Lo scrive in una lettera ai sacerdoti romani
"La complessità di ciò che si doveva affrontare non tollerava ricette o risposte da manuale", "il dolore della nostra gente ci faceva male, le sue incertezze ci colpivano, la nostra comune fragilità ci spogliava di ogni falso compiacimento idealistico o spiritualistico, come pure di ogni tentativo di fuga puritana. Nessuno è estraneo a tutto ciò che accade. Possiamo dire che abbiamo vissuto comunitariamente l’ora del pianto del Signore". È quanto scrive Papa Francesco in una lettera ai sacerdoti romani.
Il Papa ha scritto una lettera ai sacerdoti di Roma e li ha ringraziati perché in questo tempo di pandemia, pur "inzuppati dalla tempesta", sono rimasti accanto alla gente. "Tutti abbiamo ascoltato i numeri e le percentuali che giorno dopo giorno - scrive il Papa - ci assalivano; abbiamo toccato con mano il dolore della nostra gente. Ciò che arrivava non erano dati lontani: le statistiche avevano nomi, volti, storie condivise. Come comunità presbiterale non siamo stati estranei a questa realtà e non siamo stati a guardarla alla finestra; inzuppati dalla tempesta che infuriava - sottolinea Papa Francesco -, voi vi siete ingegnati per essere presenti e accompagnare le vostre comunità: avete visto arrivare il lupo e non siete fuggiti né avete abbandonato il gregge".
...
Fonte