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Confutazione trasmissione radio Maria del GRIS di luglio 2020...

Ultimo Aggiornamento: 03/08/2020 08:28
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02/08/2020 19:14
 
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Il successivo e ultimo intervento è a cura di Don Battista Cadei che affronta il tema:

Con i testimoni di Geova solo polemica? dicendo:


Questa è la domanda che mi feci allʼinizio della mia attività pastorale tra i tdG, riguardo ai quali cʼè una grande diversità di modi di rapportarsi, che si può schematizzare così:

1) Il falso ecumenismo di chi immagina che i tdG non siano lontani dal cattolicesimo e li approva. So di un parroco, che molti anni fa, a fedeli frequentati da tdG, disse: «Ascoltateli, così almeno imparate la Bibbia». Ma chi fa così, è un irresponsabile che non sa che essi hanno una Bibbia diversa e mirano a negarne punti essenziali come la Trinità di Dio, l’immortalità dell’anima ecc.

2) L’indifferenza di chi sceglie di ignorarli «perché è una questione di coscienza». Ma se per es. un familiare abbandona la famiglia, il fatto riguarda certo la sua coscienza, ma non può lasciare indifferente il resto della famiglia stessa.

3) Più frequente è il disprezzo, lʼironia, la polemica, il pregiudizio e dʼaltronde i tdG non sono da meno, convinti come sono che tutti i non tdG sono sotto il dominio di Satana: pensano questo specialmente riguardo alla Chiesa Cattolica.

Personalmente, dopo infelici tentativi finiti con violente liti, ero convinto, come tutti in generale, che dialogare con i tdG è sempre cosa impossibile. Ma non ero soddisfatto e continuavo a fare tentativi. Ero un ingenuo? A un convegno sui tdG, presentai una breve comunicazione appunto con la domanda: «Con i tdG: solo polemica?». Ipotizzai un dialogo corretto e rispettoso, qualunque sia la risposta dei tdG.

Il mio breve intervento finì negli atti del convegno. E trovò due reazioni, ambedue positive:
1) un ex tdG, noto per alcune pubblicazioni di critica al geovismo: era dʼaccordo che chi ne tratta dovrebbe essere informato, corretto e rispettoso;
2) un tdG DOC, che apprezzò quello che lui chiamò il mio “bon-ton”.

Così cominciai tra tentativi ed errori. Erano gli anni 1980: lʼidea di “dialogo ecumenico e interreligioso” era solo di pochi, e incontrava opposizioni anche allʼinterno della Chiesa Cattolica. È noto che i tdG da parte loro escludono qualsiasi tipo di dialogo e non sono teneri con i cattolici. Ma questo non ci autorizza a farne la caricatura e disprezzarne la dottrina anche se non possiamo accettarne la dottrina. Su questa linea è il Concilio Vaticano II come pure i più recenti documenti del magistero della Chiesa. Ecco alcune affermazioni di quattro pontefici:

Giovanni XXIII, Discorso Gaudet mater Ecclesia in apertura del Concilio (1962). Riguardo a posizioni contrarie alla verità cristiana cattolica, dichiarò: «Sempre la chiesa si è opposta a questi errori; spesso li ha anche condannati con la massima severità. Ora, tuttavia, la sposa di Cristo preferisce usare la medicina della misericordia piuttosto che della severità. Essa ritiene di venire incontro ai bisogni di oggi mostrando la validità della sua dottrina, piuttosto che rinnovando condanne».

Paolo VI, Enc. Ecclesiam suam (1964) Chiesa: «Nessuno è estraneo al suo cuore. Nessuno è indifferente per il suo ministero. Nessuno le è nemico, che non voglia egli stesso esserlo».

Giovanni Polo II, Enc. Ut unum sint (1995) 32. «La verità va cercata in modo rispondente alla dignità della persona umana e alla sua natura sociale, cioè con una ricerca libera, con lʼaiuto del Magistero o dellʼinsegnamento, della comunicazione e del dialogo, con cui, allo scopo di aiutarsi vicendevolmente nella ricerca della verità, gli uni espongono agli altri la verità che hanno scoperta o che ritengono di avere scoperta; e alla verità conosciuta si deve aderire fermamente con assenso personale».

Francesco, Esortazione Apostolica Evangelii gaudium (2013) 142: «Un dialogo è molto di più che la comunicazione di una verità. Si realizza per il piacere di parlare e per il bene concreto che si comunica tra coloro che si vogliono bene per mezzo delle parole. È un bene che non consiste in cose, ma nelle stesse persone che scambievolmente si donano nel dialogo...».

Ebbi anche due anni di colloqui cordiali. Dialogai con un giovane responsabile dei tdG. Fu un dialogo leale, rispettoso e attento alle argomentazioni dellʼaltro. Durò due anni. Ne nacque una reciproca simpatia. Egli ci tenne a precisare: «Dialogo con te come persona, non con la Chiesa Cattolica, che non può essere né convertita né riformata». Non mi formalizzai, e da parte mia precisai: «Se è giusta la tua, è sbagliata la mia; e viceversa». Fu lʼunico punto di accordo. Il dialogo continuò. Restammo amici. Ma un tdG non può dirsi amico di un prete: per lui sono solo un “conoscente”. Questi colloqui mi aiuteranno nei miei successivi approcci coi tdG. Dio accompagni lui e me.



Lascio la parola a chi desidera replicare...
[Modificato da viceadmintdg1 02/08/2020 19:14]
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