia parte, io sarò dalla tua”. Caino però non seguì il suo consiglio. w18.07 17 parr. 1, 3; 18 par. 4

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22/03/2020 00:05
 
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Domenica 22 marzo
Risplenda la vostra luce davanti agli uomini (Matt. 5:16)
Un modo in cui facciamo risplendere la nostra luce è predicando la buona notizia e facendo discepoli (Matt. 28:19, 20). Mentre predichiamo, possiamo dare gloria a Geova anche con il nostro comportamento. I padroni di casa e i passanti ci osservano. Un sorriso amichevole e un saluto cordiale dicono molto su chi siamo e sul Dio che adoriamo. “Quando entrate nella casa”, disse Gesù ai discepoli, “salutate quelli della casa” (Matt. 10:12). Nella zona dove Gesù e gli apostoli spesso predicavano, le persone di solito invitavano gli estranei a entrare in casa. In molti luoghi, oggi questo non è comune. La gente potrebbe preoccuparsi o irritarsi vedendo un estraneo alla porta. Se siamo amichevoli e spieghiamo in modo gentile perché siamo lì, è più facile che il padrone di casa si rilassi. Un bel sorriso è spesso la migliore introduzione. Questo è vero anche per i fratelli e le sorelle che svolgono la testimonianza pubblica con l’espositore mobile. Un sorriso e un saluto gentili possono invogliare le persone ad avvicinarsi. w18.06 22 parr. 4-5

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23/03/2020 00:11
 
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Lunedì 23 marzo
Dio non è parziale (Atti 10:34)
L’apostolo Pietro aveva l’abitudine di stare solo con i giudei. Dio però fece capire che i cristiani non devono essere parziali, e così Pietro predicò a Cornelio, un centurione romano (Atti 10:28, 35). Da allora Pietro mangiò e passò del tempo con cristiani non ebrei, ma anni dopo, nella città di Antiochia, smise di farlo (Gal. 2:11-14). Per questo Paolo lo rimproverò, e lui accettò la correzione. Infatti, nella sua prima lettera ai cristiani ebrei e gentili dell’Asia Minore, Pietro parlò dell’importanza di amare “tutti i fratelli nella fede” (1 Piet. 1:1; 2:17). Non c’è alcun dubbio: grazie all’esempio di Gesù gli apostoli impararono ad amare “persone di ogni tipo” (Giov. 12:32; 1 Tim. 4:10). Ci volle un po’ di tempo, ma riuscirono a correggere il loro modo di pensare. Rivestendo la “nuova personalità”, i primi cristiani impararono a considerare tutte le persone allo stesso modo, proprio come fa Dio (Col. 3:10, 11). w18.06 11 parr. 15-16
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Martedì 24 marzo
Rimanete saldi, con la corazza della giustizia indosso (Efes. 6:14)
La corazza indossata dai soldati romani del I secolo poteva essere composta da lamine di ferro sovrapposte in senso orizzontale. Il soldato doveva controllare regolarmente questo pezzo dell’armatura per accertarsi che le lamine fossero al loro posto al fine di proteggere il cuore e altri organi vitali. Questo rende bene l’idea di come le giuste norme di Geova proteggono il nostro cuore simbolico (Prov. 4:23). Così come un soldato non avrebbe mai sostituito una corazza di ferro con una di un metallo meno resistente, nemmeno noi rinunceremmo alle norme di Geova su cosa è giusto per seguire le nostre idee. La nostra capacità di giudizio non è in grado di garantirci la protezione di cui abbiamo bisogno (Prov. 3:5, 6). Ecco perché dobbiamo controllare regolarmente che le “lamine di ferro” che ci ha dato Geova siano sistemate in modo tale da proteggere il nostro cuore. Più amiamo le verità della Bibbia, più ci è facile portare la nostra “corazza”, cioè vivere secondo le giuste norme di Dio (Sal. 111:7, 8; 1 Giov. 5:3). w18.05 28 parr. 3-4, 6-7

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25/03/2020 00:26
 
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Mercoledì 25 marzo
Gli israeliti si misero a litigare con Mosè (Num. 20:3)
Nonostante Mosè li avesse guidati con altruismo per molto tempo gli israeliti si lamentarono, e non solo della mancanza d’acqua. Si lamentarono anche di Mosè, come se fosse per colpa sua che avevano sete (Num. 20:1-5, 9-11). In preda alla rabbia, Mosè perse la pazienza. Invece di parlare con fede alla rupe, come Geova gli aveva comandato, parlò al popolo con tono aspro e disse che avrebbe compiuto un miracolo. Poi colpì due volte la rupe. A quel punto iniziò a sgorgare molta acqua. A causa del suo orgoglio e della sua rabbia, Mosè commise un grave errore (Sal. 106:32, 33). La sua mancanza di mansuetudine fu momentanea, ma gli impedì di entrare nella Terra Promessa (Num. 20:12). Da questo episodio possiamo imparare molto. Innanzitutto dobbiamo impegnarci costantemente per continuare a essere mansueti. Se smettiamo di farlo anche solo per un attimo, l’orgoglio può prendere il sopravvento e spingerci a parlare o agire in modo insensato. Inoltre, dato che quando siamo sotto pressione siamo più vulnerabili, in quei momenti dobbiamo fare uno sforzo particolare per essere mansueti. w19.02 12-13 parr. 19-21

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26/03/2020 00:22
 
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Giovedì 26 marzo
Questa buona notizia del Regno sarà predicata in tutta la terra abitata (Matt. 24:14)
Sarebbe stato un peso ubbidire al comando di predicare? Niente affatto. Dopo aver raccontato la parabola della vite, Gesù disse che predicare avrebbe dato gioia (Giov. 15:11). Assicurò che la sua gioia sarebbe diventata anche la nostra. In che senso? Gesù paragonò sé stesso a una vite e i suoi discepoli ai tralci (Giov. 15:5). Finché i tralci rimangono attaccati alla vite, ricevono acqua e sostanze nutritive. In modo simile, finché rimaniamo uniti a Cristo seguendo con attenzione le sue orme, proveremo la stessa gioia che prova lui nel fare la volontà del Padre suo (Giov. 4:34; 17:13; 1 Piet. 2:21). Hanne è pioniera da oltre 40 anni, e dice: “Dopo essere stata in servizio, provo sempre grande gioia, e questo mi motiva a continuare a servire Geova”. È proprio vero, la profonda gioia che proviamo ci dà la forza di continuare a predicare anche in zone dove pochi ascoltano (Matt. 5:10-12). w18.05 17 par. 2; 20 par. 14
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27/03/2020 00:24
 
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Venerdì 27 marzo
Sono stato costituito maestro di nazioni riguardo alla fede e alla verità (1 Tim. 2:7)
Un cristiano del I secolo che fece tanto per incoraggiare i fratelli fu l’apostolo Paolo. Fu mandato dallo spirito santo a predicare alle persone del mondo greco-romano, che adoravano molte divinità (Gal. 2:7-9). Percorse in lungo e in largo quella che oggi è la Turchia, e andò anche in Grecia e in Italia. Predicò ai non ebrei che vivevano in quelle zone e formò nuove congregazioni. Quei cristiani convertiti da poco venivano perseguitati dalla loro stessa gente, quindi avevano bisogno di incoraggiamento (1 Tess. 2:14). Scrivendo verso il 50 E.V. alla congregazione di Tessalonica, che era nata da poco, Paolo disse: “Ringraziamo sempre Dio quando menzioniamo tutti voi nelle nostre preghiere, perché ricordiamo continuamente [...] l’opera che svolgete mossi dalla fede, gli sforzi che fate spinti dall’amore e la perseveranza che mostrate” (1 Tess. 1:2, 3). Esortò anche quei cristiani a rafforzarsi gli uni gli altri; infatti scrisse: “Continuate a incoraggiarvi e a edificarvi a vicenda” (1 Tess. 5:11). w18.04 18-19 parr. 16-17

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28/03/2020 00:15
 
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Sabato 28 marzo
Si deve prima predicare la buona notizia (Mar. 13:10)
Un ragazzo che vuole mettere al primo posto ciò che piace a Geova dà particolare importanza al ministero. L’opera di predicazione va compiuta con urgenza, quindi dovrebbe essere tra le cose più importanti per te. Puoi porti la meta di uscire più spesso in predicazione? Puoi fare il pioniere? E se predicare non ti piace un granché? Oppure, come puoi diventare più bravo a spiegare quello in cui credi? Ecco cosa puoi fare: preparati bene per parlare ad altri di ciò in cui credi, e non ti arrendere. Rimarrai sorpreso vedendo quanta gioia può darti la predicazione. Potresti iniziare preparandoti a rispondere a una delle domande che i tuoi compagni di classe ti fanno più spesso, ad esempio: “Come fai a credere in Dio?” Il nostro sito jw.org contiene articoli che aiutano i ragazzi a prepararsi da soli per rispondere a questa domanda. Lì c’è una scheda intitolata “Perché credo in Dio?”, che ti guiderà passo passo a prepararti per rispondere. w18.04 27 parr. 10-11
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29/03/2020 00:09
 
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Domenica 29 marzo
Siate fecondi e moltiplicatevi (Gen. 1:28)
Adamo ed Eva inizialmente godevano di una grande libertà, che però aveva dei limiti. C’erano limiti che a loro veniva naturale rispettare, ma che erano pur sempre dei limiti. Per esempio, i nostri primogenitori sapevano che per continuare a vivere dovevano respirare, mangiare, dormire e così via. Dovendo fare queste cose si sentirono forse privati della loro libertà? No di certo, perché Geova aveva fatto in modo che provassero gioia e soddisfazione perfino svolgendo queste normali attività (Sal. 104:14, 15; Eccl. 3:12, 13). Geova diede ad Adamo ed Eva il preciso comando di riempire la terra e di prendersene cura. Questo comando non li privava della libertà. Al contrario, dava loro la possibilità di collaborare con il Creatore rendendo la terra un paradiso in cui vivere per sempre insieme ai loro figli perfetti (Sal. 127:3; Isa. 45:18). Se avessero ubbidito a Dio, Adamo ed Eva avrebbero potuto avere un bel matrimonio e una famiglia felice per l’eternità. w18.04 4-5 parr. 7-8

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30/03/2020 00:13
 
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Lunedì 30 marzo
Tutti quelli che avevano la giusta disposizione per ricevere la vita eterna diventarono credenti (Atti 13:48)
Se siamo pazienti con le persone che incontriamo nel ministero, non ci aspetteremo che capiscano o accettino subito le verità bibliche. Per esempio, vediamo come potremmo aiutare qualcuno a capire in cosa consiste la speranza della vita eterna in un paradiso sulla terra. Molti credono che la morte sia la fine di tutto o che tutti i buoni vadano in cielo. Un fratello racconta quale metodo ha trovato efficace. Innanzitutto, legge Genesi 1:28. Poi chiede al suo interlocutore dove Dio voleva che gli esseri umani vivessero e che tipo di vita dovevano avere. La maggioranza delle persone risponde che gli uomini dovevano vivere sulla terra ed essere felici. Poi il fratello legge Isaia 55:11 e chiede se il proposito di Dio sia cambiato. Spesso la risposta è no. Infine il fratello legge Salmo 37:10, 11 e chiede come sarà il futuro del genere umano. Usando la Bibbia in questo modo, ha aiutato molti a capire che è ancora volontà di Dio che le persone buone vivano per sempre nel Paradiso sulla terra. w19.03 24 parr. 14-15; 25 par. 19
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Martedì 31 marzo
Ascoltatelo (Matt. 17:5)
Geova rese chiaro quanto desidera che noi ascoltiamo suo Figlio e gli ubbidiamo. Gesù insegnò con amore ai suoi seguaci a predicare la buona notizia, e ricordò loro più volte di vigilare (Matt. 24:42; 28:19, 20). Li esortò anche a continuare a fare ogni sforzo e a non arrendersi mai (Luca 13:24). Gesù sottolineò quanto era importante che i suoi discepoli si amassero gli uni gli altri, rimanessero uniti e osservassero i suoi comandamenti (Giov. 15:10, 12, 13). Questi consigli sono validi ancora oggi. Gesù disse: “Chiunque è dalla parte della verità ascolta la mia voce” (Giov. 18:37). Dimostriamo di ascoltare la voce di Gesù quando ‘continuiamo a sopportarci gli uni gli altri e a perdonarci senza riserve’ (Col. 3:13; Luca 17:3, 4). Inoltre ascoltiamo la sua voce predicando con zelo la buona notizia “sia in tempi favorevoli che difficili” (2 Tim. 4:2). w19.03 10 parr. 9-10

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01/04/2020 00:10
 
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Mercoledì 1° aprile
Gesù disse a Pietro: “Va’ dietro a me, Satana! [...] I tuoi pensieri non sono quelli di Dio, ma degli uomini” (Matt. 16:23)
E noi? Abbiamo lo stesso modo di pensare di Dio o del mondo? Abbiamo già fatto dei cambiamenti per adeguare il nostro comportamento alle norme di Dio. Ma che dire del nostro modo di pensare? Ci stiamo impegnando perché diventi sempre più simile a quello di Geova? Per pensarla come lui bisogna fare uno sforzo. Invece per adeguarsi al modo di pensare del mondo non bisogna fare nessuno sforzo, perché lo spirito del mondo è ovunque (Efes. 2:2). Inoltre, il modo di pensare del mondo può fare molta presa su di noi, dato che ci porta a concentrarci su noi stessi. Pensarla come Geova è difficile, mentre pensarla come il mondo è fin troppo facile. Se però lasciamo che il mondo influisca sul nostro modo di pensare, tenderemo a essere egoisti e a voler decidere da soli cos’è giusto e cos’è sbagliato (Mar. 7:21, 22). È quindi fondamentale fare in modo che i nostri pensieri siano “quelli di Dio”, e non quelli “degli uomini”. w18.11 18 par. 1; 19 parr. 3-4

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Giovedì 2 aprile
Questo è mio Figlio, il mio amato Figlio, che io ho approvato (Matt. 3:17)
Gesù dev’essere stato molto incoraggiato quando in tre occasioni Geova gli diede onore parlando direttamente dal cielo! Quando fu battezzato nel Giordano, Geova disse le parole riportate sopra. Sembra che Giovanni Battista sia stato l’unico testimone di quell’evento. Poi, circa un anno prima della morte di Gesù, tre dei suoi apostoli sentirono Geova dire: “Questo è mio Figlio, il mio amato Figlio, che io ho approvato. Ascoltatelo” (Matt. 17:5). E pochi giorni prima che Gesù morisse, Geova parlò di nuovo a suo Figlio dal cielo (Giov. 12:28). Gesù sapeva che sarebbe stato falsamente accusato di bestemmia e che sarebbe andato incontro a una morte umiliante. Eppure pregò Geova: “Non come voglio io, ma come vuoi tu”. E aggiunse: “Si compia la tua volontà” (Matt. 26:39, 42). ‘Sopportò il palo di tortura senza curarsi del disonore’ e senza cercare di essere onorato dal mondo, ma solo da suo Padre (Ebr. 12:2). w18.07 10 parr. 15-16
Lettura della Bibbia per la Commemorazione: (fatti avvenuti dopo il tramonto: 9 nisan) Marco 14:3-9

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03/04/2020 00:15
 
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Venerdì 3 aprile
Padre, se vuoi, allontana da me questo calice (Luca 22:42)
Subito dopo aver istituito la Cena del Signore, Gesù dimostrò un coraggio straordinario. Infatti accettò di fare la volontà di suo Padre anche se questo significava essere messo a morte con l’accusa di bestemmia, un crimine vergognoso (Matt. 26:65, 66). Rimase perfettamente integro, e in questo modo diede onore al nome di Geova, sostenne la sovranità di Dio e offrì agli esseri umani pentiti la possibilità di vivere per sempre. Allo stesso tempo, preparò i suoi discepoli per quello che presto avrebbero affrontato. Gesù dimostrò coraggio anche perché mise da parte le preoccupazioni che poteva avere e si concentrò sui bisogni dei suoi apostoli fedeli. Dopo aver mandato via Giuda, istituì una semplice celebrazione che avrebbe ricordato ai suoi seguaci unti i benefìci derivanti dal suo sangue e dal nuovo patto (1 Cor. 10:16, 17). w19.01 22 parr. 7-8
Lettura della Bibbia per la Commemorazione: (fatti avvenuti di giorno: 9 nisan) Marco 11:1-11
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Sabato 4 aprile
Padre, glorifica il tuo nome (Giov. 12:28)
In risposta, Geova disse dal cielo: “L’ho glorificato e lo glorificherò di nuovo”. Gesù era turbato perché sentiva la grande responsabilità di rimanere fedele a suo Padre. Era consapevole del fatto che sarebbe stato brutalmente flagellato e avrebbe subìto una morte atroce (Matt. 26:38). Ma più di ogni altra cosa Gesù voleva glorificare il nome di suo Padre. Fu accusato di bestemmia, ed era preoccupato che la sua morte recasse disonore a Dio. Come Gesù, anche noi potremmo essere preoccupati quando il nome di Geova viene infangato. Forse, come lui, stiamo subendo delle ingiustizie. O forse siamo turbati da bugie che gli oppositori diffondono su di noi. Magari pensiamo all’impatto negativo che queste notizie hanno sul nome di Geova. In situazioni come queste le parole di Geova possono darci molto conforto. Geova glorificherà sempre il suo nome (Sal. 94:22, 23; Isa. 65:17). w19.03 11-12 parr. 14-16
Lettura della Bibbia per la Commemorazione: (fatti avvenuti di giorno: 10 nisan) Marco 11:12-19
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05/04/2020 00:03
 
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Domenica 5 aprile
Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva soffrire molto [ed] essere ucciso (Matt. 16:21)
I discepoli di Gesù sono senza parole! L’uomo che secondo loro avrebbe ristabilito il regno di Israele ha appena detto che dovrà soffrire e poi morire. Il primo a parlare è l’apostolo Pietro, che dice: “Sii buono con te stesso, Signore; questo non ti succederà mai”. Gesù allora risponde: “Va’ dietro a me, Satana! Tu sei per me una pietra d’inciampo, perché i tuoi pensieri non sono quelli di Dio, ma degli uomini” (Matt. 16:22, 23; Atti 1:6). Con quelle parole Gesù fece capire chiaramente che esiste una distinzione tra il modo di pensare di Dio e le idee di questo mondo controllato da Satana (1 Giov. 5:19). Le parole di Pietro riflettevano l’atteggiamento tipico del mondo, che spinge a guardare con egoismo ai propri interessi. Gesù invece sapeva che quello non era il modo di pensare di suo Padre. Con la risposta che diede a Pietro, infatti, dimostrò che la pensava come Geova e che si rifiutava di adottare il modo di pensare del mondo. w18.11 18 parr. 1-2
Lettura della Bibbia per la Commemorazione: (fatti avvenuti di giorno: 11 nisan) Marco 11:20–12:27, 41-44

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Lunedì 6 aprile
Proclamate la morte del Signore, finché lui non verrà (1 Cor. 11:26)
Immaginiamo quello che vede Geova quando in tutto il mondo milioni di persone si riuniscono per la Cena del Signore. Lui non vede semplicemente una folla numerosa, ma ogni singola persona. Ad esempio, nota chi è presente fedelmente anno dopo anno. Tra questi forse c’è chi sta affrontando dura persecuzione, oppure chi di solito non frequenta le adunanze, ma considera la Commemorazione un evento importante a cui non può mancare. Geova nota anche chi assiste alla Commemorazione per la prima volta, magari per semplice curiosità. Ovviamente a Geova fa piacere vedere così tante persone presenti (Luca 22:19). Comunque, la cosa che più gli interessa è la ragione per cui sono presenti. Sono i motivi che contano di più per lui. Quanto a noi, siamo ansiosi di imparare da Geova e dalla sua organizzazione? (Isa. 30:20; Giov. 6:45). w19.01 26 parr. 1-3
Lettura della Bibbia per la Commemorazione: (fatti avvenuti di giorno: 12 nisan) Marco 14:1, 2, 10, 11; Matteo 26:1-5, 14-16
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Data della Commemorazione
Dopo il tramonto
Martedì 7 aprile
Cristo è morto per noi (Rom. 5:8)
Gesù è stato disposto non solo a morire per i suoi discepoli, ma anche a vivere ogni singolo giorno mettendo i loro interessi prima dei suoi. Per esempio, stava insieme ai suoi seguaci anche quando era stanco o emotivamente sotto pressione (Luca 22:39-46). Inoltre si concentrava su quello che poteva dare agli altri e non su quello che poteva ottenere da loro (Matt. 20:28). Al mondo esiste un’unica famiglia spirituale di veri cristiani. Noi ne facciamo parte, e siamo felici di impiegare più tempo possibile per invitare altri a unirsi a noi. Più di tutto però ci interessa aiutare “quelli che appartengono alla nostra famiglia della fede”, ma che sono inattivi (Gal. 6:10). Dimostriamo di amarli quando li incoraggiamo a venire alle adunanze, e soprattutto alla Commemorazione. Come Geova e Gesù, proviamo una profonda gioia quando un inattivo ritorna da Geova (Matt. 18:14). w19.01 28 par. 12; 29 parr. 14-15
Lettura della Bibbia per la Commemorazione: (fatti avvenuti di giorno: 13 nisan) Marco 14:12-16; Matteo 26:17-19 (fatti avvenuti dopo il tramonto: 14 nisan) Marco 14:17-72

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Mercoledì 8 aprile
Questo rappresenta il mio corpo. Questo rappresenta il mio “sangue del patto” (Matt. 26:26-28)
Quando istituì la Commemorazione della sua morte, Gesù usò quello che era avanzato dalla cena pasquale: il pane senza lievito e il vino. Disse ai suoi apostoli che quelle due semplici cose rappresentavano il suo corpo e il suo sangue perfetti, che di lì a poco avrebbe offerto come sacrificio per loro. Gli apostoli non saranno stati sorpresi dalla semplicità di questa nuova e importante celebrazione. Vediamo perché. Alcuni mesi prima, in casa dei suoi cari amici Lazzaro, Marta e Maria, Gesù stava insegnando. Invece di ascoltarlo, Marta era impegnata a preparare un ricco pasto per quell’occasione speciale. Con gentilezza Gesù aveva corretto Marta, facendole notare che un pasto elaborato non era sempre necessario (Luca 10:40-42). In seguito, a poche ore dalla sua morte di sacrificio, Gesù mise in pratica il consiglio che lui stesso aveva dato a Marta. Infatti fece in modo che la Commemorazione si svolgesse in maniera semplice. w19.01 20-21 parr. 3-4
Lettura della Bibbia per la Commemorazione: (fatti avvenuti di giorno: 14 nisan) Marco 15:1-47

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