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Kyrios o Tetragramma nel NT: traduzione o interpretazione?

Ultimo Aggiornamento: 08/05/2020 23:26
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07/05/2020 18:20
 
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Re: Allarghiamo un po' gli orizzonti...
cyrano555, 07.05.2020 18:00:

Mi fa piacere che la mia (assolutamente bonaria) "provocazione" abbia suscitato così tante risposte, ma il mio scopo non era quello di entrare in una diatriba cinico-stoica 😀 ma quello di provare a fare un discorso un po' più ampio del solito: "il mio detersivo lava più bianco".
Per questo posto il file relativo a un documento ormai "storico".
Dal 1950 viene pubblicata (dalla Società Biblica) una rivista tecnica che si chiama "Bible Translator" che è il punto di riferimento per tutti i traduttori biblici del mondo.
Nel 1992 uscì un numero monografico dedicato alla traduzione dei nomi di Dio (e, in particolare, del NOME!).
Posto il numero per farvi avere un'idea delle discussioni che ci sono sull'argomento nel mondo dei traduttori biblici.
E' un PDF nativo, quindi chi non sa l'inglese basta che selezioni un testo e lo incolli in Google traduttore e avrà un'idea del contenuto!

Numero speciale di "Bible Translator" dedicato al Nome di Dio

"Chesed rachamim weshalom lecha me'at Elohim avinu ume'at Yeshua' ha-mashiach Adonenu"




ma perché occorre tradurre il Nome di Dio?

che ne so, diciamo Alberto Einsteinio?

Donaldo Trompo?

che ci si limitasse a tramandare e fare conoscere il Tetragramma YHWH e poi ognuno lo pronuncia come gli pare.

sopratutto in Italia questa diatriba sulla versione GEOVA è assurda.

nel resto del mondo non mi sembra ci siano problemi simili anche nel resto della cristianità

forse in alcuni integralisti sopratutto afro-americani... che io sappia...


---

comunque la polemica sulla pronuncia del nome, sopratutto riguardo alla forma GEOVA (e le altre forme per i tdG ITALIANI) è sterile... per quanto concerne il culto e l'adorazione del Vero Dio.

sopratutto gli attacchi della cristianità contro la forma GEOVA è strumentalizzata... ma di che stiamo parlando di tradurre o interpretare o sulla pronuncia del NOME...

quando la stessa è stata proibita dal Vaticano?


E Ratzinger apre agli ebrei Non usare mai il nome Jahvè
CITTA' DELVATICANO - Non nominare il nome di Jahvè invano. Anzi, non usarlo mai. La Chiesa cattolica si mette sulla stessa lunghezza d' onda dell' ebraismo e prescrive a tutti i sacerdoti di non pronunciare mai il nome sacro durante i riti. L' invito, anzi un ordine, è contenuto in una circolare inviata dalla Congregazione per il Culto divino prima dell' estate a tutte le conferenze episcopali. Il documento, non pubblicizzato, è riemerso in margine ai dibattiti sinodali sul legame tra cristianesimo ed ebraismo. Firmato dal cardinale Francis Arinze prescrive tassativamente: «Non si deve pronunciare il nome di Dio sotto la forma del tetragramma YHVH nelle celebrazioni liturgiche, nei canti, nelle preghiere». Quanto alle traduzioni della Bibbia nelle lingue moderne, che servono alla funzioni liturgiche, il divino tetragramma dovrà essere letto come Adonai (ebraico), Kyrios (greco) e dunque Signore, Herr, Lord, Seigneur. E' uno dei cardini della tradizione ebraica che il nome di Dio sia indicibile. Solo il Sommo Sacerdote nel Tempio di Gerusalemme poteva pronunciarlo in rare occasioni. Nell' ultima fase, prima della distruzione del secondo Tempio, soltanto nel giorno del Kippur e unicamente in quella sala denominata Santo dei Santi. Il documento vaticano parte dalla premessa che non si sa nemmeno quale sia la pronuncia esatta. Jahvè? Jahweh? Jave? Jehowah? I testi ebraici, infatti, riportano nella scrittura soltanto le consonanti. Ma questo rimane un dettaglio filologico. La Congregazione per il Culto richiama invece l' attenzione sul fatto che le prime comunità cristiane si sono sempre attenute alla tradizione di ritenere ineffabile il nome di Dio e di renderlo con un altro termine. I primi cristiani, in effetti, hanno adottato la parola che già la traduzione della Bibbia in greco - fatta in pieno ellenismo dagli ebrei grecizzanti - usava: Kyrios, che significa Signore. Ma c' è anche una sottigliezza del magistero papale. Se Signore è il termine che qualifica Jahvè, cioè Dio, allora quando nei testi dei Vangeli e nelle Lettere di san Paolo si legge che Gesù Cristo «è il Signore», questo significa confermare la sua divinità. E' indubbio che la decisione vaticana riflette la particolarissima attenzione di Benedetto XVI verso l' ebraismo. E c' è un retroscena. E' stato il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, andando in udienza da papa Ratzinger il 16 gennaio 2006, a sollevare il problema spiegando al pontefice il disagio dell' ebraismo, quando viene usato nei riti il nome divino. «Il Papa - ricorda oggi Di Segni - si mostrò molto attento e disponibile, dicendo che in realtà si trattava di una deviazione dalla tradizione». La risposta papale alla richiesta del rabbino capo si trova nella lettera ai vescovi delle Congregazione per il Culto e non è un caso che la data della firma sia il 29 giugno 2008, festa di Pietro e Paolo, festa del papato. «Per direttiva del Santo Padre» è scritto nel preambolo del documento. E' una decisione che avvicina molto, dal punto di vista liturgico, la Chiesa cattolica all' ebraismo. «Lo considero un segno di rispetto nei confronti della sensibilità ebraica», commenta Di Segni. D' altra parte l' uso di "Jahvè" è sempre stato più diffuso fra i protestanti. Tuttavia non sempre fra gli ebrei dell' antichità il nome divino è stato impronunciabile. Come altri popoli dell' antico Oriente gli ebrei avevano l' abitudine di comporre i nomi propri usando il nome della divinità preferita. «Jahvè o El o Baal-mi - protegge», ad esempio. Giovanni, Giosuè, Gesù sono tutti nomi del genere, che hanno nella loro radice il termine divino. E sono state trovate anche iscrizioni che invocano espressamente la benedizione di Jahvè (comunque sia stato pronunciato) e persino graffiti che raffigurano il dio Yahvè con la sua (compagna-dea) Asherah. (m. pol.)

REPUBBLICA archivi

la discussione quindi ha interesse relativo solo per gli addetti alla materia, come curiosità...

gli altri che sono avversi alla forma GEOVA (bruttina ma ereditata dai cattolici) strumentalizzano la polemica ma non contribuiscono a fare conoscere, lodare, santificare il Nome YHWH.

[Modificato da I-gua 07/05/2020 18:32]
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