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Turchia, Erdogan: 'Santa Sofia torna moschea'

Ultimo Aggiornamento: 12/07/2020 17:41
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11/07/2020 06:00
 
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Annunciata ufficialmente la riconversione del monumento. Consiglio di Stato annulla il decreto del 1934 che la rese museo

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha annunciato la riapertura ufficiale di Santa Sofia come moschea, dopo la decisione del Consiglio di stato turco che ha annullato il suo status di museo. "È stato deciso che Santa Sofia sarà posta sotto l'amministrazione della Diyanet", l'autorità statale per gli affari religiosi, che gestisce le moschee della Turchia, "e sarà riaperta alla preghiera" islamica, si legge nel decreto, firmato da Erdogan e diffuso sul suo profilo Twitter. La decisione è già stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale.

Il Consiglio di Stato turco ha annullato il decreto del 24 novembre 1934 dell'allora presidente Mustafa Kemal Ataturk che trasformava Santa Sofia in un museo.

La decisione della 10/ma sezione del massimo tribunale amministrativo di Ankara è stata presa all'unanimità. I giudici hanno accolto il ricorso presentato nel 2016 da un piccolo gruppo islamista locale, l'Associazione per la protezione dei monumenti storici e dell'ambiente. Secondo le motivazioni rese note, l'edificio apparterrebbe a una fondazione religiosa che l'avrebbe eredito dal sultano ottomano Maometto II, che nel 1453 conquistò Costantinopoli e convertì Santa Sofia da chiesa in moschea. Per i giudici sarebbe quindi illegittimo destinare il complesso a un uso diverso da quello allora definito di luogo di culto islamico.

Santa Sofia sarà riaperta al culto islamico dalla preghiera del venerdì del 24 luglio, ha annunciato Erdogan nel suo discorso alla nazione, sostenendo che la riconversione in moschea del monumento simbolo di Istanbul è un "diritto sovrano" della Turchia.

Secondo Atene, la decisione del Consiglio di stato turco è "una provocazione al mondo civilizzato".

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[Modificato da Hal.9000 11/07/2020 06:01]
11/07/2020 06:05
 
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UNESCO. L'Unesco ha espresso preoccupazione in diverse comunicazioni alle autorità della Turchia per la possibile conversione del Museo di Santa Sofia a Istanbul in una moschea. Lo riporta il quotidiano greco Ekatimerini, spiegando che l'agenzia dell'Onu ha chiesto di essere tenuta informata su ogni progetto di riconversione del museo e che ogni mutamento di destinazione dovrà essere approvata dal World Heritage Commitee, il comitato per il patrimonio culturale mondiale che segnala all'Unesco i siti da proteggere. L'Unesco ha ricordato che Hagia Sophia è sulla lista del patrimonio universale come museo e che questo comporta degli obblighi legali.

«Un Paese - affermano fonti dell'Unesco alla Reuters citate dal giornale greco - deve assicurarsi che nessuna modifica mini lo straordinario valore universale di un sito sul suo territorio che si trova nella lista. Ogni modifica deve essere notificata dal Paese all'Unesco e verificata dal Wolrd Heritage Commitee». L'Unesco ha espresso la sua preoccupazione per il caso in diverse lettere inviate al governo turco e ha veicolato il messaggio anche all'ambasciatore turco presso l'Unesco chiedendo l'avvio di un dialogo prima che ogni decisione venga presa. Santa Sofia è stato un sito centrale sia nell'impero cristiano bizantino che nell'impero Ottomano ed è oggi uno dei monumenti più visitati della Turchia. La prospettiva di ritorno al ruolo di moschea ha suscitato preoccupazioni anche tra le autorità di Usa, Francia, Russia, Grecia e della chiesa cristiana.

FRATELLI D'ITALIA. «La decisione di Erdogan di riaprire Santa Sofia come moschea costituisce affronto alla storia universale della basilica, costruita nella Costantinopoli cristiana e diventata simbolo della laicità dello Stato turco e delle perenni contaminazioni ioniche. In quanto sede del museo delle tradizioni religiose e delle diverse storie che hanno formato la Turchia, la basilica è patrimonio dell'intera umanità non soltanto della Turchia di Erdogan. L'Ue e le Nazioni Unite, insieme all'Unesco che tutela Santa Sofia, si pronuncino con ferma condanna e invitino il leader turco a dimostrare di non essere un oscuro dittatore, ma uomo capace di cogliere tutte le sensibilità culturali e religiose che si sono addensate nei secoli nella basilica-moschea. Le sue stratificazioni sono il segno indelebile della storia densa del Mediterraneo che non può essere cancellata da un atto di arroganza teocratica». È quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d'Italia.

GRECIA. Secondo Atene, la decisione del Consiglio di stato turco sulla riconversione di Santa Sofia in moschea è «una provocazione al mondo civilizzato». «Il nazionalismo mostrato da Erdogan riporta il suo Paese indietro di sei secoli», ha accusato la ministra della Cultura di Atene, Lina Mendoni, secondo cui il verdetto del Consiglio di stato «conferma che non c'è una giustizia indipendente».

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11/07/2020 08:45
 
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La guerra delle chiese!
tutti concentrati sul luogo e nessuno che si preoccupi di capire Il punto di vista del Creatore ..


ai governanti e ai politici basta mettersi a sventolare una bandiera, segnare un punto...
11/07/2020 11:14
 
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Quella dell'aspirante sultano Erdogan sembra a tutti gli effetti una provocazione, strano che il suo omologo russo, aspirante protettore del cristianesimo d'oriente, non si sia espresso in merito...
11/07/2020 12:29
 
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Un interessante considerazione sulla faccenda pubblicata oggi su Repubblica a firma di Marco Ansaldo

"La decisione di Erdogan: Santa Sofia torna moschea Una sfida al mondo
10 Luglio 2020

di MARCO ANSALDO


America e Russia, gli alleati più forti della Turchia, non sono affatto contenti della scelta di Erdogan. La sentenza del Consiglio di Stato ad Ankara che stabilisce il ritorno dell'ex basilica bizantina di Santa Sofia, poi museo, a luogo sacro della fede islamica, decisione prima spinta e ora definitivamente approvata dal presidente turco, appare un salto nel buio sotto il profilo geopolitico. Una sfida doppia da parte del Sultano. Sia Donald Trump che Vladimir Putin, direttamente o tramite i loro emissari, hanno più volte chiesto al loro alleato di non spingersi a un passo carico di rischi. Le guerre in Siria e in Libia, dove la Turchia è presente su entrambi i fronti, non rappresentano il momento ideale per accendere un nuovo focolaio di tensione, sorto quasi dal nulla, e basato sulla differenza religiosa.

Da decenni Santa Sofia, da oggi ufficialmente Ayasofya per i turchi, è un monumento simbolo di una metropoli multiculturale come Istanbul, visitato da milioni di turisti di ogni credo. Un emblema di come un luogo che per mille anni è stato chiesa, per cinquecento moschea, e per meno di cento museo, possa essere il tutto, e non una parte sola. Terra e cielo insieme. Cubo e sfera allo stesso tempo.

Far tornare ora il muezzin a cantare nella sala che Mustafa Kemal, il laico Ataturk che fondò la Repubblica di Turchia e fu predecessore dell'attuale capo dello Stato, trasformò in museo, diventa un gesto dirompente non solo dal punto di vista religioso, ma diplomatico. Una prova di forza. Con rischi geopolitici incalcolabili.
Erdogan, in difficoltà per una crisi economica da cui il Paese non riesce a uscire, e per una pandemia che anche in Turchia ha colpito duramente, è in calo di consensi.
Le elezioni generali sono fra tre anni. Però i sommovimenti, in una realtà ciclicamente attraversata da golpe militari, sono sempre dietro l'angolo. E il leader ha necessità di rafforzarsi. Lo fa offrendo sul piatto dei nazionalisti, tra cui i Lupi grigi, una pietanza prelibata: l'ex cattedrale diventata un luogo neutro tra le fedi, dove però far risuonare le sure del Corano.

Sono quelle frange ascrivibili a un partito, il Movimento di azione nazionalista, oggi terza forza politica nel Parlamento di Ankara, che sostengono in modo più che concreto la compagine del presidente, conservatrice e di ispirazione religiosa.

Erdogan però guarda anche fuori. Al mondo sunnita, dove punta alla primazia. E, nello specifico, all'Egitto, dove la moschea e l'università di al Azhar rappresentano fra le voci più autorevoli nel campo religioso e accademico islamico, con cui adesso Ayasofya intende rivaleggiare. Ankara e il Cairo sono ai ferri corti nella guerra in Libia. E i venti fortissimi di tensione che soffiano nel Mediterraneo orientale, coinvolgendo una massa di attori spaventati dalle navi turche che spadroneggiano dall'Egeo alle coste di Tripoli, sotto l'accusa di trasportare armi e alla ricerca di gas e petrolio, preoccupano Francia e Italia, Grecia e Cipro, per non parlare di Israele. Ecco perché Trump e Putin guardano alla decisione di Erdogan come a una sfida doppia. A sé stessi, in quanto alleati attoniti dalla sfrontatezza del loro sodale. E a quella parte di mondo che controllano, dove hanno interessi strategici fondamentali.

Il Sultano, lo ha dimostrato più volte, è uomo capace di mantenere le proprie minacce, benché stupiscano tutti. E di attuarle. In sostanza, di andare fino in fondo. Serve a poco che il mondo cristiano oggi reagisca. E a nulla vale pensare che nel monumento accanto a Santa Sofia, la Moschea Blu, durante la sua visita apostolica un Papa (Benedetto XVI) e il Gran Muftì pregassero uniti in silenzio, ognuno secondo la propria lingua e fede, però assieme. Il linguaggio della divisione non giova alla religione. E nemmeno a un quadro geopolitico a forte rischio."

rep.repubblica.it/pwa/commento/2020/07/10/news/la_decisione_di_erdogan_santa_sofia_torna_moschea_una_sfida_al_mondo-261602768/?ref=RHPPTP-BH-I261615180-C12-P7...
11/07/2020 14:50
 
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Re:
Hal.9000, 7/11/2020 6:05 AM:

...
UNESCO. L'Unesco ha espresso preoccupazione in diverse comunicazioni alle autorità della Turchia per la possibile conversione del Museo di Santa Sofia a Istanbul in una moschea. Lo riporta il quotidiano greco Ekatimerini, spiegando che l'agenzia dell'Onu ha chiesto di essere tenuta informata su ogni progetto di riconversione del museo e che ogni mutamento di destinazione dovrà essere approvata dal World Heritage Commitee, il comitato per il patrimonio culturale mondiale che segnala all'Unesco i siti da proteggere. L'Unesco ha ricordato che Hagia Sophia è sulla lista del patrimonio universale come museo e che questo comporta degli obblighi legali. ...



Temo che a Erdogan non interessi molto l'opinione dell'Onu nè quella dell'Unesco.

Simon
11/07/2020 15:12
 
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ah, questo è pacifico
12/07/2020 13:53
 
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Papa : "Pensiero a Istanbul, addolorato per Santa Sofia"

"Il mare mi porta lontano, penso a Istanbul, penso a Santa Sofia, sono molto addolorato". Così il Papa, parlando a braccio dopo la preghiera dell'Angelus a San Pietro, ha voluto esprimere il suo rammarico per la decisione della Turchia di riconvertire in moschea il simbolo di Istanbul. Dopo aver salutato "tutti coloro che lavorano sul mare, specialmente quelli che sono lontani dai loro cari e dal loro Paese", Francesco ha alzato lo sguardo e ha espresso, non senza una nota di commozione nella voce, il suo dolore.

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12/07/2020 17:41
 
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Non capisco questa uscita del papa..
per 1000 anni chiesa cristiana...
per 400 anni moschea
per quasi 100 anni museo

perchè svegliarsi ora e rammaricarsi?
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