 19/08/2020 20:54 |
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Wanderlust!, 8/19/2020 4:08 PM:
Credo ancora di non capire... Geova ci mostra immeritata benignità con lo scopo di predicare agli altri la riconciliazione con lui? Perché Paolo esordisce dicendo che siamo suoi "collaboratori". Ma perché l'immeritata bontà di Dio ha uno scopo? Non é come dire "Ti permetto di essere amico mio così mi aiuti nella predicazione" e non per amore?
Caro Wander,
il "servizio" a Dio è un concetto piu' esteso della sola "predicazione". Il cristiano serve Dio in molti modi, non solo parlando di Lui, ma ogni giorno con il suo comportamento, appunto, cristiano.
Piu' avanti nel capitolo ad esempio Paolo invita a non "aggiogarsi" con chi non è cristiano. E' solo un esempio.
Simon |
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| 19/08/2020 20:57 |
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Quindi "il ministero della riconciliazione" è volto sempre alla salvezza. Mi pare di aver letto che quello che predichiamo principalmente alle persone non è che Geova li aiuterà ad avere ciò di cui hanno bisogno, ma la possibilità di essere riconciliati con lui e di ottenere il perdono dei peccati
Nelle oziose discussioni con VVRL abbiamo a lungo parlato di che cosa significa "invocare il nome di Geova", è un espressione semitica che significa riconoscerlo, mettersi sotto la sua protezione, conoscere il nome, averne profondo rispetto e confidare in colui che lo porta. Dunque si parla non di questo o di quello, ma di questo e quello, chi invoca il nome di Geova, chi è riconciliato con Lui è sicuro di mettersi sotto la sua protezione o autorità, confida totalmente nell'assistenza di Dio proprio in virtù del fatto che il sacrificio di Gesù permette di accostarsi a Lui.
Shalom --------------------------------------------------------------------
Sijmadicandhapajiee, gente per cui le arti stan nei musei - Paolo Conte
FORUM TESTIMONI DI GEOVA |
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| 19/08/2020 21:56 |
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Quindi lo scopo dell'immeritata benignità di Dio non è quello di starci comodi sapendo che Geova perdonerà ogni nostro peccato, ma appunto darsi da fare per assicurarci la nostra salvezza e assicurarla ad altri, (attraverso la predicazione e il nostro comportamento) così da non rendere vana l'immeritata bontà di Dio di cui il sacrificio di Cristo è la massima espressione... Era questo che voleva sottolineare Paolo ai Corinti, giusto? [Modificato da Wanderlust! 19/08/2020 21:56] |
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| 19/08/2020 23:19 |
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Wanderlust!, 19/08/2020 21:56:
Quindi lo scopo dell'immeritata benignità di Dio non è quello di starci comodi sapendo che Geova perdonerà ogni nostro peccato, ma appunto darsi da fare per assicurarci la nostra salvezza e assicurarla ad altri, (attraverso la predicazione e il nostro comportamento) così da non rendere vana l'immeritata bontà di Dio di cui il sacrificio di Cristo è la massima espressione... Era questo che voleva sottolineare Paolo ai Corinti, giusto?
Non è una questione di comodità o scomodità ma di responsabilità, l'insegnamento di Gesù di responsabilizza, non siamo oggetto passivo della salvezza divina ma siamo corresponsabili della salvezza. Siamo appunto collaboratori di Dio. La salvezza, l'immeritata bontà, è gratuita ma non è una forma di assistenzialismo che toglie alla persona la grandezza, indipendenza e dignità all'essere umano. Spesso quando Gesù faceva dei miracolo chiedeva qualcosa o di fare qualcosa. Non perché era necessario ma perché voleva che le persone comprendessero che la salvezza divina non è l'elemosina data a chi consideriamo incapace ma agisce su persone dotate di dignità umana, ad immagine di Dio. Dio insomma ci responsabilizza, ci dice che l'immeritata benignità è arrivata ma essa agisce anche attraverso di me, Geova mi trova ritiene di collaborare con Lui.
Shalom --------------------------------------------------------------------
Sijmadicandhapajiee, gente per cui le arti stan nei musei - Paolo Conte
FORUM TESTIMONI DI GEOVA |
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| 20/08/2020 21:26 |
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Wanderlust!, 8/19/2020 9:56 PM:
Quindi lo scopo dell'immeritata benignità di Dio non è quello di starci comodi sapendo che Geova perdonerà ogni nostro peccato, ma appunto darsi da fare per assicurarci la nostra salvezza e assicurarla ad altri, (attraverso la predicazione e il nostro comportamento) così da non rendere vana l'immeritata bontà di Dio di cui il sacrificio di Cristo è la massima espressione... Era questo che voleva sottolineare Paolo ai Corinti, giusto?
Se parli di "immeritata benignità", il suo "scopo" si conclude in se stesso: non ha bisogno di una risposta umana, ma è un dono immeritato da Dio.
L'uomo puo' pero' mostrare riconoscenza e fare del suo meglio per tener conto di Dio nella propria vita.
Se non facesse cosi', vivrebbe come un ateo, privo di fede in Dio e di vera speranza.
Simon
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| 21/08/2020 00:32 |
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(SimonLeBon), 20/08/2020 21:26:
Se parli di "immeritata benignità", il suo "scopo" si conclude in se stesso: non ha bisogno di una risposta umana, ma è un dono immeritato da Dio.
L'uomo puo' pero' mostrare riconoscenza e fare del suo meglio per tener conto di Dio nella propria vita.
Se non facesse cosi', vivrebbe come un ateo, privo di fede in Dio e di vera speranza.
Simon
Infatti, una salvezza come evento passivo non agirebbe concretamente sulla nostra vita interiore ed esteriore, Gesù nel Vangelo di Giovanni soprattutto mette l'accento che invece la fede già nel presente agisce sui cristiani che già godono della vita futura e dunque "non moriranno mai" perché già oggi, concretamente, vivono i benefici dell'immeritata benignità di Dio. Chi beve l'acqua della vita, chi accetta il Cristo, comincia a zampillare quest'acqua, diventa egli stesso in qualche misura fonte di vita per altri.
Shalom
[Modificato da barnabino 21/08/2020 09:01] --------------------------------------------------------------------
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