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66 E. V. e Cestio Gallo

Ultimo Aggiornamento: 17/04/2020 00:19
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16/04/2020 09:19
 
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Giuseppe Flavio racconta come andarono gli avvenimenti. Nel 66 E.V. un funzionario romano confiscò del denaro dal tesoro del tempio a titolo di imposte arretrate, e questo fece accendere gli animi dei giudei ribelli che massacrarono i soldati romani e di fatto si dichiararono indipendenti. Quello stesso anno Cestio Gallo, legato romano di Siria, avanzò verso sud con 30.000 uomini. Giunsero a Gerusalemme durante una festa religiosa. Invasero le periferie e iniziarono a scalzare le mura del tempio, dove si erano barricati i ribelli. Poi, apparentemente senza motivo, si ritirarono. Allora i giudei ripresero coraggio e attaccarono l’esercito in ritirata.

Mostrando fede, i cristiani non si lasciarono ingannare da questo colpo di scena. Si resero conto che avevano visto adempiersi la sorprendente profezia di Gesù. La città era stata circondata dagli eserciti accampati. E ora, approfittando della loro ritirata, quei fedeli colsero l’opportunità per fuggire. Molti di loro andarono a Pella, una città gentile politicamente neutrale situata sulle montagne al di là del Giordano.

Cosa accadde a Gerusalemme? L’esercito romano ritornò, capeggiato da Vespasiano e da suo figlio Tito, questa volta con ben 60.000 uomini. Avanzò sulla città poco prima della Pasqua del 70 E.V. e intrappolò dentro di essa sia i residenti che i pellegrini giunti là per la celebrazione. L’esercito romano spogliò la regione di alberi e costruì un vallo, una fortificazione di pali appuntiti, proprio come aveva predetto Gesù. Dopo circa cinque mesi la città capitolò.

Tito aveva ordinato che il tempio venisse risparmiato ma un soldato vi appiccò il fuoco e di quel luogo alla fine non rimase pietra sopra pietra: esattamente come aveva predetto Gesù. Secondo Giuseppe Flavio, morirono circa 1.100.000 ebrei e proseliti, la maggioranza dei quali di fame e malattie, mentre altri 97.000 furono fatti prigionieri e in buona parte portati a Roma come schiavi. Oggi a Roma c’è il Colosseo, completato da Tito anche grazie ai proventi della campagna di Giudea, e nei pressi l’Arco di Tito, commemorativo della conquista di Gerusalemme. Le profezie della Bibbia si sono dimostrate davvero degne di fiducia, in ogni minimo dettaglio. Pertanto, è fondamentale che prestiamo ascolto a quello che dice riguardo al futuro.

Fonte:g 4/11 Un libro degno di fiducia (parte VI)
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